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Referendum

03.03.14 Si è concluso il 20 febbraio 2014 il Congresso territoriale della Fillea Benevento. Di seguito la relazione del segretario uscente Antonio Mesisca, riconfermato alla guida della struttura dal nuovo direttivo eletto al termine del congresso.
Compagni e Compagne, mi corre innanzitutto la necessità, prima di passare alla lettura del rapporto di attività, di esprimere con profondo sentimento, un ringraziamento a tutti voi, delegati e invitati, a questo XVIII° Congresso Provinciale della FILLEA CGIL di Benevento. Un ringraziamento non rituale, ma sentito, forte, perché forte è il legame che sento con tutti voi. Un saluto, permettetemelo, lo voglio esprimere a Segretario Regionale della Fillea Giovanni Sannino, al Segretario della Camera del Lavoro di Benevento Rosita Gadiero, alla compagna Manola Cavallini della Direzione Nazionale della FILLEA, al compagno Enzo Maio della segreteria regionale che quasi tutti voi conoscete, perché segretario prima di me, gli Assessori, etc.
Ma veniamo alla nostra giornata, al Congresso che ci apprestiamo a celebrare. È questo il XVIII° congresso Provinciale della FILLEA di Benevento che, inserito nel percorso del congresso della Fillea nazionale e del XVII° congresso della CGIL, ricade in un momento particolare della vita del nostro paese, perché il Paese sta attraversando una crisi profondissima . Ma è anche il congresso delle mozioni contrapposte. Ne abbiamo diffusamente e ampiamente discusso nelle assemblee di base, dove, a dire il vero, non tutti i lavoratori hanno compreso le motivazioni che ha portato alle differenziazioni interne al sindacato, perche in un momento cosi particolare del paese si doveva essere uniti per un solo obbiettivo, che secondo me doveva essere il lavoro , un lavoro per tutti . Quello che successo a Milano Venerdi scorso e un fatto veramente increscioso tra l’area Cremaschi , e la CGIL ,qui ci deve far riflettere, perché il nostro obbiettivo unico e quello di rappresentare i lavoratori al meglio, no alle divisione interne. Abbiamo iniziato il nostro percorso congressuale l’ 08 Gennaio scorso. Un percorso iniziato con la prima assemblea congressuale di base con i lavoratori della ex azienda Russo del settore legno oggi impegnati come lsu presso l’asia del comune di Benevento. Abbiamo chiuso il nostro percorso congressuale Lunedi 10 Febbraio scorso con i lavoratori della Sibaf del cantiere di San Giorgio del Sannio. Assemblee svolte con passione, caratterizzate e impostate con le discussioni delle due mozioni . La maggioranza di queste assemblee svolte dal compagno Gianluca Bucciano facendolo fare una esperienza della vita congressuale . In questo nostro percorso congressuale, abbiamo effettuato 30 assemblee di base, divise in 21 assemblee nei luoghi di lavoro e 9 nelle zone. 9 sono state le assemblee negli stabilimenti a posto fisso, 12 nei cantieri edili, . Abbiamo coinvolto nelle nostre assemblee oltre 1470 lavoratori. Abbiamo, inevitabilmente, affrontato tematiche proprie dei luoghi di lavoro, ma abbiamo anche colto l’occasione per discutere, insieme ai lavoratori, delle politiche sindacali della CGIL, delle lotte e del ruolo che la stessa, soprattutto negli ultimi 4 anni, ha saputo metter in campo: perché la storia di questi ultimi 4 anni ci dice : la CGIL è l’organizzazione sindacale che sta in campo e che ha segnato le vicende politiche e sociali di questo periodo. Un periodo, quest’ultimo, che ha visto il paese coinvolto in una crisi profonda, una crisi di cui non si vede una via d’uscita, ma noi cercheremo con tutte le nostre forze per far ripartire il settore, perché il settore per la nostra provincia era l’asse trainante della nostra economia unitamente alla agricoltura. Settore che dal 2010 ha perso nella nostra provincia la meta dei lavoratori , pensate che nel 2010 gli addetti in cassa edile erano 5400 oggi siamo 2800 giusto la meta. Quattro anni fa, quando ebbe luogo il XVII° congresso, in quella occasione il sottoscritto aveva già dato l’allarme che la provincia stava morendo . In questi quattro anni abbiamo discusso delle problematiche del Governo di centro-destra,che negli ultimi tre anni ha prodotti danni che penso siano irreversibili, ma non ci dimentichiamo che veniamo da 20 anni di belusconismo, e dei danni che quel Governo ha prodotto alla guida del Paese Italia. Poi negli ultimi due anni si sono succeduti i governi Monti, con la Fornero e governo Letta,fatto dimettere pochi giorni fa. Il governo Monti, con la riforma Fornero sulle pensioni, ha aggravato la situazione e le prospettive di migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori, minando alla base la sostenibilità economica e finanziaria personale e familiare dei futuri pensionati. Questa riforma non ha tenuto conto delle profonde modifiche intervenute nel mondo del lavoro e della diffusa, e a tratti atavica, precarietà. Di questa riforma chi ne esce penalizzato sono i giovani che sono il futuro del paese . E la crisi, sommata alla precarietà , produrrà ulteriore penalizzazione per tutte le fasce di età. L’edilizia era già un settore fortemente danneggiato, ma con questa riforma ne rimane ancora di più, anche per la sua connotazione e dimensione produttiva, che non consente di mantenere in vita, per lungo tempo, i rapporti di lavoro, data la frammentarietà e la discontinua degli stessi. Dico che va posto con forza il superamento della Legge Fornero che penalizza i lavoratori impegnati in una attività lavorativa discontinua attraverso la sua cancellazione. Bisogna ripristinare la flessibilità dell’età pensionabile affinché si possa scegliere di andare in pensione a partire dai 60 anni, senza penalizzazioni. Poi è venuto il Governo Letta con le larghe intese che si arrampicando sugli specchi, ma non si visto il miglioramento del paese, ma sapevamo da dove venivamo. Ora arriva Renzi , e spero che si occupi dei problemi reali del paese ,no penso che c’era tanta fretta ha togliere quel po’ di ossigeno che il governo Letta aveva , ma spero che si affrontano i problemi reali del paese, perché il paese e alla deriva. Perché si vedono solo annunci, ma niente di concreto, per non parlare poi del governatore della nostra regione che ha bloccato tutte le grande opere facendo lo spending rewiev e solo ora sta facendo annunci. Speriamo che questi annunci si trasformino in fatti concreti. Noi ci siamo interrogati della capacità di questa compagine governativa, se sono capaci di portare il Paese fuori dalla crisi. Una crisi che se non gestita bene, come purtroppo è successo, può metterci in un percorso di non ritorno. La crisi mondiale, determinata dal fallimento di alcune banche americane, ha rotto equilibri economici e distrutto tessuti produttivi, anche i più solidi. Finanche le economie più solide di paesi a forte vocazione commerciale, oggi sono in grande difficoltà. E cosa dire poi delle nostre aziende? Non c’è, da parte di questo governo, alcuna risposta seria, concreta rivolta al mondo del lavoro, ci sono solo annunci, ma non si vede niente di concreto. Come sapete, compagni e compagne, il governo Monti unitamente alla Fornero in quei pochi mesi di governo hanno finito di svuotare l’articolo 18. Il decreto legislativo 1167 ne è una chiara testimonianza. D’altra parte, tornare a sventolare la bandiera del conflitto tra generazioni sul tema dei diritti, in una drammatica crisi occupazionale, non solo fa il male del paese, ma è mistificante. Perché il tema all’ordine del giorno, oggi deve essere un altro: garantire, di fronte alla crescita della disoccupazione e dei licenziamenti individuali e collettivi, tutele universali, si è parlato molto di un modello tedesco, sarebbe l’ideale, perché dovrebbe essere lo stato a dare il lavoro a quei lavoratori che lo perdono. Nelle ultime recenti stime di Confindustria si è attestato un tasso di disoccupazione oltre il 14%. Ma c’è una forte evasione fiscale, siamo a circa 60 miliardi di euro, mentre tutta la comunità europea non arriva a questa cifra. La nostra provincia, su dati del ministero del lavoro, ci dice che nel Sannio, delle aziende ispezionate, vi è un irregolare del 65%, perché i numeri sono veramente inquietanti , le 1385 aziende ispezionate ne risultano, come dicevo prima, il 65% irregolare, su 1902 lavoratori gli irregolari ne risultano 1002, e 469 addirittura in nero. Sono questi dati che ci fanno rabbrividire, e questo è un dato generale . Secondo noi per contrastare questo fenomeno lo strumento che bisogna attuare dovrebbe essere chiusura della azienda e perdita dell’appalto . Di queste aziende controllate 65 non rispettavano l’orario di lavoro, ma cosa più preoccupante è che 35 erano irregolari con appalti illeciti, mentre per la sicurezza, il settore edile è quello con più infrazioni, ben 119. Un altro dato preoccupante che il nostro territorio sta vivendo è l’emigrazioni. Vi sono zone come il Fortore , l’alto Tammaro, zone che negli ultimi due anni hanno perso quasi il 50% dei residenti che oggi risultano residenti all’estero, mentre tutto il Sannio si attesta al 28%. Questo dato che ci deve far riflettere , perché si va all’impoverimento dei paesi e del territorio, cosi si rischia lo spopolamento dei comuni . Qui vorrei aggiungere una frase Di Luigi Pirandello che mi ha colpito molto, questa Frase dice “ Ognuno di noi ha una Maschera , una per la Famiglia, una per la società , e una per il lavoro, e quando stai solo resti nessuno” . Frase che mi fatto molto riflettere nel mondo attuale. Poi quello che stiamo apprendendo in quest’ ultimi giorni, che i nostri territori sono tutti inquinati ci sono zone che passeranno molti anni se non secoli prima che potranno essere coltivati . Questo il paese Italia, è stato devastato dalla politiche sbagliate, da costruzioni abusive e da licenze edilizie senza applicazione di criterio. Tutte queste situazioni ci devono far riflettere e ci devono far capire che chi per venti anni ci ha amministrato ha permesso queste cose come se qualsiasi cosa si potesse fare. Vorrei spiegare e far capire, anche ai lavoratori, a chi ancora oggi crede che il loro salvatore è e sia ancora Berlusconi, che se così fosse, se questa è la visione che colgono, allora la democrazia in questo paese seriamente in pericolo se non addirittura finita, mi auguro che il popolo italiano possa prenderne coscienza quanto prima. Io dico che queste parole ci devono far riflettere e capire la vera realtà che questa Italia sta attraversando. Ma il paese non può crescere sempre sulla pelle dei lavoratori, dei pensionati, andrebbe rafforzata la lotta agli evasori, perche i numeri che dicevo prima ci devono far riflettere perché in questi ultimi mesi sono in forte crescita. Bisogna che il Governo mette in campo leggi pesanti per combattere l’evasione fiscale, perché i nostri capitali oggi sono nei paradisi fiscali e bisogna farli tornare e tassarli no come fece il governo Berlusconi che fece dei scudi fiscali per chi li faceva rientrare. Ma la crisi che viviamo non ha pesato solo sull’economia del nostro paese, e non pensavo che potesse condizionare così pesantemente lo sviluppo del sistema produttivo, così come non immaginavamo che poteva colpire duramente la struttura delle aziende portandole alla destrutturazione ed un abbassamento di qualità delle aziende interessate. Ci siamo opposti a questo tipo di politica in quanto ne vedevamo i limiti, ne individuavamo il pericolo di una strada bassa dello sviluppo, fatta di riduzione dei diritti, di compressione dei salari, di concorrenza sleale, di lavoro nero ed irregolare, di immigrati usati come mera merce come braccia e non come uomini; ne percepivamo il rischio della precarizzazione del lavoro, della riduzione delle tutele, della volontà di lasciare mano libera agli imprenditori è al caporalato che è in forte crescita in tutto il paese. E il Governo che fa su queste problematiche? Nulla! Quattro anni fa il nostro slogan era “il futuro del lavoro” qualcosa più di un’intuizione, una scelta che ha impegnato tutta la nostra organizzazione nel tentativo di fare, in questi anni di crisi del settore, un’occasione importante, per farlo ripartire e tutelare i lavoratori del settore che noi rappresentiamo, ma anche per affermare un’idea di sviluppo del settore e del Paese che dia una risposta alta alla sfida competitiva alla quale il Paese è inesorabilmente chiamato. Con questo slogan Il futuro del Lavoro forse si è ottenuto poco, si poteva sicuramente ottenere di più e meglio, ma abbiamo lasciato un’impronta su quelle problematiche di lavoro che si dovevano mettere in campo. Oggi al XVIII° congresso della Fillea facciamo nostre altre parole d’ordine “Citta Future” perché non c’è futuro senza lavoro e non c’è lavoro senza il futuro, e le città vanno messe in sicurezza, bisogna ristrutturare i centri storici e non abbandonarli, ma farli rivivere di nuovo. In questo momento particolare che il paese sta attraversando, questo Slogan sembra essere l’incipit giusto per indicare la strada per risollevare la nostra economia . Dare una lavoro a chi lo ha perso, e sono molti quelli che sono rimasti senza lavoro, significa dare loro il futuro, dare un futuro ai giovani che in questo mondo di precarietà vedono la loro dignità calpestata, senza diritti e senza tutele, dare un futuro alle donne che nella richiesta di parità si ritrovano con la cancellazione di diritti acquisiti. Dare un futuro ai pensionati che si ritrovano privati di strumenti di sostegno alla terza età. L’assunzione di una responsabilità guidata da un’etica e una moralità sociale. La CGIL in questi anni si è battuta, nonostante la mancata partecipazione di CISL e UIL, su valori e contenuti importanti. L’accordo del 28 giugno spero che ci porta fuori da quello che e avvenuto degli anni precedenti con CISL e UIL Ma il declino imboccato dal nostro paese non è ovviamente solo la crisi dell’auto: è la caduta dei processi di qualità, dai settori manifatturieri a quelli del sapere e della conoscenza. Il declino sta nell’Insostenibilità delle scelte fatte, soprattutto quelle ispirate solo all’emergenza, ed è un limite che non riguarda solo il centrodestra, dato che viene da più lontano e potrebbe ancor più riproporsi ereditando proprio il disastro prodotto dal centro-destra. L’Italia è oggi giunta ad un bivio: se non si cambiano scelte, valori e priorità, il Paese finirà per allontanarsi irrimediabilmente dall’Europa. La CGIL prova, ancora una volta, ad indicare la strada per uscire dalla crisi in cui versa il Paese Italia, nelle sue tesi congressuali propone un progetto alto, fatto proprio di valori, scelte, contenuti, obiettivi e strumenti, determinazioni e passione civile per la ricostruzione e la rinascita dell’Italia. Ma veniamo al congresso della CGIL, un congresso caratterizzato da una divisione, che a portato a due tesi come dicevo all’inizio. “il lavoro decide il futuro”. Questo lo slogan del XVII° congresso della CGIL e della mozione della Camusso, mozione condivisa e sostenuta in ogni istanza dalla FILLEA. Mentre la mozione di Cremaschi con lo Slogan “il sindacato e un'altra Cosa. La mozione della Camusso è un progetto fondato su dieci punti fondamentali: • Riaffermare il valore e la funzione universale dei ccnl; • Riqualificare la contrattazione di secondo livello; • Il governo degli orari di lavoro • Assegnare alla contrattazione sociale; • Contrattazione territoriale; • Unificare culturalmente, socialmente e sindacalmente il lavoro pubblico e quello privato; • Ridurre le tipologie contrattuali; • Lotta alla irregolarità, al contrasto del lavoro nero, alle nuove forme di illegalità e criminalità economica; • Vanno cancellate quelle norme a partire dall’art. 8 e 9 del D.L.138/2011 e la Legge 15 e il D.Lgs 150 del 2009, che intervengano negativamente sull’autonomia della contrattazione • Sviluppare la bilateralità di emanazione contrattuale, Occorre dare Certezza, efficacia ed esigibilità agli accordi e ai percorsi negoziabili: “il lavoro decide il futuro ” con questi punti porterà proposte e sfide, che richiamano in causa quello che sia, richiedono sempre un’azione e una responsabilità coerente per il nostro cambiamento. Dobbiamo rafforzare l’azione, il radicamento e il rinnovamento della CGIL, il suo pluralismo, la sua autonomia progettuale. Superare ogni chiusura ed autosufficienza, allargare il fronte sociale in un quadro di alleanze anche istituzionali, interessato e disponibile ad un progetto capace di arrestare il declino del paese e a dar vita a una nuova stagione di diritti e democrazia. Le difficoltà sono tante e anche i nostri ritardi, vale per noi ma anche per il sindacalismo europeo e mondiale. soluzioni però non possono essere quelle delle chiusure aziendalistiche o quelle di natura corporativa. La CGIL è, e deve restare, un grande soggetto unitario e confederale. Per uno sviluppo sostenibile: è quello che esalta e valorizza le risorse che già abbiamo, che valorizza il territorio, le Città, i beni culturali e ambientali, i grandi servizi per la collettività, dalle infrastrutture per la mobilità a quelle per la vita sociale. Ma la sostenibilità spesso è vissuta e associata a politiche vincolistiche e restrittive; e per questo osteggiata, in quanto considerata freno allo sviluppo. Non se ne vede invece la ricchezza, il valore aggiunto che essa può sprigionare, anche in relazione alla creazione di lavoro, nuovo e qualificato. Lo sviluppo sostenibile quindi, non è contro le infrastrutture, ma è per le “buone opere pubbliche”, è per la riqualificazione urbana e per la valorizzazione del patrimonio culturale. L’idea stessa della sostenibilità, o di “eccellenza” come si conviene in questa provincia, contiene in sé il valore della qualità, della democrazia, della libertà e presuppone la mobilitazione dei saperi. Una città, una provincia riorganizzata, dove, per esempio, il problema della casa non è solo il numero degli appartamenti disponibili per soddisfare la richiesta, ma la qualità dell’abitare, che a sua volta non è solamente la comodità degli arredi, ma il rapporto che quella casa instaura con le piazze, con la mobilità fisica e sociale, con i grandi scambi non solo commerciali ma anche culturali con le altre realtà, altre città e le periferie. È questa una città che risponde a un’idea moderna, innovativa di risanamento, di sostenibilità e di eccellenza? Penso di si. E la Cgil di Benevento, in questi quattro anni, su questi temi, ha più volte ragionato con le istituzioni di questo territorio, a partire dell’Ente Provincia, sullo sviluppo possibile e sostenibile; e la Fillea è stata mani e piedi dentro quei ragionamenti, anche perché da soli non andremmo da nessuna parte. Abbiamo però bisogno di capire quanto di quel ragionamento è diventata piattaforma rivendicativa del sindacato, quanto di quel ragionamento è diventata iniziativa concreta sul territorio, contrattazione territoriale, dato che molta di quella elaborazione e proposta riconduce proprio ad un’azione contrattuale. La contrattazione d’anticipo, da sempre rivendicata dalla FILLEA, con i protocolli d’intesa sulle gare di appalto che abbiamo sottoscritta alcuni anni fa insieme a FILCA FENEAL e ANCE sia in Provincia che al Comune di Benevento, qui chiedo a Filca e Feneal di farci promotori estenderemo a tutti i Comuni e le stazioni appaltanti della nostra provincia, io spero che ci porta preventivamente sul processo dell’appalto, affinché le clausole incluse scoraggino le aziende poco trasparenti, e portino lavoro e benessere ai lavoratori residenti in questa provincia. Perché ne hanno veramente bisogno. Perché amici e compagni non possiamo più aspettare non possiamo più assistere a gare aggiudicate ad aziende che non sono in regola, e quelle che cercano di essere regolari finiscono di essere emarginate , e chiudono cosi ci ritroviamo i banditi che lavorano e le aziende sane che chiudono. Con l’Ance e con Filca E Fenel stiamo mettendo in campo forme per combattere l’evasione che sistematicamente alcune aziende evadono, vi sono aziende che all’ente inps dichiarano un numero di lavoratori ed in cassa edili altri numeri e un fenomeno che si sta allargando se non lo combattiamo noi rischiamo di chiudere sia come O.O.S:S. ma anche gli enti Bilaterali. Da premettere che se su queste questioni se non si vuole agire in sinergia, la FILLEA agirà da solo sia nei confronti di quelle aziende non rispettose, è in quegli enti appaltanti che non fanno rispettare le norme sulle gare. I vari protocolli d’intesa sottoscritti con imprenditori ed istituzioni li dobbiamo portare in questa direzione. Il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) di qualche anno a dietro quale ulteriore strumento di regolarità, trasparenza e legalità nel settore edile ha prodotto ottimi risultati, ma ora le imprese hanno trovato l’escamotage per bypassarlo allora amici e compagni è il momento di mettere mano a questo fenomeno. Del resto questo è il nostro terreno prioritario sul quale intendiamo combattere la nostra battaglia anche per la sicurezza sul lavoro, che in edilizia, in particolar modo, non è solo questione di applicazione della normativa specifica, ma capacità di intervenire sull’intera catena dell’appalto, dalla progettazione alla chiusura del cantiere per completamento dell’opera stessa, e qui invito l’amico D’Agostino non farci la guerra solo per le deleghe che non ci porta da nessuna parte, vedi quello che successo sulla Fortorina, e non voglio entrare nei particolari. E ancora la cultura sulla sicurezza l’ulteriore terreno su cui la Fillea ha messo in campo tutto quanto fosse possibile; ma negli ultimi anni le cose non vanno bene siamo di nuovo la provincia più tartassata con infortuni Mortali. Anche perché In questi anni ultimi 4 anni abbiamo frenato le attività degli Enti Bilaterali. Con la costruzione della cittadella degli enti , dove abbiamo messo insieme tutti CPT, CEFME, SICUEDIL e CASSA EDILE, dove il ruolo e l’attività del CPT, era stato il fiore all’occhiello dei CPT della regione Campania, ma forse anche nazionale, oggi lo stiamo distruggendo. Oggi stiamo parlando per fare Scuola e CPT unico ente, ok ne siamo tutti convinti per rilanciare entrambi, ma non ci dobbiamo scontrare per posizionare ognuno le nostre pedine vi rammento che la Fillea ha perso un direttore che ci aveva portato l’ente ad essere il fiore dell’occhiello. Dico svestiamoci dei panni di sindacalisti quando siamo sugli enti, ma insieme dobbiamo essere veramente, giorno dopo giorno, sempre più maggiore riferimento del territorio sia per le istituzioni, per gli enti che per le aziende. E ancora, il rilancio delle attività formative della nostra scuola edile, legata a progetti regionali ed europei sulla formazione, completa l’obiettivo di un progetto più generale di rilancio degli Enti Bilaterali della Provincia di Benevento. Per la Fillea, gli Enti Bilaterali sono soprattutto gli strumenti attuativi della contrattazione. Contrariamente ai luoghi comuni, manifestati anche in casa CGIL, gli Enti Bilaterali possono contribuire a rafforzare ed implementare la cultura del partenariato sociale, in un settore dove i processi di ricomposizione del lavoro e dell’impresa rappresentano una condizione indispensabile per favorire i processi di qualificazione e riqualificazione del settore edile. Ma va ribadito un concetto. La Fillea è contraria ad affidare alla bilateralità compiti impropri, propri della contrattazione. Al tempo stesso è utile riaffermare i margini entro i quali la bilateralità, quale strumento di attuazione della negoziazione, può farsi strumento del coinvolgimento autonomo delle parti sociali nel governo dei processi del lavoro, dalla sicurezza alla formazione, ed in questo contesto declinare il tema della certificazione non in rapporto alla pretesa di settori dell’impresa, del sindacato e della politica di entrare a piene mani nella gestione dell’intermediazione di manodopera, ma con la necessità dei lavoratori di vedere accreditata. Questa doveva portare un avanzamento di carriera, secondo le importantissime conquiste degli ultimi rinnovi contrattuali in materia di inquadramento, ma tutto questo non e avvenuto, ora bisogna rilanciarla fortemente. Come sapete sono in discussione i rinnovi dei contratti il contratto edile che le COOP, e Ance hanno posti dei paletti sul aumento salariale l’abolizione del premio Ape, già nella nostra provincia molto tartassato perché poco sono i lavoratori che ne usufruiscano perche portare le ore 3100 era dire no dare più un centesimo ai lavoratori, Dopo la firma degli artigiani sembra che ci sia una piccola apertura,il prossimo 5 marzo si terrà un nuovo incontro sperando che si chiuda almeno c’è condivisione con Filca e Feneal, ma spero che alla fine vi sia una soluzione che possa soddisfare a pieno i lavoratori e le aziende Ma è dalle istituzione che ci aspettiamo qualcosa di nuovo. La nostra provincia nei prossimi anni sarà interessata da forti flussi economici. Forti investimenti infrastrutturali saranno realizzati sul territorio sannita. Sembrerebbero concretizzarsi, per farci uscire dall’isolamento cui siamo costretti ancora oggi, progetti storici come il raddoppio della Caianello-Benevento, già finanziato ma ora no si capisce dove sono finiti i fondi spero che la politica si impegna per riportali , ci sono tre Milioni per la Fondo Valle Isclero, si deve solo espletare la gara, il Polo logistico del Comune di Benevento anche se dimensionato,oltre all’attuazione di piani urbanistici e di sviluppo, come gli accordi di reciprocità i parchi progetto, con svariati milioni di euro già ammessi e solo da cantierizzare, solo il programma più Europa nella città di Benevento finanzia un importo complessivo di circa 42 milioni di euro , ma una metà già investiti. poi vi sono alcuni comuni come Sant’Agata dei Goti, con investimenti di circa Due Milioni Di Euro, il comune di Molinara Circa un milione e Mezzo già Appaltato ed altri comuni hanno un po di liquidità da mettere in campo, sempre poco ma sempre ossigeno per i l’aziende ed i lavoratori. Tutti programmi questi che porteranno un po’ di risorse nella nostra provincia e spero un pò di ossigeno all’esigua economia. Iniziative importanti si muovono di concerto con le province e le regioni limitrofe. Grandi assi di collegamento ferroviario come la NA_BA, cosi si restituisce alla nostra provincia una centralità perduta da tempo. Siamo nelle direttrici di collegamento est –ovest individuati dalla comunità europea e se le istituzioni faranno la loro parte ed il sindacato riuscirà ad aprire la giusta vertenzialità, Benevento potrà davvero essere la Strasbourg del mezzogiorno d’Italia. Oggi delle risorse investite nel settore degli appalti pubblici, solo il 5% delle risorse regionali arrivano sul territorio sannita, mentre ben il 50% si ferma a Napoli e un altro 39% tra le città di Salerno e Caserta e il rimanente ad Avellino Poi sappiamo le difficoltà del settore, quindi, fortemente destrutturato, con un numero di addetti per azienda che si è ulteriormente abbassato passando da 4 a 2,5 addetti per azienda dispersi nei 2567 cantieri della provincia. I dati economici sono ancora più drammatici. I livelli di paga sono diminuiti e diminuite sono le ore dichiarate mensilmente per ogni singolo lavoratore. Quattro anni fa le ore mensili dichiarate per lavoratore si attestavano su una media delle 100 ore mensili, oggi sono di poco superiore alle 80 e per alcune aziende addirittura meno. La conquista delle 40 ore settimanali doveva diventare un elemento di regolarizzazione del settore, invece è stato vissuto come un dato statistico su cui versare solo la quota di contributi INPS. Anche dal lato salariale le cose non vanno meglio. Un lavoratore edile percepisce oggi una paga giornaliera più bassa di quella erogata quattro anni fa. L’introduzione dell’Euro ha addirittura peggiorato le cose. Gli arrotondamenti si sono fatti sentire in maniera negativa per i lavoratori. I Sindacati, Lavoratori e Imprenditori, non possono nulla contro questo mercato delle opere pubbliche se il committente non adotta da subito una buona pratica di gestione, ispirata alla politica del buon padre di famiglia, selezionando a monte le aziende sane per la realizzazione delle opere e se, nei confronti delle direzione lavori, se non si pretenda innanzitutto l’applicazione di un codice deontologico, etico che risponda prima di tutto ai diritti del committente e dei dipendenti delle aziende affidatarie. Se davvero crediamo nella possibilità di invertire la linea di tendenza e vogliamo incamminarci sulla strada della qualificazione del settore edile, è necessario avere sempre il polso della situazione. Per questo ritengo che l’azione congiunta, delle parti sociali e delle istituzioni, debba partire dal monitoraggio continuo di quanto succede sul territorio. Un osservatorio del settore delle costruzioni per monitorare, analizzare, vagliare, discutere assieme per meglio individuare le strategie e gli interventi da effettuare. C’è poi bisogno di un sistema di norme e di incentivi al fine di creare un sistema virtuoso che sappia premiare nel modo giusto le aziende sane che operano nel settore delle costruzioni e nello stesso tempo penalizzare le imprese con comportamenti illegittimi. Con Filca e Feneal abbiamo attraversato un periodo burrascoso, forse negli ultimi quattro anni, non vi è stata condivisione sulla gestione degli Enti, soprattutto perché qualcuno ha idee differenti, progetti che non coincidono con la nostra idea di bilateralità e di ruolo della bilateralità. Dobbiamo tenere tutti i piedi per terra, ragionare e far ragionare, perché sulle problematiche si deve discutere e trovare un punto d’incontro, perchè la bilateralità ci deve portare a discussioni unitarie nessuno deve immaginare di coltivare il suo orticello. Io mi auguro che Fillea, Filca e Feneal, ritornino sulla strada giusta per imprimere sul territorio una nuova stagione di unitarietà, ricca di contenuti e di progettualità. Ma innanzitutto, ci deve accumunare la voglia di dimostrare che insieme si può, che l’unità nella diversità è una ricchezza per tutti. A che serve avere idee importanti se non sono condivise da chi ti è affianco? Ma come ci attrezziamo per affrontare le sfide future? Cos’è oggi la FILLEA sul territorio. Al congresso scorso contavamo 2120 iscritti. Venivamo da un quadriennio che ci fatto contare molte perdite si contava ad una crescita invece ora contiamo i morti. Oggi, a distanza di altri quattro anni, le posizioni sono rimaste stabili. Nel 2010 eravamo la prima categoria tra gli attivi con qualche centinaio di iscritti in più rispetto alla F.P. oggi continuiamo ad essere primi, ma con alcune centinaia di unità in più, circa 600. Siamo passati dal 13% al 15% degli iscritti totali alla CGIL, compreso i pensionati. Mentre nel 2010, rappresentavamo il 28% degli iscritti attivi, oggi rappresentiamo il 29%. In termini numerici assoluti, in quattro anni siamo cresciuti di 200 iscritti. Passando dai 2000 del 2010 al 2110 di oggi,speriamo spero in un nuovo incremento anche se in questo momento non vi è una buona prospettiva ma si deve pensare sempre in positivo. In quattro anni abbiamo raccolto qualcosa come 2000 nuove adesioni sindacali, altro che numeri artefatti. Peccato, che di queste, solo 800 sono quelle che si sono trasformate in iscrizioni reali. Chiaro segnale, questo, di una forte presenza di lavoro nero nel settore edile. Ciò nonostante, la crescita è evidente, per chi non se ne fosse accorto, così com’è evidente la crescita di rappresentatività della FILLEA nel settore edile della provincia di Benevento. Sulla, Cassa Edile, siamo ad una rappresentatività del 34% rimasta ai agli stessi livelli del 2010. E come vedete se non vi è stato un incremento come gli anni addietro, è perché la crisi del territorio si è fatta sentire e in questi due anni siamo rimasti stabili, ma ce la metteremo tutta per riprendere il cammino degli anni addietro, crisi permettendo. Qui ringrazio i due Luca per il lavoro svolto. Infatti, gli addetti del settore edile in cassa sono circa 2800 Poi abbiamo gli impianti fissi dove abbiamo avuto anche qui un buon riscontro, siamo riusciti ad entrare in nuove aziende . Ma si era sperato nel polo logistico che poteva riportare un pò di economia nuova a Benevento, ma non se ne è fatto nulla, e si spera , anche se dimensionato, che possa ripartire . Emerge chiaramente, da questi dati, l’enorme mole di lavoro messo in campo dalla categoria. La presenza sul territorio, sui luoghi di lavoro, l’assunzione in carico di tutte le difficoltà rappresentate dai lavoratori, la costruzione di un rapporto basato sulla fiducia, che giorno dopo giorno è cresciuta sempre più, sono questi gli elementi che ci hanno caratterizzato, che ci hanno permesso di poter costruire quotidianamente la categoria che oggi portiamo all’XVIII° congresso Provinciale. Un patrimonio a disposizione del territorio, ma anche della CGIL. Un patrimonio costruito con l’aiuto della Fillea Nazionale e della Fillea Regionale. Le strutture si sono spese sia sul piano organizzativo, su piano economico in questi quattro anni abbiamo retto , ma da ora penso che non ce la faremo più se non c’è una forte tendenza di ripresa , e se questo non accadrà nei prossimi mesi, ne usciremo con le ossa rotte, ma tutti cari compagni e compagne. Così come l’attività politica della Fillea Campania, su sicurezza, appalti, restauro, l’attuazione di un programma di formazione, precursore del programma nazionale, ha dato un contributo politico importante alle attività territoriali. Tutto ciò ci consegna una FILLEA pronta a nuove sfide, una FILLEA confederale, forse la categoria più confederale. Oggi con la CGIL stiamo valorizzando il lavoro prodotto da una categoria, come diciamo noi, di fabbricatori? La confederazione oggi sta capendo i meccanismi di questa categoria, come la precarietà del rapporto di lavoro, i meccanismi di proselitismo e di approvvigionamento delle risorse economiche? La Fillea vuole essere sempre più Confederale, ma chiede alla Confederazione di stare affianco della nostra categoria. Sarebbe opportuno aprire una fase di ragionamento sulla nuova confederalità, partendo da due temi portanti: politiche e risorse. La CGIL incamera risorse economiche e aumento degli iscritti, ma quanto restituisce in termine di servizi e di investimenti? qui si deve lavorare in sinergia? Conosciamo le difficoltà della confederazione ma penso se stiamo insieme sui problemi e li affrontiamo tutti uniti penso che ne usciamo fuori da questo pantano. Con la nuova segretaria Rosita Galdiero c’è stato qualche screzio all’inizio del suo mandato, ma ora ci siamo chiariti ed ora lavoriamo tutti con lo stesso obbiettivo, quello di far crescere sia la fillea che la confederazione. La Fillea è dentro la confederazione pronta ad accettare ruoli e compiti che gli saranno assegnati. E credo che il miglior modo sia quello di decidere insieme come utilizzare le risorse a disposizione, siano esse uomini o idee. Alla CGIL di Benevento chiediamo di accelerare la fase di contrattualizzazione del proprio progetto. La nostra organizzazione, dal punto di vista politico è stata si dentro il dibattito politico territoriale, ma credo che si debba spingere sull’acceleratore della negoziazione; puntare a portare risultati concreti in grado di incidere sulla realtà territoriale in modo progressivo. Lasciatemi infine ringraziare i due Gianluca. Due giovani in cui è riposta la fiducia mia e della categoria per la quantità e qualità del lavoro svolto quotidianamente. In questi 4 anni si sono impossessati sempre più delle peculiarità della categoria, portando nelle sedi periferiche, sui cantieri edili, costanza, dedizione, impegno, passione sindacale. Devono crescere e per questo hanno bisogno dell’aiuto di tutti perché saranno il futuro di questa Fillea e di questa CGIL. Vedete, provo un pizzico di orgoglio nell’elencare le cose che in questi ultimi quattro anni abbiamo realizzato, anche perché le cose fatte sono state fatte con passione, con dedizione, con sacrificio. Ma penso che i sacrifici richiesti siano stati ampiamente ripagati. I sette anni miei da segretario, che ci lasciamo alle spalle sono sette anni importanti, i risultati raggiunti sono pregevoli, oltre all’incremento del numero degli iscritti, la struttura è stata impegnata in attività importanti, oltre a quelle Confederali è stato dedicata attenzione soprattutto a quelle formative. Crediamo, scusatemi se uso il plurale, ma e la forma che trovo più consona in quando condivisa dai compagni della categoria, crediamo nella formazione dei quadri dirigenti e nella formazione, crediamo in una Fillea confederale e in una CGIL con maggiore confederalità, crediamo in un sindacato dei lavoratori senza distinzione di ruolo, sia esso fisico o intellettuale, crediamo in un sindacato generale, multietnico, multiculturale, crediamo in un sindacato delle pari opportunità, crediamo in un sindacato che fa della politica della contrattazione il valore primario, ma attento e capace di offrire ai propri iscritti servizi adeguati ed efficienti, crediamo nel valore universale del lavoro, della solidarietà, dei diritti, dei saperi, della libertà, della fratellanza. Questi saranno i valori con cui tutti i giorni ci muoveremo sul territorio per portare in ogni luogo i valori della CGIL. La grande organizzazione dei lavoratori e dei cittadini. Grazie.

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