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Referendum

14.03.14 Si è concluso il 28 febbraio 2014 il Congresso territoriale della Fillea Pomezia Roma sud. Di seguito la relazione del segretario Gianni Lombardo.
Del segretario generale Gianni Lombardo. Cari compagni e care compagne sono passati 4 anni dal passato congresso e circa due anni dalla assemblea costitutiva del nuovo territorio comprensoriale di Roma sud Pomezia Castelli, e oggi siamo qui anche per fare un bilancio del lavoro svolto, ma soprattutto per declinare il lavoro che dovremo fare tutti insieme nei prossimi quattro anni In questo congresso siamo molto contenti di vedere nuovi delegati e delegate a cui diamo un caloroso benvenuto, ma dispiace vedere che purtroppo molti compagni che erano presenti quattro anni fa oggi non ci sono, perché hanno perso il lavoro o perché sono stati costretti a cambiarlo e ad uscire dal settore. penso hai compagni della Appia Bis, della Vibrapack, della Cevip, della prefabbricati Messina, della Dima, della Marcantonio, della icor 80, della Promin, della Bolici, e di tante altre aziende che in questi quattro anni abbiamo provato a sostenere, con il nostro lavoro quotidiano per evitarne la chiusura o il drastico ridimensionamento come alla SAC passata da 200 operai a circa 20 e che oggi si sostiene grazie al cantiere dell’ospedale di Ariccia, che non mi stancherò mai di ricordare è partito anche grazie al contributo della FILLEA di questo territorio, della confederazione ma sicuramente in primis per la volontà ferrea di un sindaco che ha dimostrato che la politica soprattutto fatta nel territorio produce dei grandi risultati. ed è questo il solco che vorremo tracciare nei prossimi anni, cioè di un sindacato che deve radicarsi nel territorio e che nel proseguo di questa relazione proverò a declinare. Il XVII° congresso della CGIL ed in particolare il nostro II° Congresso FILLEA CGIL Roma sud Pomezia Castelli si svolge in un contesto storico che possiamo definire drammatico, e questo non perché voglio impressionare dall’inizio di questa relazione la platea che mi sta ascoltando, ma purtroppo come tutti sappiamo e constatiamo giorno per giorno, ci troviamo nel pieno della più grande crisi economica, finanziaria dopo quella del 1929, o del dopoguerra in termini sociali e di perdita di posti di lavoro e disoccupazione, che dura ormai da sette anni e quindi difficilmente si può definire congiunturale. Ma bensì si tratta di una crisi strutturale del nostro paese, che è, al tempo stesso, crisi finanziaria, produttiva, politico-sociale, ecologica ed etico morale. Ma partiamo da chi la prodotta banche d’affari, borse azionarie, grandi speculatori finanziari hanno creato prodotti finanziari ad alto rischio che hanno intossicato l’intero sistema economico e finanziario mondiale e alimentato bolle speculative immobiliari, erogando mutui casa senza nessuna garanzia, indebitando per decenni migliaia di famiglie che come era prevedibile alla fine hanno perso tutto, e oggi invece alle stesse famiglie che chiedono un mutuo per comprare una casa viene sbattuta la porta in faccia, causando anche per questo motivo la crisi di un settore come quello delle costruzioni a un passo dalla catastrofe, guardando ai numeri dei licenziamenti e al numero delle imprese chiuse. Bè ognuno di noi si sarà detto, questi comportamenti fanno parte del passato sicuramente la politica in generale e i governi italiani che si sono succeduti hanno regolamentato in maniera rigida la finanza e le banche, e lo strapotere visto in questi anni a scapito dei cittadini sarà cambiato, purtroppo niente di tutto questo, la nostra classe politica e i partiti a causa della loro debolezza etica e morale non hanno la forza di sottrarsi dalle pressioni di questa finanza malata. e non affrontano le ragioni vere della crisi, che ha generato un profondo malessere nel Paese che ha bisogno, perciò, di ritrovare nei valori della legalità e della democrazia e del lavoro il suo fondamento costituzionale, come recita l’articolo 1 della nostra carta fondativa. La crisi quante volte l’abbiamo nominata, a volte siamo convinti che sia il fato il responsabile o il destino crudele, e poi ognuno ha una ricetta per superarla più o meno efficace, ma almeno su una cosa siamo tutti d’accordo su chi ne ha subito le conseguenze, credo che la risposta è scontata, e cioè i lavoratori i pensionati e i disoccupati in generale tutta quella fascia di popolazione che questa crisi la stanno subendo e certo non l’hanno creata. Ma poi c’è anche una parte di popolazione che la crisi sicuramente non la sente e chiarisco subito lo dice la banca d’Italia cioè quel dieci per cento circa della popolazione che detiene il 50% della ricchezza di questo paese ma con diseguaglianze così profonde e feroci questo paese non si salva, non possono coesistere cittadini in fila alla caritas per prendere qualche busta della spesa, e chi la caritas se la può comprare, scusate il paradosso, chi manda i figli al master negli stati uniti e chi come i figli dei nostri operai lasciano gli studi perché il papà e in cassa integrazione o peggio a perso il lavoro,e non ha i soldi mantenersi gli studi, o chi rinuncia a curarsi come molti nostri anziani al minimo della pensione e chi cumula pensioni da oltre 25 mila euro al mese, e i nostri giovani intere generazioni ai margini del lavoro, sempre più precario NO non lo possiamo e non lo vogliamo accettare ed è questa la sfida che la sinistra sociale tutta, politica e sindacale è chiamata a combattere per i prossimi anni, altrimenti la rabbia sfociata nei movimenti alla peppe grillo e in altri partiti populisti si estenderà ancora di più e molti penseranno che è meglio distruggere tutto perché tanto le cose non cambiano. e invece forse in questo congresso proveremo a dare delle risposte a questa rabbia la nostra organizzazione sindacale ha sviluppato molti progetti o per essere più precisi AZIONI che affronterò in questa relazione ma è importante da subito capire che tutto ciò non è ad uso e consumo solo degli iscritti alla CGIL ma vuole essere soprattutto un contributo per la rinascita civile e morale del nostro paese, che nel nostro documento abbiamo chiamato “IL LAVORO DECIDE IL FUTURO” e all’interno di questo perimetro il PIANO DEL LAVORO, che vede nella piena occupazione il vincolo a cui subordinare la politica economica e sociale e il modello di sviluppo. e sarà grazie a tutti noi presenti in questo congresso che queste idee potranno circolare. Queste sono le AZIONI che la CGIL intende promuovere per i prossimi anni e che auspichiamo possano orientare e rinnovare in profondità la politica Italiana ed europea nei prossimi anni. Azione 1 – L'EUROPA Le politiche europee di questi anni hanno dimostrato, il fallimento delle politiche di austerità e di rigore contabile attuate dall'Unione Europea che hanno aggravato la recessione economica, la disoccupazione, la povertà, gli squilibri tra i diversi paesi e all’interno di essi In primis Grecia Spagna Portogallo e Italia, è evidente quindi che bisogna partire da una vera unione europea accelerando il processo per la costruzione degli stati uniti d’Europa, con una politica economica comune e non una semplice unione monetaria, ciò si dovrà conseguire attraverso riforme non più rinviabili come la necessaria armonizzazione dei diversi sistemi fiscali e retributivi e le normative sul lavoro per combattere il dumping tra gli stati che con tasse e contributi molto più bassi stanno portando alla delocalizzazione selvaggia delle nostre aziende I casi di FIAT e Elettrolux ne sono un esempio. E per concludere sull’Europa che è la nostra casa e su questo non ci sono dubbi Ci permettiamo di aggiungere che su alcuni temi nessuno stato può farcela da solo Come la questione immigrazione che ormai è un fenomeno strutturale che va affrontato con politiche europee di accoglienza, di integrazione e di riconoscimento dei diritti, e Lampedusa come gli altri approdi in spagna e Malta non possono rimanere una questione solo locale. La disoccupazione giovanile e femminile ormai ha raggiunto livelli non più tollerabili e che si deve che si affrontantare con politiche di sviluppo e un piano straordinario europeo di investimenti e di crescita che crei lavoro per i milioni di giovani europei; Al centro degli obiettivi della prossima Europa va posta la questione dell’invecchiamento della popolazione che richiede il ripensamento delle politiche di invecchiamento attivo, delle politiche sociali e sanitarie. Ed infine L'Europa necessita di politiche industriali e infrastrutturali comuni, al fine di aumentare la capacità competitiva e la coesione sociale del continente. Va rilanciato il ruolo dell’intervento pubblico coinvolgendo le parti sociali e il superamento del Patto di Stabilità; la creazione di una comunità europea dell'energia; l’introduzione di una efficace tassa sulle transazioni finanziarie, di tasse ambientali e l’avvio di una vera lotta contro i paradisi fiscali. Tutto ciò lo dovremo promuovere con un rinnovato ruolo della CES la confederazione europea sindacale che deve esercitare con più forza il proprio ruolo negoziale per arrivare alla creazione di uno spazio contrattuale europeo che assicuri l’equilibrio tra liberta economiche e i diritti sociali dei propri lavoratori. azione 2 – LE POLITICHE FISCALI PER L'EQUITÀ E LO SVILUPPO L’Italia ha un colossale debito pubblico e insieme un’altissima concentrazione della ricchezza. Questo doppio fenomeno è generato da una gigantesca evasione ed elusione fiscale e contributiva a cui si aggiunge la corruzione, l’economia sommersa e il lavoro nero che valgono tutti insieme 300 mld all’anno, e da un basso prelievo sui patrimoni e sulle rendite, mentre i redditi da lavoro e da pensione subiscono il prelievo più alto pari al 78,42%. C’è bisogno, quindi, di una radicale riforma fiscale per motivi di giustizia, ma anche per rimuovere il principale vincolo allo sviluppo. L’obiettivo deve essere la semplificazione delle procedure, l’emersione e l’aumento dell’imponibile fiscale lo spostamento dell’asse del prelievo da salari, pensioni e investimenti produttivi a patrimoni e rendite. A tale scopo, la CGIL avanza le seguenti proposte: 1) Introdurre una “imposta sulle grandi ricchezze” sui patrimoni finanziari e immobiliari per la quota superiore agli 800.000 euro, con una aliquota progressiva da 0,5% fino a 1,8%, di cui una parte (fino a un massimo dello 0,3%) deve restare a disposizione dei Comuni; 2) Portare la tassazione sulle rendite finanziarie dal 20% al 25% e portare quella sui Titoli di Stato in linea con gli altri paesi 3) Rafforzare la lotta all’evasione e all’elusione fiscale e contributiva attraverso: tracciabilità di redditi e ricchezze,e implementazione dei controlli. Un contributo specifico deve dare il sindacato nella contrattazione sociale, estendendo i patti locali antievasione e rendendo più equa la tassazione locale; 4) Riformare la normativa IRPEF. Servono: l’aumento delle detrazioni fiscali per lavoratori e pensionati; un intervento sulle aliquote per elevare la progressività del prelievo; una tassazione agevolata per il salario di produttività; una fiscalità di favore, comunque progressiva, per gli aumenti dei prossimi rinnovi contrattuali. azione 3 - PENSIONI e veniamo alla riforma più iniqua che ha prodotto il governo dei tecnici e alle lacrime di coccodrillo della ministra Forneno, una riforma si chiama così quando produce benefici o maggiore equità, o anche maggiori risparmi se razionalizza la spesa, ma questa è stata solo ed esclusivamente una operazione di cassa sulla pelle dei lavoratori punto. Ma in quale stato occidentale ci si può ritrovare migliaia di persone senza nessuna tutela i cosidetti esodati termine spregevole creato dai tecnici e rimpallarsi le responsabilità tra inps e ministero ma ve la immaginate la Merkel di fronte a una Figura del genere dopo quanti secondi si sarebbe dimessa, no cari compagni questo paese non si salva se nessuno si assume la responsabilità degli errori Commessi e la ex Ministra Fornero ancora continua a difendere una legge così indecente, vedete la giustificazione di dire che il paese era in una situazione drammatica e che bisognava fare scelte pesanti per evitare il baratro è intellettualmente disonesto, perché le alternative c’erano ma andavano a scontentare coloro che questo paese se lo stanno mangiando insieme al futuro dei nostri figli. Per chiudere questo punto chiediamo una radicale riforma per restituire al sistema previdenziale pubblico equilibrio finanziario e sostenibilità sociale Affermando alcuni principi: i lavori non sono tutti uguali. Vanno riconosciute le diverse condizioni per i lavori pesanti e usuranti Il lavoro in fabbrica in cantiere o in una corsia d’ospedale lavorando di notte non sono come lavorare al ministero. o fare il sindacalista per non offendere nessuno. i lavoratori non sono tutti uguali chi ha iniziato a lavorare a 15 anni deve poter lasciare prima il lavoro, e le donne non sono come gli uomini perché a loro è affidata anche la cura della famiglia e quindi bisogna Ripristinare la flessibilità dell’età pensionabile dai 62 anni, senza penalizzazioni, essendo già previsto, nel sistema di calcolo contributivo, un meccanismo di incentivo-disincentivo ; ed inoltre bisogna promuovere i i Fondi Pensione contrattuali al fine di favorire l'adesione alla previdenza complementare, per avere pensioni degne di questo nome soprattutto per i giovani. ed infine L’estensione degli accordi bilaterali con i Paesi di provenienza, per consentire ai lavoratori immigrati non comunitari il diritto alla prestazione previdenziale. Azione 4 – POLITICHE DELL'ISTRUZIONE, FORMAZIONE E RICERCA La Costituzione italiana prevede (artt. 33 e 34) una scuola aperta a tutti; i capaci e i meritevoli hanno diritto di proseguire gli studi con aiuti statali. Le scuole private non devono rappresentare un onere per lo Stato. quardate lo detto prima in premessa mio figlio deve avere le stesse possibilità del figlio del ricco altrimenti in questo paese i meritevoli e i capaci andranno via dal nostro paese e questo impoverirà tutti , Solo un sistema formativo riformato può sostenere un nuovo modello di sviluppo, creare occupazione qualificata, sviluppare cittadinanza consapevole. Vanno cancellati i gravi danni strutturali e l’impoverimento della scuola pubblica, causati, in un lungo arco di tempo, da ministri e governi incompetenti, che hanno provocato, tra l’altro, evasione e dispersione scolastica, basso numero di laureati, condizione diffusa di non studio e non lavoro. Va riorganizzato e finanziato un sistema pubblico, qualificato e inclusivo: Ampliare e qualificare i servizi educativi e generalizzare le scuole dell’infanzia: Innalzare l’obbligo scolastico a 18 anni: finanziare politiche per il diritto allo studio : che garantisca l’effettiva gratuità per tutto il percorso dell’obbligo, borse di studio per l’accesso all’università, servizi che sostengano la mobilità, alloggi e accesso a occasioni culturali e formative. Realizzare il diritto all’apprendimento permanente: Espansione della formazione continua attraverso la contrattazione collettiva, la bilateralità contrattuale, IL NOSTRO CEFME per esempio e i fondi interprofessionali. Azione 5 – ASSETTO ISTITUZIONALE E PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI La CGIL conferma la propria contrarietà ad ogni ipotesi di riforma della Costituzione che porti al superamento del sistema parlamentare, e. nel rispetto delle procedure previste dall'art.138, la CGIL ritiene necessari: 1. Il superamento del bicameralismo perfetto, sostituendo il Senato con una Camera rappresentativa delle Regioni e delle autonomie locali; 2. Il riordino delle competenze di Stato e Regioni, rafforzando la funzione regolatrice nazionale dello Stato, in tema di garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni 3 Riforma elettorale Si deve procedere urgentemente alla riforma della legge elettorale che dovrà restituire ai cittadini il potere di scegliere i propri rappresentanti. 4)Riforma della politica: salvaguardare il ruolo pubblico dei partiti introducendo un finanziamento più contenuto della politica, con concessioni gratuite di servizi e un tetto alle indennità degli eletti;. varare nuove leggi sul conflitto di interessi, incandidabilità e incompatibilità; . approvare una legge nazionale sulla democrazia partecipativa e una di riforma dell'istituto referendario che introduca il “quorum mobile”. Azione 6 – POLITICHE INDUSTRIALI E DI SVILUPPO Siamo in presenza di un vero processo di deindustrializzazione del nostro paese. Invertire questa tendenza è la priorità per mantenere competitività e salvaguardare l'occupazione. L’Italia deve rimanere un grande paese manifatturiero con un’idea di sviluppo fondato sulla sostenibilità ambientale, sulla green economy e In questa prospettiva, serve una politica industriale caratterizzata dal rilancio degli investimenti produttivi, pubblici e privati, sostenuti da ricerca e innovazione e dalla creazione di una finanza per lo sviluppo, allo scopo di aumentare la competitività del sistema paese. La contrattazione deve sostenere queste priorità con strategie rivendicative coerenti, In questo quadro occorre, all’insegna dell’etica e della responsabilità sociale: rilanciare l’intervento pubblico in economia; definire piani straordinari di investimenti alternativi ai processi di privatizzazione. particolarmente significativo per la nostra categoria e in particolare per questo comprensorio e la parte del documento che mette al centro il territorio che rappresenta, nell'ambito di un modello di sviluppo sostenibile, un fattore di competitività. La manutenzione del territorio, la bonifica delle aree industriali dismesse, la valorizzazione del patrimonio paesaggistico, artistico ed archeologico, la messa in sicurezza del patrimonio edilizio dal rischio sismico, sono priorità di sistema e leve straordinarie per la nuova politica industriale. In questo contesto, gli interventi infrastrutturali (la gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti, la mobilità, la casa, la risorsa acqua ecc…) devono costituire l'asse di una nuova politica urbanistica fiscalmente sostenuta, fondata sull'innovazione, sul recupero, il riuso dei suoli già utilizzati e che vada verso il consumo suolo zero A tale fine lo Stato, in una logica progettuale e programmatoria, e a supporto dell’economia reale, deve necessariamente agire sulla leva del credito, riaprendo immediatamente il credito per imprese e famiglie con tassi in linea con i principali paesi europei. Serve quindi una legge che stabilisca la distinzione tra banche commerciali e banche di investimento. Ed infine è necessario adottare un Accordo di programma e una Cabina di Regia sulle crisi di impresa, composta dal Governo e dalle Parti sociali, che intervengano sulle singole crisi, per evitarne la chiusura o la delocalizzazione. Azione 7 – POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO, RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI, SERVIZI PUBBLICI PER IL LAVORO La liberalizzazione del mercato del lavoro è fallita e ha lasciato quanti cercano un lavoro in una condizione di fragilità economica e di marginalità sociale, senza un adeguato servizio per l’impiego e un sistema universale di ammortizzatori. Occorre quindi: 1. un forte investimento nelle politiche attive del lavoro per garantire ai lavoratori coinvolti dalle crisi aziendali e settoriali, sia forme di sostegno al reddito che piani mirati alla ricollocazione e riqualificazione; 2. una riforma degli ammortizzatori sociali che preveda l'estensione degli ammortizzatori a tutte le tipologie di impiego e di impresa, e quindi realmente universale; superi i limiti della cassa integrazione in deroga; estenda la contribuzione a tutte le imprese e a tutti i lavoratori. 3. Una forte integrazione delle politiche attive/passive del lavoro , attraverso la collaborazione tra lo Stato, le Regioni e l’Inps a partire dalla creazione di un'unica dorsale informativa che colleghi le politiche attive, gli ammortizzatori e il sistema dell'apprendimento permanente; Azione 8 – INCLUSIONE SOCIALE Che proverò a sintetizzare con questi principi L’universalità dei diritti; L’equità; L’attenzione ai bisogni della persona; La capacità della presa in carico. 1) Nel campo delle politiche sociali, è necessario adeguare la spesa pubblica per l’assistenza, oggi ben al di sotto della media UE, definendo le Aree prioritarie di intervento che sono la povertà, l’infanzia, la non autosufficienza; 2) lo Stato e le Regioni debbono ricostruire l'universalità del Servizio Sanitario Nazionale per assicurare il diritto di tutti alla tutela della salute e a cure di qualità ( vanno superati i ticket perché spingono milioni di cittadini a rinunciare a curarsi; ed infine il welfare integrativo la cosidettà bilateralità di emanazione contrattuale che è uno strumento di erogazione di istituti contrattuali e prestazioni non sostitutive dei diritti universali di cittadinanza su salute, istruzione, previdenza. In questo ambito, la contrattazione può migliorare le condizioni sociali delle persone attraverso interventi integrativi e aggiuntivi derivanti dai fondi bilaterali di esclusiva fonte contrattuale e deve coprire solo le prestazioni che il SSN non assicura o assicura solo in parte. Quando parliamo di capacità di presa in carico delle persone vuol dire che vanno anche costruite politiche di sostegno al reddito, e su questo tema La Cgil propone: 1) uno strumento nazionale di contrasto alla povertà assoluta, da assicurare come Livello Essenziale, costituito da un REDDITO INTEGRATO da servizi finalizzati a orientamento,e formazione, ; 2) progetti di impiego dei disoccupati in attività socialmente rilevanti con sostegno al reddito, e per i lavoratori non più coperti da ammortizzatori sociali attraverso l’ inserimento in piani territoriali di ricollocazione al lavoro; 3) bisogna favorire l’integrazione, la coesione sociale e valorizzare l’apporto degli immigrati, è’, quindi, necessario: riformare o cancellare le leggi che impediscono un vero diritto alla cittadinanza dei nostri compagni immigrati. Come per esempio il diritto di voto nelle elezioni amministrative. Anche sul piano dei diritti civili sono necessarie innovazioni legislative , che diano piena dignità e pari diritti alle persone, nel riconoscimento delle diversità di genere e di orientamento sessuale, contrastando ogni forma di discriminazione, azione 9 – LIBERTÀ DELLE DONNE. CONTRO IL FEMMINICIDIO ED OGNI TIPO DI VIOLENZA La democrazia cari compagni e compagne si fonda prima di tutto su una cittadinanza pari, e bisogna quindi riaffermare: Il diritto al lavoro; Il diritto alla maternità; Il diritto di eguaglianza delle condizioni di lavoro e di carriera. Colgo l’occasione per salutare le compagne presenti e le ringrazio per la loro presenza. Azione 10 – CONTRATTAZIONE La contrattazione rappresenta l’identità della CGIL. Con gli accordi interconfederali sulla democrazia e la rappresentanza, la contrattazione diviene esigibile e può essere il perno di un’unità sindacale fondata sulla partecipazione dei lavoratori. In questa fase straordinaria di crisi e di cambiamento, la contrattazione rinsalda il rapporto tra i diritti del lavoro e i diritti di cittadinanza, a livello nazionale, di luogo di lavoro e di territorio, rappresentando gli esclusi, tutelando e unificando i lavoratori subordinati con i lavoratori atipici, i parasubordinati e i precari. E’ necessario: Riaffermare il valore e la funzione universale dei CCNL, riformandone la funzione di rappresentanza e di ricomposizione del lavoro, ma è ormai improcrastinabile anche il graduale Accorpamento e la semplificazione dei CCNL esistenti, ma va respinta l'ipotesi di accorpamento dei CCNL in grandi aggregati contrattuali (industria, servizi e lavoro pubblico) che renderebbe il CCNL una cornice vuota favorendo l'aziendalizzazione della contrattazione in funzione essenzialmente derogatoria. La contrattazione di 2° livello dovrà allargarsi al sito, alla filiera, al settore, unificando nella rappresentanza e nella tutela le diverse figure lavorative che vi operano, anche se appartenenti a diverse sfere contrattuali, attraverso la presentazione di piattaforme uniche tra le categorie di riferimento, faccio un esempio cosi ci capiamo quando abbiamo firmato l’integrativo nel parco a tema di Valmontone, l’applicazione è stata solo per gli edili, non potendo inserire tutte le altre figure presenti in particolare metalmeccanici. Contrattazione sociale e welfare territoriale Alla contrattazione sociale spetta un ruolo fondamentale di legame tra diritti del lavoro e diritti di cittadinanza e di rafforzamento , e allargamento dei servizi sociali, e di pubblica utilità, inoltre La contrattazione deve contrastare le irregolarità, il lavoro nero, le nuove forme di illegalità e criminalità economica, Si devono stipulare intese tra le parti che rendano esigibili il rispetto delle norme e la loro applicazione. Vanno stabilite, nelle gare d’appalto, la responsabilità del committente sulle procedure di controllo e sulle penalizzazioni nella prospettiva di una riforma della legislazione di riferimento. ed infine ma non certo per importanza Vanno cancellate quelle norme, a partire dagli artt. 8 e 9 del D.L. 138/2011, la legge 15 e il D.Lgs. 150 del 2009, che intervengono negativamente sull'autonomia della contrattazione. Chiudo con l’azione 11 – DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE NELLA CGIL La CGIL ha da tempo individuato nel territorio l’asse centrale del suo radicamento Ma ciò non è bastato a sviluppare la partecipazione diffusa e plurale alla vita e alle scelte dell'organizzazione. Bisogna promuovere in forme, anche nuove, la partecipazione e il protagonismo ma non si tratta di scelte organizzative, ma politiche, e che non possono limitarsi alla convocazione di attivi e direttivi dei delegati Le Camere del Lavoro territoriali devono rappresentare i luoghi dove riconnettere l'attività contrattuale, la tutela individuale, la partecipazione e l'estensione della rappresentanza. luoghi che “ incontrano-ascoltano- organizzano”, e ’ necessario stare sul territorio anche attraverso Assemblee territoriali dei delegati Per favorire un costante rapporto con i delegati sulle scelte dell'organizzazione. Ed infine la trasparenza che ci contraddistingue le strutture della CGIL sono impegnate a pubblicare i Bilanci e il Regolamento del personale. Cari compagni e compagne mi avvio alla conclusione parlando del nostro comprensorio Roma Sud Pomezia, Castelli, : che comprende una parte della città di Roma e un’area della provincia che contiene circa sessanta Comuni. Amministrazioni con storie, tradizioni, atteggiamenti e scelte spesso molto diverse fra di loro. Sessanta approcci diversi alle tematiche che riguardano il Sindacato e, nella fattispecie, la Fillea: tutela e sviluppo del territorio, gestione degli appalti pubblici, infrastrutture, edilizia residenziale, senso del ruolo istituzionale dei Comuni e delle altre stazioni appaltanti in tema di rispetto delle norme sui rapporti di lavoro e sulla sicurezza del lavoro. un territorio ancora fortemente concentrato in un andirivieni giornaliero da e verso Roma, su pochi assi stradali e con faticosi sistemi di trasporto, e su alcune infrastrutture ormai forse e persa anche la speranza per il loro completamento basti pensare alla cosidetta Appia bis che doveva evitare l’attraversamento dei centri dei Comuni di Albano, Ariccia e Genzano che dopo, molti anni, è rimasta un’opera incompiuta come tante altre purtroppo. Ma, sul territorio, la scommessa per lo sviluppo passa necessariamente attraverso il potenziamento della Pontina cioè l’autostrada Roma Latina che si collegherà verso le direttrici nazionali, con la costruzione della bretella Cisterna – Valmontone, inserita nell’Intesa di programma della Regione Lazio, un opera che da sola vale circa tre miliardi di euro, lascio a voi valutare l’impatto in termini di occupazione e sviluppo per l’intera area coinvolta nell’opera, che come dicevo si salderà con l’autostrada Roma - Napoli, in prossimità dell’altro punto produttivo importante per il territorio, che è il quadrante Valmontone Colleferro Sede del importante cementificio della Italcementi apro una breve parentesi dove grazie alle RSU della Fillea i lavoratori sono stati difesi da un aggressione indecente da parte dei media, che avevano dipinto lo stabilimento come una nuova ILVA, ma che due giorni dopo smentivano su tutta la linea, oggi anche come sindacato siamo impegnati su un tema molto delicato come quello dei CSS e insieme alla struttura nazionale è nato un coordinamento per affrontare e provare a intavolare con tutti i soggetti istituzionali una discussione seria e serena su questo argomento, poi se i compagni vorranno intervenire su questo tema ne siamo ben lieti. Infine concludo citando la riqualificazione la razionalizzazione della rete (stradale e ferroviaria) che collega l’area dei Castelli romani con le zone industriali di Albano/Ariccia, Santa Palomba e soprattutto di Pomezia dove purtroppo il sindaco penta stellato non ci sembra ami il confronto con il sindacato e soprattutto non conosciamo la programmazione delle opere che l’amministrazione vorrebbe realizzare. Ma la vera novità, per il nostro territorio e l’importante ospedale dei castelli che come dicevo all’inizio della mia relazione sorgerà presso Ariccia e dove noi siamo il primo sindacato in termini di iscrizione, ed infine alcuni piccoli pdz su Pomezia e Marino che certo non sono sufficienti ad assorbire molta manodopera ma in un quadro generale così fosco rappresentano per noi almeno un punto di ripartenza in un territorio dove le piccole opere pubbliche, dovuta alle dimensioni ridotte dei singoli Comuni, all’esiguità degli investimenti ancora non producono significativi segnali di ripresa tutto ciò come prevedevamo favorisce il proliferare d’irregolarità e spesso di sfruttamento. Si va da una presenza considerevole di aziende extra provinciali – che puntualmente non applicano i contratti territoriali e non effettuano i versamenti dovuti alle Casse Edili – alla ben più grave pratica del evasione delle ore lavorate una pratica utilizzata che colpisce indistintamente i lavoratori italiani e stranieri, che rimangono comunque i più sfruttati in assoluto. Troppo spesso gli ispettori non arrivano in tempo o semplicemente non arrivano a colpire questi comportamenti, e il nostro ruolo muta: da soggetto negoziale a sentinella spesso disarmata, basta citare la grave concentrazione nel settore del calcestruzzo nelle mani di soggetti a dir poco delinquenti che in questo momento fanno affari più o meno puliti sulla pelle dei lavoratori, che per lavorare devono lasciare 4 o 5 ore di salario al giorno. Da alcuni anni anche per combattere questi fenomeni si stanno stipulando alcuni Protocolli sulla sicurezza e la regolarità negli appalti pubblici con diversi Comuni: su ciò marchiamo sicuramente un successo ma cio a volte diventa sterile, se non verifichiamo sempre l’applicazione degli accordi. Nei prossimi anni chiederemo a tutti i Sindaci di quelle Amministrazioni con cui non abbiamo ancora stabilito accordi di assumersi politicamente, per mezzo di un protocollo e di una delibera, le responsabilità sulla sicurezza nei cantieri e sulla regolarità dei rapporti di lavoro, controllando con l’importante strumento del DURC e permettendo agli enti preposti e alle O.O.S.S. di avere una più puntuale informazione sulle aggiudicazioni dei lavori e sulle regolarità dichiarate dalle stesse. Più, in generale, quindi, va intensificata l’azione congiunta, categoria e Camera del lavoro per incalzare le Amministrazioni sull’avvio e la concretizzazione di opere di recupero dell’edilizia scolastica e ospedaliera, la riqualificazione e valorizzazione dei centri storici, le opere di riassetto idrogeologico,l’edilizia pubblica e popolare,tutto ciò per essere concreti, fa parte insieme alla valorizzazione della filiera boschiva presente nel territorio del piano del lavoro di questa camera del lavoro territoriale con il contributo della nostra categoria. Sul versante delle aziende di materiali da costruzione e del legno, in generale gli impianti fissi, dopo anni di crisi, abbiamo avuto la chiusura forse definitiva della Cevip, della VIBRAPAC, della prefabbricati Messina la crisi di finanziaria con l’apertura del concordato e la probabile chiusura della Bolici, e ancora la Oracciaio che respinto il concordato, presenterà un nuovo piano sicuramente più complicato del precedente. Malgrado ciò stiamo continuando nel rinnovo, di quasi tutte le RSU, abbiamo contrattato sui premi di risultato in tutte le aziende possibili,– siamo impegnati nella difficile vertenza da oltre quattro anni nel bacino delle cave di basalto a Montecompatri per evitare i rischi di chiusura, come successo purtroppo per la Promin La prospettiva, dei prossimi mesi e dei prossimi anni, quindi dev’essere concentrata, sulla nostra azione sindacale, nei cantieri, nelle aziende e nelle sedi istituzionali per promuovere il PIANO DEL LAVORO territoriale, che come abbiamo visto tocca moltissimi punti per un reale sviluppo del sistema delle tutele individuali e collettive. Per fare concretamente ciò, deve essere incrementata la nostra presenza nelle sedi decentrate che negli ultimi quattro anni sono tornate ad essere, per gli edili, un punto di riferimento, attraverso le presenze settimanali e che vogliono diventare momenti d’attività sindacale a tutto tondo - oltrechè di servizio agli iscritti - tentando di far crescere, anche a livello locale, una rinnovata consapevolezza della necessità di fare sindacato, a partire soprattutto da chi lavora nei cantieri. Questo non sarebbe stato possibile senza una reale collaborazione fornita dalla segreteria della Cdlt, dalle responsabili e dai responsabili dei servizi che qui pubblicamente ringrazio anche a nome degli altri compagni Rino Simone Manuel Antonio e Maurizio che da volontario da un contributo encomiabile, per l’impegno e la passione che caratterizza questo territorio sindacale e crea le condizioni per lavorare al meglio delle possibilità, tutto ciò ha fatto si che l’andamento dei nuovi iscritti alla categoria crescesse anche in questi anni . Chiudo questa mia relazione non nascondendovi che questi anni sono stati molto duri e difficili anche per molti problemi interni alla categoria che abbiamo spero superato, ma anche perchè non è certamente facile la gestione di tutti i contratti che noi rappresentiamo, e che altri territori non hanno neanche in parte, e per la grande vastità del territorio,che va da Anzio a Colleferro passando per Roma S. giovanni e tutto ciò in una crisi così pesante. Ma di contro questo è un territorio dove è presente una rete di delegati RSU, RSA ,RLS Attivisti sindacali che mi fanno guardare al futuro con più tranquillità perché dove ci sono militanti e iscritti che volontariamente donano il loro tempo per affermare i valori che da oltre cento anni la CGIL rappresenta, il nostro operare diventa più entusiasmante e appassionato e guardando oggi qui le facce nuove e vecchie , anche di molti giovani, a cui sicuramente dedicheremo dei momenti di formazione e tirocinio sindacale importanti a cui mi voglio dedicare personalmente, ebbene le vostre facce la vostra passione sono un iniezione di fiducia per avanzare nel nostro agire. Concludo, ringraziando tutti i compagni che ogni giorno operano insieme a me per il loro prezioso lavoro, mia moglie che sopporta orari improbabili, ringrazio tutti voi per la vostra presenza a questo congresso. e ringrazio DIO che mi accompagna tutti i giorni. e vi lascio con una citazione scritta 2014 anni fa per i sindacalisti, che si trova nel nuovo testamento precisamente in Giacomo capitolo 5 versetto 4 che recita: ecco il salario che voi ricchi avete frodato ai lavoratori che hanno mietuto i vostri campi grida; e le grida di coloro che hanno mietuto, sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti. Grazie a voi tutti viva la CGIL viva il sindacato

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