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schiavellaRainwes2420.10.12 “Nel nostro settore dal 2009  sono spariti 120mila lavoratori all’anno, che fa 328 al giorno: questo il drammatico bilancio dello tsunami che ha spazzato via 1/3 dell’Italia delle costruzioni” a parlare è Walter Schiavella, segretario generale della Fillea, da Piazza San Giovanni, dove il sindacato degli edili Cgil e centinaia di lavoratori e  lavoratrici sono accorsi a raccontare le tante crisi aziendali del settore, nel giorno della mobilitazione Cgil “il Lavoro prima di tutto”.

I dati congiunturali di crisi, la più devastante dal dopoguerra,  segnano un record negativo storico per le costruzioni, che vede nero da 19 trimestri consecutivi  “abbiamo perso il 30% della produzione ed  il 40% degli investimenti pubblici, tra il 2008 ed il 2010 il crollo del fatturato complessivo è stato di oltre il 16%. Abbiamo 60mila imprese fallite e 500mila posti di lavoro persi, la metà nel solo settore dell’edilizia, dove registriamo una caduta verticale rispetto al 2008 di tutti i valori:  - 240mila gli addetti, - 400milioni le ore lavorare, - 2 miliardi la massa salariale.”
In quattro anni si  è consumata quella che alla Fillea chiamano  “una tempesta perfetta, scatenata dall’insieme di due fattori di crisi: uno congiunturale, provocato dalla bolla immobiliare del 2008, ed uno strutturale, cioè la crisi di un modello industriale vecchio ed obsoleto, che non ha saputo capitalizzare gli anni di crescita del settore per rafforzare la qualità delle imprese, sia in dimensione che in investimenti finalizzati alla ricerca ed innovazione dei materiali e delle filiere.”
Per questo la crisi delle costruzioni in Italia è stata per Schiavella  più forte che negli altri paesi europei, che hanno potuto invece contare su “un  sistema delle imprese più strutturato che, sostenuto da politiche attive dei governi, ha saputo intervenire per tempo sui modelli industriali, innovandolo nella direzione della sostenibilità.” Dunque spalle più forti di fronte alla tempesta, ma non per le imprese italiane, come dimostrano ancora gli ultimi dati dell’edilizia provenienti dalle Casse Edili  “rispetto al 2008 abbiamo un calo del 31% degli addetti, del 35% delle ore lavorate e del 25% della massa salari. Dati che al Sud raggiungono punte massime, con il triste primato negativo di Sassari, dove si registra – 47% di ore lavorate e addetti e -39% di massa salari. Segue Taranto, con – 47%di ore, - 35% addetti e – 38% massa salari, poi Salerno con – 41% ore, - 38% operai e – 31% massa salari. Questi non sono dati di una semplice crisi ma, se non si interviene immediatamente, di un tracollo sistemico.”
Unici numero che continuano a crescere nel  settore delle costruzioni -  di cui fanno parte edilizia, cemento, lapidei, legno arredo, laterizi e manufatti in cemento, ed alcune nicchie di lavorazioni di eccellenza, come il restauro e l’archeologia e le lavorazioni del legno per la nautica - sono quelli dell’evasione ed elusione contributiva, delle aziende coinvolte in indagini su appalti sporchi o di quelle sequestrate nel corso di indagini antimafia, e come sempre i numeri sulle irregolarità del lavoro e sugli infortuni mortali, come ricorda il leader Fillea “I dati presentati recentemente sulle ispezioni nell’edilizia ci dicono che il 59% delle imprese sono irregolari, mentre i dati sui morti sul lavoro nelle costruzioni che ci fornisce l’Osservatorio Indipendente di Bologna ci segnalano 144 morti in quasi 10 mesi”  contro gli 86 dei primi sei mesi del 2011, nonostante il crollo di occupati e di ore lavorate.
Dalla Fillea l’accusa al Governo che per Schiavella “continua a non azzeccarne una per rilanciare il settore delle costruzioni. Con gli ultimi provvedimenti, le semplificazioni e la legge di stabilità, il Governo ha messo insieme una doppietta micidiale, che molto ricorda l’azione del precedente governo: niente soldi ed interventi che abbassano le regole ed i vincoli in un settore devastato dall’illegalità. La chiamano semplificazione, ma in realtà è deregolamentazione, consumo del territorio, via libera a nuove speculazioni e all’espansione delle infiltrazioni mafiose nei sistema delle imprese e degli appalti. “
E quella che chiamano legge di stabilità “per il nostro settore sarà l’ennesimo intervento depressivo: i tagli contenuti nell’articolo 3 produrranno nei prossimi tre anni in edilizia la scomparsa di 5mila posti di lavoro diretti e di almeno 50 aziende medio piccole.”
Non solo “ma  il Governo, sempre più strabico, sceglie la strada di una ulteriore stretta ai vincoli del patto di stabilità, impedendo di fatto agli Enti locali di svolgere il loro ruolo di programmazione delle opere pubbliche utili alle comunità locali. Tutti avevamo indicato - sindacati, imprese, enti locali - una strada diversa, anzi opposta, per dare immediatamente ossigeno al settore attraverso un allentamento selettivo di quei vincoli, che avrebbe consentito alle amministrazioni locali virtuose di far partire le piccole opere già programmate ed immediatamente cantierabili, con la priorità a quelle finalizzate alla messa in sicurezza del territorio, del patrimonio abitativo e delle scuole dai rischi sismico ed idrogeologico.”
Niente di buono neanche sul fonte delle grandi opere “quei 50 miliardi di investimenti in infrastrutture continuano ad essere solo annunci, in perfetta continuità con quelli del precedente governo. Invece, le cose concrete le troviamo nell’articolo 8. Qui sui fondi per le grandi opere e per la manutenzione delle reti stradali e ferroviarie abbiamo il forte sospetto che ci troveremo di fronte a tagli ben più vasti di quanto si voglia far credere.”

 

la presenza Fillea 

Repubblica.it

Unita.it

Il sito TmNews

Il Sito Asca

la galleria Fotografica di Repubblica, aperta dal bandierone della Fillea Piemonte

le foto Fillea su Flikr

il servizio del Tg3 delle 14,20. Le interviste a due lavoratori FIllea

il sevizio del tg3 delle 19. Intervista alla delegata Berloni

Il servizio del tg2 delle ore 13.00. Le immagini di Susanna Camusso allo stand FIllea

la diretta Rainews24 con Walter Schiavella 

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