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01.07.13 "Il Governo Letta ha indicato nel patrimonio culturale del Paese una prioritaria risorsa su cui investire e non tagliare. In Campania questo significa prestigio, sviluppo, lavoro e occupazione anche per tanti restauratori e archeologi da anni in attesa di buone opportunità che non siamo i soliti falsi lavori a progetto, partite IVA camuffate e comunque imposte, lavoro tra il nero e grigio." Gianno Sannino, segretario generale della Fillea Cgil Campania, interviene sulla vicenda del recupero del sito archeologico di Pompei.


Il testo del comunicato di Gianni Sannino

"Provammo ad esternare qualche nostra rispettosissima perplessità già all'indomani della presentazione e la firma del Protocollo di Legalità il 5 di aprile del 2012. Pur lusingati della venuta di un autorevole compagine di ministri guidati dal Presidente del Consiglio per porre fine ad un  continuo insopportabile degrado per Pompei e per il mondo intero, indicavano, insieme ad alcune criticità nell'impalcatura del Protocollo di legalità riferite al tema del lavoro e dei lavori  relativamente ai diritti contrattuali dei restauratori chiamati a realizzare il Progetto, la necessita' di coniugare tempi rapidi e regole e qualità degli interventi.
Siamo ritornati ad insistere su queste questioni a seguito dell'assegnazione con il meccanismo del massimo ribasso alla Ditta Perillo di ben tre lotti (Domus) tra il 52 e 54 per cento che non garantisce in maniera assoluta la qualità degli interventi su tutta la filiera del procedimento, tra l'altro in palese contraddizione con gli intendimenti e propositi del Protocollo di legalita' del 2012, distorsioni che abbiamo tempestivamente segnalato e denunciato e per le quali condividiamo l'allarme del Prof. Irlando Presidente dell'Osservatorio Patrimonio Culturale.
Il paradosso e' che ci fu risposto dalla Soprintendenza, dal Ministero, dalla Prefettura e dalla stessa Invitalia, che organizza il Progetto?... che la scelta del massimo ribasso era stata dettata dalla premura di "far presto" ed e' proprio su questo che la Commissione Italiana Unesco ha dato l'ultimatum all'Italia pena l'esclusione del sito pompeiano dal catalogo mondiale.
Riteniamo estremamente inefficace il tavolo istituito presso la Prefettura di Napoli ai sensi dell'articolo 11 del Protocollo di Legalita'  sui flussi occupazionali che vede impegnate anche le Organizzazioni Sindacali, ridotto ad un ruolo burocratico e passivo su scelte che vengono assunte altrove e dove neanche l'informazione sul cronoprogramma e sugli avanzamenti viene esercitata e garantita.
I disagi degli ultimi giorni sono il frutto di incuria e di inadempienze storiche e recenti che vanno superate.
E vanno superate evitando che la fretta, la Commissione UNESCO indica per il 31 dicembre l'adozione dei provvedimenti per il pieno recupero del sito archeologico, sacrifichi regole e diritti.
Il Governo Letta ha indicato nel patrimonio culturale del Paese una prioritaria risorsa su cui investire e non tagliare.
In Campania questo significa prestigio, sviluppo, lavoro e occupazione anche per tanti restauratori e archeologi da anni in attesa di buone opportunità che non siamo i soliti falsi lavori a progetto, partite IVA camuffate e comunque imposte, lavoro tra il nero e grigio.
Vale per Pompei e il suo Grande Progetto, ma anche per il programma di interventi in extramoenia per il territorio che circonda il sito, vale per Oplonti, Poggiomarino, Velia, Campi Flegrei, la Reggia di Caserta.
È vale per il Centro Storico di Napoli, il programma Più Europa sul quale e per il quale si continua a fare annunci senza mai vedere cantieri aperti con le garanzie necessarie per la loro operativita' e consegna alla citta'.
Proveremo a portare, domani, sul tavolo dell'Assessore ai LL.PP. della Regione Campania, per la parte che compete all'Ente presieduto dal Presidente Caldoro, le nostre preoccupazioni e le nostre disponibilita' a fare quanto necessario per uscire dall'impasse."

 

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