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23.07.13 "Bisogna muovere qualcosa che si è fermato. Noi vogliamo lavorare, a cinquant`anni non si può andare a rubare." Gregorio Di Ippolito è solo uno dei quindici lavoratori edili disoccupati e cassaintegrati che sabato scorso a Rimini con Fillea Filca Feneal hanno dato vita ad uno sciopero al contrario. "Oltre 2mila i lavoratori che sono a casa. IL paradosso è che il lavoro ci sarebbe" racconta Massimo Bellini, segretario Fillea di Rimini ad Annalisa Boselli del Corriere di Romagna..


CORRIERE DI ROMAGNA

SCIOPERO AL CONTRARIO. SCALE NUOVE A SCUOLA
di Annalisa Boselli

"Bisogna muovere qualcosa che si è fermato. Noi vogliamo lavorare, a cinquant`anni non si può andare a rubare." Gregorio Di Ippolito è solo uno dei quindici lavoratori edili disoccupati e cassaintegrati che ieri, per diverse ore, un lavoro lo hanno voluto trovare, rifacendo completamente la pavimentazione della scalinata che porta alle elementari Toti di via Covignano. 
Il gesto-simbolo, tanto più perché ha una scuola come protagonista, di uno "sciopero a rovescio" che, nonostante la crisi e il blocco dell`edilizia, ha voluto evidenziare come «il lavoro da fare ci sia, i lavoratori ci sono e non vogliono stare a casa», come ribadiscono in coro i sindacati della illea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil a fianco degli edili che hanno circondato il "cantiere" con la parola "lavoro" scritta sul prato con i caschi gialli protettivi. 
Loro, i lavoratori per un giorno, sono ex dipendenti o cassaintegrati delle maggiori ditte edili della provincia: dalla Cmv (in concordato), alla Muccini (che ha attivato una procedura di licenziamento collettivo per metà della forza lavoro), all`Italtetti (che ha dichiarato il fallimento il 30 aprile), Lavorazioni edili (che sta per chiedere un anno di cassa integrazione straordinaria) e Tecnoambiente (fallita due giorni fa). 
«I lavoratori che sono qui fanno fatica ad arrivare alla fine del mese e c`è chi è costretto ad andare alla Caritas a mangiare» sottolinea Roberto Casanova della Filca-Cisl. I dati dell`edilizia restano drammatici: negli ultimi tre anni sono spariti 520 posti di lavoro, 83 aziende non ci sono più «e quando finiranno i lavori della terza corsia ci saranno 400 persone occupate in meno». «In questo momento sono a casa oltre duemila lavoratori in provincia di Rimini spiega Massimo Bellini, segretario generale della Fillea-Cgil - negli ultimi cinque o sei anni abbiamo perso un bel pezzo della forza lavoro: è come se fosse sparita per intero un`azienda delle dimensioni dell`Scm. E il paradosso di fronte al quale ci troviamo è che il lavoro da fare ci sarebbe. Soprattutto nell`ambito della riqualificazione, oggi ci sono le condizioni per avere un cantiere aperto dietro l`altro, ma manca il credito». 
Ma non c`è più tempo. «Non possiamo più aspettare - rimarca Francesco Lo Russo della Feneal-Uil - alcuni hanno anche esaurito gli ammortizzatori sociali. Chiediamo all`amministrazione che sblocchi delle risorse e le destini al lavoro perché la situazione è davvero critica. Abbiamo bisogno che qualcosa si muova». 
 
 

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