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15.02.14 Si è concluso il 15 febbraio 2014 il Congresso territoriale della Fillea Siracusa. Di seguito la relazione del segretario generale Domenico Bellinvia.

Care compagne, cari compagni, delegati, invitati, un sincero ringraziamento per avere accettato di partecipare al XVIII° Congresso Provinciale della FILLEA CGIL di Siracusa. Desidero rivolgere a tutti i presenti, alle associazioni imprenditoriali, ai colleghi di FENEAL e FILCA un sincero grazie; e concedetemi un ringraziamento particolare a Franco Tarantino Segretario Generale Fillea Sicilia e a Walter Schiavella Segretario Generale della Fillea Nazionale. Il fatto che Walter abbia accettato l’invito a partecipare al nostro congresso per la seconda volta consecutiva ci riempie di orgoglio e ci carica di responsabilità.

"Consentitemi in apertura di rivolgere un pensiero fraterno ad un Popolo, quello Ucraino che, col suo sangue, sta dando la più alta testimonianza di quello Spirito Europeo che a noi, euroscettici un po’ per moda, un po’ per ignoranza può forse risultare incomprensibile. Scopriamo, quasi increduli, che la mefistofelica “Europa delle Banche” , origine di ogni male secondo tante “anime belle” nostrane, contro la quale è bene persino scendere in piazza e devastare qualche bancomat ogni tanto, è la stessa Europa per la quale un intero popolo può anche scegliere di morire!" Questo congresso della CGIL si svolge in una fase di crisi del lavoro estremamente grave, ma nonostante questo la parola LAVORO è stata bandita dalla discussione politica…. Non la vedo scritta su una prima pagina ormai da mesi. Quindi aver deciso di titolare il documento su cui discute il Congresso “ IL LAVORO DECIDE IL FUTURO”, è stata una scelta importante: da un lato perché il documento è stato firmato da tutti i Segretari Generali Nazionali di Categoria, dall'altro perché almeno per il periodo della campagna congressuale possiamo far tornare questo tema al centro della discussione politica. Arriviamo a questo congresso dopo 9 assemblee nei posti di lavoro, 13 assemblee nel territorio. Solo grazie alla zona industriale abbiamo potuto fare assemblee nei posti di lavoro visto che nel territorio l’unico cantiere degno di questo nome è quello della S.S. 124 Siracusa – Floridia. Questo dato, se messo a confronto con il nostro congresso di 4 anni fa è un segnale della crisi: 4 anni fa le assemblee nei posti di lavoro furono 16 e 19 quelle organizzate sul territorio. Abbiamo contattato con sms, tutti i circa 3400 iscritti alla nostra federazione e abbiamo avuto una partecipazione di 1223 lavoratori alle assemblee: soprattutto in quelle nei posti di lavoro hanno partecipato al nostro dibattito anche tanti lavoratori non iscritti o iscritti alle altre federazioni. Tutti insieme abbiamo affrontato ( e non poteva essere diversamente ) i grossi problemi che riguardano il nostro settore. Sempre tornando ai numeri, avendo avuto dalla commissione nazionale di garanzia per il congresso, la possibilità di lasciare i seggi aperti nei giorni successivi alle assemblee e grazie al grande lavoro di contatto diretto con i nostri iscritti, abbiamo avuto una partecipazione al voto di ben 1832 iscritti. L’aver trovato la sintesi in un documento unitario con la firma di tutti i Segretari Generali delle categorie nazionali, ci mette nelle condizioni di affrontare la discussione congressuale della nostra organizzazione, puntando l'attenzione sulle proposte per tentare di far uscire il paese dalla crisi che lo ha profondamente colpito. In questa situazione pensiamo che la prima cosa da fare sia trovare il modo di far prendere consapevolezza a questa classe politica di quale sia la situazione reale: perché mentre Monti vedeva la luce in fondo al tunnel e Letta vede l’uscita dalla crisi, la realtà ci dice che stiamo ancora scavando il pozzo visto che il fondo è stato toccato da un pezzo. La crisi è diversa tra il centro nord e il centro sud. Al nord ci sono le fabbriche ,anche se ferme. Ci sono i lavoratori anche se in cassa integrazione...…. Quindi nel momento in cui si riuscirà a far ripartire l’economia basterà far rientrare i lavoratori e far ripartire le fabbriche. Ma al sud le fabbriche non ci sono…. Né tantomeno ci sono le infrastrutture.. In questo contesto gli interventi infrastrutturali sono prioritari, soprattutto per quanto ci riguarda nei settori della mobilità delle persone e delle merci ….. Sulle politiche per la casa, va definito un piano strategico: si deve costituire l’asse di una nuova politica urbanistica sostenendola dal punto di vista fiscale. Le agevolazioni in corso che vanno dal 50% al 65% sono un primo passo, ma questo da solo non basta: bisogna puntare ancora di più sull’innovazione, sul recupero e riuso, praticamente sul blocco dell'utilizzo ulteriore di suolo, che poi è il tema del congresso che la FILLEA si è dato. CITTA' FUTURE, TERRITORI E CASE SICURI, SOSTENIBILITA' E LEGALITA', LAVORO REGOLARE E BUONA CONTRATTAZIONE sono gli Slogan di questo Congresso, ma speriamo che diventino proposte concrete e realizzabili che racchiudano il futuro del nostro settore. Occorre inoltre fare in modo che tutte le energie disponibili del capitalismo italiano facciano sistema: in primis banche e imprese, che aiutate da una capacità programmatoria e progettuale pubblica, ridefiniscano il ruolo della Cassa Depositi e Prestiti e spingano le stesse banche ad agire a supporto dell’economia reale e non di quella finanziaria. Questa fase di emergenza va affrontata aprendo un ciclo di grandi investimenti pubblici da incentivare in forma strutturale, con una reale e seria programmazione dei fondi europei. Il fatto che 4 dei 10 cosiddetti corridoi dell’unione europea passino per il nostro paese, ci può sicuramente dare una mano nel recuperare i ritardi infrastrutturali che in Italia sono divenuti ormai strutturali !!!! Permettetemi il bisticcio di parole.... Siamo tutti d’accordo sulla semplificazione della burocrazia: è necessario razionalizzare norme e procedure come chiede Confindustria, sempre che questo non voglia dire de-regolarizzare ma soprattutto dare coperture ad eventuali attacchi ai diritti e alla sicurezza del e sul lavoro. E' in questo momento di crisi che a rischiare di più sono i salari: siamo tra quelli che nella comunità europea abbiamo gli stipendi più bassi, ma così come il lavoro anche il problema salariale è scomparso dall’agenda politica. Bisogna fare in modo che il governo decida su politiche economiche atte a trovare soluzioni che permettano di abbassare le tasse sul lavoro. In tempi di crisi come quella attuale, che dura ormai da oltre 5 anni, non è possibile che non si intervenga sul costo del lavoro e sul cuneo fiscale. Non andiamo da nessuna parte se il divario che esiste tra ciò che percepisce il lavoratore e il costo che l’azienda affronta per esso rimane cosi ampio: un salario di 100 euro costa all'azienda 250. I soldi per attuare questo tipo di politiche si possono trovare attraverso una Patrimoniale vera, che vada a toccare i grandi patrimoni e quindi redistribuire il reddito, visto che il 10% delle famiglie Italiane detiene il 50 % della ricchezza nazionale. A questa proposta viene sempre obiettato che bene o male queste sono le percentuali in linea con il resto dei paesi occidentali, ma solo in Italia le rendite finanziarie sono tassate al 12% mentre nel resto d’Europa la tassazione è intorno al 20% e sicuramente il reddito da lavoro non è tassato al 45%-47% come da noi... come si possono incentivare gli investimenti esteri con questo tipo di divario? E quindi perché si dovrebbe investire sul lavoro..? E' molto più conveniente investire sulla finanza, anche se è la maggior responsabile della situazione di crisi in cui tutto il mondo si trova. La riforma del sistema fiscale in generale non è più rinviabile ed è indispensabile per poter permettere alle famiglie più liquidità e quindi possibilità di aumentare i consumi e iniziare quel ciclo che rilancia la produzione interna, visto che le aziende che esportano sono quelle che prima delle altre stanno ripartendo. Tornando ai temi strettamente di categoria è utile ricordare che sulla gravità della crisi del settore edile ha influito in modo determinante l’assenza degli interventi che possano creare per il settore una condizione anticiclica, come del resto si è sempre fatto. A fronte di tutto questo si attuano inoltre politiche che impongono al settore una battuta d’arresto degli appalti pubblici con un meno 23% che va verso il 26% nel prossimo anno. La crisi occupazionale ha ormai raggiunto livelli intollerabili: quando l’Istat annuncia l’uscita di dati specialmente sulla disoccupazione, bisogna fare gli scongiuri per quello che può venir fuori. Gli ultimi dati sulla disoccupazione ci danno la media nazionale al 12,7%, quella siciliana al quasi al 20% e quella siracusana, nonostante la presenza della Zona Industriale al 23% . Tra i giovani le percentuali sono nettamente superiori: praticamente vanno raddoppiate. E' necessario che in questa situazione, che definire disastrosa è poco, si trovino le condizioni per rilanciare l’occupazione in generale e nel settore edile in particolare. Di certo serve la sinergia tra i soggetti in campo, per condividere una vertenza con il governo che come abbiamo detto incida sulla riforma fiscale e sul costo del lavoro. A nostro avviso serve prima di tutto l’unità sindacale tra le Confederazioni e tra le Federazioni, ma anche sinergia con le Associazioni Datoriali. Tutto questo non è di certo agevolato dalla vicenda contrattuale, dove è in atto il tentativo non solo di negare aumenti salariali o l’adeguamento dei salari secondo i criteri che ci siamo dati, ma è anche in atto un attacco ai diritti acquisiti da tempo come gli scatti d’anzianità, con la rimodulazione che si vorrebbe dare al calcolo dell’Anzianità Professionale Edile, oppure la messa in discussione del sistema degli Enti Bilaterali ( con la scusa della loro riorganizzazione), tra l’altro in un momento storico in cui tutte le categorie ci stanno praticamente imitando. Bisogna chiedere con forza un cambio di passo da parte dei Governi nazionale e regionale su un piano casa che rilanci le costruzioni di edilizia economica e popolare, perché la costruzione di nuove case di edilizia popolare servirebbe anche a moderare un mercato degli affitti in continua crescita, affitti che ormai sono divenuti insostenibili per i lavoratori che un posto di lavoro c’è l’hanno.... pensiamo un po’ per chi un posto di lavoro non ce l'ha o lo perde. La soluzione non è necessariamente nella costruzione del nuovo, ma soprattutto nel recupero del patrimonio edilizio esistente attraverso l'utilizzo di materiali ecosostenibili e incentivando la “bioedilizia” . Tra l’altro in Sicilia è ormai emergenza casa: si stima che tra coloro che presentano le domande agli IACP ,tra quelli che le domande non le presentano nemmeno, tra gli studenti fuori sede, si possono tranquillamente stimare in 60.000 gli alloggi che occorrono in tutta la regione. In provincia stimiamo da uno studio del Sunia in poco meno di 3500 alloggi il fabbisogno. Dei 20.000 alloggi che l’Assessorato regionale ai Lavori pubblici pensava di costruire nei cinque anni 2008/2012 sono rimaste sole le buone intenzioni e la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. E' necessario, come detto prima, che la costruzione o meglio la ristrutturazione di alloggi già esistenti avvenga con i criteri del risparmio energetico: in una parola, è necessario attuare costruzioni in “Bioedilizia”. Ma quello che prospettiamo è ben diverso da quello che succede: si costruisce sempre meno; i bandi di gara in tutta la Sicilia, ma soprattutto nella nostra provincia, stanno diventando un’araba fenice. In quelle poche gare si avventano aziende di tutti i tipi e di tutti i luoghi con scarsa attenzione per la manodopera locale. Diventa prioritaria la riforma in Sicilia degli IACP… trovare e usare risorse per gli Istituti e le stesse cooperative edilizie, incentivando iniziative tipo quelle che lo IACP di Siracusa ha attuato qualche anno fa nei quartieri della Giudecca e della Graziella in Ortigia. Perché di fronte a questo drammatico scenario il nostro ruolo ci impone di avviare una iniziativa che abbia l’obbiettivo di rilanciare gli investimenti e creare nuove opportunità di lavoro. Occorre una battaglia per modificare il patto di stabilità a favore dei comuni cosiddetti virtuosi e permettere la cantierizzazione di piccole opere con i fondi che in questo modo i comuni avrebbero disponibili. Occorre trovare risorse aggiuntive per costruire le infrastrutture: intanto quelle piccole infrastrutture di cui il paese ha tanto bisogno e che saranno utili nel momento in cui, speriamo presto, la crisi si attenui e ricominci a crescere lo sviluppo della nazione. Nello scorso anno insieme a Filca e Feneal abbiamo fatto una serie di incontri con le stazioni appaltanti in particolar modo con i comuni, e a loro abbiamo chiesto di utilizzare le poche risorse disponibili per poter avviare rapidamente cantieri piccoli che creino occupazione immediata: ma ci siamo scontrati con il problema che pur avendo somme a disposizioni , queste non possano essere utilizzate a causa del patto di stabilità. La situazione di crisi drammatica si legge nei numeri che vengono fuori dai report della cassa edile: in questi anni abbiamo perso per strada il 50% dei lavoratori. Siamo passati dai quasi 11.000 addetti del dicembre 2008 ai poco più di 5.000 del dicembre 2013. Sono scomparse ben 157 aziende visto che in questi 5 anni non è stata applicata nessuna politica per il rilancio del settore. E' tutto fermo o nelle situazioni più critiche è tutto peggiorato con percentuali di disoccupazione che continuano a salire vertiginosamente come abbiamo visto prima. Mentre versiamo in questa drammatica situazione, sentiamo parlare e annunciare di consegne lavori, parlo per esempio dell’autostrada A-18 SR – Gela o il raddoppio della Ragusa – Catania….. salvo poi scoprire che i lavori sulla SR-Gela appaltati ad un Associazione Temporanea d’Impresa composta da Condotte D’Acqua e dalla Cosedil di Santa Venerina si fossero bloccati per un ricorso al Tar da parte del gruppo di aziende arrivate seconde nella gara di appalto. Visto che l’opera non è tra quelle della legge obiettivo e che quindi il Tar non ha tempi strettamente definiti per pronunciarsi e prevedendo che, qualunque sia la decisione del TAR, ci sarà ricorso al CGA, possiamo prevedere che ad essere ottimisti non se ne parlerà prima del prossimo anno. Non sappiamo in base a quale notizie il Consorzio Autostrade Siciliane comunica all’Assessorato alle Infrastrutture che il 24 Marzo verrà effettuata la consegna dei lavori al consorzio che ha vinto l’appalto: noi pensiamo che si tratti ancora una volta della sindrome degli annunci, anche se speriamo in cuor nostro di aver torto. Proprio perché vogliamo avere torto ribadiamo la richiesta di un incontro con tutta la delegazione di deputati dell' ARS eletti in provincia per la SR- Gela e un incontro con una delegazione di Deputati al Parlamento per la Ragusa –Catania: vorremmo evitare che eventuali intoppi burocratici possano far perdere parte del finanziamento. Invece dopo un primo momento in cui sembrava che il raddoppio della ragusana fosse passato in secondo piano, si è avuta un’accelerazione con il finanziamento confermato dal “decreto del fare “ e il passaggio della pratica direttamente al Ministero delle Infrastrutture. Nelle scorse settimane il Ministro Lupi annunciava la firma della convenzione con le imprese che hanno presentato il progetto di finanziamento ( project financing ) per il 7 Febbraio: purtroppo l'8 Febbraio nessuno sentiva parlare di questa firma. E' notizia degli ultimi giorni che la Tecnis, l’azienda di costruzioni interessata, abbia assicurato che entro Aprile verrà posta la firma su questa benedetta convenzione, in modo tale da poter finalmente passare alla progettazione esecutiva: i cantieri dovrebbero quindi vedere la luce negli ultimi mesi del 2014, al massimo nei primi mesi del 2015. L'unico vero pericolo che si corre a causa di questi continui rinvii è il rischio decadenza dei finanziamenti, visto che la firma doveva avvenire entro il mese di Dicembre 2013. Altra nota dolente sono i lavori che riguardano il porto commerciale di Augusta: l'appalto di circa 42 milioni di euro è stato aggiudicato al consorzio Condotte d’Acqua – Piacentini Costruzioni – Cosedil di Santa Venerina, tagliando fuori tutte le aziende locali. Abbiamo quindi chiesto al Prefetto la costituzione di un tavolo per discutere il protocollo di legalità, sicurezza, garanzia per la tutela dell'occupazione locale; ma a più di un mese da questa richiesta non abbiamo avuto nessun segnale mentre la tensione tra gli edili di Augusta sale…. Stiamo parlando di oltre due anni di lavori: il cantiere quindi crea parecchie forse troppe aspettative che noi non possiamo permetterci di disattendere. E' un obiettivo che non possiamo fallire. Con Filca e Feneal abbiamo già concordato un’assemblea con gli edili di Augusta per la prossima settimana da tenere se possibile davanti ai cancelli del porto commerciale: vogliamo dare un segnale forte a chi di dovere....!!! Quello sarà il momento in cui ufficialmente apriremo la vertenza con la committente cioè con l’Autorità Portuale, che non può non tener conto dei problemi del territorio, e con la controparte naturale che è l’azienda che realizza i lavori. Il porto grande di Siracusa da un momento all’altro dovrebbe ripartire: è purtroppo una situazione che va a rilento per problemi di ordine tecnico dovuti alla costruzione di una platea di varo per i cassoni, che devono ancora essere costruiti, oltre al fatto che il Comune di Siracusa deve trovare i finanziamenti per riportare al Porto Grande gli altri cassoni attualmente stoccati a Marina di Melilli. In questo caso, considerato che l’azienda appaltatrice è un’impresa locale, almeno non avremmo problemi dal punto di vista dell’occupazione. Aspettiamoci inoltre colpi di coda di pseudoambientalisti che trovano il progetto troppo invasivo per un porto storico come quello di Siracusa che, a loro dire, verrebbe invaso da blocchi di cemento. Ma se i tempi del contratto fossero stati rispettati, a quest'ora il progetto sarebbe già stato realizzato. Quindi tutti coloro che ora protestano , dove erano nel momento in cui il progetto veniva approvato e i lavori consegnati? Non vorremmo che il tutto sia dovuto all’imminente campagna elettorale per il Parlamento Europeo. Chi tiene veramente alla salvaguardia del territorio, lo dimostra con i fatti : non vogliamo costruire a tutti i costi per creare posti di lavoro, ma proponiamo il recupero del patrimonio edilizio già esistente. Interrompere i lavori del porto , dopo una quantità enorme di denaro pubblico speso, è folle!!!!! Altra nota dolente sono i porti turistici. Una città sul mare, con una vocazione turistica come la nostra non ha un porto turistico. Se ne parlava da anni e nel momento in cui se ne stava costruendo uno proprio accanto al porto grande, il fallimento del Gruppo Acqua Marcia, la società che lo stava realizzando, ha bloccato i lavori. Per quanto riguarda l'indotto del nostro settore, la situazione è ben peggiore: è quasi scomparsa la piccola ma unica azienda di prefabbricati; fortemente ridimensionata la più grande azienda attiva nella lavorazione del legno…. Praticamente scomparse le due aziende di lavorazione del marmo, entrambe di un certo spessore. La Cementeria Buzzi riesce a lavorare solo grazie alle commesse dall'estero: ormai da oltre 3 anni lavorare al massimo 6-7 mesi è diventata la normalità. Di altro lavoro, se la politica in tutte le sue articolazioni nazionale, regionale, locale, non avrà il coraggio di prendere decisioni, non se ne parla. Proponiamo a Filca e Feneal insieme alle Confederazioni di organizzare un incontro con le delegazioni di deputati sia nazionali che regionali, della provincia intanto per quel che riguarda tutta la pratica della RG. – CT al Ministero delle Infrastrutture, non dimenticando tutta la problematica riguardante la possibilità di sforamento del patto di stabilità per i comuni cosiddetti virtuosi. In modo da permettere tutti quei piccoli lavori di manutenzione che richiedono un alto utilizzo di manodopera. E' chiaro che la situazione politica nazionale e regionale incide parecchio nel poter portare avanti le nostre istanze e farle diventare proposte di legge… ma dobbiamo fare in modo che si rimetta mano al mercato del lavoro: non certo per deregolarizzare ancora, ma per raddrizzare le storture che questa deregolamentazione sistematica ha prodotto. Ormai il lavoro a tempo determinato è diventato la regola: CON UNA FORZATURA DELLA LEGGE E DELLE DELIBERAZIONI INPS stanno incominciando ad essere usati i voucher anche nel campo dell'edilizia. L'infinità di norme da rispettare, la paura di perdere il posto di lavoro, pongono tutti i lavoratori sotto ricatto: le minacce che i contratti non saranno rinnovati sono all'ordine del giorno. Si parla fra l’altro di contratti che vengono sottoscritti con le aziende di somministrazione di manodopera; i contratti a tempo determinato ormai non rispettano nessuna norma e regola. Le imprese, dal canto loro, devono cedere, pur di lavorare, ai ricatti delle committenti che appaltano lavori con a volte il 30% in meno dell’importo che loro stessi mettono a base delle loro aste. Le committenti dove pensano che le aziende vadano a recuperare questi soldi? Chiaramente nelle buste paga dei lavoratori. NOI VOGLIAMO IL LAVORO E VOGLIAMO CHE VENGA RETRIBUITO SECONDO LE LEGGI E I CONTRATTI. Ma vogliamo anche un lavoro sicuro. Purtroppo il lavoro nero, il lavoro sommerso è tornato ad essere una pratica molto diffusa, grazie anche alla disponibilità dei tantissimi lavoratori che hanno necessità di lavorare. Abbiamo detto che oltre 5000 lavoratori sono usciti dal settore: questi lavoratori, che in gran parte hanno concluso anche il periodo di conforto dato dagli ammortizzatori sociali, in qualche modo devono pur vivere e si vedono quindi costretti ad accettare qualsiasi tipo di lavoro, che sia in regola o no. Si lavora a qualunque prezzo e in qualsiasi condizioni di sicurezza. Gli enti preposti al controllo e alla repressione di questo fenomeno, Ispettorato del Lavoro per primo, ma anche tutti gli uffici ispettivi di INPS , INAIL e ASL non sono nelle condizioni di vigilare adeguatamente a causa dei tagli previsti dalla Regione: non hanno i soldi per il carburante o i rimborsi per l’utilizzo delle auto private. Pensate se un ispettore del lavoro che deve fare un’ispezione in un cantiere della provincia dovesse utilizzare i mezzi pubblici: non ne troverebbe perché non ci sono, non esistono!!!! Il lavoro nero dilaga e non riusciamo a contrastarlo. Il danno è doppio: da un lato evasione per lo Stato, dall'altro pericolo per i lavoratori dovuto alla mancata sicurezza. Non dobbiamo né dimenticare né sottovalutare un altro aspetto: la concorrenza sleale adottata da alcune aziende, che altera il mercato. Ci arrivano sempre più segnalazioni di quella che sta diventando una prassi: le aziende, che pur avendo le condizioni per richiedere la Cassa Integrazione Guadagni in un cantiere, richiamino i lavoratori in un altro cantiere senza staccare la CIG e pagando il lavoro nel secondo cantiere a giornata molto ridotta. Quindi i lavoratori integrano la CIG con un salario in nero: praticamente quello che prima funzionava con la disoccupazione e in proprio, adesso comincia a funzionare anche con la CIG. E con le stesse aziende di origine . E' necessario denunciare questo sistema per non rendersi complici di una truffa ai danni dello Stato. Quindi penso, anche a nome dei colleghi di Filca e Feneal, di tentare di sviluppare una sensibilità alla denuncia delle irregolarità: BASTA CON UN LAVORO A TUTTI I COSTI PER 10 ERO IN PIU' ACCETTANDO RICATTI E COMPROMESSI DI OGNI TIPO. Dobbiamo riprendere e attivare l’accordo sull’RLST per un controllo reale delle dimensioni del sistema dei subappalti nel nostro settore, visto che purtroppo il 95% delle imprese sono di micro dimensioni. Il mancato rispetto del contratto, il mancato rispetto delle norme per la tutela della salute e della sicurezza, il lavoro nero, producono troppi morti: nel 2013 ci sono stati 73 morti nel settore delle costruzioni e nel 2014 siamo già a otto morti in un mese e mezzo. Dobbiamo fare in modo che si riducano drasticamente gli infortuni sul lavoro perché anche un solo morto è un morto di troppo. Intanto con l’introduzione dei corsi di formazione delle 16 ore di primo ingresso per i nuovi assunti prima di entrare in cantiere. Siamo l’unica categoria che può vantarsi , grazie al sistema degli Enti paritetici e delle scuole edili, di poter attuare una norma contrattuale come questa. Vogliamo, per quanto possibile, evitare che un ragazzo ,che magari fino al giorno prima consegnava pizze a domicilio, si ritrovi in un cantiere senza conoscere i reali rischi a cui può andare incontro. La scarsa percezione del rischio da parte del lavoratore può davvero essere fatale. Infine, per chiudere questo capitolo, vorrei accennare all'organizzazione del lavoro, che nelle aziende edili sembra essere improntata più sulla fretta di finire l’opera che su un’attenta valutazione dei tempi e delle modalità di lavoro. Tra le cause di incidente c’è purtroppo anche la superficialità nell’affrontare il lavoro stesso con troppa sicurezza: la filosofia spicciola del “...a me non può succedere niente, sono troppo bravo...Anche solo per far vedere all’azienda che ci tengo alla produzione!!!” è davvero eccessivamente rischiosa!!! NON NASCONDIAMOCI DIETRO AD UN DITO: è questa la dura realtà dei fatti. Quindi in questo contesto di crisi il sistema degli Enti Bilaterali, Cassa Edile , Ente Scuola e CPT assumono, per il settore edile, importanza strategica e vanno quindi salvaguardati. Il C P T si è consolidato come supporto di consulenza e di informazione per le imprese per quanto riguarda la sicurezza e di formazione per i lavoratori in modo tale che acquisiscano gli strumenti necessari per la prevenzione dei rischi a cui potrebbero andare incontro. La Cassa Edile, con il ruolo quasi pubblico che le leggi le hanno assegnato, ormai non è più soltanto un Ente di mutualità e assistenza al quale aziende e lavoratori si rivolgono da oltre 50 anni , ma è diventata un valido strumento di controllo della legalità nel settore. Anzi, a nostro avviso come parti sociali, andrebbe rafforzata nel ruolo di lotta all’emersione del lavoro nero, nell’interesse delle aziende regolari e dei lavoratori. L’Ente scuola Edile da sempre fondamentale per la qualificazione professionale dei lavoratori, con la formazione continua e con le 16 ore di primo ingresso obbligatorie prima dell’assunzione, garantisce alle imprese di assolvere agli obblighi di legge e garantisce a lavoratore quel minimo di conoscenza che gli permette di arrivare in un cantiere preparato, consapevole di quello che troverà sul posto di lavoro. Sempre all’interno delle scuole edili, il sistema “BLEN.IT”, permette in un certo qual modo l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. I lavoratori attraverso gli uffici della Scuola o i cosiddetti facilitatori sindacali consegnano il proprio curriculum vitae (naturalmente in modo anonimo) ,questo viene visionato dalle aziende che poi contattano il lavoratore. La Cassa Edile ormai con il ruolo dato dalle leggi degli ultimi anni non è più, o meglio non è più soltanto, un Ente di sussidiarietà e di mutualità come quando fu costituita ma un valido strumento di controllo della legalità nel settore, con l’introduzione del DURC per la regolarità e l’emersione del lavoro nero. Ed è soprattutto questo ruolo che da fastidio a personaggi, che cercano con accuse infondate e dettate dall’ignoranza o dalla mancata conoscenza del sistema BILATERALE; di gettare ombre sugli Enti. Il ruolo che la Cassa Edile ormai ha nel controllo della legalità è un ruolo assegnato da leggi dello stato. Le parti sociali , quindi e Falso affermare che la Cassa Edile è gestita dai Sindacati, tra l’altro per statuto il Presidente che è poi il rappresentante legale e di nomina datoriale quindi sono i rappresentanti delle aziende e dei lavoratori che gestiscono la cassa edile. Perciò in quanto privati non potrebbero, come privati, stabilire se una azienda è in regola o non in regola e se essa possa partecipare ad una gara d’appalto. Quindi è falso, affermare che la cassa edile possa richiedere documenti arbitrariamente. Lo fa in virtù del ruolo che la legge gli dà. Inoltre non intendiamo spiegare nulla ha pseudo consulenti del lavoro che ignorano di cosa parlano. Precisiamo solo per amore della verità verso le aziende serie, che corrisponde al Falso, che la cassa edile è più cara del 3% rispetto alle altre provincie, basta guardare su quale imponibile viene calcolato il contributo ed accorgersi che la cassa edile siracusana e nella media. Ma per far questi calcoli ci vorrebbe un ragioniere. Comunque e fuori dubbio che bisogna sempre trovare il modo di migliorare i servizi che la cassa eroga ai lavoratori e alle aziende. I rapporti con FILCA e FENEAL, mantenendo ognuno le proprie diversità (sempre concorrenti siamo....!!!!) ma accomunati dai problemi che possono venire dal confronto tra le confederazioni sia in provincia che a livello nazionale, possiamo affermare che sono buoni. Affermo questo, forte dei buoni rapporti personali che ho sia con Severina che con Paolo. Siamo una delle provincie con il più alto tasso di sindacalizzazione: in presenza di pochi lavoratori attivi il sano antagonismo non manca....!!!!!!! In conclusione la situazione organizzativa della nostra federazione in provincia. Il nostro modulo organizzativo composto da una presenza costante nella sede provinciale, da decentramenti settimanali nei comuni della provincia è ormai collaudato e regolato grazie anche al sacrificio del Compagno Rubino, con il suo instancabile voler a tutti i costi essere puntuale e puntigliosamente presente nei cantieri e nelle assemblee serali delle Camere del Lavoro. Un grazie va' naturalmente a tutti i compagni che nelle Camere del Lavoro con il loro contributo ci aiutano nelle relazioni con i lavoratori: contiamo di continuare a migliorare i servizi per i nostri iscritti. Sono compagni a cui va il nostro grazie sincero: compagni che ancora credono nel volontariato puro (che già di per se questo è un grande merito) e danno prova di attaccamento all'Organizzazione.. Così come la sede provinciale è ormai “presidiata” da Eleonora con il suo puntuale riscontro per tutto quello che riguarda pratiche di patronato, assistenza fiscale e vertenzialità: è il punto di riferimento per tutti voi ed oserei dire per tutti noi. Un ringraziamento particolare a Federica che ha fatto parte della segreteria e che ormai collabora con la Confederazione , per il grande aiuto che ci ha dato nel comprendere il mondo del restauro, che in questo momento è uno dei settori più colpiti dalla crisi: praticamente i restauratori e le restauratrici sono quasi tutti disoccupati o trasferiti. Un ringraziamento a Giovanni che ha saputo proseguire e rafforzare la presenza della nostra organizzazione in un settore come quello del cemento calce e gesso (di cui tra l’altro è il referente regionale). Ed infine un ringraziamento a tutti i compagni Segretari e responsabili delle Camere del lavoro Comunali, alle compagne e ai compagni dei servizi Inca e Caaf che con il loro contributo ci aiutano a mantenere grande la Fillea. Per fare sempre più grande la CGIL.. Grazie………………

 

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