Agenda FilleaFlickr FilleaTube twitter 34x34 facebook 34x34 newsletter mail 34x34 busta paga 40x40Calcola
la tua busta paga

domani ci sara logo 1200

13.03.14 Si è concluso il 1 marzo 2014 il Congresso territoriale della Fillea Trapani. Di seguito la relazione del segretario uscente Enzo Palmieri, riconfermato alla guida della struttura dal nuovo direttivo eletto al termine del congresso.

Cari compagni,care compagne,amici e gentili ospiti, delegate e delegati, ma soprattutto cari lavoratori, un caro saluto e un sentito ringraziamento  per la vostra presenza, oggi qui, al IX congresso provinciale della Fillea CGIL di Trapani.
Prima di iniziare  ad esporvi la relazione , consentitemi di fare un    ringraziamento  al compagno  Mario Ridulfo, della segreteria regionale della Fillea CGIL Sicilia e al compagno  Moulay della segreteria nazionale della Fillea CGIL. Un saluto particolare per il compagno Franco Colomba . A lui un ringraziamento particolare per la mia crescita sindacale . 1  suoi consigli ,le sue idee, spesso condivise, in questi nove anni insieme, hanno fatto  si che il nostro fosse innanzitutto  un rapporto  improntato sul confronto  e non sullo scontro, un percorso  di condivisioni del modo di interpretare il sindacato e di come meglio rappresentare i lavoratori. Da quando sono stato eletto segretario, se non ci fosse stato il suo aiuto, non ci fossero stati i suoi consigli, tutte le problematiche, politiche e del lavoro, mi avrebbero sicuramente travolto. Un compagno di viaggio, senza il quale forse oggi non sarei qui a relazionare, al congresso della Fillea di Trapani,e per questo lo ringrazio di cuore. Ma veniamo alla nostra giornata al congresso che ci apprestiamo a celebrare. Abbiamo iniziato il nostro percorso congressuale il lO Febbraio scorso. Un percorso iniziato con le prime due assemblee congressuali di base una alla camera del lavoro di Alcamo e un'altra,  sempre nella  stessa serata dove ha partecipato  Andrea alla camera  del lavoro  di Marsala. Abbiamo chiuso il nostro percorso congressuale venerdì 21febbraio  scorso con i lavoratori  edili di Santa Ninfa.  • Assemblee svolte con passione, caratterizzate e impostate con le discussioni sui documenti congressuali. In questo nostro percorso congressuale, abbiamo effettuato 20 assemblee di base, divise in 10 assemblee nei luoghi di lavoro e 10 assemblee nelle zone. Grossa partecipazione l'abbiamo avuta negli impianti fissi, altrettanto importante e' stata la partecipazione dei lavoratori dell'edilizia ,non   scontata, in considerazione del fatto  che a differenza degli impianti  fissi, mancano grandi momenti di aggregazione,grandi cantieri,dove svolgere assemblee. In queste occasioni abbiamo incontrato  tanti lavoratori e, per l'esattezza 1430    lavoratori  su un totale  di 2660. Abbiamo inevitabilmente ,affrontato tematiche proprie dei luoghi di lavoro ,ma abbiamo anche colto l'occasione per discutere, insieme ai lavoratori , delle politiche sindacali della cgil , delle     lotte  e del ruolo che la nostra organizzazione , soprattutto negli ultimi 4 anni , ha saputo metter  in campo: perché' la storia di  questi ultimi 4 anni ci dice: la CGIL e' l'organizzazione sindacale che sta in campo e che ha segnato le vicende politiche e sociali di questo periodo. Per la CGIL la difesa dell'occupazione  ed il mantenimento  dei lavoratori  all'interno delle aziende è una priorità assoluta. La  crisi finanziaria  in  corso, è  ormai  una crisi globale. Le sue dimensioni  e l'impatto che ne  deriva, potrebbero essere più rilevanti della grande crisi del1929. Già oggi assistiamo a un profondo  peggioramento dell'economia reale, perché gli effetti della crisi si sono ormai diffusi in tutto il sistema produttivo e dei servizi. L'aumento vertiginoso della CIG, il crollo della domanda, il calo degli investimenti, pongono come priorità assoluta la difesa del lavoro e dell'occupazione. Bisogna impedire  che i costi della  crisi vengano pagati dai lavoratori,  dai pensionati,dai  precari e in generale dalle famiglie a reddito medio e basso. È tempo di invertire l'attuale iniqua redistribuzione della ricchezza. Per noi della CGIL è indispensabile una politica antirecessiva, fondata sul sostegno ai redditi del lavoro e da pensione, per far ripartire  la domanda interna e la produzione. Ogni giorno  e dico ogni giorno  siamo a contatto  con persone che non c e la fanno  più a sostenere le esigenze minime  familiari  , pensionati che veramente non arrivano  a fine  mese, ma soprattutto    edili disoccupati da anni , che vengono a chiedere un aiuto per trovare, - anche per poche settimane  -    un lavoro. Di contro la classe politica in questi ultimi mesi e' stata impegnata quasi esclusivamente nel dibattito sulla decadenza o meno di un solo cittadino,sulla  stabilita politica del governo, senza intervenire  sugli aspetti di fondo di questo paese che è quello di far diventare il LAVORO punto centrale della discussione politica. Compagne e compagni, io ho la piena consapevolezza di rivolgermi  a tanti di voi che subiscono in prima persona gli effetti della mancanza di lavoro,con la preoccupazione che sempre più le parole e le analisi che si possono svolgere in una relazione rischiano di apparire inutili e distanti rispetto  ai problemi concreti del vivere quotidiano. Eppure e dalla realtà  quotidiana  e con la realtà quotidiana  che ci misuriamo  ogni giorno  e dalla quale facciamo discendere le nostre iniziative ed il nostro impegno per difendere i lavoratori  ma soprattutto per difendere il posto di lavoro. Compagne e compagni, noi stiamo  attraversando  un momento  storico  in cui il sentimento  comune  più diffuso e la preoccupazione  e la paura per il presente e per il futuro  del nostro  paese , per la propria condizione e quella della propria  famiglia. Le scelte che il governo in questi ultimi  anni ha fatto ,se da un lato sono servite ad avere rimesso i conti in ordine , di averci restituito credibilità  in Europa , pur tuttavia queste scelte non sono state neutrali, hanno lasciato il segno sui lavoratori e sui pensionati che più di altri hanno pagato e stanno pagando il prezzo della crisi economica e del risanamento finanziario. Talune di queste scelte sono state improntate al rigore finanziario ed ai tagli alla protezione sociale, tagli ai finanziamenti  alle regioni  e ai comuni  che hanno pesato e pesano sul reddito  e sulla condizione  delle famiglie.
Di fatto le scelte del governo hanno fortemente penalizzato il mondo del lavoro in tutte  le sue articolazioni, aumentato il numero dei disoccupati nel nostro paese , fortemente ridotto il potere di acquisto di salari e pensioni, ridotta  la capacità produttiva della nostra industria, diminuito  il prodotto interno lordo,portato il paese in una profonda recessione . Il paese e' in ginocchio, le imprese di tutti i settori al nord, al centro e al sud chiudono e licenziano i propri dipendenti. Il settore edile e' uno dei più colpiti dalla crisi, subisce un   calo degli investimenti che arriva ai livelli più bassi degli ultimi 40 anni, nonostante  tutti lo indicano come un settore  anticiclico su cui puntare  per far ripartire l'economia del paese. Tra il 2008 ed il 2013 vi e' stato un calo del 30 per cento che equivale a un meno 53 miliardi di euro. La costruzione di nuove abitazioni nello stesso periodo e' crollata del 44%. Non va meglio  sul fronte  degli investimenti  nell'edilizia  non residenziale privata, che hanno  subito una riduzione del 24% negli ultimi 4 anni. Un quadro questo destinato a peggiorare. Il  profilo   recessivo  della  domanda   di  investimenti   in  costruzioni  e  l' assenza di     prospettive   di miglioramento  continuano naturalmente a generare forti contraccolpi sui livelli occupazionali . Sono ormai innumerevoli i casi di crisi aziendali che , nella gran parte dei casi non fanno notizia, perché' riguardano per lo più piccole e medie imprese, basti pensare che il numero  di addetti  per azienda si  e' ulteriormente abbassato passando da 4 a 2 addetti per azienda. La crisi si e' abbattuta  con virulenza su un sistema produttivo incentrato  su imprese troppo  piccole, ed in un mercato troppo deregolato ed in un mondo del lavoro fortemente segnato dall'irregolarità. l dati economici sono ancora più drammatici. l livelli di paga sono diminuiti e diminuite  sono le ore dichiarate mensilmente per ogni singolo lavoratore. Quattro anni fa le ore mensile dichiarate per lavoratore si attestavano su una media delle 130 ore mensili, oggi sono di poco superiore alle 100 e per alcune aziende addirittura  meno. La conquista delle 40 ore settimanali doveva diventare un elemento di regolarizzazione del settore, invece e' stato vissuto come un dato statistico su cui versare solo la quota di contributi lnps. Inoltre  in questi anni da un lato  sono diminuite  le imprese iscritte  alla cassa edile, dall'altro lato sono aumentate il numero di imprese iscritte alla camera di commercio, un fenomeno strano all'apparenza, ma presto spiegato, perché' in realtà si tratta  di un    meccanismo elusivo per cui il lavoro  dipendente  viene trasformato  in falso lavoro autonomo,con un esplosione delle partite iva nel settore edile. Ma la crisi che viviamo non ha pesato solo sull'economia del nostro paese, e non pensavamo che potesse condizionare così pesantemente  lo sviluppo del sistema produttivo, così   come non immaginavamo  che poteva colpire duramente la struttura delle aziende, portandole alla destrutturazione ed un abbassamento di qualità delle aziende interessate. Ci siamo opposti a questo tipo di politica in quanto ne vedevamo i limiti ,ne     individuavamo  il pericolo di una strada bassa dello  sviluppo, fatta  di riduzione di diritti, di compressione  dei salari, di concorrenza sleale, di lavoro nero ed irregolare, di immigrati usati come mera merce, come braccia e non come uomini; ne percepivamo  il rischio  della precarizzazione del lavoro, della riduzione  delle tutele,  della  volontà  di lasciare mano libera agli imprenditori. E il governo che fa su queste problematiche? NULLA!!!Il!!!!ll!!! Ad aggravare questo quadro, le politiche  del rigore hanno costretto     gli enti locali a ragionare  su una esiguità di risorse ancora più vincolate da un patto di stabilità che  blocca qualsiasi ipotesi di investimenti con una vistosa diminuzione di appalti pubblici,le cui ripercussioni in edilizia sono state devastanti. In Sicilia negli ultimi 5 anni nel solo settore delle costruzioni si sono persi oltre  70.000 posti di lavoro. In  provincia  di Trapani gli  ultimi  dati  riguardanti  l'occupazione  in  edilizia,     forniti dalla  cassa edile, evidenziano un vero e proprio bollettino di guerra.
Dal 2008 al 2013 riscontriamo  una diminuzione  della massa salariale di circa 50 milioni  di euro, una consistente riduzione di lavoratori: infatti si passa da 10.877 operai attivi  del 2008 a 5.173 del 2013, da 8.542.503 ore lavorate nel2008 a 2.803.792 ore lavorate nel2013, da 2311imprese attive nel 2008 a 1455 imprese attive nel 2013. Nemmeno nel dopo tangentopoli che aveva segnato una destrutturazione profonda  del sistema edile, si era arrivati  agli attuali  livelli di crisi nel settore delle costruzioni edad una perdita così rilevante dell'occupazione. Occorre  una svolta, nel più breve tempo  possibile, in cui e' necessario l'impegno  di tutti, poiché siamo consapevoli che ulteriori ritardi  sia temporali  che culturali,     rischieranno  di  proiettare questa  nostra provincia in una recessione irreversibile. Se davvero crediamo nella possibilità di invertire la linea di tendenza e vogliamo incamminarci  sulla strada della ripresa del settore edile,e' necessario avere sempre il polso della situazione. Per  questo  ritengo   che  l'azione  congiunta  delle  parti  sociali  e  delle   istituzioni, debba  partire   dal monitoraggio  continuo  di quanto succede nel territorio, a partire  dalla stessa Prefettura  di Trapani dove abbiamo preteso ed ottenuto, dopo diverse polemiche,che si riaprisse quel tavolo che ci siamo conquistati dopo la sottoscrizione   del Protocollo  per lo sviluppo, l'occupazione e la sicurezza nei cantieri edili , per monitorare ,analizzare ,vagliare, discutere insieme per meglio individuare  le strategie e gli interventi  da effettuare. A tal proposito  occorre  far partire  immediatamente  i lavori della scuola elementare  Giovanni XXIII   di Paceco,ed il collegamento stradale Mazara- Torretta. La nostra azione come sindacato e' stata più determinata nei confronti dei comuni, degli enti appaltanti. Abbiamo continuato  a sottoscrivere  Protocolli d'intesa con i Sindaci per l'assunzione di manodopera locale, per cercare di dare risposte a tutti quei lavoratori  di questa provincia che oggi vivono  una situazione di disperazione per la mancanza di lavoro. Occorre dire che ancora oggi, aspettiamo  di essere convocati dal Sindaco di     Trapani o dall'assessore ai Lavori Pubblici, i quali a parole sono vicini ai lavoratori edili Trapanesi, nei fatti non lo dimostrano in quanto sono già iniziati due grosse opere pubbliche, il parcheggio multipiano e il canale di gronda ed un lavoratore edile Trapanese non vi lavora. Ma il lavoro svolto in questi quattro  anni non e' fatto solo di lavoro istituzionale,di accordi politici,   e' fatto anche di presenza territoriale, di una quotidianità  'importante, fatta di contatti continui, con il territorio e con i lavoratori. Ma e' dalle istituzioni che ci aspettiamo qualcosa di nuovo. La nostra provincia nei prossimi anni sarà interessata da forti flussi economici. Forti investimenti infrastrutturali saranno realizzati sul territorio Trapanese. Sembrerebbero concretizzarsi,progetti storici come il collegamento Birgi -Mazara  del Vallo,già finanziato per  134 milioni di euro, è pronta la delibera di giunta regionale che approva il Contratto interistituzionale di sviluppo con l' Anas. L'Anas ha garantito  che entro  6 mesi dalla firma  del   Contratto  interistituzionale con i ministeri  della Coesione territoriale e delle infrastrutture e con la Regione, sarà in grado di bandire la gara d'appalto. Un'altra opera, non meno importante, è il collegamento viario esterno all'abitato di Alcamo tra la ss 119 con la ss113, pochi giorni fa il direttore nazionale Grandi Progetti Anas , ha dichiarato ufficialmente che il progetto  sarà cantierato  e dunque  iniziato  entro  la fine  del 2014,     poiché'  rientra  nel quadro  degli interventi  per la grande viabilità  in Sicilia, che l' Anas ha già inserito  nelle priorità  del secondo semestre 2014. Parliamo di circa 180 milioni di euro di opere pubbliche, a cui non intendiamo assolutamente rinunciare, sapendo fin d'ora che se a questa politica di annunci fatta dal governo regionale e daii'Anas,non dovessero corrispondere fatti concreti, siamo già pronti ad iniziative sindacali eclatanti. Una provincia che può contare su oltre 100 km di coste un infrastruttura portuale e la prima condizione per un organico sviluppo economico. Tale sviluppo può favorire inoltre,l'attrazione di investimenti sul territorio con positivi riflessi sul comparto edile e sull'intero tessuto produttivo imprenditoriale. A tal proposito occorre far ripartire  immediatamente i lavori del porto  di Castellammare del Golfo dove ci sono ancora oltre  7 milioni  di euro  di lavori da eseguire,cosi come bisogna far ripartire i lavori al porto di Bonagia.
Tutti programmi questi che porteranno  un po' di risorse  nella nostra provincia e spero un po' di ossigeno all'esigua economia, oltre  naturalmente i benefici in termini occupazionali. Riteniamo inoltre  che l'autostrada  A29 che collega Palermo con Mazara del Vallo e Trapani per la sua attuale  conformazione  ed estensione  riveste un ruolo  di importanza    strategica  dal punto  di vista dei trasporti  e della  mobilita interprovinciale è  necessario un  intervento   affinché  si possa garantire  uno standard più alto di sicurezza e di efficienza del percorso autostradale, e non continui ad essere oggetto  di tragedie quasi annunciate. Inoltre la realizzazione di una o più aree di servizio rappresenterebbe un valore  aggiunto. Non  meno   importanti  sarebbero   degli   investimenti   che  rafforzino   o  forse   sarebbe   meglio   dire ricostruiscano, una rete ferroviaria  che nella nostra provincia è vecchia e poco fruibile . Riteniamo  opportuno   velocizzare  i collegamenti  sulla  linea  ferrata  Trapani -Palermo   puntando  alla realizzazione di una metropolitana in superficie. Infatti  la riconversione dell'attuale obsoleta linea ferroviaria consentirebbe un collegamento  moderno  ed efficiente  tra  i principali  centri  urbani  del versante costiero  della  nostra  provincia  (Trapani -Marsala- Mazara  del Vallo Castelvetrano  ed  Alcamo), contribuendo  al miglioramento della  mobilità   interna  al territorio provinciale e allo sviluppo di un sistema metropolitano di circa 350.000 abitanti. Inoltre, occorre puntare  sulla necessita di un recupero dei centri storici e del loro  patrimonio di cultura, arte e storia. A fronte di una crisi senza precedenti, la vera sfida a mio parere, è quella di pensare ad una città del futuro modellata  sulla ristrutturazione di quartieri  sostenibili che abbia come asse portante  la riqualificazione dell'esistente,   consapevoli che più del 60% di alloggi sono soggetti a rischio sismico e che il 71% del patrimonio scolastico è al di sotto degli standard di sicurezza. Una ristrutturazione dell'esistente  sostenuta dagli incentivi e sgravi fiscali dello stato,   creerebbe  anche, occasioni di lavoro qualificato. Infine, occorre un piano di investimenti  per il riassetto idrogeologico  del territorio, per risanare le zone a rischio con il ricorso alle risorse promesse dal governo Nazionale e di quelle Europee, che se programmato seriamente  oltre a portare  lavoro, porterà  benefici e risparmi, rispetto  al fatto  di intervenire  a disgrazie accadute. Occorre far diventare il risanamento una priorità  ineludibile. Compagne e compagni in questi anni abbiamo sempre affermato che uno dei tratti caratterizzanti il nostro territorio e l'illegalità,nonostante i grandi risultati ottenuti in questi anni nella lotta alla criminalità mafiosa e per i quali va un plauso alle forze  dell'ordine e alla magistratura, ancora c'è tanto sporco da ripulire. Nel  settore   delle costruzioni più che in altri l'illegalità  trova la sua naturale     collocazione, così come dimostrato dai numerosi sequestri in questi ultimi anni per milioni di euro di beni, ad imprenditori affiliati alla mafia. Purtroppo  questa  diffusa  illegalità porta  un netto rallentamento dello sviluppo. Moltissime aziende in amministrazione  giudiziaria non riescono a restare competitivi sul mercato  poiché' diverse imprese  in apparenza  sane, hanno scelto di affrontare la crisi abbassando i livelli di rispetto  delle condizioni di legalità intesa in senso lato cosi dalla crisi traggono vantaggio e diventano  competitive sul mercato quelle aziende che non rispettano i contratti  di lavoro,  che costringono i lavoratori a lavorare in nero, che non rispettano  le condizioni di sicurezza nei cantieri, che costringono i lavoratori     ad accettare ricatti sulle buste paghe, ricevendo meno di quanto dichiarato in busta, non ricevendo gli assegni familiari o lavorando  10/ 11ore per averne  retribuite,forse,8. Compagne e compagni, in questa provincia si  avverte, se non manteniamo  dritta  la barra, il serio rischio che si ricompatti il fronte di illegalità mafiosa attorno alla gestione degli appalti pubblici. Un esempio emblematico  dell'azione mafiosa nel campo degli appalti pubblici è rappresentato  dai lavori che si stanno eseguendo presso l'ospedale "Abele Aiello" di Mazara del Vallo. E' utile descrivere brevemente  i legami tra aziende apparentemente  "presentabili"  ed esponenti mafiosi: vengono appaltati  32 milioni  di euro; l'azienda  aggiudicatrice  dell'intero appalto  indetto  dall'Azienda Sanitaria Provinciale è la Conscoop di Forlì, la quale affida  i lavori  ad una  sua consorziata  la Cmc di Ravenna, quest'ultima, affida in subappalto i lavori     di escavazione e demolizione   ad un impresa che si scopre essere vicina al latitante Matteo  Messina Denaro. A seguito di ciò l'azienda che aveva avuto affidati i lavori in subappalto viene estromessa ed il12 febbraio 2014 veniamo convocati dal Prefetto  per sottoscrivere  per quel cantiere  un Protocollo  di Legalità che prevede all'art.7 il monitoraggio  e tracciamento ai fini della trasparenza dei flussi di manodopera. Ebbene, il 14 febbraio 2014 in un incontro  avuto dentro il cantiere dell'ospedale di Mazara, con i vertici nazionali della Cmc abbiamo chiesto assieme ai colleghi di filca e feneal i flussi di manodopera già esistenti e le modalità di assunzione della stessa  per definire procedure di reclutamento improntate alla massima trasparenza, ancora oggi a distanza di 15 giorni siamo in attesa di notizie. Sicuramente torneremo  dal Prefetto a rappresentare che quel cantiere, partito  male, va solo a peggiorare. Altra nota  dolente  che come sindacato da tempo  denunciamo e' la carenza di ispettori, elemento  che limita  l'attività di prevenzione  e repressione del fenomeno  dell'irregolarità , non è pensabile che nella nostra provincia non si fanno controlli   per mancanza di fondi e che l'attività si limita  al centro  storico di
Trapani. Dal 1 ottobre  2012 le sei unità  dei carabinieri  in servizio presso l'ispettorato del lavoro  non  svolgono attività,  pur  essendo in  ufficio  , perché'  la regione  ha tagliato  i fondi  e non  ha ancora  proceduto  a raggiungere un accordo con il ministero della difesa per riportare le unità in servizio. Se a tutto questo aggiungiamo che  dopo 13 mesi di trattative per il rinnovo  del C.c.n.l, l'Ance e la Coop hanno proposto un aumento pari a zero, condizione peggiorative sull'A.P.E {anzianità professionale edile), una riduzione  della contribuzione  alle casse edile e la generalizzazione del rapporto  di lavoro  a tempo determinato, che gli ammortizzatori sociali per gli edili sono cambiati poco o nulla rispetto  a quando non c'era la crisi e che invece di rafforzarli   si cerca di ridurli, per il settore  delle costruzioni dobbiamo  ormai parlare di una vera e propria crisi nella crisi. Per  quanto riguarda gli enti bilaterali (Cassa Edile ,Scuola Edile, CPT), noi riteniamo     che va valorizzato il ruolo,affinché' svolgano al meglio le loro funzioni al servizio dei lavoratori e delle imprese. Già oggi la cassa edile di Trapani assolve a compiti di rilevanza pubblica con il rilascio del Dure di concerto con l'lnps e l'lnail , ruolo  importante per seguire le dinamiche del settore , e la regolarità  delle imprese nell'assolvere i propri obblighi contrattuali, ma anche come grande osservatorio  e come luogo da cui   si attivi una opera di contrasto al lavoro nero e alla illegalità. E' bene che rafforzi i propri compiti istitutivi. Grazie  anche al lavoro  dei tanti  amministratori che si sono succeduti nel tempo, dato  che non è mai scontato, è stata ed è nelle  condizioni  di assicurare buone prestazioni a favore  dei lavoratori  e delle imprese, prestazioni che vanno adeguate e migliorate comunque, per rispondere ad esigenze che spesso trovano in difficoltà  le famiglie (le spese scolastiche,gli occhiali da vista, le cure dentarie etc...). L'ente scuola edile in questi ultimi  anni ha iniziato a svolgere i corsi delle 16 ore per gli   apprendisti che entrano  per  la  prima  volta  nel  mondo  del lavoro  , e quelli  per  la  sicurezza, per  la  formazione  dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza , per i rappresentanti dei servizi di prevenzione delle aziende e per i corsi sui ponteggi. A questi ultimi, si e' già provveduti a fare i corsi di aggiornamento di 4 ore, e a breve si svolgeranno in tutta la provincia corsi sui ponteggi per altri 400 tra lavoratori e titolari di imprese. Occorre adesso passare dalla teoria delle aule alla pratica osservanza nei cantieri. La sicurezza come sapete non può essere soggetta a nessuna contrattazione  , e i suoi oneri  non sono soggetti a ribasso d'asta negli appalti pubblici, eppure i lavoratori edili continuano, più di altre categorie, a subire incidenti sul lavoro,perché' quelle somme spesso non vengono impegnate sulla sicurezza, e perché vi sono aziende, che  pur  di  realizzare il massimo  profitto, mettono   a repentaglio  la  vita  dei propri dipendenti. Nel nostro territorio ci sono stati alcuni operai vittime  di incidenti mortali sul lavoro, che hanno lasciato le loro famiglie nel dolore e spesso moglie e bambini in tenera età. Vengono abbandonate  al loro  destino , a parte  la solidarietà diffusa  che ricevono  nei giorni successivi all'incidente , non ne parla più nessuno, nessuno li aiuta. Per questo sono necessari, maggiori controlli che in tempi di crisi si allentano, e che invece debbono essere incrementati. Il comitato  paritetico  territoriale per la sicurezza anni fa ha sottoscritto numerose convenzioni con gli enti appaltanti della nostra provincia, grazie alla legge regionale n. 20 la quale prevedeva l'assegnazione delle somme  corrispondenti  ai ribassi d'asta  offerti  dalle imprese  nelle  gare di aggiudicazioni degli appalti pubblici. A distanza di anni dopo aver fatto  diversi corsi , anche ai dipendenti degli uffici tecnici dei vari comuni che ne avevano fatto  richiesta, risulta  creditore di circa 30 mila  euro, trovandosi cosi in  difficoltà  nella gestione dello stesso ente. E' l'occasione in questo congresso per ribadire ancora una volta la necessità di riformare gli enti attraverso una loro unificazione,cosi come già fatto in diverse altre realtà. Con decorrenza dal 1ottobre 2005,  dopo tanti anni di attese, annunciammo la conclusione del primo contratto  integrativo del settore marmifero Trapanese. Dopo questo importante risultato, purtroppo dobbiamo denunciare che non siamo riusciti fino ad oggi a rinnovarlo, nonostante il settore non abbia mostrato in questi anni grandi difficoltà, soprattutto grazie alle esportazioni.
l rapporti con l'Assomarmi restano formalmente buoni, ma praticamente inconsistenti. Tutte  le richieste di incontro che abbiamo avanzato non hanno mai trovato udienza. E' un settore che secondo noi non può continuare a mantenere i caratteri che lo   hanno contraddistinto negli ultimi anni, pena la sua marginalizzazione dai mercati e il rischio del suo decadimento. Il mercato Arabo e qualche commerciante  nostrano riescono a imporre  di fatto  a tante  aziende i prezzi di vendita  del materiale,  in  pratica  chi acquista decide anche il  prezzo, e in  tal  modo  alimentano  una concorrenza al ribasso che riduce  gli utili  alle   aziende, alcune delle quali per  compensare  tali  perdite riducono il costo del lavoro, facendo ricorso al lavoro nero e al sottosalario. L'esito di queste scelte imprenditoriali e di mercato, spesso subite, date le dimensioni medio piccole delle aziende, e' stato  quello  di non  consentire  a molte  di loro  di puntare  agli investimenti in  innovazione tecnologica e alla qualità della produzione,ed è causa di una drastica riduzione dei livelli di sicurezza. L'osservatorio  previsto  nell'integrativo provinciale  per  monitorare  i possibili  finanziamenti  pubblici  da utilizzare per  la riconversione  tecnologica  e produttiva  che per  molte  aziende non  e' rinviabile  , per studiare l'andamento  dei mercati, per la ricerca e la progettazione  di nuove  tecnologie  non  si  e' mai riunito, ne'e' mai avanzato l'impegno  da parte delle imprese di combattere, assieme a noi, il lavoro neroì fortemente presente. Aspettiamo   ancora che gli impegni che Assomarmi ha assunto con noi vengano rispettati, a partire  dal riconoscimento delle qualifiche professionali, sulla formazione, sulla sicurezza delle cave e segherie. Avevamo chiesto ai datori di lavoro su questo punto un impegno per realizzare una azione diffusa di buone prassi in ogni luogo del lavoro per gli elevati rischi che si affrontano a causa della tipologia del lavoro e per i ritmi elevati che si seguono. Su questi temi torneremo  a confrontarci  con gli imprenditori, e per rinnovare  l'integrativo  provinciale, sapendo  sin  d'ora  che  se  non  dovesse  arrivare   la  loro  disponibilità   saremmo  chiamati  ad  azioni conseguenti. Compagne e compagni, avviandomi alle conclusioni, permettetemi di ringraziare  quanti nelle  istituzioni di questo territorio ci sono stati vicini. Per primo il Prefetto  di Trapani e i suoi collaboratori per avere da sempre mostrato  grande sensibilità e
attenzione ai problemi dei lavoratori. Un ringraziamento va a tutti quei Sindaci che abbiamo incontrato in questi anni, per la disponibilità  data. Un ringraziamento ai colleghi di Filca e Feneal che da sempre hanno lavorato assieme a noi per mantenere saldi rapporti unitari, e anche quando si evidenziano  nazionalmente  posizioni differenti, la federazione dei lavoratori delle costruzioni trapanese, ha saputo mantenere comportamenti unitari che ci fanno forti e ci fanno meglio difendere gli interessi di tutti i lavoratori. Infine un ringraziamento  a tutti i compagni del direttivo, i compagni e le compagne di tutte camere del lavoro e delle categorie, i compagni del Caf, i compagni e le compagne del patronato Inca, alla compagna Annamaria Laudicina, per  il suo prezioso lavoro  , al compagno  Andrea Vanella, ma soprattutto  voglio ringraziare tutti i lavoratori che ci sono stati sempre vicini e che mi auguro ci staranno ancora più  vicini in questo momento di grave crisi economica. Compagne e compagni, nel dibattito che seguirà dopo la mia relazione a tutti noi mancherà un intervento, ed è quello del compagno Peppe Burgarella che sono sicuro ci sta ascoltando e a cui va il nostro più sincero saluto, oltre che il più caro ricordo. Compagne e compagni, la Fillea di Trapani è una grande organizzazione: alle spalle ha un glorioso passato di lotte  sindacali e di impegno  nei cantieri edili, il presente ci vede impegnati nel contrastare  gli effetti devastanti della crisi economica  i cui tratti ho cercato di descrivere nel corso della mia  relazione, ma soprattutto ha un futuro  davanti a noi che si può riassumere nella  priorità  che assegniamo a questo congresso provinciale: DIFENDERE L’OCCUPAZIONE PER DIFENDERE IL FUTURO. Grazie a tutti
 

NEWSLETTER

Vuoi essere sempre informato sulle attività Fillea? Compila il modulo sottostante e riceverai periodicamente la nostra newsletter.

captcha 

facebook youtube twitter flickr
agenda busta paga mail newsletter