Grazie alla mobilitazione "ora anche i grandi sponsors si stanno muovendo, consapevoli che quel Mondiale non sarà ricordato per meriti sportivi ma per questa strage di innocenti” e finalmente anche in Italia "grazie alle nostre mobilitazioni, se ne comincia a parlare.” Numerose le iniziative messe in campo dagli edili di Cgil Cisl Uil in questi mesi: dal presidio davanti alla Figc, ai flash mob negli stadi di Torino, Firenze, Napoli in occasione dei turni casalinghi delle Coppe Europee ed in tanti stadi delle serie minori; dal coinvolgimento di artisti (con l’adesione dell’intero staff di Made in Sud) all’interessamento di quotidiani nazionali “che ringraziamo per l’attenzione, anche se siamo ancora in attesa che i grandi format si accorgano del dramma che si sta consumando in quella terra lontana.“
E poi la campagna sui social, con l’hashtag italiano #uncalcioallaschiavitu, il selfie con il cartellino rosso per la Fifa, inviato anche dai segretari generali delle confederazioni, ed infine la raccolta di firme su change.org. Venerdì il momento unitario con il presidio a Zurigo, allo Hallenstadion, e poi si ricomincerà con le iniziative nei singoli paesi, fino a quando la FIFA non interverrà sul governo del Qatar “per ripristinare condizioni di vita e lavoro decenti e per mantenere la promessa fatta al momento dell’assegnazione del Mondiale, cioè l’abolizione della kefala per i lavoratori impiegati nei cantieri. Una promessa mai mantenuta, di fronte alla quale è ora di prendere una decisione ferma: o cambiano le cose o va revocata l’assegnazione del mondiale al Qatar.”