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18.04.13 Bandiere a lutto durante la manifestazione dei lavoratori di oggi. I sindacati intendono così esprimere la loro solidarietà alla famiglia del muratore di 44 anni, Antonino Scicli, che martedì scorso, senza lavoro, con un figlio in arrivo, ha preferito togliersi la vita. È il secondo caso in pochi giomi dopo l`imprenditore ortofrutticolo che si è sparato peri troppi debiti. Così apre l'articolo di Repubblica Torino, con l'intervista a Dario Boni, segretario generale Fillea provinciale...

 

DARIO BONI: IN UN ANNO E' COME AVESSIMO PERSO LA MIRAFIORI DELL'EDILIZIA

di  Erica Di Blasi

Bandiere a lutto durante la manifestazione dei lavoratori di oggi. I sindacati intendono così esprimere la loro solidarietà alla famiglia del muratore di 44 anni, Antonino Scicli, che martedì scorso, senza lavoro, con un figlio in arrivo, ha preferito togliersi la vita. È il secondo caso in pochi giomi dopo l`imprenditore ortofrutticolo che si è sparato peri troppi debiti.

«Ovviamente - dice Dario Boni, segretario della Fillea Cgil - un fatto così ci lascia senza parole. È l`ennesimo fatto drammatico che accade a causa di una crisi disastrosa che sta colpendo in maniera particolare il settore edile».
Ieri mattina gli edili della Cgil sono andati a casa del muratore per esprimere alla famiglia la loro solidarietà. «Di fatto - precisa Boni - ha chiuso la Mirafiori dell`edilizia. In un anno il settore ha perso tremila posti di lavoro e hanno chiuso 600 imprese. Dal 2008 a oggi si contano cinquemila addetti in meno. Siamo di fronte a una vittima del lavoro che non c`è. E' un dramma familiare che tocca l`intera società. Chiederemo alla prefettura di aprire un tavolo politico-istituzionali per affrontare la crisi non solo dal punto di vista contrattuale».
 Per spiegare il suo gesto, Scicli ha lasciato due biglietti. «Chiedo scusa alla mia famiglia, prendetevi cura di Carla e del bambino che nascerà». Poi un altro foglio: «Non è più vita per me». Poche parole per una decisione che ha colto di sorpresa i familiari e la convivente Carla S., 30 anni, al quarto mese di gravidanza.
È stato lei a trovare il cadavere ed è stata accompagnata in ospedale, in stato di choc, così come il padre del muratore, portato al pronto soccorso. Martedì sera la disperazione dei parenti è rimasta raccolta in quella lunga fila di case dai mattoni rossi, tutte uguali, che si affacciano su via Tasca.
Scicli viveva con la sua compagna al primo piano. Lavorava come muratore, ma erano lavori saltuari e da tempo le cose non andavano bene. Fino al luglio del 2012 era stato occupato alla Metal Montaggi di Torino. Poi si era rimesso sul mercato. Pur di portare a casa la parvenza di uno stipendio accettava incarichi occasionali, anche spaziando di settore. «Qualche volta lavorava anche come autista- hanno riferito i familiari alla polizia  - ma non veniva pagato con regolarità».
Ma l`aggravarsi della crisi lo ha senza dubbio scoraggiato. Per lui era una questione di dignità. Così martedì scorso, poco prima di cena, con una scusa è sceso in cantina e si è impiccato con un cavo elettrico a una trave.
La compagna, non vedendolo tornare, è scesa a cercarlo. Troppo tardi: il medico del 118 non ha potuto far altro che constatare il decesso, mentre gli agenti delle volanti cercavano di tranquillizzare i parenti e ricostruire quanto accaduto con la convivente. «È l`ennesima morte per il lavoro», sussurra un vicino all`indomani della tragedia.
E ieri sera un lavoratore rumeno minacciava di gettarsi dal tetto di una palazzina a Volpiano perché il datore di lavoro non gli pagava lo stipendio.

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