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Referendum

13.03.14 Si è concluso il 21 febbraio 2014 il Congresso territoriale della Fillea Cosenza. Di seguito la relazione del segretario uscente Umberto Calabrone, riconfermato alla guida della struttura dal nuovo direttivo eletto al termine del congresso.
Il congresso della CGIL si svolge in una situazione economica molto difficile che parte dalla crisi più profonda che attraversa il nostro Paese dal dopoguerra a oggi. L’inadeguatezza delle politiche dell’Italia, spesso subalterne, imposte da altri Paesi a iniziare dalla Germania ha aumentato il peso della crisi. Oggi l’Italia deve cambiare atteggiamento in Europa, partendo da una propria autonomia e discutere alla pari con gli altri Paesi sapendo che le crisi nel corso degli anni in Europa si sono affrontate, anche in modo solidale, basti pensare che la prima nazione che ebbe un aiuto per risanare il proprio debito nei confronti degli altri stati, fu proprio la Germania, a cui fu azzerato il debito provocato dal nazismo durante la seconda guerra mondiale. L’Europa deve avere politiche di sviluppo comuni, politiche economiche e sociali che guardino ai più deboli partendo dal lavoro, l’Europa non si può limitare ad essere un insieme di Paesi uniti da una moneta. La crisi che oggi attraversiamo può diventare un’opportunità per il nostro paese se metteremo in moto politiche per il lavoro perché solo attraverso il Lavoro si può uscire dalla crisi, lavoro di qualità, sicuro e dignitoso. oggi manca il progetto politico che possa render possibile tutto ciò, sperando che sul totoministri non esca l’ennesimo Sacconi o Fornero al LAvoro. Anche la nostra organizzazione è chiamata a un grande impegno per il bene dell’Italia. Il nostro territorio vive una crisi ormai insostenibile Il VI congresso territoriale della Fillea CGIL si è svolto nel pieno rispetto delle regole con un’articolazione delle assemblee che hanno evidenziato una crisi del settore delle costruzioni dall’edilizia al legno ai laterizi. L’edilizia nel nostro territorio come in tutta Italia vive un periodo di crisi profonda, basti pensare che nell’ultimo anno dopo un lento declino gli addetti sono diminuiti mediamente del 20%. Serve un nuovo modello del settore basato su sviluppo sostenibile, che consumi sempre meno suolo, attraverso opere utili e finanziabili: pensiamo alla partita dell’assetto idrogeologico del territorio, alle infrastrutture per la mobilità; alla messa in sicurezza degli edifici, all’efficientamento energetico, al recupero e restauro dei centri storici, manca un vero progetto di sviluppo dell’intero territorio Calabrese, abbiamo la giunta regionale che non riesce a mettere in piedi vere iniziative di sviluppo, e se è vero che i lavori infrastrutturali che partiranno nella parte nord della Calabria rappresentano un’opportunità economica e di sviluppo e altrettanto vero che la nostra Regione per quelle infrastrutture non ha messo un euro. L’unica iniziativa della regione riguarda la costruzione dei famosi Ospedali che andrebbero valutati rispetto a tante altre strutture sanitarie che Scopelliti e la sua giunta hanno chiuso anche nelle stesse aree. Lo sviluppo dell’intera Regione deve passare attraverso il pieno utilizzo del porto di Gioia Tauro che non può essere un corpo estraneo alle dinamiche sociali e del lavoro del territorio con delle infrastrutture prevalentemente su ferro che devono permettere a quest’opera di diventare volano di sviluppo dell’intera Calabria e in questo contesto le Istituzioni Locali e regionali dovrebbero fare un vero progetto di trasporto integrato che parti da una rete viaria importante anche attraverso l’alta velocità che si ferma a Salerno e che ha come unico progetto aggiuntivo verso sud l’alta velocità da Napoli a Bari tagliando fuori la Calabria. Dobbiamo iniziare ad alzare la voce nei confronti della Regione e in particolare nei confronti dell’assessorato ai lavori Pubblici con cui credo dovremmo iniziare una discussione di merito che non si può esaurire solo con un report periodico, le nostre priorità sono un vero piano dei trasporti della zona urbana di Cosenza attraverso la metropolitana leggera di cui non abbiamo nessuna novità sulla guerra fra la Fam. Occhiuto e la Fam. Gentile, questa infrastruttura deve coinvolgere tutto il territorio da Montalto Uffugo al savuto coinvolgendo la presila, mettendo al centro L’università della Calabria che oggi è chiusa in se stessa sia per quello che riguarda il campus che è un corpo a se senza coinvolgimento delle popolazioni limitrofe se non per residenze, e deve essere il volano vero di sviluppo del territorio perché troppo spesso i ragazzi laureati all’unical non diventano punto di riferimento per lo sviluppo del territorio. Diventano per noi fondamentali il finanziamento di due opere La Sibari -Sila e la Longobucco – Mirto Crosia che permetterebbero a due territori interni di collegarsi in tempi rapidi con la Statale 106 e di conseguenza limiterebbero lo svuotamento di questi paesi. Il dissesto idrogeologico ormai rappresenta il problema più grande che ci troviamo a contrastare dopo ogni temporale, le coste si sgretolano e le montagne scendono a valle, senza che la politica si renda conto delle risorse che non sono spese per la prevenzione, e quelle che invece si utilizzano per le emergenze, forse per la Politica riesce ad incidere sempre negativamente sulle risorse per emergenze che hanno vincoli minori. Noi ci troviamo nella stagione dei rinnovi contrattuali a partire dall’edilizia, sottoscritto quello per le aziende artigiane che spero ci dia la spinta finale per chiudere la trattativa per quello industria che rappresenta per noi il contratto più importante di riferimento, che ci ha visto anche protagonisti di uno sciopero generale con Filca e feneal, per noi la contrattazione nazionale resta il cardine su cui non si può discutere, non si possono decentrare questioni basilari e d’indirizzo nonostante abbiamo una buona contrattazione di secondo livello. In questo contesto di rinnovi contrattuali ci troviamo ad avere un settore che vive di ammortizzatori sociali ordinari e in deroga anche quando non c’e ne fosse bisogno. Una riforma complessiva degli strumenti al sostegno del reddito non è più rinviabile che non significa reddito minimo, bisogna universalizzare il beneficio, anche perché per quelli ordinari abbiamo un problema di quinquenni, infatti molte aziende hanno esaurito la capienza e fino a metà del 2015 non possono più usufruire delle varie tipologie di Cig se non in casi eccezionali. Gli ammortizzatori sociali in deroga invece hanno avuto un utilizzo alcune volte anche improprio, infatti oggi ci troviamo con tantissimi lavoratori che hanno usufruito di cig in deroga per il 2013 che si sono pagati solo tre mesi, e per il 2014 abbiamo ancora più problemi perché oltre alle risorse che mancano, anche le procedure per l’utilizzo dello strumento non sono chiare e in questo contesto mi preme evidenziare una cosa come è possibile che molte aziende hanno presentato domanda di cig in deroga alla regione Calabria per il 2014, quali organizzazioni sindacali hanno firmato accordi senza riferimenti legislativi, in questo conteso credo che sia urgente la richiesta di un incontro alla direzione territoriale del lavoro di Cosenza unitaria con Filca e Feneal per ricordare al Direttore della DTL che invece di fare convegni o articoli sui media autoreferenziali bisognerebbe affrontare alcune problematiche in un contesto di collaborazione fattiva, che parti dal contrasto al lavoro nero che ancora esiste, agli attestati formativi che non vengono rilasciati dall’ente di formazione di emanazione contrattuale per come prevede la normativa e una circolare del ministero del lavoro, ma da associazioni non riconosciute come L’efei e tante altre che rilasciano attestati senza che i lavoratori sappiano di aver eseguito quei corsi e vengono riconosciuti validi dalla DTL. Abbiamo avviato un confronto con l’inps per cercare di arginare una prassi che ormai si sta consolidando da parte di alcuni studi commerciali, infatti spesso i dati dei lavoratori iscritti alla cassa edile sono inferiori ai dati comunicati all’inps da parte dell’impresa e con un protocollo che sottoscriveremo nei prossimi giorni anche con l’inail faremo chiarezza su quest’aspetto che sta diventando purtroppo una costante, mi auguro anche con la collaborazione della dtl. Noi non ci tiriamo indietro rispetto a un confronto costruttivo che vede interessati gli enti bilaterali attraverso un riordino, Gli enti bilaterali per il settore rappresentano un opportunità per dare risposte e non parcheggi di dirigenti sindacali, lo spirito degli enti nella loro costituzione è stato quello di dare risposte a lavoratori ed aziende che senza un sistema complesso rischiavano di non incidere nell’economie locali e nazionali, purtroppo troppo spesso si stanno rilevano centri di potere e di spartizioni che in alcuni casi hanno vedono coinvolti anche esponenti della nostra organizzazione, su questo credo che vada fatta piena chiarezza per evitare equivoci, perché per fortuna non siamo tutti gli stessi, e chi opera nel rispetto delle regole e dell’organizzazione, non può essere messo in difficoltà insieme alla stessa organizzazione per comportamenti di singoli. L’ultima parte la vorrei dedicare all’esperienza che abbiamo fatto negli ultimi due mesi con le assemblee di base in preparazione della giornata odierna, vedete noi abbiamo affrontato le assemblee in un contesto particolare dove i compagni del documento di Cremaschi sono stati presenti a tutte le assemblee, con cui abbiamo discusso, ci siamo confrontati con uno spirito totalmente diverso rispetto a quattro anni fa partendo dal presupposto che facciamo parte tutti della CGIL e che il contesto in cui ci troviamo non permette uno scontro come in precedenza come dice il Segretario Generale della CGIL Susanna Camusso “dobbiamo imparare ad ascoltarci” noi l’abbiamo fatto, ci siamo ascoltati e per questo ringrazio il coordinatore del secondo documento Giuseppe Tiano con cui ormai abbiamo istaurato un confronto costante che va al di la dei numeri del congresso, mi auguro che come ci siamo ascoltati noi si ascoltino anche a Roma perché troppo spesso diventa difficile capire alcune scelte fra cui quelle degli emendamenti al documento “il lavoro decide il futuro” di cui è prima firmataria la Compagna Susanna Camusso. Undici emendamenti al Documento iniziale firmatari dei quali Sega Generali di categoria, per me questa è una cosa inaccettabile, perché non vedo uno spirito costruttivo in quegli emendamenti, alcuni fra questi insostenibili quando si dice in pensione con quaranta di contributi, significa non conoscere le varie tipologie di lavoro, ricordo l’ultimo ministro del Lavoro vicino alle nostre idee Damiano che diceva non tutti i lavori sono uguali ma hanno tutti la stessa dignità e l’accesso alla pensione deve avvenire in base anche al lavoro che uno fa quanti edili, hanno quaranta anni di contributi e nel futuro con questa crisi quanti potranno contare su cinque anni pieni in questi anni di crisi. Oppure il contratto a tempo indeterminato deve essere il punto di riferimento in tutti i settori non solo nel pubblico impiego, sull’acqua pubblica siamo stati i promotori del referendum del 12 e 13 giugno 2013 che sancisce i principi di trasparenza e di non profitto su un bene comune come l’acqua. Sulla contrattazione vogliamo dire che forse serve un modello complessivamente diverso, che solo attraverso l’accordo sulla rappresentanza può arrivare ad avere regole certe per tutti, anche se qualche dubbio sulle regole rimangono perché nei cantieri lo sciopero spesso prima si fa e poi si proclama, oggi non potrà essere più così. Il nostro congresso territoriale può diventare l’occasione per cercare di mettere in piedi un modello organizzativo che guardi al territorio e al posto di lavoro come riferimento e centrale all’azione sindacale, che metta insieme la tutela collettiva a quella individuale, non mi piace usare la parola compagni dei servizi, perché ritengo che solo così riusciremo ad avere un nuovo slancio, questo congresso ha dimostrato le nostre eccellenze e le nostre difficoltà che non devono essere atti di accusa, ma essere utilizzati per migliorare il nostro agire e la nostra presenza, per fare questo serve che noi tutti ci mettiamo in discussione senza pregiudizi o prese di posizioni nette che non portano da nessuna parte, per questo abbiamo fatto un ragionamento di coinvolger di più compagni e compagne che lavorano all’inca e al caaf nei nostri organismi. Infine vorrei ringraziare tutti voi per le splendide esperienze e per i bei momenti che mi avete fatto vivere in questi sette anni, mi avete fatto crescere professionalmente ma soprattutto umanamente per i rapporti che abbiamo istaurato improntati sulla sincerità e chiarezza le discussioni, i confronti, mi hanno fatto capire se ce ne fosse ancora bisogno, che questo lavoro da grandi soddisfazioni a chi a voglia di fare, per questo vi ringrazio nuovamente, e vi chiedo di continuare a starci a fianco perché abbiamo sempre più bisogno di Voi. Grazie

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