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17.03.14 Si è concluso il 26 febbraio 2014 il Congresso territoriale della Fillea Legnano. Di seguito la relazione del segretario uscente Renzo Andreotti, riconfermato alla guida della struttura dal nuovo direttivo eletto al termine del congresso.
Care compagne, cari compagni, cari invitati. Stiamo svolgendo il nostro Congresso di categoria dopo quattro anni intensi caratterizzati da una profonda crisi. Fin dai primi segnali, la CGIL individuò l’opportunità di intervenire attraverso azioni preventive con il Governo di allora e con quelli che si sono succeduti. La nostra Organizzazione, la CGIL fu accusata di essere portatrice di sciagure nefaste, ma da percettori lungimiranti possiamo seriamente affermare che quanto prodotto dalla crisi economica si poteva gestire meglio attraverso efficaci politiche a sostegno di tutte le fasce deboli del nostro paese. Appuntamento il Congresso della CGIL ed in particolare quello della FILLEA Ticino Olona, che tende a ripercorrere quanto successo in questi ultimi anni, tentando di fare bilanci per cercare il rilancio dell’azione sindacale nel suo complesso per gli anni futuri. IL LAVORO DECIDE IL FUTURO – IL SINDACATO E’ UN’ALTRA COSA sono i concetti sintetici sui quali sì è sviluppato tutto il dibattito congressuale. Nel merito dei due documenti prodotti, FILLEA Ticino Olona fa proprio e ne recepisce e ne condivide i contenuti il primo IL LAVORO DECIDE IL FUTURO. Da questo punto di vista il gruppo dirigente uscente ha prodotto un lavoro enorme, attraverso assemblee in tutti i luoghi di lavoro – dalle aziende, alle imprese edili, nei cantieri e attraverso assemblee di zona - lavoro che si è rivelato, oltre che un’esperienza di vita eccezionale, un vero ed unico esercizio di democrazia e partecipazione che ha visto coinvolti e protagonisti centinaia di nostri iscritti tra lavoratrici e lavoratori. Questa enorme opportunità mi ha permesso di conoscere meglio la realtà del Ticino Olona. In questi pochi mesi di intenso lavoro ho potuto constatare di persona le condizioni critiche che la crisi ha prodotto nel nostro territorio. Nel corso di tutte le assemblee congressuali si sono confermati tutti i problemi e l’estrema preoccupazione da parte della forza lavoro ancora presente. Una crisi che ha accentuato il solco delle differenze di classe rendendo più ricchi i ricchi e più poveri i lavoratori e pensionati. Un paese come il nostro dove solo il 10% della popolazione detiene il 46% della ricchezza complessiva conferma che troppe diseguaglianze sono ancora presenti. In questi anni si è pagata la scelta di far parte dell’Unione Europea fondata esclusivamente sul libero mercato, sullo scambio dei prodotti, su politiche finanziarie speculative che hanno dimenticato il progetto nobile di unificazione sociale per milioni di cittadini, cittadini di paesi membri coinvolti, chi più e chi meno, in un processo di crisi globale. Crisi che ha coinvolto prevalentemente le nazioni del bacino del mediterraneo che ha prodotto di fatto il concreto rischio di espulsione dalla zona euro – l’esperienza drammatica vissuta dalla Grecia ne è un emblematico esempio. Molti dei componenti della nostra platea congressuale, hanno vissuto e vivono ancora quotidianamente il disagio da migrante ed altrettanta preoccupazione deve essere ben presente in ognuno di noi rispetto a tentativi di corporativismo, populismo e nazionalismo che però, nella sostanza hanno solo lo scopo di generare elementi di razzismo, elementi da scongiurare in una società civile degna di questo nome. Il prolificare di tante leghe, il populismo di nuovi movimenti come quello dei cosiddetti forconi denotano un malessere complessivo con un grave rischio, di avere tra noi da una parte dei presunti “Masaniello del terzo millennio” e dall’altra evidenti richiami di nazionalsocialismo. Contesti come questi obbligano la CGIL a riprendere la discussione, peraltro mai interrotta, di capacità di esercitare il ruolo di SINDACATO GENERALE che pretende dalla politica di qualsiasi livello un confronto per dare risposte ai bisogni dei lavoratori e dei soggetti più deboli. In questi anni ha visto la CGIL prevalentemente scontrarsi con le scellerate politiche dei governi che si sono succeduti, da Berlusconi a Monti a Letta, abbiamo proclamato da soli 5 scioperi generali ed uno unitariamente con CISL e UIL. Governi che hanno prodotto esclusivamente dei tagli rigidi al sistema generale, aumentando la tassazione nei confronti del lavoro dipendente devastando la partita previdenziale introducendo l’ennesimo riordino che per l’ennesima volta ha peggiorato quanto di faticoso si è cercato di costruire assieme negli anni precedenti. La riforma del mercato del lavoro/ammortizzatori sociali/pensioni denominata “Fornero” ha di fatto introdotto elementi di straordinaria rigidità, rendendo sempre più difficile il raggiungimento del diritto pensionistico allungando l’attività lavorativa a tutti penalizzando in particolare le donne lavoratrici e penalizzando ulteriormente i lavori più disagiati nel mondo del lavoro. I nostri settori, edilizia in particolare, auspicavano magari piccoli ma importanti segnali in questo senso. IL NULLA ASSOLUTO. Sono stati anni dove abbiamo subito enormi attacchi rispetto alle norme che regolamentano il lavoro. Si è peggiorato l’art. 18 destrutturandolo, si sono introdotte deroghe territoriali rispetto alle classiche impalcature dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro. La politica ha solo prodotto clamorosi proclami su presunti interventi contro l’evasione contributiva e fiscale con il misero risultato, in alcuni casi, di fare aumentare la disobbedienza fiscale. Potrei continuare ancora a lungo elencando una serie di cose che si dovevano fare e che sono rimaste nel dimenticatoio; in un quadro dove la malavita organizzata ha invece ramificato le proprie attività illecite concentrandosi in zone sempre più al nord del paese confermando quello che da tempo la CGIL sostiene e cioè dove esistono ancora aree forti economicamente là si concentrano le penetrazioni di collusione e corruzione organizzate. Situazioni eloquenti come queste, da questo punto di vista, le abbiamo vissute più o meno tutti; se penso ai grossi interventi pubblici presenti in Lombardia di questi ultimi anni dove nella quasi totalità dei casi abbiamo registrato, abbiamo toccato con mano tali fenomeni. Tanti di noi hanno sperato che il quadro politico uscito dalle ultime elezioni potesse esprimere, attraverso il governo che ne è sorto, un concreto e reale momento di rottura con il passato. Abbiamo invece assistito, con una certa impotenza, a quella che tanti hanno definito una SCENEGGIATA INDECOROSA che nel nome di un presunto attaccamento e salvataggio del paese ha di fatto impedito il formarsi di un governo a forte caratterizzazione rispetto al passato. Si sono inventate le cosiddette LARGHE INTESE, ma al di là della nuova denominazione, le stesse non hanno prodotto nulla di concreto. Abbiamo assistito impotenti nel vedere il paese bloccato sulla vicenda IMU, il governo ci ha spiegato che le soluzioni alternative introdotte dovevano permettere una riduzione del prelievo fiscale. Purtroppo nulla di più falso. Noi da anni sosteniamo, che per recuperare risorse da destinare alla ripresa, è indispensabile intervenire sulle rendite e patrimoni finanziari aumentando il prelievo fiscale equiparandolo alla media vigente nell’Unione Europea. Quanto sta accadendo in queste ore non fa pensare a nulla di nuovo e di buono; se le premesse sono quelle che stiamo sentendo e vedendo, credo onestamente che si ci debba preoccupare ulteriormente. Le persone che rappresentiamo hanno bisogno si adeguate risposte ai loro bisogni. La politica ha il compito ed il dovere di affrontare e risolvere i loro problemi. Ci hanno spiegato che il paese necessità di adeguate risposte in tema di riforme istituzionali, interventi a sostegno delle famiglie ed imprese, interventi a sostegno dell’occupazione. Sono passati ormai tre anni senza vedere praticamente nulla. Credo sia evidente a tutti che in questo modo è impossibile proseguire: si risolva il nodo della riforma elettorale e si torni a votare. In un quadro generale con questi contenuti si continua, ad assistere all’offensiva della parte padronale rispetto al mantenimento dei diritti dei lavoratori nel nome di presunti impegni di mantenimento delle industrie del nostro paese. Ed ancora come non dimenticare la fuoriuscita di grossi gruppi industriali da Confindustria a tutto discapito del concetto di rappresentanza in un sostanziale silenzio dalle istituzioni e spesso con la condivisione di tali scelte anche da parte dello stesso mondo sindacale. Ed è invece proprio il lavoro congressuale svolto in queste settimane, attraverso il coinvolgimento delle lavoratrici e lavoratori che rappresentiamo, che ci rende sempre più convinti che la nostra proposta inerente al NUOVO PIANO PER IL LAVORO presentato dalla CGIL riassume e sintetizza la strada per uscire dalla crisi. Alcune proposte inserite, se realizzate, porterebbero immediatamente dei benefici sul versante occupazione creando nuovi posti di lavoro a breve/medio periodo soprattutto per settori come i nostri. Alcuni esempi: • Un paese a forte rischio idrogeologico dove un qualsiasi evento meteorologico straordinario mette a forte repentaglio le popolazioni, le attività produttive e quant’altro. Tali condizioni devono essere gestite attraverso momenti di manutenzione del territorio; alcuni dati resi disponibili in questi giorni: negli ultimi 4 anni, a causa di eventi riconducibili ad dissesto territoriale, si sono registrate 293 morti e centinaia di feriti; 4 anni fa si stimava un fabbisogno di circa 4 miliardi di Euro nel programmare un minimo di manutenzione; oggi ne servirebbero almeno il doppio (8 miliardi di Euro.....). Ogni ulteriore commento è superfluo. • Il recupero di aree urbane ed industriali dismesse e la valorizzazione delle stesse permetterebbe la riqualificazione dei siti già esistenti, oggi abbandonati, recuperando spazi da destinare all’edilizia popolare senza essere costretti a cementificare ulteriori spazi. • L’introduzione di nuove tecniche di costruzione privilegiando l’utilizzo di nuovi materiali a favore di impatti ambientali eco/sostenibili; • Riqualificazione, bonifica e messa a norma di tutto il patrimonio dell’edilizia scolastica. Queste sono solo alcune proposte che la CGIL ha fatto in un recente passato e che riproporrà al nuovo governo. Studi di settore promossi dalla FILLEA Nazionale dimostrano e confermano che attraverso adeguati investimenti in questa direzione, potremmo avere da subito forti segnali di incremento dell’occupazione non solo per i nostri settori ma rialimentando il motore dell’economia che vede da sempre l’edilizia il volano di tutte le altre attività ad essa collegate. Ritengo che solo la realizzazione di quanto descritto possa far cambiare l’attuale quadro drammatico che stiamo tutti vivendo. Ulteriore argomento che merita attenzione e soluzione è quello dei lavoratori stranieri che vivono nel nostro paese. La nostra Organizzazione, la CGIL ma in particolare la FILLEA si sono battute in questi anni al fine di consentire un riallineamento sul versante dei diritti. Un’alta percentuale di migranti vive e lavora ormai stabilmente sul suolo italiano. Un paese civile, DEGNO DI QUESTO NOME, deve necessariamente equiparare i diritti a tutti i cittadini a prescindere dalla provenienza a partire dal diritto di cittadinanza nei confronti, in particolare, di chi è nato nel nostro paese. Vergognosa è la scelta di non permettere ancora l’esercizio del diritto al voto a quei cittadini presenti da più tempo. Lo diciamo da troppi anni, senza purtroppo essere ascoltati. Parlando di integrazione proviamo ad immaginare la possibilità di far votare gli stranieri almeno nel livello amministrativo; permetterebbe a TUTTI di dare contributo per la condivisione di scelte nella partecipazione e nelle scelte civiche a livello locale. In un paese prevalentemente manifatturiero come è l’Italia c’è bisogno di riaffermare la centralità e il rispetto delle norme sia legislative sia contrattuali e, da quanto emerso nell’ambito della recente stagione di rinnovi contrattuali è evidente che tanto lavoro deve essere ancora svolto. Un elemento su tutti: il rinnovo del Contratto del principale settore della nostra categoria vede ancora enormi distanze tra noi e le nostre controparti. Contratto scaduto ormai da 14 mesi che ancora non registra elementi positivi che prevedano il rinnovo in tempi rapidi. Da questo punto di vista bene ha fatto tutto il movimento sindacale di categoria a proclamare unitariamente uno sciopero generale nazionale il 13 dicembre scorso. Sciopero, tra l’altro, che ha visto un’alta percentuale di adesione in questo territorio, sciopero che ha prodotto il blocco dei lavori presso il cantiere dell’EXPO a Milano; certo non siamo stati in grado di fermare l’intero settore, ma la scelta comunque coraggiosa di concentrarsi con quattro grosse iniziative a livello nazionale a prodotto perlomeno la ripresa del negoziato. Sconcerta in particolare e positivamente un dato: unitariamente con FILCA E FENEAL siamo riusciti a realizzare, nel corso del 2013 tutti i rinnovi contrattuali dei nostri settori quali il Legno, i Lapidei, i Manufatti e Laterizi ed il Cemento. Rinnovi siglati nel rispetto delle norme vigenti, rinnovi che hanno prodotto dignitosi aumenti salariali, rinnovi che hanno altresì permesso l’introduzione di nuovi istituti a favore delle lavoratrici e lavoratori. Mantenendo, nella sostanza, inalterato il concetto di contrattazione basato sui due livelli (nazionale e/o Aziendale/Territoriale). Rinnovare i CCNL in un contesto ancora così drammatico significa essere riusciti a riconfermare e ribadire il rispetto delle regole vigenti in tema di contrattazione. Per queste ragioni, facciamo fatica a capire la rigida posizione da parte di ANCE e COOP sul destino del negoziato. Le proposte fatte di ridimensionare l’istituto dell’anzianità di settore, la riduzione delle percentuali da versare nelle Casse Edili a favore dei lavoratori e soprattutto il non voler riconoscere NULLA di aumento salariale per noi continuano ad essere elementi da considerare irricevibili. Aver siglato l’ipotesi di accordo del CCNL con le Associazioni Artigiane il 24 gennaio scorso potrebbe concretamente consentire la ripresa della trattativa con la possibilità di chiudere l’ultima vertenza ancora aperta. Su questo si stanno registrando finalmente piccoli passi in avanti; il prossimo 5 marzo, nell’ambito della ripresa del negoziato speriamo si creino le condizioni per la siglare il rinnovo del contratto. Il territorio che caratterizza il Ticino Olona – 50 comuni con una popolazione pari a circa 460.000 abitanti – è ancora fortemente coinvolto nella crisi che ormai sta attanagliando tutto il paese. Abbiamo un comparto edile in continua destrutturazione, continua il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali ancora disponibili, continua la costante perdita di imprese e forza lavoro – un dato su tutti: nel 2008 la Cassa Edile di Milano occupava oltre 50.000 addetti, febbraio 2014 per la prima volta siamo scesi sotto le 31.000 unità -, sono presenti alcune centinaia di addetti del settore legno e qualche realtà nei settori dei manufatti/laterizi e dei lapidei; tutte aziende che cercano di far fronte alla crisi attraverso l’utilizzo di Cassa Integrazione Ordinaria o Straordinaria operando nella più assoluta incertezza senza vedere, in tempi certi, minimi segnali di controtendenza. Tutti gli altri settori manifatturieri del territorio confermano tale trend negativo, la storica fabbrica TOSI di Legnano, tanto per fare un concreto esempio, testimonia la gravità della situazione. Il territorio, peraltro, sta vivendo in modo estremamente marginale l’enorme appuntamento legato ad EXPO 2015. Non si percepiscono ancora gli annunciati benefici anche di carattere occupazionale che tante istituzioni preannunciano. Per arginare questo dramma serve, anche attraverso accordi locali tra istituzioni e il sistema bancario, un miglior accesso al credito per consentire non solo la sopravvivenza ma un rilancio del sistema produttivo locale. Operare in queste condizioni, per noi di FILLEA abituati e concentrati prevalentemente sull’argomento proselitismo, ci ha permesso, in questi anni, di diventare anche “BRAVI SINDACALISTI” nella gestione quotidiana di situazioni spesso difficili. La forte tenuta unitaria che caratterizza il lavoro quotidiano di FILLEA, FILCA e FENEAL sul territorio, la considero un enorme risorsa. Certo non ce le mandiamo a dire, quando serve, e cioè spesso. Ma in una fase difficile come questa riuscire spesso a trovare sintesi unitaria e cosa di estrema importanza e da considerare un valore aggiunto. Un esempio su tutti: la crisi del settore edile, ha permesso a tutti noi di istruire formare ed informare le imprese ed i loro titolari. Gli accordi recentemente sottoscritti in tema di rappresentanza a livello confederale indicano l’unico possibile percorso per rafforzare questo legame e vanno, di conseguenza applicati. Le polemiche, tutte interne al congresso CGIL, hanno generato, a mio avviso, sterili discussioni di basso profilo. L’intesa sottoscritta lo scorso 10 gennaio da tutti i soggetti coinvolti – CGIL CISL UIL e Confindustria) fornisce alla CGIL in particolare, la storica opportunità di rendere finalmente tangibili gli enormi sforzi fatti in questi ultimi anni, anni di profonde lacerazioni tra CGIL CISL e UIL. Questo risultato rappresenta una grande opportunità rispetto alla possibilità nel garantire tante lavoratrici e lavoratori nei luoghi di lavoro. Manca solo un enorme tassello: rendere visibile l’enorme sforzo prodotto attraverso un percorso che porti finalmente ad una normativa legislativa che consenta di estendere a tutto il mondo del lavoro equi criteri sul tema della rappresentanza. Ed anche a casa FILLEA la crisi ha necessariamente cambiato il nostro modo di operare. Ho già espresso questo concetto ma lo voglio riprendere: la crisi ci ha consentito di diventare SINDACALISTI a “TUTTO TONDO”. Le problematiche del mondo del lavoro connesse alla crisi, ha determinato l’acquisire di nuove ed indispensabili conoscenze. Grande è stato e continua ad essere l’impegno della CGIL Ticino Olona, ed in particolare della FILLEA Lombardia e della FILLEA Nazionale che, attraverso specifici e costanti momenti di formazione, ha permesso la crescita di ognuno di noi. L’aver investito sulle risorse umane disponibili, in un contesto così grave e delicato, si è rivelato strategico, lungimirante e quindi indispensabile. Parlare di risorse economiche, in un contesto così grave, implica scelte anche di carattere organizzativo generale. Da questo punto di vista, bene ha fatto la FILLEA Nazionale a sviluppare alcune linee guida che vedranno necessariamente coinvolti tutti i territori a livello nazionale, Lombardia compresa nell’immediato futuro. Sarà quindi indispensabile ed inevitabile ipotizzare nuovi metodi di lavoro attraverso il coinvolgimento diretto di tutto il gruppo dirigente. Troppo spesso, tra di noi, il concetto della riflessione si è tanto e troppo diffuso. Ritengo sia giunta l’ora di sostituire tale termine utilizzando d’ora in avanti un nuovo concetto/principio. DOBBIAMO SOLO AGIRE. Essere nelle condizione di poter agire da persone formate e consapevoli è uno degli elementi strategici per il nostro futuro. Questo principio, deve essere allargato a tutto il nostro futuro gruppo dirigente; essere autonomi, formati e competenti significa poter dare tutti quei fondamentali elementi a tutti i nostri delegati presenti nei luoghi di lavoro e di conseguenza a tutte le nostre iscritte ed iscritti. E ancora di strategica importanza dovrà diventare l’intreccio tra le categorie ed i servizi che la CGIL offre alle iscritte e ad agli iscritti. In questi pochi mesi di mia presenza in Ticino Olona ho potuto verificare di persona un clima positivo di valida collaborazione tra la categoria e tutte le compagne e compagni che lavorano quotidianamente a disposizione di tutti i lavoratori che rappresentiamo. Merito di tali risultati è sicuramente da attribuire al buon lavoro impostato dalla Segreteria Confederale, lavoro ulteriormente da migliorare e perfezionare. Alcuni esempi concreti: la nostra organizzazione ha il vanto di fornire, su argomenti specifici, una serie di servizi di alta qualità e quantità. Patronato INCA, Ufficio Stranieri, Ufficio Vertenze, Servizio Fiscale, tanto per citarne alcuni, rappresentano un collante indispensabile tra lavoratori, tra cittadini e l’Organizzazione nel suo complesso. Bello sarebbe immaginare, nel rispetto dei ruoli, una sempre più attiva collaborazione tra i servizi e le categorie TUTTE. Per quanto riguarda noi la FILLEA Ticino Olona si vuole assumere, tra gli altri, l’impegno a migliorare ulteriormente tale impostazione. E mia profonda convinzione, che poter fornire un valido contributo attraverso sinergie mirate possa rivelarsi una scommessa vincente. Nell’ambito della prossima Conferenza d’Organizzazione, mi auguro che questi che possono sembrare proclami di circostanza diventino, invece, SOSTANZA. Merita menzione il ruolo di straordinaria importanza che esercitano i nostri Enti Bilaterali presenti nel settore edile. Dalla Cassa Edile al Comitato Paritetico all’Ente Scuola Edile Milanese. Enti che, per loro natura, hanno il compito di offrire opportunità ai lavoratori del settore. Opportunità, parlando di sicurezza nei luoghi di lavoro, che attraverso percorsi di formazione specifica ha permesso una costate ed importante crescita in tema di prevenzione. L’enorme lavoro prodotto dalla Ente Scuola ha permesso altresì, nel mettere a disposizione un alta gamma di percorsi formativi, la riqualificazione di migliaia di lavoratori ed imprese. Lavoro straordinario che comunque deve essere ulteriormente implementato anche rispetto a nuove esigenze e nuove tematiche. Senza dimenticare l’importante lavoro effettuato dagli RLST che mediante il rilancio della loro attività hanno il compito di monitorare il territorio soprattutto rispetto all’enorme frammentazione che caratterizza il settore. Ho iniziato il mio intervento, parlando di bilanci da parte della FILLEA Ticino Olona ed alcune indicazioni per rilanciare la nostra attività futura. Da questo punto di vista non ci si può dimenticare del lavoro svolto da chi ha avuto l’onore e l’onere di gestire questa bella realtà prima di me. Grazie, Tante grazie alle compagne e compagni che tanto hanno dato a questa categoria svolgendo un importante lavoro e raggiungendo validi risultati. Con Katiuscia, Agron, Renato e soprattutto con TUTTI VOI mi aspetto di continuare e migliorare ulteriormente quanto fatto in questi anni. In che modo? Poche cose, semplici che possono sembrare banali, ma che banali non sono: migliorare significa, aumentare la nostra presenza sul territorio, andando il più possibile nei luoghi di lavoro, facendo più assemblee e quant’altro. Gestendo le risorse economiche con sobrietà, impegno e serietà. Aumentando la nostra capacità di ascolto nei confronti della NOSTRA GENTE. Cercando di dare concrete risposte ai loro bisogni. Solo così riusciremo a mantenere alti i valori che da sempre caratterizzano la nostra Organizzazione. Per le nostre lavoratrici, per i nostri lavoratori, per il nostro futuro. VIVA LA CGIL TUTTA. VIVA LA FILLEA Ticino Olona.

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