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05.11.15 Rinnovi contrattuali, relazioni industriali, legge di stabilità, ruolo del sindacato e le alleanze per cambiare le politiche del governo: ieri su RadioArticolo1 una intervista a tutto tondo a Walter Schiavella, nel corso dell'appuntamento settimanale con FilleaRadio.
 
17 tavoli per un totale di oltre 1milione di lavoratori, la metà dell’edilizia, gli altri del legno arredo, cemento, lapidei, manufatti in cemento e laterizi: parte anche per il settore delle costruzioni la stagione dei rinnovi dei Contratti Nazionali, che vedrà nei prossimi  impegnata la Fillea Cgil, insieme a Filca Cisl e Feneal Uil.
Per Walter Schiavella, ospite ieri a Radio Articolo1, le piattaforme unitarie presentate sono importanti “sia dal versante delle dinamiche salariali sia dal versante della riconferma del sistema contrattuale, basato sui due livelli negoziali, con un ruolo forte del contratto nazionale ed una valorizzazione del secondo livello, con l’obiettivo di rafforzare i diritti dei lavoratori e la qualità del lavoro, mitigare le distorsioni prodotte dal Jobs Act, guardare ad una evoluzione -  in efficienza ed efficacia - di  strumenti contrattuali come il welfare e la bilateralità.”

CONFINDUSTRIA
Ma è una stagione contrattuale che si apre un clima diverso, in cui  “Confindustria fa un uso strumentale di un tema centrale, cioè la necessità di innovare il nostro sistema di relazioni industriali, e non semplicemente il nostro sistema contrattuale.  Confindustria utilizza questa esigenza soltanto per comprimere i costi e i diritti dei lavoratori, mettere in discussione il ruolo del contratto nazionale.”
Il sindacato deve “sconfiggere questo tentativo e l’unico modo che abbiamo è quello di rinnovare i contratti, garantendo che il contratto nazionale resti autorità normativa e salariale, che i minimi salariali nazionali siano inderogabili e determinino una tenuta universalistica di un sistema complessivo dei diritti, articolato in un secondo livello nel quale gli elementi di riappropriazione del governo dell’organizzazione del lavoro, e quindi della produttività, siano elementi centrali,  in un quadro di regolazione normativa in cui l’impatto del JobsAct sia attenuato e  la contrattazione inclusiva, penso alla riunificazione del lavoro con la contrattazione di sito, sia riportata al centro.”

MODELLO CONTRATTUALE
Per Schiavella occorre ridefinire “un modello innovativo adeguato ai tempi di relazioni industriali. Su questo abbiamo il dovere di mettere in campo una proposta Cgil, e farlo rapidamente, in parallelo alla stagione dei rinnovi contrattuali. Dobbiamo essere capaci, da un lato di legare il tema delle relazioni sindacali con il tema delle politiche industriali, quindi con le politiche di crescita del sistema delle imprese. Dall’altro, sul versante strettamente contrattuale, dobbiamo affrontare il tema del nesso tra il ruolo del contratto nazionale forte e inderogabile con la definizione di un minimo salariale per legge, che non può che avere a riferimento quanto definiscono i contratti. Ma per fare ciò, occorre che i contratti nazionali restino autorità salariale inderogabile, quindi che i contratti si facciano e che abbiano una validazione erga omnes.”
Un modello che e per Schiavella “non può non tener conto della nostra struttura produttiva, la nostra categoria su questo ha una lunga esperienza, da anni affrontiamo il diffuso, il frammentato, il cantiere come realtà produttiva complessa, questa esperienza ci porta a indicare due soluzioni: se il baricentro si deve spostare sulla contrattazione di secondo livello, e se la struttura produttiva è fatta di piccolissime,  piccole e medie imprese, il tema della contrattazione territoriale, il tema della strumentazione in termini bilaterali per l’attuazione delle scelte contrattuali, deve essere affrontato in termini proattivi e non difensivi.”
Così come il tema del welfare contrattuale “in rapporto alla situazione del sistema previdenziale, ha bisogno di coraggio e innovazione. Anche qui abbiamo suggerito una soluzione possibile, quella dell’adesione collettiva, a carico delle imprese, ai fondi di previdenza complementare, sapendo che - e lo dobbiamo sapere anche quando rilanciamo la vertenza pensioni - con le risorse del sistema pubblico una soluzione vera per i lavori gravosi non lo troviamo, dobbiamo iniziare a costruire e rafforzare quella strumentazione contrattuale che si affianca e integra una modifica della legge Fornero.”

IL GOVERNO
Sull’operato del governo da Schiavella un giudizio secco “ha agito in continuità con gli ultimi governi, molti provvedimenti hanno risposto solo alle richieste di Confindustria di abbassare diritti e salari. Sono sotto gli occhi di tutti gli effetti del JobsAct, scarsi o nulli sul piano occupazione, ma devastanti sul piano dei diritti. Su questo, occorre da parte nostra un iniziativa forte per un Nuovo Statuto dei Lavoratori. Quanto deciso dal Comitato Direttivo della Cgil il 18 febbraio scorso resta per tutti noi la rotta obbligatoria da seguire, ogni fuga in avanti non solo è deleteria ma rompe una sintesi unitaria sulla quale ciascuno ha lasciato un pezzo delle proprie convinzioni. Personalmente, pensavo e penso tuttora che la via del referendum abrogativo sia pericolosa e sbagliata, ma se il Cd della Cgil dovesse deciderla, mi sentirei impegnato ad accettare quelle decisioni, anche se non le condivido. Per questo trovo pericoloso la decisione della Fiom e penso che tutti si debba stare nel solco di quanto abbiamo deciso insieme, pena il rischio di una rottura della nostra unità interna, e la tenuta dell’unità è un problema di cui dobbiamo farci carico tutti, nessuno escluso.”
 
LA LEGGE DI STABILITA'
Infine , Schiavella ha affrontato il tema della Legge di Stabilità “il nostro giudizio generale è netto, siamo di fronte ad una manovra sbagliata ed iniqua, in continuità con le manovre degli ultimi governi. Solo alcuni esempi: alzare la soglia di utilizzo del contante in edilizia alimenta una economia illegale, informale per chi, come il premier, vuole usare un termine meno impegnativo. Bene, a me non spaventa dirlo chiaramente: in quella economia informale c’è il lavoro nero, l’insicurezza, c’è un clima che favorisce chi meno rispetta le regole, la dignità e la sicurezza del lavoro.”
E poi la Tasi “come Fillea, da subito abbiamo detto che abolirla così come proposto, senza progressività, è sbagliato, perché avvantaggia chi ha di più,  spostando 3,5 miliardi da interventi più urgenti, come la spesa sociali o gli investimenti. A questo si aggiunge un altro regalo alla lobby dei costruttore, un regalo senza contropartite, cioè il tetto del 2,5% per l’Imu sull’invenduto.”
Detto ciò, per Schiavella nella manovra “esistono alcuni provvedimenti che vanno osservati e monitorati: lo sblocco del patto di stabilità per i comuni virtuosi, lo chiedevamo da tempo, non può però tradursi solo nel pagamento degli arretrati alle imprese ma anche in nuovi cantieri e nuova occupazione” così come  la proroga dell’ecobonus e la sua estensione al patrimonio pubblico “è certamente utile, ma non si è avuto il coraggio - così come chiedevamo - di rendere questo strumento strutturale per accompagnare le imprese ad un processo di crescita dimensionale e di trasformazione produttiva del sistema delle imprese, perché non è l’una tantum ma la strutturalità a favorire quella trasformazione.”
 
CGIL: CHE FARE?
Di fronte  a questo scenario fosco, in cui per di più “il governo considera le parti sociali un intralcio e rifiuta il confronto” per Schiavella “sarebbe sbagliato riproporre il dibattito stanco che abbiamo avuto purtroppo in questi ultimi anni tra sciopero generale si o no. Ritengo sia sbagliato riproporre iniziative di pura testimonianza, magari in assoluto isolamento” prosegue Schiavella, che chiede alla Cgil di “ fare altro, dobbiamo mettere in campo iniziative che puntino a costruire alleanze, cercando un minimo comune denominatore di posizioni unitarie su cui costruire una mobilitazione, anche dura ma che ci offra una possibilità concreta di cambiare le scelte del governo e la legge di stabilità.”
 

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