Agenda FilleaFlickr FilleaTube twitter 34x34 facebook 34x34 newsletter mail 34x34 busta paga 40x40Calcola
la tua busta paga

domani ci sara logo 1200

29.09.13 "Il grave atto intimidatorio compiuto ai danni dei segretari regionali del sindacato unitario delle costruzioni e' l'ennesimo inaccettabile e ingiustificabile episodio di una pericolosa deriva che sta prendendo la vicenda della Tav e come tale va innanzitutto condannato con fermezza e determinazione come pericolo reale per la tenuta democratica del paese." Così esordisce Walter Schiavella in un articolo pubblicato oggi dal quotidiano l'Unità.

Per la concomitanza con la crisi di governo, la riflessione di Schiavella non è stata pubblicata integralmente. Nel ringraziare comunque l'Unità per lo sforzo fatto nel dare spazio al dibattito sulla vicenda Tav, pubblichiamo di seguito il testo integrale della riflessione del segretario generale della Fillea.

 

 

FERMARE LA VIOLENZA, DIFENDERE I LAVORATORI 

 

Il grave atto intimidatorio compiuto ai danni dei segretari regionali del sindacato unitario delle costruzioni e' l'ennesimo inaccettabile e ingiustificabile episodio di una pericolosa deriva che sta prendendo la vicenda della Tav e come tale va innanzitutto condannato con fermezza e determinazione come pericolo reale per la tenuta democratica del paese insieme alla solidarietà di tutta la FILLEA nazionale ai compagni e agli amici coinvolti e al sostegno al lavoro di magistratura e forze dell'ordine nell'arginare ogni deriva terroristica,violenta e antidemocratica, occorre che questa vicenda faccia riflettere tutti.

In questi giorni assistiamo surreale discussione sulle forme più o meno legittime di opposizione alla realizzazione di tale opera. Se non si pone un limite chiaro e' molto facile scivolare e questo limite non può che essere il rifiuto e la condanna netta e inequivocabile di ogni forma di violenza ed intimidazione diretta ed indiretta che sia fisica o verbale.Quando si teorizzano sabotaggi ponendo come limite quello di non far male ad esseri viventi si dichiara una buona intenzione certamente sincera ma si attiva un meccanismo pericoloso e potenzialmente esplosivo con la giustificazione che tale meccanismo sia intelligente, ma, come la storia delle guerre recenti ci insegna, di bombe intelligenti non se ne ha traccia.

Per questo quanto sta accadendo nei cantieri della tav richiede nettezza nel giudizio e responsabilità nelle analisi.

Per quanto riguarda il giudizio non possono esserci equivoci. Siamo di fronte ad un sistematico esercizio di atti intimidatori e violenti, sia quando esercitati con azioni aggressive sia quando attraverso l'uso contundente e scellerato delle parole. Tali atti sono sempre un pericolo per la tenuta della democrazia del paese, quella democrazia in virtù della quale, pur ribadendo le nostre posizioni favorevoli sull'opera, guardiamo con grande rispetto alle opinioni e alla lotta di chi la pensa diversamente da noi e da anni si impegna pacificamente in una battaglia collettiva per affermare le proprie idee. Ma in uno stato di diritto arriva sempre il punto delle decisioni ed esse debbono essere rispettate senza però mai rinunciare al confronto nella costante ricerca delle sintesi possibili nell'interesse generale e collettivo.

Il ripetersi di questi atti violenti rischia di fare di questo dibattito e di questo confronto la prima vittima che resterà sul campo.

Ma quegli atti sono ancor più inaccettabili quando si rivolgono proprio contro la parte più debole ed esposta, quei lavoratori che sono impiegati sui cantieri . Quei lavoratori non possono essere chiamati a rispondere di decisioni che non hanno preso, tanto più in un momento drammatico come questo. 

A noi per primi pare evidente che la drammaticità della crisi che investe l'intera filiera delle costruzioni e che e' costata 550000 posti di lavoro oltre a tanti drammi personali, non possa giustificare una attività edilizia indiscriminata e aggressiva dell'equilibrio dei territori e delle città o un politica di infrastrutturazione disconnessa dalla chiara individuazione di priorità da individuare nel contesto di un piano generale delle infrastrutture delle quali il paese ha bisogno per colmare i suoi deficit produttivi. Per questo da tempo abbiamo scelto la strada dello sviluppo sostenibile, dell'innovazione energetica, della rigenerazione urbana,della difesa del territorio, della legalità.  

Continuare in questa campagna di aggressione sistematica non solo e' pericoloso e sbagliato ma anche fondato sul presupposto falso che i lavoratori non siano parte attiva di questa consapevolezza.

In momenti come questi e' opportuno che tutti facciano la loro parte a partire dalle istituzioni garantendo la sicurezza dei cantieri, l'incolumità dei lavoratori, ed il libero esercizio del confronto democratico fra le diverse opinioni; e' altrettanto importante che il vero movimento democratico e di popolo che si oppone all'opera isoli i violenti e faccia scudo esso per primo al primo diritto di ogni lavoratore: lavorare e lavorare in sicurezza e nel rispetto dei contratti. Questo e' anche e soprattutto il nostro compito che svolgiamo quotidianamente e senza sconti per nessuno come dimostra la vertenza aperta col consorzio Venaus dalla FILLEA di Torino.

 

VAI AL PDF DELL'ARTICOLO 

 

 

 

NEWSLETTER

Vuoi essere sempre informato sulle attività Fillea? Compila il modulo sottostante e riceverai periodicamente la nostra newsletter.

captcha 

facebook youtube twitter flickr
agenda busta paga mail newsletter