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11.03.14  Si è concluso il 26 febbraio 2014 il Congresso territoriale della Fillea Milano. Di seguito la relazione del segretario uscente Franco De Alessandri.
Care compagni, cari compagni, un saluto a tutti nostri ospiti invitati al Congresso, un Congresso che non vuole essere solo un momento di verifica del lavoro svolto nei precedenti 4 anni, ma vuole essere anche un confronto aperto, schietto, tra noi delegate e delegati e con i nostri interlocutori sugli obiettivi che ci prefiggiamo per i prossimi tempi. Il Congresso della CGIL si svolge su due documenti tra di loro contrapposti ed alternativi e con 12 emendamenti. Il primo documento, a cui ho aderito, IL LAVORO DECIDE IL FUTURO firmato da Susanna Camusso e Maurizio Landini che prevede, appunto, gli emendamenti e il secondo documento IL SINDACATO E’ UN’ALTRA COSA firmato da Giorgio Cremaschi . Ho trovato molto importante che il documento di maggioranza ( Camusso/Landini) si articoli in 11 azioni e non le tradizionali tesi di lunga strategia. Nel concetto di azioni ci sono obiettivi, proposte e programmi articolati da raggiungere in modo realistico nei prossimi 4 anni di durata congressuale. Il lavoro decide il futuro non è solo il titolo di un documento ma è una grande verità sia per l’Italia che per l’Europa, il lavoro decide il grado di coesione e di civiltà di un paese. In Italia la disoccupazione è oltre il 12% e quella giovanile del 42,5%, negli ultimi 20 anni sono state bruciate due generazioni per assenza di lavoro o con lavori precari, sottopagati e miserevoli. Oggi più che mai il lavoro rappresenta un problema di DEMOCRAZIA per il futuro del paese, ecco perché la CGIL e la FILLEA lo assumono come tema centrale delle proprie rivendicazioni contrattuali, sociali e nel confronto con il governo. LA CRISI E’ evidente che il nostro congresso si colloca nel contesto di una delle più gravi crisi del dopoguerra, addirittura dell’intero secolo, una crisi strutturale, globale, produttiva, politica, sociale ecologica, in sostanza una crisi del modello di sviluppo. Uno sviluppo che dopo gli anni 80 ha visto l’avvio di una politica neo liberalistica che ha prodotto  uno sviluppo del sistema finanziario senza regole e controllo con una forte SVALORIZZAZIONE del lavoro  la concentrazione della ricchezza in poche mani  una riduzione delle autonomie del nostro Paese nei confronti dell’Europa  il grave tasso di disoccupazione giovanile e anche femminile già citato  un forte attacco allo stato sociale , sanitario, dei servizi primari e previdenziali, con fortissimi tagli che hanno ulteriormente lacerato le persone che noi rappresentiamo: lavoratori, disoccupati giovani donne, con un aumento del tasso di povertà che tocca 8 milioni di persone. LE CARATTERISTICHE DELLA CRISI Il sistema produttivo italiano è caduto ad uno dei livelli più bassi degli ultimi 50 anni, interi comparti produttivi sono stati cancellati dai mercati, una forte desertificazione produttiva una delocalizzazione fortissima, mancate politiche di innovazione , ricerca e sviluppo. Si sono sviluppati e sono cresciuti fenomeni di lavoro nero, illegalità diffusa, criminalità organizzata in economia, caso esemplare quello degli appalti in edilizia. Il caso della crisi in edilizia è eclatante, in 6 anni si sono persi più di 600.000 posti di lavoro regolari. Su questi temi la CGIL ha definito, anche attraverso la proposta del PIANO DEL LAVORO: a. una nuova centralità dell’intervento pubblico, che punti sulla qualità e selettività degli interventi come un nuovo grande progetto di infrastrutture pubbliche ( non grandi opere come il ponte sullo stretto ), un piano per il riassetto del territorio, uno sviluppo eco compatibile ( in questo senso un accordo tra Fillea Nazionale e Lega Ambiente ed il documento Fillea nazionale di contributo alla mozione 1) ; b. un piano straordinario di occupazione giovanile legata ad un nuovo progetto di riforma della politica dell’istruzione, formazione e ricerca legata alle esigenze del mercato, creare l’accesso alla formazione continua per ogni livello a tutte le persone, innalzare l’obbligo scolastico a 18 anni, assumere nella contrattazione piani formativi specifici e l’utilizzo degli Enti Bilaterali c. attuazione in tempi rapidi della riforma della pubblica amministrazione e riforma istituzionale. La riforma della pubblica amministrazione è urgente, il tasso di burocrazia è diventato un forte elemento di freno per lo sviluppo del paese, per l’economia, per il sistema delle imprese ed aumenta spesso l’irritazione e la sfiducia dei cittadini nei confronti dello Stato che si vedono spesso lesi i loro diritti. Quindi non tagli lineari, ma una riforma organica della pubblica amministrazione, riqualificazione dei servizi, semplificazione burocratica ( una volta si parlava di sportello unico per le pratiche - Bassanini ) , taglio agli sprechi, azzeramento delle consulenze, lotta alla corruzione ( esempio : centri unici di acquisto e spesa ) e contemporaneamente grande investimento, di riqualificazione e valorizzazione dei lavoratori pubblici; d. a concorrere e aggravare la crisi sociale ed economica del Paese è anche un SISTEMA FISCALE, un sistema fortemente iniquo, discriminante, inefficiente che colpisce la parte più debole della popolazione. Nei paesi industriali l’Italia è l’unico stato che vede una fortissima concentrazione della ricchezza in poche mani, che soffre di una EVASIONE PATOLOGICA di 130 miliardi all’anno, che vede un basso prelievo sui grandi patrimoni e rendite ed un fortissimo prelievo dal lavoro e dalle pensioni, un aumento progressivo della tassazione locale per effetto del patto di stabilità, ed un fiscal drag mai riformato nonostante le promesse dei vari governi che si sono succeduti; e. la CGIL che da tempo si è battuta sul tema del FISCO propone una RADICALE RIFORMA FISCALE che si articoli sui seguenti obiettivi : • uno spostamento del prelievo fiscale a favore del lavoro e pensioni, tassando i grandi patrimoni e grandi rendite • una rapida semplificazione delle norme e delle leggi, anche per rendere efficace la lotta all’evasione • introduzione di una imposta sulla ricchezza e adeguamento delle tasse sulle grandi rendite e transazioni finanziarie • la riforma dell’irpef sul lavoro , modifica del sostegno fiscale alle famiglie, la detassazione del salario di produttività e nuove tasse per l’ambiente • se fossero confermate le dichiarazioni di Graziano Delrio, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, sull’aumento della tassazione dei BOT, la CGIL sarebbe contraria ed il nuovo Governo non comincerebbe bene il suo percorso. EUROPA Il nostro paese, come altri, paga fortemente le scelte compiuta dalla CEE. La nostra Organizzazione ha sempre combattuto la scelta sbagliata attuata dall’Europa, che di fronte alla crisi dell’integrazione europea, ha scelto la politica dell’austerità, che ha privilegiato i paesi più forti come la Germania e la Francia penalizzando in vario modo gli stati membri con un’economia più debole. Voglio qui ricordare alcuni obbiettivi che, dopo tante battaglie fatte dalla CGIL , rilanciamo da questo Congresso. Il risultato delle politiche di una Europa delle banche e della finanza, guidata soprattutto dalla Merkel attraverso la Banca Centrale Europea, ha prodotto una economia a due velocità. E’ NECESSARIO COSTRUIRE UN NUOVO MODELLO SOCIALE EUROPEO, costruire gli STATI UNITI D’EUROPA, bisogna passare dall’Europa monetaria a quella Federale e SUPERARE IL PATTO DI STABILITA’. La CGIL chiede di cancellare il Fiscal Compact e l’obbligo di pareggio del bilancio, tema del quale, da ultimo anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è espresso per fuoriuscire dal famoso 3% e sul quale tema la stessa comunità europea ha fatto una prima timida apertura. E’ necessario un grande progetto Europeo sul tema della disoccupazione ed in modo particolare sulla disoccupazione giovanile, un progetto di politica industriale per affrontare la competizione nel mercato globale, un progetto di STATO SOCIALE EUROPEO , moderno, efficiente ed inclusivo. Il sindacato deve recuperare un ritardo storico in questo contesto, perciò bisogna costruire un fortesindacatoeuropeo che superi i limiti della CES. Un sindacato autonomo strategicamente che definisca nuovi spazi e poteri contrattuali e che imponga una linea e un progetto di diritti sociali e sindacali. POLITICHE INDUSTRIALI Rispetto alla gravità della crisi del sistema produttivo che dura da oltre 6 anni è necessario ribadire alcuni concetti ed alcune proposte. Per invertire la tendenza, intanto bisogna ribadire che l’Italia deve rimanere un paese industriale e manifatturiero. Ciò attraverso grandi investimenti in tecnologia, innovazione di processo e di prodotto nei settori manifatturieri di alta intensità occupazionale, con sgravi fiscali mirati, un utilizzo massiccio dei fondi europei, grandi investimenti nazionali e regionali per abbattere i costi dell’energia, di risparmio energetico e di recupero ambientale, come scelta fondamentale per arrestare la delocalizzazione. E’ necessario puntare alla SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE alla GREEN ECONOMY, al recupero del territorio, alla valorizzazione delle risorse ambientali e naturali ( persino Fabio Fazio, da Sanremo, ha parlato di ricucitura del territorio – esempio Botticino ). Questi sono i temi sui quali da anni la Fillea è impegnata, ricordo diversi convegni e documenti nazionali che sono diventati anche una ricchezza ed un contributo di elaborazione alla Confederazione. Sul piano del lavoro, dunque, ribadiamo i temi centrali : LAVORO NUOVO, SVILUPPO, SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE. I contratti collettivi devono avere valore ERGA OMNES come previsto dall’art. 39 della Costituzione. Sviluppare la bilateralità di emanazione contrattuale ( edili ) nei vari settori produttivi come momento di coesione sociale ed aumento dei diritti per i lavoratori e le lavoratrici. I NOSTRI CONTRATTI Dopo mesi di confronto, anche aspro, abbiamo rinnovato quattro contratti nazionali che riguardano il settore del Cemento ( 120 € al parametro 140), i Lapidei ( con 130 € medi ), i Laterizi e Manufatti ( con 104 € al parametro 136 ) e il Legno Arredo ( con 115 € di media ). Sono stati firmati anche tutti i contratti con le Associazioni minori Confapi, Aniem e Confimi Da ultimo ( e non come importanza ) abbiamo firmato il contratto con gli artigiani ( che prevede un aumento di 110 € medi ) Per gli artigiani stiamo lavorando per presentare le piattaforme territoriali da subito, come previsto dal contratto. In tutti questi comparti nonostante la crisi i risultati sono importanti: • abbiamo recuperato il potere di acquisto per i lavoratori e le lavoratrici; • abbiamo confermato i due livelli di contrattazione; • abbiamo consolidato i diritti per i lavoratori ed i diritti sindacali; • abbiamo limitato gli effetti devastanti sul mercato del lavoro e sulla flessibilità della Legge Fornero. Cosa ci manca ? Manca il comparto più rilevante della categoria , il contratto degli EDILI Industria. Su questo mancato contratto vorrei essere molto esplicito oltre che essere breve, altri compagni si esprimeranno più nel merito. Dopo un anno di trattativa con ANCE e COOPERATIVE siamo ancora in mezzo al guado ( sono previsti ulteriori incontri nei prossimi giorni ). Abbiamo perso un anno di trattative ? Incontri direi piuttosto, sul tema della riforma degli Enti Bilaterali, ci siamo scambiati più di una decina di documenti. A questo proposito vorrei ribadire che una vera riforma degli Enti Paritetici l’abbiamo chiesta noi come sindacato unitario, per il semplice motivo che abbiamo netta la consapevolezza che l’attuale sistema non regge più di fronte alla crisi del settore ed alla caduta della massa salariale . Ma il sindacato vuole appunto una riforma, che salvaguardando questo patrimonio storico insostituibile per i diritti dei lavoratori e per l’integrità ed il completamento del sistema contrattuale, che si metta in atto un progetto di razionalizzazione dei costi, una maggiore efficienza e trasparenza del sistema, con un progetto di innovazione che metta in rete ed in sinergia tutti i soggetti, espressione del sistema, prevedendo anche accorpamenti regionali , laddove ve ne sia bisogno. Su tutto ciò abbiamo fatto proposte precise documentate. Ciò che non accettiamo è la sola logica dei tagli indiscriminati o lineari senza una proposta strategica . Così non si va, da nessuna parte. Quindi abbiamo perso un anno prezioso per una precisa responsabilità dell’Ance nazionale e delle Cooperative. La responsabilità maggiore dell’Ance è quella di non avere saputo o voluto trovare una sintesi interna, non solo per firmare il contratto, ma anche perché con il nuovo contratto è possibile rilanciare una strategia lungimirante per uscire dalla crisi. Oggi, dopo il grande SCIOPERO UNITARIO del 13 Dicembre scorso e con le quattro grandi Manifestazioni Interregionali ( ricordiamo quella bella combattiva che a Milano ha visto davanti ai cantieri EXPO più di 4.000 persone ) oggi ANCE e COOPERATIVE hanno chiesto la ripresa delle trattative avanzando alcune ipotesi. Quelle principali sono che sul salario si è passati da 0 a 60 € . Rispetto all’APE ( Anzianità Professionale Edile ), i requisiti di ore lavorate nell’arco di un biennio ( attualmente 2.100) scenderebbero dalla prima proposta/provocazione da 3.200 a 2.600. Come è del tutto ovvio, su tali proposte ANCE e COOPERATIVE sono lontanissime dal raggiungere un contratto dignitoso sul contratto. A proposito della crisi del settore delle costruzioni, che abbiamo detto essere la più grave del dopoguerra, di natura strutturale e non ciclica e che al termine della stessa nulla sarà più come prima. Vorrei capire come ANCE pensa di governare questi processi di crisi senza il sindacato o peggio con una rottura. In passato abbiamo dato prova di grande responsabilità come sindacato unitario, mi riferisco agli Stati Generali con una piattaforma rivendicativa nei confronti del Governo per investimenti pubblici nel settore, mi riferisco ai tanti accordi nei territori, anche a Milano, sulla gestione delle crisi, sulla qualità e sulla tenuta della coesione del settore. Infine, su questo tema, per quanto riguarda l’EVR territoriale si è aperto un approfondito confronto con Assimpredil che nei prossimi giorni porterà ad una riconferma di questo istituto su tutto il territorio milanese, su questo stiamo valutando gli ultimi dettagli CONTRATTAZIONE E CONTRATTI DI CATEGORIA La contrattazione è l’essenza, il ruolo fondamentale e l’identità della CGIL e della FILLEA. Questa è la storia , la pratica che sin qui abbiamo praticato e che vogliamo ribadire con nettezza. Il primo obbiettivo che ci proponiamo per il futuro è l’INCLUSIONE , la tutela contrattuale e sociale di tutte le figure del mondo del lavoro in tutti gli ambiti in cui la contrattazione si svolge, implementando e intrecciando vari livelli, ed evitando sovrapposizioni. Il contratto nazionale e la contrattazione di secondo livello rimangono i pilastri del nostro modello contrattuale. Assieme al valore del contratto nazionale ci prefiggiamo di estendere e qualifiche di secondo livello, sia esso aziendale o territoriale . La contrattazione sociale va rafforzata, sui servizi sociali, sanitari, trasporti ecc. anche come forma di una parte del reddito e il rispetto dei diritti e dei bisogni di una fascia importante di popolazione. Sulla contrattazione collettiva, è necessario cancellare l’art. 8 e 9 dal Decreto Legislativo 138 del 2011, ed il D.L. 150 del 2011 che minano fortemente l’autonomia delle parti sociali. POLITICHE PREVIDENZIALI – PENSIONI – RIFORMA AMMORTIZZATORI Le politiche dei Governi Berlusconi – Monti – Fornero sulle pensioni hanno prodotto in Italia uno dei sistemi più rigidi, iniqui e penalizzanti per i lavoratori di tutta Europa. Per gli edili questo è un tema di particolare gravità visto che con l’innalzamento dell’età pensionabile rischiano di non raggiungere quasi MAI i requisiti per la pensione di anzianità. Queste manovre governative hanno penalizzato con il blocco del turnover i giovani, creando, inoltre, un gravissimo dramma che porta il nome di ESODATI (non ancora risolto), aumentano una vasta schiera di precari e marginalizzato ulteriormente i più deboli, donne e immigrati. Affrontare in modo adeguato questa delicata tematica occorre agire con diverse proposte: - CONGELARE la riforma Fornero nella prospettiva di un radicale cambiamento della stessa, dotando il sistema previdenziale pubblico oltre che della sostenibilità finanziaria (ricordo i cinque miliardi di debito INPS lasciati da Mastrapasqua) anche della sostenibilità sociale reintroducendo flessibilità, gradualità e solidarietà. Per quanto riguarda sempre gli edili, bisogna riprendere in considerazione con coraggio il tema dei lavori USURANTI, costruendo proposte mirate, selettive e individuando a tale scopo fonti di finanziamento certe. Per combattere la marginalità sociale prodotta dalla crisi a discapito delle grandi fasce di popolazione, tra cui, disoccupati, precari, giovani, atipici e discontinui risulta necessario: • creare un sistema nazionale pubblico di servizio e assistenza per queste fasce; • superare il dumping contrattuale presente nell’attuale mercato del lavoro, rilanciare la lotta al caporalato, all’illegalità, all’intermediazione della manodopera attuare forme di accompagnamento tra un lavoro e un nuovo lavoro, investendo su politiche attive del lavoro e del sostegno al reddito mirato alla ricollocazione dei lavoratori vittime di crisi aziendali settoriali. In sostanza si tratta di CONQUISTARE una riforma degli AMMORTIZZATORI SOCIALI UNIVERSALI estesi a tutte le tipologie di impiego. LA FILLEA E IL TERRITORIO La crisi del settore ha prodotto effetti pesanti anche sul nostro territorio. Abbiamo perso decine di imprese medio piccole, le ore di cassa integrazione ordinaria sono aumentate da 214,023 nel 2011 a 385,582 a fine del 2012 e a novembre del 2013 sono arrivate a 429,528. Il numero dei lavoratori iscritti alla Cassa Edile alla fine del 2009 erano di 40,787 unità e ad ottobre del 2013 sono scesi a 29,614. La massa salariale dichiarata alla Cassa Edile passa da 43,531,097 a fine 2011 a 36,850,072 a novembre 2013. La percentuale dei lavoratori stranieri sul totale dei lavoratori passa dal 47% del 2011 al 45% del novembre 2013. I dati sono riferiti alla Cassa Edile che come sappiamo vede, oltre alla presenza di Milano, anche i territori di Monza Brianza, Legnano, Lodi. Il calo è pesante e nonostante la presenza di grandi opere (EXPO, infrastrutture stradali, TEEM, BRE.BE.MI, CITY LIFE) non vi è stata alcuna possibilità di bilanciare le perdite, nonostante la presenza di queste grandi opere. Ma voglio anche ricordare le pesanti perdite nel comparto delle stradali, che sono ormai ridotte a pochissime unità, abbiamo poi subito una perdita storica di due cooperative che avevano più di 100 anni di storia, la SELCIATORI POSATORI e la LAVORANTI MURATORI. Altri temi rilevanti per la categoria, sui quali bisognerà dare il massimo dell’attenzione e prevedere iniziative unitamente alla confederazione, sono : • Metropoliatana Milanese - settore ingegneria, rispetto al suo futuro e dalla propria mission è in atto un confronto con l’amministrazione comunale (unica proprietaria), confronto, devo dire deludente ed inconcludente, nonostante abbiamo più volte incalzato il Comune, non abbiamo avuto nessuna certezza sul futuro e se dobbiamo guardare al dibattito sulla SEA non c’è che da preoccuparsi; • IMPREGILO, dopo la fusione con Salini , sugli sviluppi strategici. Dobbiamo mantenere forte l’attenzione della categoria e della confederazione, anche se dobbiamo registrare una forte capacità di governo dei processi delle RSU che per noi rappresentano un punto fermo. Abbiamo passato 4 anni difficili, come si evince anche dai dati che abbiamo appena descritto, nonostante ciò penso che la struttura milanese della Fillea, nel suo insieme, sia riuscita a mantenere un livello di iniziativa anche con risultati di tenuta importanti e da valorizzare per i prossimi 4 anni. TESSERAMENTO: La Fillea di Milano ha chiuso il tesseramento nell’anno 2010 con 13,672 iscritti, nel 2011 con 13,842, nel 2012 con 13,971, e nell’anno 2013 con 14,288 iscritti di cui 3487 stranieri, 165 donne, 2471 artigiani e 469 impiegati. Questi dati di tenuta, sono il risultato di un organizzazione vitale nella quale tutto l’apparato politico e tecnico ha dato un contributo senza risparmio di energie. Anche in virtù dei rapporti unitari sostanzialmente positivi, siamo stati tra i primi sottoscrittori, in Italia, del contratto provinciale, rispetto al quale voglio ricordare un solo dato: €107 di aumento a regime, ed in seguito anche l’accordo territoriale con gli artigiani, con risultati altrettanto positivi. Un ulteriore elemento di importanza per il settore edile, figlio di questi accordi territoriali, è il progetto CANTIERE QUALITA’ che in accordo con l’INAIL premia le aziende virtuose sul rispetto della sicurezza, trasparenza e regolarità. Importante è stato il nostro impegno sul funzionamento degli Enti Bilaterali ha prodotto risultati significativi, a partire dalla Cassa Edile che anche con il contributo della nuova Presidenze e Vice Presidenza ha prodotto un aumento dell’efficienza, nella velocità e nella puntualità delle prestazioni ai lavoratori ed alle imprese. Vorrei anche salutare con soddisfazione il nuovo Direttore della Cassa Edile Antonio Marchesi, che attraverso la propria conoscenza e competenza sul sistema, la sua capacità di ascolto ed il suo pragmatismo ha creato un clima nuovo di efficienza e vitalità. Ricordo anche che la Cassa Edile ha concorso con la Prefettura e l’Expo alla definizione di un programma informatico per il controllo delle persone, merci di quell’opera. Lo stesso giudizio positivo esprimo per il ruolo svolto in questi anni dal CPT, per l’aumento progressivo delle visite in cantiere, la formazione sulla sicurezza e ciò vale anche per ESEM, per l’aumento dei corsi e la capacità di cooperazione e sinergia con lo stesso CPT. Molti sanno del ruolo importante che attribuiamo al tema della sicurezza e quindi al consolidamento delle RLST e dell’ASLE. Il bilancio sociale approvato di recente dimostra una ulteriore presa di coscienza del ruolo che le RLST devono svolgere soprattutto in una fase di crisi. Ricordo che RLST-ASLE sono una conquista sindacale e non un Ente Bilaterale. Più in generale per ciò che riguarda gli Enti Bilaterali sul nostro territorio abbiamo concordato come parti sociali l’investimento per una risorsa umana che abbia il compito specifico da fare da interfaccia tra gli Enti, di aumentare l’efficienza e per una razionalizzazione dei costi. Per affrontare le complesse ragioni del declino del settore abbiamo bisogno, anche sul territorio, di strumenti di conoscenza. Ma soprattutto la conoscenza scientifica ci serve per avanzare proposte di merito per il proprio rilancio. Per queste ragioni abbiamo stipulato un accordo con il Politecnico di Milano per una ricerca che vede protagonisti diversi dipartimenti dell’università con i dirigenti e delegati del sindacato unitario. La ricerca che si sviluppa su diversi temi: mercato del lavoro, risparmio energetico, la nuova edilizia, le caratteristiche del sistema d’impresa ed altro ancora. Tale ricerca attiva si sta svolgendo attraverso dei FOCUS specifici con un lavoro di collaborazione a rete, Università e strutture sindacali, superando la logica delle ricerche come commissioni passive rispetto alle quali il committente attende ( passivamente ) il prodotto finito. Anche sui temi urbanistici abbiamo avuto un ruolo attivo unitariamente come categoria. Negli scorsi anni in un confronto sul nuovo PGT ed attualmente sul regolamento edilizio. Molte nostre osservazioni sono state assunte dall’assessore all’urbanistica sui temi inerenti la regolarità, la legalità, gli appalti e la sicurezza. Su legalità, lotte alle mafie e lotta al caporalato per diversi anni siamo stati la principale anima di una rete formata da diverse associazioni: Arci, Libera., Acli e movimenti che hanno dato vita a Milano ed in Lombardia alle iniziative della CAROVANA ANTIMAFIA di Don Ciotti. Sull’immigrazione bisogna recuperare quello spirito e quelle iniziative, che i conti con la crisi, hanno un po’ affievolito, iniziative che ci hanno visto presenti con varie iniziative e convegni per la difesa dei diritti dei Migranti e che hanno contribuito ad una grande Manifestazione a Milano con 30.000 persone nel 2011 . Manifestazione che ha contribuito a creare la Rete 1° Marzo. EXPO Con l’avvento dell’EXPO si è dichiarato da più parti, che tale opera dovrebbe portare sviluppo ed occupazione. Se guardiamo all’occupazione in edilizia , ad oggi i lavoratori edili impegnati sulla “piastra” non superando 1.000 unità ed i ritardi sul crono programma ci sembrano del tutto evidenti. A proposito di EXPO, si impongono alcune considerazioni : 1. Quale sarà il lascito del dopo Expo ? Come sarà utilizzato socialmente quel sito di 1.000.000 mq ? si era discusso di “contratto sociale”, bisognerebbe definire ora quale sarà il destino di quelle aree dopo il 2015, in una città che è in forte trasformazione sia dal punto di vista urbanistico, sia dal punto di vista sociale. 2. Vi era un impegno di tutti i soggetti coinvolti nell’opera, Governo, Regione, Comuni, al rispetto delle regole e della trasparenza con tanto di protocolli, ma il primo appalto sulle interferenze ha visto un ribasso del 43% ed il secondo sulla piastra del 42%. 3. Alcune imprese sub-appaltatrici hanno ricevuto l’interdittiva per collusione con soggetti in odore di mafia. 4. Nel meccanismo degli appalti e sub appalti, le imprese locali sono praticamente escluse; ciò è sicuramente il frutto di una concorrenza spesso sleale, ma credo che il sistema delle imprese milanesi debba porsi delle domande sui motivi di tale esclusione a partire dalla dimensione e strutturalità delle stesse imprese e dell’incapacità di fare cartello. 5. Per quanto ci riguarda, come categoria e confederazione, abbiamo dato un contributo decisivo negli accordi quadro, sul tema della legalità, per il rispetto delle norme contrattuali ed i diritti dei lavoratori e contro un tentativo di derogabilità dei contratti nazionali di lavoro che avrebbero un grande effetto negativo su un mercato del lavoro già fortemente precario 6. Per ciò che riguarda la nostra categoria abbiamo svolto la contrattazione di anticipo in tutte le fasi dell’opera, abbiamo svolto e stiamo svolgendo la contrattazione di cantiere sulle condizioni di prestazione di lavoro, salute , sicurezza, orari di lavoro, flessibilità, contrattare diritti dei lavoratori e sindacali 7. Da ora deve proseguire un rapporto più stretto con la confederazione ( Coordinamento Camerale Expo) e con le altre categorie coinvolte, al fine di esercitare un forte scontro sindacale e contrattuale in tutte le fasi dello sviluppo dell’opera, ciascuno facendo al meglio la propria parte. I RISULTATI CONGRESSUALI DELLA FILLEA DI MILANO Il nostro percorso Congressuale vede i seguenti risultati: • le assemblee svolte sono 196 contro le 171 del 2010 • i lavoratori aventi diritto etrano 6195 ed i votanti sono stati 4818 - il 77,77% i voti validi sul totale dei votanti sono 4412 - il 91,57% le schede bianche sono 300 e le schede nulle 106 • il voto dei documenti tra di loro contrapposti ha visto il seguente risultato IL LAVORO DECIDE IL FUTURO 4389 VOTI FAVOREVOLI – 99,48% IL SINDACATO E’ UN’ALTRA COSA 23 VOTI FAVOREVOLI – 0,52% • Altri dati importanti riguardano gli emendamenti alle azioni del documento Camusso sulle pensioni: azione 2 – punto 3 1374 favorevoli – 28,52% 3443 contrari - 71,46% 1 astenuto Azione 3 – punto 4 1367 favorevoli - 28,37% 3448 contrari - 71,56% 3 astenuti Da ultimo il risultato del voto sull’ordine del giorno relativo alla rappresentanza, ha ottenuto su : 4818 votanti 3067 favorevoli 51 contrari 350 astenuti Una riflessione che si impone sulla nascita del Governo Renzi, per quel che oggi ci è dato di capire: come sempre il giudizio della CGIL e della FILLEA rispetto al nuovo Governo sarà sul merito, un merito che per le persone che rappresentiamo richiede concretezze e non proclami, il bisogno di un programma urgente che scelga priorità precise. Allora, siccome Renzi ha dichiarato che farà una riforma al mese, chiediamo di iniziare dalle seguenti : 1. Investimenti per la crescita, accompagnati da un piano straordinario per il lavoro ( non importa che si usi la dizione inglese JOB ACT) chiediamo un piano per il lavoro in tempi definiti e chiediamo di conoscere la fonte del finanziamento; 2. Una urgente riforma di tutti gli ammortizzatori sociali, affrontare le emergenze esodati, vertenze di fabbriche in crisi, ma soprattutto una riforma degli Ammortizzatori INCLUSIVA per tutte le forme di lavoro, in un quadro di uno stato sociale moderno e che non PENALIZZI ancora i più deboli e gli ultimi; 3. La riforma fiscale, sulla quale abbiamo già detto molto, ma cominciamo davvero a togliere le tasse sulle buste dei lavoratori e pensionati, con provvedimenti che non abbiano il sapore di una mancia, e non come dice Alfano, solo per le imprese Infine, con questo Congresso si avvia la fase di rinnovamento del gruppo dirigente della Fillea di Milano. Buon Congresso a tutti, ne abbiamo bisogno, soprattutto ne hanno bisogno i lavoratori.

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