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30.05.13 Ripartiamo!: un appello, un grido, un invito, un imperativo categorico: comunque lo si voglia interpretare, questo sarà lo slogan che domani sarà sulla bocca di migliaia di lavoratori e lavoratrici, disoccupati e disoccupate che daranno vita alla Giornata di mobilitazione nazionale del settore delle costruzioni, indetta dagli edili di Cgil Cisl Uil che si inserisce nella più ampia mobilitazione unitaria confederale che culminerà con la manifestazione nazionale del 22 giugno.
Previste Iniziative in tutte le regioni per raccontare -  come hanno spiegato oggi in conferenza stampa i segretari nazionali Trinci, Turri, Schiavella “l'agonia del settore delle costruzioni e chiedere al governo un tavolo straordinario di crisi e interventi immediati per aprire piccoli e grandi cantieri, ridando fiato e speranza a un settore industriale che più di altri può fare da traino per la ripresa.”
Al governo Feneal Uil Filca Cisl Fillea Cgil chiedono "il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, interventi per rafforzare le regole, per rimettere in moto il settore, per la sua riconversione sostenibile, e azioni sulle pensioni".
Occorre ''intervenire subito o il settore non riuscirà a finire l'anno'' sintetizza il segretario generale della Feneal-Uil, Massimo Trinci, che continua ''servono piani di lungo periodo e lo sblocco delle piccole opere, oltre che tutele per i lavoratori''.
''Chiediamo subito un tavolo al Governo per verificare se e' vero che l'edilizia e' al centro di ogni ipotesi di ripresa, come abbiamo detto più volte - spiega il leader Fillea-Cgil, Walter Schiavella - perche' vogliamo rendere visibili migliaia di lavoratori che sono lasciati drammaticamente soli''.
''Queste manifestazioni stanno diventando un appuntamento annuale - sottolinea il segretario nazionale della Filca-Cisl, Franco Turri - vorremmo che non lo fossero piu' perche' il settore e' uscito dalla crisi ma per farlo serve che le banche ricomincino a fare il loro lavoro prestando soldi e vengano utilizzati tutti i fondi europei nazionali già stanziati, per l'edilizia scolastica ad esempio e' stato utilizzato solo l'8%''.
Dai sindacati anche una serie di richieste alle imprese: firmare i contratti collettivi nazionali di lavoro ancora sul tavolo,  evitare il ricorso al subappalto a catena, lotta al lavoro nero e al falso lavoro autonomo, rispetto  della normativa antimafia, introduzione del Durc per congruità anche nei lavori privati.

Previste iniziative in tutte le regioni. A fianco delle proteste tradizionali, come le manifestazioni davanti alle sedi di Regione, i sindacati hanno organizzato alcuni gesti simbolici.
I piu' eclatanti sono gli scioperi al contrario che si terranno a Bologna e Perugia: qui gruppi di lavoratori disoccupati passeranno la giornata a fare quegli interventi di manutenzione ordinaria che gli enti locali hanno sospeso a causa del taglio delle risorse e dei vincoli del patto di stabilità. Nel capoluogo emiliano i lavori riguarderanno un centro sociale comunale, dove verrà sistemato uno spazio esterno utilizzato come anfiteatro, mentre in quello umbro sarà eseguita la manutenzione in una scuola. Molto eloquente anche il funerale dell'edilizia che sfilerà nelle strade di Ferrara a segnalare il rischio collasso del settore.
Tra le iniziative anche molti volantinaggi di sensibilizzazione e scelte significative, come quella della città di Taranto per la Puglia proprio nei giorni in cui si decide il futuro dell'Ilva, o la manifestazione di Palermo cui hanno aderito anche le associazioni datoriali. Molti gli Enti Locali che nel corso della mattinata riceveranno le delegazioni di lavoratori e disoccupati, che consegneranno le proposte per l’avvio di opere utili alle comunità locali. In Liguria sciopero di otto ore.
 

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