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22.07.15 “Se si volesse far ripartire l'edilizia subito, come affermano anche oggi eminenti esponenti del governo, anzichè aprire la stagione delle chiacchiere balnerari narrando possibili scenari futuri di riduzione delle tasse, si darebbe il via libera a spendere quei 20 miliardi fermi nelle casse dello stato per aprire i cantieri, ora e subito.”
E’ quanto afferma il segretario generale della Fillea Cgil Walter Schiavella, che prosegue “e magari si rafforzerebbe il sistema dei controlli anti evasione fiscale e contributiva, tema che continua ad essere una delle grandi questioni irrisolte del nostro paese ma  che rischia di essere messo nel dimenticatoio da questo ennesimo, tutt'altro che originale, canto delle sirene.”
“Servono fatti e non chiacchiere” afferma il numero uno degli edili Cgil “ed i fatti sono quelli che chiediamo da anni, ovvero aprire cantieri per realizzare opere utili e necessarie. 200 euro di taglio di  tasse sulla casa sicuramente può portare giovamento ai redditi delle famiglie italiane, ma a quelle famiglie serve ancor di più un reddito da lavoro anziché  un assegno di disoccupazione  o un salario da lavoro precario o in nero o non avere reddito perché senza alcun lavoro.”
“Occorre che gli italiani ed i lavoratori sappiano come stanno le cose: con 20 miliardi di euro in cantieri aperti,  facendo una stima prudenziale, solo di lavoro diretto verrebbero generate  20 milioni di giornate di lavoro, che corrispondono ad oltre 25mila posti di lavoro per tre anni o 38 mila per due. Cifre che con l'indotto raddoppiano, sempre per essere prudenti” dunque per la Fillea è solo “con gli investimenti per creare lavoro che si risolleva l'economia, non con le promesse di tagli di tasse,  che poi per essere mantenute si trasformano in una scure su welfare, servizi e sanità pubblica.”
Se l'economia è ferma  “non è per colpa delle tasse -  il cui peso sui redditi dei lavoratori cresce con il crescere dell’evasione e dell’iniquità della distribuzione del carico fiscale -  ma è per l'inadeguatezza del governo nell'assumersi la responsabilità di dare vita ad una seria politica industriale, a liberare risorse per gli  investimenti e a colpire sul serio l'evasione e l'elusione, che in edilizia significa lavoro nero e irregolare.”

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