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L'allarme di Alessandro Genovesi: dai territori arrivano notizie allarmanti sui ritardi nell'apertura dei cantieri. Occorre garantire risorse per enti locali e pianificare le forniture.           

“Da molti territori ci giungono notizie allarmanti su ritardi nell’apertura di cantieri riguardanti opere sia grandi che medie e piccole (missione 3 e missione 5 del PNRR, opere del Fondo Complementare): cresce il numero di cantieri ancora non avviati e che invece dovevano aprire entro gennaio 2024 e si riscontrano crescenti ritardi sui cantieri avviati negli ultimi 6 mesi.” 

A lanciare l’allarme è Alessandro Genovesi, Segretario generale della Fillea Cgil, che prosegue “tra le principali cause di questa situazione ci sono il rallentamento nell’acquisto di forniture, i ritardi nei pagamenti dei SAL, la difficoltà nel reperire manodopera. Serve un intervento urgente altrimenti i target del 2024, con verifica già a giugno, potrebbero non essere raggiunti."

“Basta tergiversare: il Governo ripristini immediatamente la capacità di spesa, in particolare degli enti locali, restituendo i circa 4 miliardi tagliati dal PNRR, reperisca le risorse per completare i lotti per l’alta velocità e alta capacità nel Sud Italia, adegui ulteriormente i prezzi alla luce degli aumenti che continuano a registrarsi e alla crescita del costo del lavoro” prosegue Genovesi “e soprattutto occorre ora garantire la capacità programmatoria delle Stazioni Appaltanti e la liquidità delle imprese per il sostegno alla filiera e per l’approvvigionamento dei materiali pianificando meglio la stessa produzione delle forniture”.

“Dall’acciaio al cemento, dai biomateriali ai lavorati in ferro, fino alle resine e al vetro e ai manufatti serviranno milioni di tonnellate di materiali nei prossimi mesi, servono già macchine complesse e semplici conci che non produciamo in Italia o non ne produciamo abbastanza. E’ mai possibile che - prosegue il sindacalista - sapendo quale sia la domanda necessaria nei prossimi mesi per le opere pubbliche che servono al Paese, non ci si preoccupi di garantire un’offerta di qualità, valorizzando le produzioni nazionali e locali, consegnando invece il Paese alle sorti e alle fluttuazioni di altri mercati, di altri paesi produttori?”

Per la Fillea occorre poi rafforzare l’intera offerta formativa “sia quella di competenza delle parti sociali, a partire dall’importante investimento fatto per il rilancio delle scuole edili, sia quelle pubbliche, a partire dalla formazione secondaria e professionale. Come sindacato  - sottolinea Genovesi - siamo pronti a fare la nostra parte, come dimostrano anche i recenti accordi sottoscritti, da ultimo per le opere del Giubileo a Roma, ma serve una visione di insieme e servono scelte improntate al coinvolgimento e condivisione con le forze sociali e con le grandi stazioni appaltanti”.

“Come volevasi infatti dimostrare, oggi più di ieri, i veri colli di bottiglia – conclude Genovesi - non sono le tutele dei lavoratori edili, la corretta organizzazione del lavoro nel cantiere, i limiti ai subappalti, ma sono le condizioni in cui si mettono le stazioni appaltanti in termini di risorse umane e capacità di programmare la spesa, sono la qualificazione di impresa e il contrasto al dumping, sono la solidità delle aziende e la loro crescita dimensionale, sono le politiche industriali per la filiera e sono la formazione e la professionalizzazione di decine di migliaia di operai, tecnici ed impiegati che mancano al settore”. 

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