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13.07.15 Sotto un sole cocente, sabato  è andato in scena lo "sciopero alla rovescia" della Fillea Abruzzo, che si è ritrovata a L'Aquila, con tanti operai e disoccupati provenienti da tutte le province, per ripulire il cantiere chiuso della scuola De Amicis. Obiettivo: accendere i riflettori sulla crisi devastante del settore e sulla vergogna del più grande cantiere d'Europa, quello della ricostruzione nell'area vastissima del cratere sismico, dove i lavori vanno a rilento. Insieme ai lavoratori ed ai disoccupati abruzzesi, in piazza anche Walter Schiavella, segretario generale Fillea, Massimo Cialente, sindaco de L'Aquila ed i segretari Fillea Silvio Amicucci ed Emanuele Verrocchi. Di seguito il reportage di Salvatore Cannavò, del Fatto Quotidiano, il servizio del Tg3 Regione ed i ritagli della stampa locale.

IL FATTO QUOTIDIANO
LO SCIOPOERO ROVESCIATO DEI MURATORI DELL'AQUILA

L'Aquila giace ancora in sala operatoria. Intubata da ogni parte, sorretta da ponti di acciaio, fili, pannelli di calcestruzzo e polvere. Fratturata non più dal terremoto, lontano ormai, in quel drammatico aprile del 2009, ma dalle sue stesse ricuciture. Ci sono stradine, come via del Falco, equamente divise a metà: da una parte, facciate belle e lisce, appena levigate e rimesse a nuovo, dall`altro lato della strada palazzi dimessi, puntellati come alberi morenti. In via Roma è lo stesso: scendendo lungo uno degli assi che formano la croce centrale della città - l`altro è corso Vittorio Emanuele - sulla destra si staglia il colore arancione e lindo del palazzo fresco di nuovo. A sinistra, invece, solo lo spigolo del Rettorato, che sembrava stesse per gettarsi sulla strada e ora è come incollato al resto dell`edificio, offre la sensazione di un intervento. Per il resto è una linea continua di sassi vecchi accartocciati sulle porte, di insegne divelte e di ponteggi, tanti ponteggi.

L`Aquila è la città più transennata d`Italia.
I tubi innocenti, quasi tutti costruiti dalla Marcegaglia - ogni giunto costa 30 euro e ce ne sono a centinaia di migliaia costituiscono l`arredo urbano che si staglia sotto il sole di luglio. Avvolgono il Convitto, opera rimasta sospesa e immobile, al centro del quadrivio, subito dietro la grande e bella piazza inagibile, risparmiano il palazzo comunale che è puntellato da ponteggi in legno, sbarrano l`accesso alle vie laterali dove il tempo sembra sospeso. Addobbano la chiesa dei Gesuiti e sovrastano via San Martino, all`imbocco del quartiere, solo e silenzioso, di San Pietro, abbandonata da un`impresa che è fallita.
L`ennesimo paradosso dell`Aquila, il più grande cantiere d`Europa che incuba perdita di posti di lavoro, chiusura e fallimenti di imprese, vertenze giudiziarie che vengono via come le ciliegie.
La scuola elementare De Amicis, subito accanto alla bella basilica di San Bernardino, tirata a lucido e nuova, a dimostrazione che si può ricostruire, è l`emblema scelto dalla Fillea-Cgil, il sindacato degli edili, per denunciare la situazione del capoluogo abruzzese. Il cantiere è fermo da un anno, nonostante l`appalto da 10 milioni di euro e i 900 mila euro raccolti dal concerto (Amiche per l`Abruzzo, lo chiamarono) di Laura Pausini, Fiorella Mannoia, Gianna Nannini e Giorgia, tra le altre.
Solo pochi giorni fa l`impresa Mgm Spa che ha la sua sede a Latina - il cui amministratore è stato rimosso dopo l`arresto per frode, corruzione e turbativa d`asta - ha recintato il cantiere e strappato le erbacce sapendo della manifestazione di sabato. Gli edili della Cgil, infatti, hanno rispolverato l`idea eretica di Danilo Dolci, "lo sciopero alla rovescia", per attirare l`attenzione di stampa e istituzioni.
E così, davanti alla scuola dai ponteggi più eleganti del capoluogo - immancabilmente by Gruppo Marcegaglia - si sono radunati gli operai, con il caschetto giallo e gli attrezzi in vista per esibilire la voglia di lavoro. In mano cartelli a ostentare l`incredibile: "Sono stato licenziato due anni fa, non riesco a trovare un`altra occupazione. Chiediamo lavoro!".
Buffo, il lavoro edile qui non dovrebbe mancare, eppure non è così. "Dal 2008 al 2014, spiega Silvio Amicucci, segretario regionale Fillea, gli iscritti alla Cassa edile - l`ente di solidarietà e assistenza degli edili, ndr. - nella regione sono passati dal circa 23 mila a 18.500". Lo stesso per íl numero di ore lavorate sceso da 21,7 milioni del 2008 ai 14,7 del 2014. L`agonia riguarda anche le imprese che sono passate da 4.642 a 3.434. Un tonfo clamoroso fatto di fallimenti, chiusure e lavoratori disoccupati. "Nei nostri uffici - spiegano il segretario aquilano, Emanuele Varrocchi - abbiamo calcolato una media di 5 vertenze alla settimana. Vertenze che si concludono con una conciliazione, quindi fondate". Dal 2009 sono più di un migliaio. Con questi dati si entra nel vivo del problema sollevato dallo sciopero ispirato a Danilo Dolci.
"Le aziende prendono gli appalti spiega Cristina Santelli, anch`essa della Fillea - ma spesso non hanno la forza e la solidità per sostenere il ritardo dei pagamenti pubblici. E così, dopo i primi ritardi, chiudono e i lavori si fermano". Ad alimentare questo circolo perverso sono state finora grandi aziende, alcune molto rilevanti. La Mazzi di Verona, ad esempio, ha lasciato ferma la ristrutturazione del Convitto, la Taddei, che occupa circa cento dipendenti, è fallita abandonando buona parte del quartiere dietro via Roma. La stessa Taddei figura tra le imprese che hanno vinto l`appalto da 150 milioni per la costruzione della Smart City, la città intelligente, dove i servizi idrici, e- lettrici e del gas passeranno sotto il tunnel. Solo che anche in questo caso sono già scattati i primi avvisi di garanzia per turbativa d`asta recapitati al presidente dell`Ance aquilana (l`associazione dei costruttori), Gianni Frattale, a DaniloTaddei dell`impresa omonima ma anche al presidente dell`altra società appaltante, la ravennate Amcar, Alfredo Zaccaria. Tornano i pilastri del sistema degli appalti in Italia, il malaffare, la corruzione e il relativo spreco da essi prodotto.
Il problema resta la mancanza di fondi Il meccanismo della ricostruzione sembra sia un affare imponente per l`esile struttura burocratica italiana. Il sindaco accusa i Beni culturali e le lungaggini degli uffici di passaggio.
Nel sindacato non vengono però sottaciute le responsabilità del Comune quando si tratta di facilitare i pagamenti alle imprese. Ma, soprattutto, e a monte, c`è un problema di soldi. L`Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere (Usrc) voluto dall`allora ministro Fabrizio Barca - che ha rimesso in ordine la legislazione ordinaria dopo la fase emergenziale gestita dal governo Berlusconi - monitora e coordina la ricostruzione privata, assegnando i fondi ai cittadini, o ai consorzi che si vanno formando, per poi effettuare i lavori. L`Usrc va molto fiero della propria efficienza vantando velocità e precisione nell`assegnazione dei contributi alle opere. È appena uscito l`undicesimo elenco (la lista in cui sono dettagliati gli interventi da fare) con un finanziamento, deliberato dal Cipe, di circa 800 milioni. Ma il decimo elenco, uscito nell`agosto del 2014, ha visto l`attribuzione dei fondi solo venti giorni fa. Il caso delle scuole è emblematico: come riporta l`Usrc, su 136 milioni di risorse complessive, da maggio 2014 sono stati approvati interventi per 52.

LA CITTÀ FERITA Dopo il terremoto del 6 aprile 2009, l`Aquila ha visto la costruzione delle new town, interi quartieri ex novo in cui trasferire gli abitanti del centro storico e delle varie frazioni. Secondo il Comune, si sono spesi 4,3 miliardi per ricostruire la periferia della città e le opere già effettuate in centro.
Ma molto resta da fare, troppo. Il sindaco stima in almeno 6-7 miliardi i fondi ancora necessari. Il segretario della Cgil parla di almeno 15 miliardi milioni di euro, immediatamente cantierabili, trasferendo contributi agli enti attuatori per 18 milioni, il 15% del totale. In ogni caso, si sta parlando di una quota ancora molto marginale di interventi di ristrutturazione. Una fetta rilevantissima di risorse se n`è andata per le famose C.A.S.E. costruite da Silvio Berlusconi di cui però si inizia a parlare seriamente di demolizione, almeno parziale, perché sono fatiscenti e in alcuni casi sono state anche evacuate.
Si sono spesi 4 miliardi, come ricorda lo stesso sindaco Cialente, ma non si è nemmeno a un quarto degli interventi. Da dove dovrebbero venire i nuovi fondi? E fino a quando ci saranno i cantieri in città? Il sindaco punta a riaprire i portici entro il 2017 contando proprio sull`undicesimo elenco. Però la ricostruzione "pubblica" è quella messa peggio con fondi assegnati solo per un decimo delle risorse deliberate e con le lentezze, e le perversioni, burocratiche. E così succede che la struttura edile muoia un po` alla volta. La Taddei è fallita e così anche la Rdb che in Abruzzo ha cinque insediamenti e occupa 445 dipendenti. E ora sperare nei nuovi acquirenti, un fondo di investimento dell`Oman.
Chi controlla le imprese? "Qui si vede il nodo della qualificazione delle aziende che cerchiamo di sollevare" commenta il segretario della Fillea-Cgil, Walter Schiavella, che approfitta di questa occasione per sottolineare l`importanza della manifestazione unitaria con Cisl e Uil del 18 luglio a Roma per chiedere misure come il "superamento del massimo ribasso, la riforma del contraente generale, il cui ruolo è stato ben evidenziato dal caso Lupi, e poi un sistema di certificazione delle imprese che dia garanzie sui loro requisiti tecnici, patrimoniali e professionali".
Un modo per dare valenza nazionale alla crisi che l`edilizia continua ad attraversare e di cui il governo sta accorgendosi solo ora. Nel frattempo, il centro dell`Aquila si fa più silenzioso per la calura pomeridiana. Da oggi le vie attorno a Corso Vittorio saranno nuovamente "abitate" da migliaia di operai, dalle lingue più diverse - il 40% è straniero - e dalle provenienze italiane più disparate. Per cinque giorni alla settimana il centro diventa "la città degli edili". Lo sarà ancora per molto tempo. Il cantiere dell`Aquila rischia di essere eterno.
 


Il servizio su Rai 3 Tg Regione

La rassegna stampa

Il presidio:
Intervento di Sivio Amicucci
Intervento di Walter Schiavella
Intervento di Massimo Cialente

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