21.09.12 Nel 2011 le aziende straniere hanno registrato una crescita di 26mila unità a fronte di un calo di oltre 28mila imprese italiane. Immigrati motore dell'economia dunque, secondo quanto emerge dalla Fondazione Leone Moressa
che ha analizzato i dati sulle imprese iscritte alle Camere di Commercio italiane. Un terzo delle aziende straniere si concentra nel settore del commercio, cui fanno seguito quello delle costruzioni e quello dei servizi. Ma è nell'edilizia che la presenza straniera si fa più marcata: infatti su 100 imprese di questo settore, quasi 14 sono condotte da imprenditori nati all'estero. Ed è proprio nel settore edilizio che questo fenomeno mostra l'altra faccia della medaglia. Molti di questi "neo-imprenditori” sono costretti ad aprire una partita IVA su richiesta del datore di lavoro, il quale, in cambio, gli garantisce la prosecuzione dell'impiego, senza tuttavia doversi fare più carico del versamento dei contributi e della sicurezza dei dipendenti, ora "liberi professionisti”. Inoltre, entrambi le parti, riescono in questo modo ad eludere il fisco. Un fenomeno, quindi, dietro al quale c'è corruzione, ma anche un ricatto. L'alternativa è infatti il rischio di perdere il permesso di soggiorno e venire rimandati nel paese d'origine.
