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05.06.12 Con Rassegna Sindacale di questa settimana, uno speciale di quattro pagine dedicato all'assemblea nazionale dei quadri e delegati svoltasi a Genova il 14 e 15 maggio, dove gli edili Cgil hanno tracciato le linee guida della prossima stagione contrattuale e articolato una proposta strategica rivolta all'intero sistema delle costruzioni, coma ha ricordato il segretario nazionale Moulay El Akkioui "nella direzione di un diverso modello di sviluppo, basato sulla sostenibilità ambientale e sociale, che punti sull'innovazione e sul risparmio energetico, sull'uso consapevole del territorio, sulla rigenerazione urbana e la riqualificazione del patrimonio edilizio".
Poi il racconto degli interventi dei delegati che hanno preso la parola nella seconda giornata dei lavori ed il testo dell'ordine del giorno approvato.
In apertura l'intervista al segretario generale Walter Schiavella, che riportiamo interamente:

RASSEGNA: Segretario, ci sembra giusto aprire questa intervista partendo dalla tragedia che sta vivendo la popolazione dell'Emilia colpita dal sisma. Ancora una volta si piangono i morti e ci ritroviamo a fare i conti con la stessa tragica riflessione: non uccide il terremoto ma la casa che crolla.
SCHIAVELLA: “Esatto, il killer non è la natura ma quell'idea miope di uno sviluppo che divora risorse naturali, territorio,ambiente, con le conseguenze devastanti che abbiamo visto. Il terremoto dell'Emilia ha drammaticamente riportato l'attenzione sui grandi guasti strutturali dei nostri insediamenti urbani: fragilità dei nuovi edifici, assenza di interventi di manutenzione e consolidamento dei centri storici, inadeguatezza del sistema delle regole e dei controlli sul costruito. E mentre i fenomeni sismici ed idrogeologici vanno aumentando in frequenza, i nostri territori sono sempre più esposti. Immagina un tavolo aggredito dai tarli, se non intervieni per eliminare le uova e se non riempi i vuoti che l'insetto ha lasciato, quel tavolo prima o poi cadrà sotto il più piccolo peso. E' quello che sta accadendo al territorio e al 70% del nostro patrimonio abitativo, che non reggono più neanche lo shock prodotto da movimenti della terra di relativo potere distruttivo o da precipitazioni di media eccezionalità. E allora, l'unica strada possibile per salvare i nostri insediamenti urbani e le popolazioni è quello di archiviare l'idea di questo sviluppo-tarlo che ci accompagna dal dopoguerra e prendere la via dello sviluppo sostenibile. E' una strada che costa. Costa fare prevenzione, controllare e mettere in sicurezza migliaia di centri storici e milioni di edifici pubblici e abitazioni, costa costruire nuovi edifici con materiali innovativi e di qualità, costa rigenerare e sostituire intere aree urbane delle grandi metropoli, costa costruire stabilimenti produttivi sicuri. Ma qual è il costo umano, sociale, economico e ambientale del riparare i cocci dopo una calamità che ha distrutto la vita e l'economia di un intero territorio?
RASSEGNA: Un'altra riflessione, se vuoi simbolica. Il terremoto dell'Aquila ha messo a nudo la fragilità dei nostri centri storici, quello dell'Emilia - dove per la prima volta la gran parte delle vittime dei crolli si è avuta nei posti di lavoro - la fragilità di strutture produttive moderne. Ed ancora, L'Aquila è classificata zona ad alto rischio, i paesi colpiti in Emilia a basso rischio. Insomma, è inquietante dover dire che il sisma emiliano ha mandato un messaggio chiaro: nessuno si senta escluso
SCHIAVELLA: “E' il paradigma tragico e amaro di un paese che è a rischio nella sua interezza, da nord a sud, dai paesi montani a quelli di pianura, dalle zone depresse a quelle ricche, dalle zone classificate ad alto rischio sismico a quelle classificate a basso rischio. Per questo il paese nella sua interezza deve assumere una unica strategia unitaria, praticata attraverso una forte regia centrale, una attenta e capace gestione locale, un ruolo attivo e coerente di tutti gli attori economici e sociali. Lo storico lungimirante slogan “pensare globalmente agire localmente” deve essere il nostro timone. Nè di destra né di sinistra, il “bene comune” territorio deve essere assunto da tutti.”
RASSEGNA: Ma cosa fare subito, a cominciare da domani?
SCHIAVELLA: “Mettere in sicurezza tutto il territorio ha tempi lunghi, ma il tasto on va spinto subito. Da una parte occorre dare il via ad un piano straordinario di interventi, liberando le risorse degli enti locali mediante l'allentamento selettivo del patto di stabilità, proprio come sta facendo il governo con l'Emilia in questi giorni, e con l'utilizzo dei fondi strutturali. Sull'altro versante occorre dare forma a quel “pensiero globale”, che significa attivare la scienza per la riclassificazione sismica del territorio e aggiornare il quadro normativo e ispettivo in materia urbanistica ed edificatoria. Un esempio su tutti: se costruisco una casa ho l'obbligo di effettuare il collaudo finale incaricando un tecnico iscritto all'albo da almeno dieci anni. E' sufficiente? Non sarebbe di maggiore garanzia un collaudo “super partes” del pubblico ad inizio, metà e fine lavori? La necessaria semplificazione della burocrazia deve andare di pari passo con il rafforzamento delle regole e dei controlli, altrimenti è deregolazione, cioè la madre del dissesto del nostro territorio.”
RASSEGNA: Questo presuppone un cambio di mentalità da parte del sistema - paese, a cominciare dalle imprese.
SCHIAVELLA: “Si, un sistema-paese sano ha bisogno di una impresa sana, strutturata e di qualità,di un lavoro qualificato e regolare, di un mercato trasparente e bonificato dalle mafie e dalla corruzione. Con le associazioni datoriali abbiamo condiviso questi principi, dando vita ad una iniziativa unica nel suo genere, gli Stati Generali delle Costruzioni, ma non vediamo ancora la necessaria coerenza. Come si può sostenere che la riforma del Mdl grava di nuovi oneri le imprese se il suo unico problema semmai e' l'opposto, e cioè la sua inefficacia per il settore a garantire un filtro efficace contro elusioni contrattuali e falso lavoro autonomo e adeguate coperture in materia di ammortizzatori sociali? Coerenza vuol dire chiedere regole ferree contro il lavoro irregolare e i caporali, maglie più strette contro un'evasione fiscale e contributiva che è l'altra faccia di lavoro nero e illegalità diffusa, più controlli e più galera per chi non rispetta le norme sulla sicurezza. Coerenza vuol dire norme efficaci per selezionare imprese, per arginare l'abusivismo, per rafforzare il Durc per congruità, per eliminare partite IVA e lavoro a chiamata nel settore. E coerenza vuol dire, soprattutto, rinnovare i contratti provinciali dell'edilizia. Siamo a pochi mesi dal rinnovo del contratto nazionale ed ancora sono decine le province che debbono chiudere i tavoli. E' intollerabile.”
RASSEGNA: Veniamo al tema dei contratti. I cinque comparti delle costruzioni andranno al rinnovo alla fine del 2012. Quali sono i punti centrali della proposta Fillea
SCHIAVELLA: “Intanto, dobbiamo superare il limite della passata stagione contrattuale, caratterizzata da contratti nazionali rinnovati senza un'ora di sciopero, seppur partendo da piattaforme separate e con risultati economici superiori ai limiti imposti dall'accordo separato, a fronte di una contrattazione di secondo livello su cui si sono scaricate le tensioni sulla tenuta dei modelli contrattuali e, soprattutto, le difficoltà derivanti dalla fase di crisi. Per questo, occorre mantenere forte e centrale, tanto più in settori frammentati quali i nostri, il ruolo e la funzione regolatrice e redistributiva del CCNL, il cui perimetro va tenuto saldo di fronte alle trasformazioni indotte dal cambiamento tecnologico e produttivo. L'obiettivo principale che dobbiamo porci resta l'estensione della contrattazione sia attraverso una strumentazione adeguata ed efficace, sia attraverso una corretta attribuzione delle materie ad essa delegate. Nell'edilizia ciò significherà affiancare alla contrattazione territoriale, che resta fondamentale e imprescindibile, una contrattazione di cantiere più estesa ed efficace della semplice contrattazione d'anticipo. Oltre ai problemi che riguardano il livello di cantiere per l'edilizia, si pone anche il tema di come individuare un livello di confronto su scala regionale al quale ricondurre le materie che riguardano la mobilità delle imprese e dei lavoratori rispetto alle quali l'attuale strumentazione provinciale pare ormai inadeguata. Analogamente a questo livello regionale attuativo potranno essere affidate funzioni di coordinamento dei processi di armonizzazione delle prestazioni e di razionalizzazione del sistema bilaterale. Negli altri comparti occorre costruire le condizioni, anche organizzative, per portare la contrattazione in tutte le aziende ove sono presenti le RSU o RSA”
RASSEGNA: Per finire, segretario, il tema della lotta all'illegalità. Voi proponente che entri prepotentemente nei nuovi contratti nazionali
SCHIAVELLA: “Si, chiediamo che tra le materie da assegnare al CCNL siano ricomprese - in termini non derogabili - tutte quelle che regolano il sistema e di contrasto all'illegalità, in particolare in edilizia. Dobbiamo blindare la filiera delle costruzioni dalle infiltrazione delle organizzazioni mafiose e criminali, dotando le parti sociali e di norme esigibili, nazionali universali, perché la lotta alle mafie si fa fuori e dentro il cantiere. Solo così si può spezzare il meccanismo perverso che in questi anni ha consegnato pezzi della nostra struttura produttiva alle economie criminali. Liberare i cantieri dalle mafie è speculare al ragionamento da cui siamo partiti sul superamento dello sviluppo - tarlo, di cui le mafie sono uno dei maggiori artefici e beneficiari.“

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