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Referendum

19.03.14 Si è concluso il 10 marzo 2014 il Congresso Regionale della Fillea Calabria. Di seguito la relazione del segretario uscente luigi veraldi, riconfermato alla guida della struttura dal nuovo direttivo eletto al termine del congresso.
Graditi ospiti ed invitati, care/i compagne/i, celebriamo oggi il congresso della fillea cgil calabria a conclusione dello svolgimento di n.84 assemblee di base, alle quali hanno partecipato n.7.766 lavoratori iscritti, seguite dai sette congressi comprensoriali di categoria. Una attivita' intensa e caratterizzata dall'analisi del contesto di crisi e delle proposte politiche e organizzative per affrontare il futuro. Oggi effettuiamo a livello regionale l'ulteriore valutazione rispetto all'attivita' svolta dalla categoria e contestualmente proponiamo le azioni per il successivo periodo di mandato. le scelte per il futuro del settore e di conseguenza per quello della nostra categoria, per la nostra rappresentanza,per il lavoro e per i lavoratori. Il contesto e' quello di una situazione di grave crisi che non ha risparmiato nessuno dei settori produttivi del paese e che ha riguardato pesantemente il settore dell'edilizia e della sua filiera. Al momento non si registrano elementi di ripresa, con una grave constatazione, quella che nelle esperienze delle precedenti crisi, il nostro settore era stato tra i primi a ripartire rispondendo, tra l'altro, a quella tipica funzione anti-ciclica, contrassegnata innanzitutto dalla ripresa dei consumi e da una influenza positiva nei confronti dell'economia dell'intero paese, senza distinzione di area geografica. Una crisi che per la sua durata e per la sua consistenza ha creato una grave destrutturazione in tutti i campi ed ha falcidiato interi settori produttivi che non hanno potuto contare su positive azioni politiche dei governi, sordi alla reazione sociale e indisponibili alla necessita' di un confronto obiettivo nel rapporto tra le inconsistenti politiche industriali ed i fattori di contesto. In tale situazione sono risultati intaccati valori essenziali come la coesione sociale, la democrazia e derubricati quelli relativi al lavoro ed alla giustizia sociale. Queste condizioni sono risultate ancora piu' aggravate nella nostra regione dove la crisi ha rincarato la dose con i ritardi delle politiche di governo regionale che non sono riuscite ad esprimere una programmazione d'intervento in favore dello sviluppo. Tale analisi ha riguardato anche il nostro settore e cosi', come nel resto del paese, si e' avviato un declino strutturale, con responsabilita' sicuramente istituzionali ma anche con atteggiamenti colpevoli da parte delle imprese, in particolare i grandi gruppi, che nulla hanno fatto nel precedente ciclo ,contraddistinto da una fase di crescita, per rendere il settore solido, moderno e innovato qualitativamente. Queste concause hanno determinato le sofferenze attuali del nostro sistema produttivo imperniato su un tessuto di piccole imprese, in un contesto di mercato deregolato e con forte presenza di irregolarita'. Tali condizioni denotano che nella nostra realta' come nel resto del paese, ci si deve caricare dell'onere di contribuire a determinare una forte azione di proposta, supportata da fasi di mobilitazione e lotta, in favore del lavoro, per la sua rivendicazione e per l'affermazione di regole e diritti.. nella nostra regione il valore della rivendicazione assume il significato di un' azione di civilta' e democrazia che precipuamente deve segnare le possibilita' del decollo economico e del riscatto sociale. Le valutazioni ed i motivi per i quali abbiamo compiuto la scelta di tenere il nostro congresso regionale in questo territorio, non sono state casuali ma indirizzate ad una sfida che dobbiamo cogliere ed affrontare nel declinare un modello d'azioni che a partire da questo territorio puo' essere esigibile e puo' diventare l'elemento trainante nelle attivita' per lo sviluppo e contestualmente di contrasto a fenomeni sociali negativi. Infatti in questo territorio partono i cantieri di importanti infrastrutture che indicano , al netto del complessivo ritardo delle misure anti-crisi, un segnale che, in parte, puo' significare l'avvio della ripresa per il settore nella nostra regione. Il nostro congresso in un'area che sara' fortemente interessata dall'apertura di cantieri e che rappresenta complessivamente, nel panorama nazionale degli appalti pubblici, una eccezione ed allo stesso tempo una contingenza favorevole non solo per questo territorio e per la nostra regione ma per l'intero paese. Si tratta di opere strutturali e strategiche di grande importanza: il 3° megalotto della ss/106 ionica che nell'ambito del piano di trasporti nazionale integra il corridoio adriatico-jonico-tirrenico con l'impiego stimato da anas di 2.550 lavoratori; l'adeguamento della statale 534 importante raccordo tra a/3 e la ss/106; il 3° macrolotto dell'a/3 ; il nuovo ospedale della sibaritide. Tali opere in un periodo di crisi assumono grande significato in termini di investimenti e sbocchi occupazionali per il settore e quindi necessitano di una particolare vigilanza sindacale a partire dallo svolgimento di concrete attivita' negoziali di sostegno ed in favore del lavoro, che proprio in questo territorio, la fillea comprensoriale ha avuto gia' modo di esprimere con punte avanzate di sperimentazione contrattuale tanto da far diventare, il cantiere della tecnis di morano (lavori a/3) un laboratorio di buone pratiche negoziali, che in un seminario della fillea nazionale, tenuto nello stesso cantiere, sono state presentate a delegati provenienti da tutto il territorio nazionale. Una testimonianza che conferma che si possono raggiungere buoni accordi in favore della qualita' del lavoro e dell'esecuzione delle opere e come quella esperienza deve essere messa in campo anche per le importanti opere in fase di avvio. Un'attivita' che riguardera' la contrattazione d'anticipo; i protocolli di legalita' (gia' sottoscritto quello per il 3° macrolotto dell'a/3, con importanti novita')il conseguente monitoraggio dei flussi di manodopera e la previsione di trasparenti procedure di reclutamento di manodopera. Queste ultime rappresentano la proposta e la sfida che parte da questo territorio e che dovra' determinare effetti positivi e costituire la positiva modalita' da estendere e quindi applicare nell'intero territorio regionale, per contrastare irregolarita' e illegalita' negli avviamenti al lavoro. Servono novita' e qualita' e quindi sara' necessario esperire una innovazione nei compiti e nelle responsabilita' che, nel solco del ccnl, dovranno coinvolgere il negoziato generale tra sindacato e associazioni datoriali relativamente al ruolo applicativo degli istituti contrattuali oltre a determinare anche a livello paritetico le risposte alle nuove esigenze di servizi della nostra bilateralita' ed arrivare ad un confronto propositivo , sulle materie del lavoro e della formazione, con regione, province e direzioni territoriali del lavoro. una progettualita complessa che potra' investire e rafforzare il ruolo del sistema della bilateralita' edile per aspetti attinenti alla formazione convenzionata, allo strumento della borsa lavoro (blen it) e potra' concorrere a realizzare uno sbocco alle politiche attive regionali nella difficile funzione della ricollocazione degli addetti del settore, utile a svuotare il complessivo bacino di precariato con il reimpiego dei disoccupati edili che al momento impegnano politiche passive ,attraverso le misure di sostegno al reddito. Come le opere pubbliche nella nostra regione possono diventare una delle importanti risposte alla ripresa occupazionale e pertanto la necessita' e l'impegno a rivendicarle anche nel livello della contrattazione territoriale, attraverso la specificita' delle sessioni di confronto sociale sui bilanci partecipati, mirate ad esigere interventi ordinari e programmati delle istituzioni locali per la cura del territorio,del patrimonio immobiliare e della riqualificazione urbanistica anche per le piccole opere pubbliche cosi' come per la esecuzione di importanti infrastrutture deve affermarsi l'idea che il lavoro deve determinare effetti positivi a partire dal livello sociale e contribuire al suo miglioramento, nel rispetto delle misure propedeutiche e contestuali sulla legalita' e quindi della lotta contro l'azione criminale nelle sue mille sfaccettature. Un'appello che lanciamo nel duplice ruolo di una confacente azione rivendicativa, quello della rappresentanza del lavoro e quello di ordine sociale. le costruende opere infrastrutturali che ricadono su questo territorio dovranno costituire non solo una risposta alla domanda di lavoro per il settore ma anche, attraverso la loro fruibilita' sociale, il contributo allo sviluppo del territorio e la risposta a diritti di cittadinanza. Nel caso delle infrastrutture viarie menzionate va ricordato il diritto alla mobilita' e al miglioramento della circolazione di merci e persone. mentre per quello riferito alla costruzione dell'ospedale della sibaritide, l'ottica e' quella del miglioramento dell'offerta ospedaliera dell'area e di una adeguata risposta al diritto alla salute. Un'azione rivendicativa in questa area, che rispetto agli altri territori della regione, assume il vantaggio di maggiori opportunita' nella considerazione dell'entita' degli investimenti e dell'importanza delle opere da cantierizzare e da portare ad esecuzione. in questo senso diventano importanti attraverso la promozione del lavoro e del contrasto della precarietà e del lavoro nero, mirare a al miglioramento del contesto territoriale, delle condizioni sociali e al radicamento del germe della legalità . Questa ultima considerazione a proposito di quanto successo a pochi km da questo luogo,una barbarie inaudita (l'efferrato omicidio di un bimbo) quella consumata a cassano allo ionio che pone in essere la pericolosita di ambienti criminali che per interessi illeciti mettono a repentaglio intere collettivita' e rischiano di pregiudicare lo sforzo di chi, attraverso l'impegno economico - sociale – culturale, contribuisce al miglioramento del territorio. Cosi' come anche in questa area non possiamo dimenticare l'incuria nella gestione del territorio e, nel caso specifico, del grave rischio di compromettere un patrimonio quale quello archeologico- artistico-culturale. Il riferimento e' relativo agli scavi archeologici di sibari, che piu' di un anno fa sono stati coperti dal fango,a seguito dell'esondazione del crati, un bene di grande importanza che, tra l'altro, non appartiene solo a questo territorio, alla regione ed al paese ma, fa parte del patrimonio dell'intera umanita' come diretta testimonianza storica della civilta' espressa da quei luoghi. Anche in questo caso nel mentre i rappresentanti della societa' civile, tra questi anche la nostra organizzazione ai vari livelli, si sono mobilitati a difesa dell'mportante sito archeologico, si e' assistito ai ritardi della regione e alle consuete lentezze burocratiche-amministrative che si sono aggiunte ad una gia' carente attivita' di prevenzione territoriale . anche questa deve diventare una occasione per cambiare le tendenze negative e quindi proporre e promuovere progettualita' e programmazione utili a rintracciare risorse e renderle esigibili per l' apertura di quello che puo' e deve essere uno dei piu' grandi ed importanti cantieri archeologici di tutti i tempi, vista l'importanza del sito e la complessa lavorazione da effettuare , mettendo in campo interventi appropriati che concludano la fase dettata dalla messa in sicurezza e guardino a quella successiva con un intervento specializzato per la conservazione e il restauro dello stesso, fino a poter determinare la fruibilita' del sito in termini di offerta turistica culturale . Il lavoro, le grandi opportunita' di questa area, cosi' come quelle da conquistare in tutto il territorio regionale, le similutdini rispetto ai siti archeologici a rischio (sibari - antica kaulon), necessitano di un modello unico di azioni ed intenti rispetto alla rivendicazione di lavoro,sviluppo e legalita', accompagnato dalle applicazioni contrattuali e all'osservanza delle relative regole che devono costituire il paradigma da cui partire per affrontare in tutta la nostra regione la crisi del nostro settore e promuovere , nello stesso, reali opportunita' di lavoro. Questi sono stati gli argomenti, trattati in una modalita' pragmatica e con riferimento alle specifiche tematiche delle diverse aree della nostra regione, che hanno avuto centralita' nella discussione che ha animato le assemblee congressuali di base e che, hanno trovato puntuale riferimento nel primo documento congressuale, il lavoro decide il futuro, con la condivisione e la validita' dell'impianto delle undici azioni utili a rivendicare lavoro ed equita' sociale. le nostre assemblee congressuali sono state sensibili alla traccia di confederalita', valore che non dobbiamo smarrire e che riassume la forza della proposta generale per il lavoro, per idiritti e per le tutele in una accezione universale e solidaristica della nostra rappresentanza. Inoltre le proposte programmatiche sono state individuate come indicazione puntuale e necessaria per affrontare il contesto della crisi, per il quale era gia' stato coniato un primo passaggio rivendicativo con la presentazione del secondo piano per il lavoro della cgil , dopo quello varato 65 anni fa' da giuseppe di vittorio. Allora il paese usciva dalla devastazione della guerra, oggi fa i conti con la piu' grave crisi economica dalla nascita della repubblica, si coglie un unico filo conduttore quello della ricostruzione ed innovazione del paese in maniera capillare insieme alla necessita' di proporre politiche di sviluppo locale, con accezioni che anche nella loro oggettivita' calzano particolarmente alla nostra realta' regionale. Gli obiettivi della crescita e dello sviluppo del paese non possono che partire dal lavoro e dalla creazione di nuove opportunita' di lavoro legate alle attivita' che, anche nella nostra regione riguardano risanamento, bonifiche, messa in sicurezza del territorio, valorizzazione dei beni culturali, innovazione tecnologica nella tutela dei beni artistici, la necessita' di riforma e rinnovamento della p.a. e del welfare, l'economia della conoscenza, innovazione e sostenibilita' delle reti infrastrutturali. Servono investimenti pubblici per le specializzazioni produttive e per elevare la qualita' di industria e servizi, il riavvio del credito, la regolarita' e la trasparenza degli appalti (a partire dall'abrogazione del massimo ribasso e a favorire la modalita' dell’offerta economicamente piu’ vantaggiosa). Tutti sforzi mirati ad un contesto utile per contemperare ,affermare e preservare il valore e la regolarita' del lavoro e il suo legame, per noi, indissolubile rispetto alla dignita' delle persone, al ccnl, al salario e ad una cornice di tutele universali . L'idea di un piano per il lavoro che reclami tempestivita' del sistema di interventi per rispondere alla emergenza e cogliere l'esigenza delle riforme e delle conseguenti scelte. nella nostra regione, cosi' come per il resto del mezzogiorno, servono interventi che affrontino in maniera proficua le emergenze del territorio, la messa in sicurezza e la sua riqualificazione, rispondendo in questo modo anche alla domanda di lavoro. Le risposte da consegnare ai giovani per poterli trattenere nella nostra regione e quindi promuovere occupazione giovanile, con un'iniziativa pubblica mirata allo stesso tempo alla produzione di beni e servizi pubblici e comunque per dare una ferma risposta alla esigenza di sottrarre manovalanza giovanile alla criminalita'. Bisogna reclamare il protagonismo dell'intervento pubblico, che non intendiamo come la riproposizione di sterili politiche assistenziali ma, un'azione che consegni al paese una risposta programmata ed un nuovo modello di sviluppo, in contrasto con il declino, contro la de-industrializzazione e capace di riavviare la crescita attraverso politiche industriali, infrastrutture materiali ed immateriali e la promozione di un nuovo welfare nazionale e locale. Nell'alveo di tali misure il lavoro deve rappresentare il valore che deve essere tutelato, qualificato, che deve poter contare su agevolazioni fiscali in favore delle aree svantaggiate garantendo opportunita' stabili a giovani, donne e prevedendo la rioccupazione dei disoccupati di lungo periodo, l'emersione del lavoro nero e non dimenticando il dramma che viviamo in gran parte dei territori della nostra regione rispetto alle difficolta' sull'accoglienza e l'inclusione dei migranti, a partire dalle condizioni per la loro regolarizzazione e l'ammissione al godimento dei diritti di cittadinanza. cosi' nella attuale fase di crisi ancora piu' importante diventa la proposta sulla universalita' degli ammortizzatori sociali, con la rivendicazione del mantenimento degli strumenti in deroga e prevedendo le relative risorse. Una richiesta reiterata in questi ultimi giorni e già consegnata unitariamente dalle confederazioni nazionali al neo ministro poletti. La necessita' di caratterizzare un'azione che risulta bisognevole anche della riforma delle politiche attive per il lavoro prevedendo una effettiva fase di formazione permanente successiva alla erogazione di sostegno al reddito e di poter contare sulla modalita' del reddito di continuita' tra un lavoro e l'altro (problema del nostro settore rispetto a flessibilita', con influenza negativa sulle pensioni attraverso storie contributive povere e la mancata copertura assicurativa degli intervalli tra un lavoro ed un 'altro). Conservare e migliorare il ruolo del ccnl che dovra' essere, tra l'altro, strumento di promozione dell'occupazione stabile e di qualita' e la indisponibilita' rispetto a ulteriori forme di flessibilita' e precariato (questa e' una delle difficolta' per il rinnovo del ccnl edilizia settore industria, con una fase di stasi del negoziato, a seguito di proposte irricevibili che riguardano politiche salariali, l'ape e la riorganizzazione della bilateralita'). Quindi la condizione generale e' che per programmare e sostenere l'occupazione, serve anche avviare un'azione di riforma del mercato del lavoro, degli ammortizzatori sociali, un piano per l'innovazione del welfare, cosi' come delle politiche di restituzione fiscale per il lavoro dipendente. La necessita' di reperire le risorse per fare fronte agli interventi del piano per il lavoro, con un'azione tendente a recuperare le contropartite di fondi con interventi su reddito evaso, con l'applicazione di una maggiore progressivita' nell'imposizione tributaria, con la riduzione dei costi della politica oltre che degli sprechi, con il riordino delle agevolazioni e dei trasferimenti alle imprese, con un utilizzo programmato dei fondi europei, con politiche di svincolo per gli investimenti dai criteri del patto di stabilita' e crescita, favorendo i fondi di pensioni, che tardano a decollare nel nostro settore e che possano incentivare il risparmio verso investimenti di lungo periodo, con la garanzia dei rendimenti previdenziali in favore delle necessarie misure di previdenza complementare. Per il settore delle grandi opere pubbliche, esiste la necessita' di un innovato ruolo della cassa depositi e prestiti, che da tempo viene reclamato e che dovrebbe dispiegare una piu' accentuata missione di catalizzatore di investimenti per lungo periodo per progetti di sviluppo, infrastrutture, investimenti strategici e quindi diventare soggetto promotore della innovazione strutturale e complessiva riorganizzazione del sistema paese a partire dal mezzogiorno. Determinante deve risultare la nostra progettualita', con proposte idonee a perseguire un modello di sviluppo in un paradigma ben evidenziato, imperniato su contenuti e requisiti della sostenibilita' sociale ed ambientale, che deve ripensare per intero l'idea di consumo indiscriminato di risorse, a partire dal suolo, che ha prodotto fenomeni sociali ed economici, sicuramente negativi, come ad esempio la dispersione urbana e lo spreco edilizio. A proposito di costruire.......costruire in maniera e modalita' diversa di come e' stato fatto fino ad oggi e quindi con qualita' e regole che devono riguardare il mercato, la qualita' delle imprese, il lavoro regolare , le sue tutele e le risposte alle emergenze sociali a partire da quelle sulla casa e alle esigenze dell'abitare. Complessivamente serve nel settore un patto sulle regole che risponda alla proposta di un piano industriale generale delle costruzioni imperniato sulla sostenibilita' ambientale e sociale e alla realizzazione di opere che riguardano le prioirita' e che possono riassumersi in interventi in favore del territorio, della casa e dell'energia. In tal senso le linee guida che caratterizzano il piano per il lavoro di categoria rispondono sia alle esigenze della nostra regione che a quelle del resto del paese e dovranno riguardare: Riassetto idrogeologico- anche rispetto agli ultimi accadimenti che hanno confermano la necessita' non solo nel nostro territorio ma per l'intero paese, di un piano nazionale per la messa in sicurezza e manutenzione del territorio. Una gestione del territorio non piu' rinviabile e da considerare tra gli interventi obbligati nella spesa odinaria in modo da affrontare metodicamente, in maniera permanente la problematica e quindi cercare di evitare i gravi rischi per persone, cose, unitamente alla ingente ed onerosa spesa per misure di somma urgenza dettate dalla necessita' degli interventi di protezione civile. Riduzione consumo suolo-la proposta tiene conto della necessita' di una normativa afferente il governo del territorio che crei vantaggi, con un sistema di incentivi e finanziamenti, per la trasformazione dell'esistente patrimonio immobiliare e quindi politiche mirate al riuso e riqualificazione rispetto allo sfruttamento del suolo nudo e con utilizzo per le eventuali nuove costruzioni solo di terreno gia' impermeabilizzato. Questo permetterebbe anche la possibilita' di intervernire sul tessuto edilizio ed urbanistico in cattivo stato con una politica di estensione di sgravi fiscali per le ristrutturazioni istituendo delle zone urbane speciali che prevedano la riduzione del carico fiscale e vantaggi tariffari rispetto ai servizi pubblici locali. Riqualificazione urbana, con il significato di rendere attrattivo il nostro territorio e quindi prevedere le relative risorse d'intervento. Da qui la proposta di una confacente programmazione nazionale attraverso il lavoro di una agenzia nazionale che si occupi della rigenerazione urbana in maniera strategica ed uniforme su tutto il territorio nazionale. Questa materia e' sicuramente quella da includere nelle piattaforme della contrattazione territoriale e quindi come oggetto di confronto, con gli enti locali, anche per piccoli ma significativi interventi nella considerazione dell'attuale limitatezza delle risorse. Il ruolo dell'efficenza energetica che potrebbe attivare investimenti e posti di lavoro, con la innovazione , la formazione e l'orientamento del mercato e del sistema degli appalti verso la qualita' e sostenibilita' dei prodotti energie rinnovabili anche qui un mercato delle riqualificazioni energetiche degli edifici pubblici e privati che potrebbe attivare ingenti investimenti, occupazione e lavoro specializzato nel nostro settore. La prevenzione sismica. serve una nuova classificazione sismica del territorio con un contestuale piano di messa in sicurezza con verifiche e certificazioni delle condizioni statiche degli edifici. Promuovere un sistema che attraverso la riaqualifcazione ed il riuso possa rendere disponibili immobili da offrire alla domanda di edilizia popolare e quindi al diritto all'abitare. Grandi opere questo e' il momento per una verifica rispetto alla loro strategicita' e quindi in rapporto alla loro importanza ed alle risorse effettivamente disponibili, per cui si chiede di continuare sull'impiego delle risorse per infrastrutture e costruzioni rispetto alla programmazione unitaria 2007/13 relativa a fondi struturali europei e al fondo aree sottoutilizzate Un quadro di proposte che servono non solo per generare lavoro nel settore delle costruzioni ma ad aiutare anche la ripresa dell'intera filiera e in particolare i settori dei materiali delle costruzioni e di quelli dell'arredo- legno per i quali puo' risultare non sufficente l'attuale l'estensione delle incentivazioni fiscali previste nell'ambito del capitolo sulle ristrutturazioni. Tra le azioni irrinunciabili per il settore annoveriamo: la riforma del sistema degli appalti, la tracciabilita' finanziaria, le normative sulla qualificazione delle imprese, il contrasto alla illegalita' ed alla irregolarita', l'estensione del documento unico di regolarita' contributiva per congruita' anche per i lavori privati. Ulteriore priorita' del settore e' affrontare la vulnerabilita' rispetto alla infiltrazione criminale che bisogna fermare attraverso interventi sul sistema delle imprese e negli appalti, estendendo la responsabilita' penale anche per quelle che utilizzano manodopera fornita dai caporali e determinando un futuro produttivo per le aziende sequestrate e confiscate alle mafie, prevedendo supporti ed una migliore azione della competente agenzia nazionale. In questo senso deve vincere la legalita' e il lavoro vero che devono poter contare su precisi impegni istituzionali per concorrere alla ripresa e alla crescita, Il lavoro, le disuguaglianze, il ritardo storico del mezzogiorno rispetto al resto del paese, devono essere i campi di intervento per consegnare opportunita' di parificazione all'intero sistema paese per contribuire alla innovazione, al suo miglioramento ed al suo stesso futuro. Rispetto a tali necessita' serve un riposizionamento delle politiche europee ed un rinnovato confronto tra gli stati membri, per prendere in considerazione un sistema economico non piu' vessato da misure di austerita' ma, che invece, ridisegni le politiche comunitarie collegandole ad uno sviluppo sostenibile e quindi a conseguenti interventi mirati al mondo del lavoro e ai bisogni delle persone. Cosi' le emergenze del paese devono diventare l'obiettivo principale, ed il territorio un bene pubblico sul quale investire, per evitare la tragica presa d'atto di una fragilita' della quasi sua totalita' rispetto ad eventi naturali di moderata intensita', che denotano abbandono e disinteresse. Lavoro e territorio devono essere inseriti nella programmazione ordinaria e con effetti costanti rispetto alla messa in sicurezza e per evitare misure finanziarie di carattere d'urgenza che drenano ingenti risorse meglio utilizzabili. Quindi la possibilita' di promuovere sviluppo fronteggiando positivamente ed in chiave moderna ed opportunistica, i rischi del dissesto idrogeologico, della erosione costiera, delle bonifiche e della conservazione e valorizzazione delle aree interne. Questi interventi sono parte di quelli rivendicati nel confronto con la regione calabria. sono trascorsi nove mesi da quando e' stata consegnata la piattaforma rivendicativa sui lavori pubblici regionali, in occasione della giornata di mobilitazione unitaria regionale del 31 maggio scorso svoltasi davanti alla sede del consiglio regionale, da quella data e' seguita la presentazione, a cura del dipartimento lavori pubblici della regione, del quadro delle opere pubbliche di competenza regionale, che di fatto non ha registrato una accelerazione degli interventi cantierizzabili, ne l'avanzamento di quelli in via di definizione progettuale o in assegnazione d'appalto e di relativa contrattualizzazione. Questi ritardi sono gravi se si considera l' essenzialita' delle opere e la necessita della relativa esecuzione per un settore che guarda alle stesse per una propria ripresa produttiva, per rispondere ad aspettative di lavoro e per determinare effetti favorevoli per l'economia regionale e per il suo sviluppo. Rivendichiamo ancora una volta un confronto che abbia risvolti di positivita' e possa ottenere risposte rispetto all'esistente situazione di crisi del settore e al diminuito stato occupazionale, che trova conferma nei dati negativi delle casse edili calabresi, che anche nell'ultima annualita hanno verificato decrementi con una media regionale del -17% di lavoratori attivi, -23% di ore lavorate, -22% di masse salariali e -10% d'imprese. Una ulteriore perdita di posti di lavoro che si aggiunge all'esercito industriale di riserva del settore edile calabrese , in gran parte interessato al sostegno al reddito e quindi ad interventi di politiche passive che tra l'altro, ad oggi, risultano prive delle risorse necessarie per le relative erogazioni. Servono risposte alternative a quelle delle politiche passive, a partire da un quadro di politiche attive che intervenga con misure formative di riqualificazione, professionalizzazione comunque finalizzate alla rioccupazione, avvalendosi delle sinergie operative del sistema della bilateralita' di settore. In tal senso abbiamo provveduto ad avanzare richiesta unitaria come categorie regionali insieme all' ance calabria, all'assessorato al lavoro e formazione, per attivare i relativi percorsi e rendere disponibili nell'attuazione delle misure delle politiche attive gli strumenti della bilateralita' edile per formazione e rioccupazione nel settore. Comunque serve l'avvio dei “cantieri annunciati” e pertanto diventa cruciale il confronto, con il competente assessorato regionale, per poter determinare non il solito focus, ma le tappe di avanzamento nell'assegnazione di appalti e di effettiva cantierizzazione delle relative opere. Risulta opportuno anche il coinvolgimento dell'assessorato alle attivita' produttive della regione, per prevedere sostegno alla ripresa produttiva degli impianti fissi, a garanzia di processi di rioccupazione e nuova occupazione nei settori afferenti quello delle costruzioni, quali quelli del legno, laterizi, cemento e lapidei. Per questi ultimi bisogna contemperare una griglia di azioni che devono contribuire alla competitivita' e sostenibilita di quelle aziende con interventi sulla innovazione tecnologica e di prodotto, rispondendo alle nuove esigenze di mercato e rimediando alla carenza storica di un modello di sviluppo industriale di settore che nel tempo non solo non ha saputo attrarre nuovi insediamenti ma nemmeno trattenere significative esperienze di siti gia' presenti nella nostra regione l'esempio tragico e' quello della chiusura dello stabilimento italcementi di vibo valentia, che seppure argomentato per le diminuite necessita' del cemento nel mercato nazionale ed alla conseguente riorganizzazione del detto gruppo industriale, ha visto la regione incapace di offrire codizioni per il mantenimento del sito produttivo e non in grado di promuovere il prodotto regionale e di imporre contrattualmente , nell'ambito delle opere in esecuzione in calabria, l'utilizzo del cemento prodotto nei siti della stessa, per impedire l'importazione di cemento che ha avuto, nella nostra regione, una impennata del 23%. A questo si aggiunge l'assenza di una idea politica concreta a sostegno del progetto di re-industrializzazione di quel sito e quindi una ulteriore mancata risposta al mondo del lavoro rappresentato dai lavoratori diretti dell'italcementi, attualmente in c.i.g. e a quelli ancora piu' numerosi dell'indotto, rimasti senza lavoro e senza alcuna protezione sociale. Per tutto cio' risulta necessario un concreto avanzamento sulla attuazione degli investimenti regionali per le infrastrutture, infatti ad oggi sono stati realizzati piccoli passi che, tra l'altro, riguardano solo parzialmente il complessivo quadro delle opere, che risulta essere cosi' composto: -intervento sulle infrastrutture viarie per investimenti pari a 346 milioni di euro, con interventi relativi alla trasversale delle serre, al completamento del 2° stralcio della ss.106, al grande progetto gallico-gambarie, al completamento della mirto-crosia-longobucco ed alla ss/280 dei due mari; -intervento sulle infrastrutture aeroportuali esistenti per 96 milionji di euro; -interventi sulle infrastrutture portuali pari a 20 milioni di euro che riguardano il porto di catanzaro opera lido da completare; -l'a.p.q. di gioia tauro con la previsione di interventi sulla infrastruttura portuale pari a 72 milioni di euro e per le relative infrastrutture ferroviarie pari a 190 milioni di euro; -le metropolitane ed il trasporto pubblico locale con un intervento complessivo di 425 milioni di euro che prevede: il sistema di mobilita' sostenibile catanzaro-germaneto; la metropolitana leggera cosenza- rende-unical ed il sistema di mobilita' reggio calabria; -l'a.p.q. per la difesa del suolo ed erosione delle coste per un intervento di 40 milioni di euro: -i nuovi ospedali della calabria: vibo valentia, palmi e sibaritide (aggiudicati i lavori a tecnis) per un intervento complessivo di 438 milioni di euro ; -la cittadella regionale per un importo di 160 milioni di euro in fase di completamento; -edilizia residenziale ai sensi della legge 36/2008 per un importo pari a 391 milioni di euro. Un totale di investimenti per lavori pubblici regionali che supera i due miliardi di euro e per i quali la stessa regione stima una ricaduta occupazionale , a regime, nei relativi cantieri pari a 12.ooo addetti. Una situazione che meriterebbe una task force dettata dall'interesse di reali possibilita' di lavoro per la esecuzione di opere che per la loro strategicita' ed importanza dovrebbero essere nel piu' breve tempo cantierizzate per dopo diventare fruibili. Quindi serve un confronto permanente sullo stato dell'arte che potrebbe costituire un primo passo verso la concreta realizzazione del piano per il lavoro del settore edile in calabria. cosi' come risulta necessaria l'apertura di tavoli rispetto ad opere che per la loro specificita' e complessita' devono avere trattazione monotematica. il riferimento e' ad un piano vertenziale che riguarda, oltre alla regione, anche altre istituzioni per opere incompiute e ritardi di politiche di programmazione ed attuazione di lavori pubblici riferiti a: -bacini idrici (dighe sul melito e dell'esaro); -edilizia sociale , politiche della casa e l'attenzione sulle quote accantonate in favore della nostra regione relativamente agli ex fondi gescal; -il tribunale di reggio calabria; -programmi e piani di incentivazione e sostegno per recupero urbano, riqualificazione patrimonio immobiliare pubblico e privato ed interventi di efficentamento energetico; -politiche e messa in sicurezza di territorio e patrimonio immobiliare dai rischi di dissesto idrogeologico e sismico; -interventi di recupero e valorizzazione del patrimonio archeologico-storico-culturale a partire dagli scavi di sibari e antica kaulon: -sostegno alla programmazione e progettazione degli enti locali per le opere co.finanziabili dal “piano citta”. (in precedenza co-finanziata solo un'opera per la calabria , il quartiere del savutano a lamezia terme) cosi' come necessario risulta un confronto permanente con le committenze nazionali che hanno il compito della progettazione ed escuzione di opere nella nostra regione con l'obbligo di meglio vigilare su appalti, sub-appalti , affidamenti e conseguentemente sulla regolarita lavorativa, contrattuale e sulla legalita' nell'utilizzo della manodopera il confronto con anas, che rappresenta la maggiore stazione appaltante in calabria e con la quale necessita una verifica rispetto sia i cantieri gia' in opera che a quelli di prossima apertura. Una esigenza di esame delle situazioni di criticita' che si stanno affrontando sul tratto calabrese dell'a/3, con imprese in situazione di crisi finanziaria e coinvolte in procedimenti concorsuali, con relativo blocco dei lavori e con la necessita' di applicare in maniera estensiva la responsabilita' in solido, anche sulla scorta della norma contenuta nella legge di stabilita' e quindi la possibilita' di disporre pagamenti diretti dei lavoratori e riattivare i cantieri per concludere i relativi lavori. Sulla necessita' di impegnare anas e i vari livelli istituzionali interessati per l'effettivo completamento dell'a/3, pesa ancora il definanziamento dei 58 km in provincia di cosenza anche se parzialmente l'ultima legge di stabilita' ha finanziato il secondo stralcio del 4° macrolotto con un impegno triennale (2014-16) di spesa. Sono ancora da approfondire gli interventi anas, sulla manutenzione ordinaria e straordinaria della rete stradale, che impattano sulla nostra regione, rispetto alla previsione generica della legge di stabilita'. Sempre con anas il confronto per l'altra importante arteria viaria di carattere nazionale e di interesse regionale, la ss/106 che, al netto dell'aggiudicazione dei lavori del 3° megalotto, necessita di un quadro di riferimento per gli impegni da assumere rispetto al suo completamento, con opere che interessano i territori di reggio c., catanzaro e crotone. Cosi' come urge approfondire e chiarire, con rete ferroviaria italiana e trenitalia, per le rispettive competenze, il disimpegno verso la nostra regione sulle opere di manutenzione della rete ferroviaria, nell'ambito delle risorse allocate nella legge di stabilita' e inoltre la necessita' di reclamare in favore della nostra regione, nel contesto di una pianificazione straordinaria per il mezzogiorno, la possibilita' di un intervento di miglioramento ed ammodernamento della stessa rete. infine necessita un rapporto con le istituzioni e con le stazioni appaltanti improntato al pieno riconoscimento dei diritti contrattuali che riguardano la qualita' del lavoro e il rispetto di diritti e tutele. La promozione della contrattazione d'anticipo, come istituto del ccnl per le grandi opere pubbliche, riteniamo debba essere estesa in tutti gli appalti di opere pubbliche, insieme alla sottoscrizione dei protocolli di legalita' e alla regolarita' del lavoro. Ricordavo la particolarita' che assume il monitoraggio dei flussi di manodopera e le modalita' trasparenti dell'avviamento al lavoro, attraverso un rilancio dei servizi pubblici, con una innovata e moderna funzione dell'incrocio domanda-offerta di lavoro a partire dal nostro settore e che tenga in debito conto anche delle misure di vantaggio previste nelle politiche attive regionali, con riguardo sia all'attivita' di qualificazione e formazione professionale attraverso l'utilizzo del sistema della bilateralita' edile che, delle provviste economico- previdenziali ad appannaggio delle imprese, per favorire la ricollocazione degli addetti in edilizia, provenienti da disoccupazione, mobilita' e misure di sostegno al reddito. Bisogna insistere su tali azioni, perche' le stesse servono a fronteggiare la tipica flessibilita' del nostro settore e la complessiva fragilita' del mondo del lavoro di questa regione che devono fare i conti con il peso della illegalita' e dei continui tentativi di infiltrazione criminale nei processi economici produttivi che finiscono per colpire imprese sane e lavoratori onesti. Per questo dobbiamo mutuare buone pratiche a partire dall'utilizzo dei richiamati strumenti di tutela per sostenere un sistema che promuova e riconosca imprese di qualita' e protegga il lavoro. Non possiamo dimenticare le tematiche per la sicurezza sul lavoro, il nostro e' un settore con lavorazioni a prevalente rischio infortunistico che ha necessita di combinare la normativa sulla sicurezza con la contrattazione sull'organizzazione e articolazione oraria di lavoro e che insieme all'esigenza della produttivita' deve essere data pratica risposta alla sicurezza sul lavoro. Siamo stanchi di annoverare vittime sui nostri cantieri e anche oggi vogliamo ricordare tutti i martiri sul lavoro che avrebbero potuto essere ancora tra di noi e che non sono piu', non per ragioni di fatalita' ma per chiare responsabilita' sul mancato rispetto di norme sulla sicurezza. Da parte nostra l'impegno ad onorare la loro memoria attraverso l'intensificazione della cultura e della formazione alla sicurezza di pari passo con le attivita' di qualificazione e professionalizzazione. Parlare di sicurezza sul lavoro dei nostri cantieri significa fare i conti con le problematiche poste dalle riforme sulle pensioni, per ultimo quella fornero, che complessivamente prevedono l',innalzamento dell'eta' pensionistica e la necessita' di rimanere piu' a lungo nei cantieri , con chiara maggiore esposizione a condizioni di rischio, gia' ben presenti nel settore. Anche per questi motivi proponiamo una modifica sia per l' accesso che per il calcolo delle pensioni, con correttivi che evitino la penalizzazione per la discontinuita' previdenziale, ricorrente nel nostro settore, con la possibilita' di agganciare la contribuzione figurativa a quella dell'effettiva contribuzione lavorativa almeno per il periodo precedente al pensionamento. Inoltre risulta necessario colmare i ritardi della previdenza complementare di settore che specialmente per i giovani puo' rappresentare l'utile tassello per integrare le prestazioni della previdenza obbligatoria. Una stagione difficile per una complessiva azione di tutela che, prima di segnare avanzamenti, deve evitare frammentazioni produttive e ulteriore precarieta' nel mondo del lavoro , con la consapevolezza di dovere assumere posizioni rivendicative attraverso un preciso ruolo della rappresentanza, in grado di fare valere diritti mediante un'azione di concreto peso negoziale. Lo stesso sara' commisurato alla rappresentanza e all'importanza della sua certificazione, secondo le nuove regole e dovra' contare su una forte azione di protagonismo di tutti i livelli organizzativi, coinvolgendo i nostri delegati, insieme a tutti quei lavoratori che nelle competizioni elettorali, per la elezione delle r.s.u., vorranno misurarsi e chiedere consenso ai lavoratori in nome e per conto della nostra organizzazione e quindi ottenere non solo voti e mandato, ma anche consenso alle azioni che sia la cgil che la fillea intendono mettere in campo. Nella nostra regione la cgil, la fillea giocheranno la partita sulla qualita' della rappresentanza e sull'applicazione delle relative regole e anche questi saranno tratti che potranno influenzare positivamente le sorti del confronto con le controparti contrattuali ed istituzionali , a garanzia di un ascolto e di un esito positivo del confronto sulle nostre proposte rivendicative e quindi sulla conseguente possibilita' di utili risultati per il mondo del lavoro e per il futuro dell'intera regione Dalla calabria deve partire anche il grido di allarme ed allo stesso tempo la spinta per l'avanzamento del negoziato sul rinnovo del ccnl ediliza – industria, anche nella considerazione che tutti gli altri ccnl dei nostri comparti produttivi sono stati gia' sottoscritti. Il settore edile sicuramente non puo' rinunciare al rinnovo del ccnl quello piu' rappresentativo del settore, ne immaginare il tentativo della sua destrutturazione che invece deve poter continuare ad essere attivo nel doppio livello di contrattazione (ccnl e c.t.i.), contare su una concordata riorganizzazione del sistema bilaterale, mantenere inalterato l'acceso a diritti acquisiti, quale l'a.p.e., non prevedere ulteriori flessibilita' lavorative e infine prevedere gli aumenti salariali nella dinamica del recupero della capacita' d'acquisto. Tali richieste, devono diventare risultato, anche in considerazione dell'impegno futuro, per un'azione negoziale tendente alla unificazione dei contratti dell'edilizia, con la previsione del contratto nazionale unico dell'edilizia. Grande attenzione presteremo alle attivita' che saranno intraprese dal nuovo governo e di come dagli annunci si passera' agli atti concreti, a partire da quelli annunciati con investimenti per l'ediliza scolastica, per il dissesto idrogelogico ed il piano casa. siamo preoccupati delle ultime valutazioni della comunita' europea, prossime ad eventuali sanzioni, che sempre di piu' obbligano il paese a procedere in maniera celere ad una necessaria azione di riforme e prevedere le condizioni, che anche noi riteniamo indifferibili, per la costruzione della compettivita' sia dei settori produttivi che dell'apparato burocratico-amministrativo. Una situazione complessa, con elementi negativi ricorrenti che ci obbligano a rintracciare strategie comuni ed impegno unitario sia nella nostra regione che nel resto del paese. Una forte impostazione programmatica, di ordine nazionale, che deve essere declinata nei vari territori e consentire che anche nella nostra regione la fase della crisi sia interfacciata con un modello di sviluppo del settore delle costruzioni improntato ai richiamati livelli di compatibilita' economica e di sostenibilita' sociale tutto cio' obbliga anche ad una particolare attenzione dal punto di vista dell'attivita' organizzativa imponendo una riorganizzazione che anche in ragione del t.u. sulla rappresentanza deve porsi l'obiettivo del proselitismo e della rappresentanza , a partire dalla costante presenza ed attivita' sindacale nei cantieri e negli impianti fissi. Per noi il punto di riferimento organizzativo rimane il documento approvato il 26 ottobre 2013 dal comitato direttivo nazionale della categoria, con l'assunta necessita' di riorganizzazione . Un progetto per la riforma e la riorganizzazione della fillea che mira alla proposta di intrecci funzionali e quindi ad attivita' di coordinamento tra i comprensori esistenti spingendosi fino ad attivita' inter-provinciali ed inter-regionali, fermo restando il rapporto politico con le rispettive camere del lavoro, l'autonomia di bilancio, e il mantenimento dei propri comitati direttivi. Tale azione riorganizzativa deve tendere a rispondere ad una migliore azione di proselitismo e di tutela che abbia un meccanismo di continuita' a partire dal territorio e riesca a compendiare le esigenze dei lavoratori del nostro settore che da sempre fanno i conti con la flessibilita' lavorativa e con la mobilita' territoriale. Una progettualita' oltre modo dovuta in relazione alla crisi complessiva e di settore che ci obbliga ancora di piu' ad un azione della nostra attivita' che deve tenere conto della decrescenza delle risorse e quindi avere bene in mente processi di razionalizzazione e comunque di migliore utilizzo delle risorse finanziarie ed umane a nostra disposizione. Una nuova sfida , con nuove regole in campo che l'intero gruppo dirigente della fillea calabria sapra' affrontare in maniera collegiale, confermando il buon lavoro di questi ultimi anni e nella concretezza che per il futuro dovremo fare di piu', a partire da una migliore modalita' organizzativa, in grado di poter esperire una moderna ed adeguata funzione della nostra rappresentanza da rendere proficua per il lavoro edile e per i relativi comparti produttivi e per rispondere principalmente alle esigenze del lavoro, delle tutele, dei diritti e della legalita' che questa nostra terra continua a reclamare.

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