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La sintesi della relazione di Genovesi al Convegno Fillea "Dalla precarietà alla qualità: appalti, diritti, regolarità, una sfida per il Paese". Il link alla cartellina stampa.                         

“O qualifichiamo ora il nostro apparato produttivo o perderemo la più grande occasione, probabilmente, di questa fase storica. La crescita che stiamo conoscendo deve essere l’occasione per rimettere al centro il lavoro di qualità, il lavoro stabile, il lavoro che contribuisce ad un modello di sviluppo più giusto, ambientalmente e socialmente” così il segretario generale della Fillea Cgil Alessandro Genovesi ha aperto oggi il Convegno dal titolo “Dalla precarietà alla qualità: appalti, diritti, regolarità, una sfida per il Paese”, un invito al confronto tra governo, imprese e sindacato, con i ministri Enrico Giovannini ed Andrea Orlando, l’imprenditrice edile Federica Brancaccio ed il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. 

EDILIZIA, TRA NUOVI ORIZZONTI E VECCHIE CONTRADDIZIONI

In affanno dal 2008 - anno della bolla speculativa - il settore dell’edilizia sta vivendo una fase di ripresa cui però non corrisponde una crescita speculare della buona occupazione, ovvero lavoro regolare, stabile, sicuro, che valorizzi professionalità e saperi “la fotografia dell’Istat è chiara - spiega Genovesi - c’è una esplosione di contratti a termine inferiori ai 30 o 60 giorni e di part-time involontari, il ricorso diffuso a nuove partite IVA mono committenti, bassi salari. Noi lo vediamo nel settore del legno e arredo ed anche in edilizia, dove pure il contratto a tempo indeterminato incorpora già in sé il licenziamento legittimo per fine cantiere.”

“Il nostro settore cresce a due cifre, più che negli altri paese Ue, la massa salari supera i 7 miliardi come non capitava da 13 anni, ma gli infortuni aumentano, il 76% degli operati edili è sotto inquadrato, con un addensamento medio di sotto inquadramento che è più del doppio rispetto alla media degli altri settori privati, con centinaia di migliaia di lavoratori che dopo 5 o 10 anni sono ancora inquadrati come manovali semplici,  salari bassi e scarsa prospettiva di carriera” spiega Genovesi. Tra le varie cause di questa condizione di “schiacciamento” in basso del lavoro la natura stessa del sistema delle imprese italiane del settore “il 90% delle aziende italiane fatturano meno di 500 mila euro l’anno ed hanno 2,6 dipendenti contro i 6,8 della media Ue” imprese che per il leader Fillea “se non ci sbrighiamo a qualificare e a far crescere in termini di dimensione e capacità di investimento, verranno spazzate via dalle oltre 20 mila nuove aziende che, per lo più, sono nate per speculare sul super bonus del 110%, aziende non strutturate, spesso improvvisate, che  inseguono lo “sconto” sfruttando squadre di cottimisti, finte partite iva e truffando l’erario.”

Tutto questo conferma la necessità di una grande azione di sistema che, al più presto, affronti i nodi di fondo di quale modello di sviluppo: “quali politiche industriali, quali strumenti contro la precarietà, come accompagnare la transizione ecologica, quali politiche fiscali per riattivare consumi e lotta all’evasione, fino a quale sistema pensionistico che riconosca che i lavori non sono tutti uguali. Perché alla fine i punti sono due: da un lato come il mondo del lavoro contribuisce alla ripresa, dall’altro che contenuto di trasformazione avrà questa ripresa” una ripresa che per Genovesi “deve essere accompagnata da più solide relazioni industriali. Su questo Governo ed Imprese devono fare la propria parte”.

UNA STRATEGIA DELLA QUALITÀ. IL SINDACATO PROTAGONISTA NELLA RELAZIONI INDUSTRIALI E ISTITUZIONALI

Significativi, a tal proposito, i risultati raggiunti con leggi, accordi e protocolli che hanno segnato gli ultimi due anni di relazioni istituzionali ed industriali nelle costruzioni “a partire dalla legge 120/2020 e poi – passando per un’intesa, parte integrante del CCNL del 2018, sottoscritta a settembre 2020 da tutte le parti sociali – il decreto Ministeriale, firmato dal Ministro Orlando il 25 Giugno scorso sul Durc di Congruità” che la Fillea stima possa generare a regime “2,1 miliardi di euro di emersione tra salari e contributi e 75 mila posizioni equivalenti a full-time (quindi di più in termini di teste) che finalmente “conosceremo”, in parte lavoratori a nero, in parte lavoratori cui venivano sotto dichiarate le ore di lavoro.” 

Altro risultati positivi, pezzi di una strategia della qualità che ha visto il sindacato protagonista attivo e fattivo, sono “i protocolli con RFI e ANAS e quelli con cui è stato superato il sistema commissariale modello sceriffo: è in conseguenza di una norma importante della legge 20/2020 che abbiamo sottoscritto gli accordi con il Governo, a Dicembre 2020 (opere commissariate) e a Gennaio 2021 (opere finanziate dal PNRR) dove abbiamo difeso l’applicazione del CCNL, inserito buone pratiche su relazioni industriali e salute e sicurezza, e soprattutto aggredito il nodo degli orari di lavoro eccessivi, spesso causa di infortuni, con il divieto di straordinari e l’obbligo di costituire la quarta e quinta squadra in caso di lavoro a ciclo continuo” spiega Genovesi.

E poi il decreto 77/2021 oggetto di un confronto con il Governo Draghi che con l’art. 49 ha riconosciuto importanti tutele per i lavoratori dei sub appalti delle opere pubbliche (non cedibilità del contratto a terzi, parità di trattamento economico e normativo e applicazione dello stesso CCNL tra lavoratori dell’appaltatore e lavoratori dei sub appaltatori”.

Infine, l’ultimo accordo in ordine cronologico, quello con il ministro Giovannini “che ci permetterà di mettere a verifica il rispetto degli accordi sottoscritti di Dicembre e di rendere cogenti le nuove tutele sulla parità di trattamento nei subappalti”  prosegue il segretario, sottolineando che “le stesse linee guida del MIMS sul Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica hanno accolto le nostre richieste in materia di contratto, sicurezza e rispetto degli accordi sindacali” spingendo affinché quei 108 miliardi di investimenti del PNRR nelle costruzioni - 55,7 dei quali affidati ai territori - stimolino la qualificazione del settore e della filiera.

Qualificazione del settore significa affrontare il tema scottante dei subappalti, su cui “il Governo ha condiviso la nostra impostazione, sganciando la discussione dalla percentuale in sé di subappalto (30%, 40%) per andare sul terreno della qualificazione di impresa, della crescita dimensionale, dello spostamento del subappalto dal risparmio a quello della specializzazione produttiva” e affermando una volta per tutte il principio che nel cantiere allo stesso lavoro corrispondono stessi diritti e stesso contratto collettivo, provando ad archiviare la giungla di contratti con cui abbiamo dovuto fare i conti per anni, compresi quelli di badante e giardiniere”.

Fondamentale sarà la piena operatività e l’obbligatorietà della Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici dell’Anac “soprattutto perché ospiterà il fascicolo virtuale dell’operatore economico: come verrà fatto, come andrà alimentato, da chi sarà visibile è tema strategico in quanto servirà, tra le altre cose, per la verifica dell’assenza di motivi di esclusione dagli appalti pubblici.” 

Così come stabilire dei requisiti minimi che le aziende debbono avere per poter lavorare nei cantieri sostenuti dagli incentivi pubblici (super bonus ecc.).

 

LE PROPOSTE FILLEA: APPALTI, SICUREZZA, PENSIONI

Dal Fillea infine le richieste al Governo, per proseguire sulla strada della qualità del lavoro, dell’impresa e dell’intera filiera.

Appalti: 

  • Sulla Legge Delega relativa al nuovo Codice Appalti, si superino le ambiguità contenute nel testo oggi in discussione al Senato: niente passi indietro sulle tutele conquistate.
  • Soprattutto la Fillea chiede di estendere le norme e le tutele del nuovo comma 14 dell’art. 105 del Codice degli Appalti – cioè la parità di trattamento economico e normativo e l’applicazione del medesimo CCNL nei sub appalti– a tutti i settori privati. “Se è una norma che aiuta a qualificare le imprese, a difendere la dignità delle persone”perché non deve valere anche per gli appalti di Amazon o nella logistica, nei call center, negli appalti di servizi privati, ecc.?” chiede direttamente Alessandro Genovesi ai ministri Orlando e Giovannini. 

Decreto sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: 

  • reinserire l’amianto nell’allegato 1 e fuori dalle gare pubbliche - oltre che dalla contrattazione con le PP.AA. - le aziende sospese;
  • attuare la patente a punti, uno strumento per premiare chi investe in sicurezza e buttare fuori chi nn l’ha fatto e per questo è stato condannato da un tribunale;
  • introdurre l’aggravante di omicidio sul lavoro come oggi c’è l’aggravante per omicidio stradale.

Pensioni:

  • portare a 30 anni l’Ape Social per gli edili -  così come indicato anche dalla Commissione istituita dal governo sui lavori gravosi -  perché tutti i dati, dal grado di usura alle malattie professionali, al tasso di incidenti dicono che mai, come in edilizia, permettere l’uscita prima, rispetto alle rigidità della Fornero, oltre che essere giusto, sarebbe un modo per contrastare gli infortuni e favorire anche quel ricambio generazionale che è anche ricambio professionale, con giovani più preparati sui nuovi materiali, sulle nuove tecniche costruttive, sull’efficienza energetica.

Contrattazione collettiva, portare in “serie A” il settore:

  • serve coerenza anche da parte delle imprese, investendo risorse sulla formazione e l’aggiornamento, sul riconoscimento delle professionalità e sul rafforzamento dei Comitati Territoriali per la sicurezza e delle Scuole Edili.

ed un invito al Governo:

“Noi oggi stiamo chiedendo al Governo di portare quanto abbiamo fatto insieme, quanto abbiamo condiviso, in termini di tutele nei sub appalti, lotta al dumping contrattuale, contrasto al lavoro nero, in tutto il mondo del lavoro" ha concluso Genovesi.

 VAI ALLA RELAZIONE INTEGRALE DI GENOVESI >

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