03.03.14 Quando mi è stato chiesto di scrivere una sintesi sull’andamento del congresso della Fillea Cgil di Cosenza, sono stato indeciso se fare l’elenco dei numeri dicendo che abbiamo ottenuto un grande successo, oppure parlare di quello che emerso dalla discussione nelle assemblee. Ritengo che sia opportuno proprio per lo spirito emerso dalla richiesta, evidenziare in modo chiaro le problematiche che arrivano dalla pancia dei nostri iscritti.
Le nostre assemblee, partecipate, hanno visto sempre la presenza dei compagni del documento Cremaschi che hanno reso ancora più vero il congresso. Vorrei evidenziare che nelle nostre assemblee i lavoratori hanno posto problemi reali, lavoro, pensioni, ammortizzatori sociali che anche se racchiusi nel documento che abbiamo sostenuto, non sempre aldilà del voto sono stati compresi.
Le nostre assemblee hanno visto la partecipazione di lavoratori che lavorano e non percepiscono lo stipendio in maniera regolare, lavoratori licenziati che non percepiscono il sostegno al reddito o lo stanno per terminare, lavoratori in mobilità in deroga che non percepiscono il sussidio da giugno 2013, lavoratori in Cig in deroga che hanno percepito solo tre mensilità nel 2013: tutti chiedevano risposte alle loro domande e noi a spiegare i documenti congressuali, gli emendamenti da votare e così via.
Il contesto in cui si è svolto il congresso della Fillea CGIL di Cosenza è questo. Mi auguro che questo congresso serva da insegnamento per il futuro, in una crisi profonda i lavoratori ci chiedono risposte, non vogliono una CGIL divisa, non vogliono una CGIL che si conta, è emerso chiaramente nelle discussioni che i nostri iscritti vogliono la CGIL che difende i diritti e il lavoro senza divisione all’interno.
Il 21 febbraio abbiamo svolto il nostro congresso territoriale mettendo al centro alcune questioni fondamentali per noi, dalle infrastrutture, alla gestione trasparente degli enti bilaterali, racchiusi nel documento finale che allego, ma la cosa che mi soddisfa di più è stata la grande consapevolezza e la grande dignità dei delegati che in una situazione di crisi profonda del settore hanno chiesto ancora una volta alla CGIL di essere punto di riferimento dei bisogni dei lavoratori.
Umberto Calabrone
