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29.11.13 “Chi pagherà d’ora in poi gli stipendi ai 43 operai impegnati nei lavori per la realizzazione del carcere di Uta a Cagliari?” e chi garantirà “che i lavoratori non vengano licenziati per completare l’opera ricorrendo a subappalti, vista la scadenza ravvicinata dell’apertura dei nuovi padiglioni, ancora lontani dall’essere completati?” Queste le domande che il segretario generale della Fillea Cgil Walter Schiavella rivolge ai Ministri delle Infrastrutture e della Giustizia, nel quinto giorno di occupazione del cantiere da parte dei 43 lavoratori dipendenti della Opere Pubbliche, l’impresa romana che ha vinto l'appalto per la realizzazione del penitenziario.
La storia di questo cantiere è lunga e travagliata. Più volte i lavoratori si sono trovati costretti a proteste estreme per rivendicare il diritto allo stipendio e ai versamenti degli accantonamenti  in cassa edile da parte dell’impresa. All’inizio dell’anno un accordo sottoscritto con il prefetto Sinesio, commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie “ha sanato il debito pregresso dell’impresa verso i lavoratori e verso la cassa edile “ ricorda Schiavella “ma da allora l’impresa non ha mai versato un euro in cassa edile, impedendo così di erogare ai lavoratori la tredicesima mensilità e di accantonare le quote di previdenza complementare.” 
Ieri l’ennesimo intervento del prefetto che ha assicurato la copertura della cassa edile, ma da ora in poi il Dap, esaurito il proprio compito rispetto agli accordi sottoscritti, non potrà più essere il garante del rispetto dei pagamenti e dell’andamento dei lavori. 
Ora, per i 43 operai inizia l’incubo licenziamenti, che riguarderebbe 25 di loro. Dalla Fillea dunque la richiesta ai Ministeri di costruire le condizioni per “continuare a garantire ai lavoratori il diritto al salario e si intervenga per evitare che l’impresa avvii procedure di licenziamento dei dipendenti per ricorrere ad una catena di subappalti, in cui chi paga il prezzo del ribasso è la qualità del lavoro, la sicurezza ed i diritti dei lavoratori.”
 

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