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Referendum

20.03.14 Si è concluso il 21 febbraio 2014 il Congresso territoriale della Fillea Pistoia. Di seguito la relazione del segretario uscente Marco Ballati, riconfermato alla guida della struttura dal nuovo direttivo eletto al termine del congresso.
E' una emozione profonda, forte, un onore, trovarmi qua in questo momento, con voi, in qualità di Segretario uscente della Fillea di Pistoia. E questa emozione vorrei riuscire a condividerla con voi che questa categoria la fate quotidianamente, che ogni giorno combattette per difendere il lavoro e il suo significato più profondo, ed è voi, che qui rappresentate le centinaia di lavoratori pistoiesi del mobile, dell'edilizia, dei manufatti in laterizio, dell'industria e dell'artigianato che voglio prima di tutto ringraziare. Un doveroso ringraziamento, e non è abbastanza, per il difficile compito che con tanta generosità vi siete assunti, la difesa del lavoro e dei diritti. GRAZIE! Un doveroso e speciale ringraziamento lo devo anche a Marco Biagini, un compagno di strada, incontrato lungo il mio cammino sindacale che tanto a fatto in questi anni per la Fillea, che mi sopporta e pazientemente mi ha introdotto al nostro straordinario e difficile mondo. Non posso non ringraziare Daniele Gioffredi, che molti di voi conoscono, per l'aiuto che ancora oggi rivolge alla Fillea, un compagno, con il quale ho vissuto alcuni dei momenti più straordinari e difficili della mia esperienza sindacale, l'uomo che ha saputo insegnarmi a rendere umano l'uso virtuoso delle norme a tutela del lavoro e dei lavoratori, colui che mi ha insegnato a fare il sindacalista. Vorrei rivolgere un pensiero a Luciano, un uomo e un compagno generoso e di grande valore che tanto ha saputo dare alla Fillea, che recentemente è prematuramente scomparso Infine vorrei rivolgere un ringraziamento speciale, ad un uomo che non è qua con noi oggi, ma lo è stato per molti anni, perchè tanti sono gli anni che ha dedicato alla Fillea e alla CGIL, verso il quale nutro tanta riconoscenza per quanto ha fatto con i lavoratori per rendere meno duro e difficile il lavoro nei cantieri e nelle fabbriche. Un uomo paziente, e con me ne ha avuta tanta, che mi ha educato al rispetto delle persone, con ideali e valori di giustizia, che mi ha insegnato il significato più profondo del lavoro che quotidianamente svolgo. Consentitemi, spero mi perdonerete, di inviare un pensiero d'amore e di affetto a mio padre che per 25 anni ha diretto questa categoria vivendo alcuni dei momenti più significativi della storia della conquiste sindacali del XX secolo e che recentemente ha visto la scomparsa delle sua compagna di vita, mia madre. GRAZIE! Care compagne e compagni oggi si raggiunge il termine di una fase dell'articolato percorso congressuale che ha visto il confronto delle idee e delle sensibilità che tanto rappresentano per la democrazia della nostra organizzazione. Il congresso, infatti, rappresenta un percorso democratico e formativo, in grado di mettere in contatto storie e vissuti diversi tra loro di dare unità ed identità, combattere il senso di vuoto e solitudine che in questi anni ha pervaso la nostra società. Un momento di straordinaria importanza in un epoca in cui si è sacrificato, in nome dell'emergenza, il valore profondo della democrazia e alla quale troppo spesso si rinunciato a vantaggio esclusivo delle competenze, dei tecnicismi e della velocità, dimenticando che nulla può sostituire l'efficacia delle relazioni umane e gli strumenti che le rendono utili al bene collettivo, e la democrazia è il più importante. Allora si la CGIL ha deciso di non tirarsi indietro, di non rinunciare alla propria identità, anche a costo di risultare obsoleta e burocratica. La CGIL ha deciso di dare senso al processo democratico che la resa negli anni una grande organizzazione di lavoratori. Sta a noi rendere questa storia una storia contemporanea, in grado di interpretare ancora i bisogni del mondo del lavoro, dargli la voce perchè vengano ascoltati, sta a noi rendere i nostri linguaggi più diretti, comprensibili e determinati e non rinunciare mai a sognare. Ed è con questa straordinaria identità che dobbiamo affrontare il momento più difficile che abbia affrontato l'Italia e L'Europa dalla seconda guerra mondiale. In questi giorni abbiamo parlato dell'Europa e delle contraddizioni che in essa risiedono, della necessità ormai imprescindibile del governo politico della finanza, di fisco e di equità, di scuola e ricerca, di politiche industriali che mancano, dell'importanza del nostro delicato territorio e delle nostre città, di pensioni e di quanto la fatica del lavoro logori il fisico, di efficienza delle amministrazioni e della necessità di non sacrificare servizi in nome di vincoli di bilancio, di quanto sia deleteria la politica dell'austerità e di quanto sia utile il lavoro per uscire da questa devastante crisi economica. Ma abbiamo anche parlato, perchè non abbiamo mai smesso, di crisi aziendali di ammortizzatori sociali, di fabbriche che chiudono e cantieri che non si aprono, di stipendi non pagati e di ritardi nei pagamenti nella cassa integrazione. Non abbiamo mai smesso, coscienti delle nostre responsabilità, di provare a far fronte ai problemi che la quotidianità riserva ai lavoratori, non abbiamo rinunciato al ruolo che ci è stato consegnato, affrontando le critiche e il pessimismo, senza mai dispensare facili soluzioni o false illusioni. Tutto questo perchè il contesto in cui ci troviamo è estremamente difficile, i nostri settori sono ormai allo stremo, e purtroppo non si intravedono segnali di miglioramento. I dati ci descrivono, infatti, una situazione drammatica, uno scenario a tratti apparentemente post bellico, dove anche i numeri, talvolta anche apparentemente incoraggianti, celano preoccupanti realtà. Nella Provincia di Pistoia calano in edilizia le imprese e i lavoratori, dati cassa edile 2013, del 3,60% circa, riportandoci alla situazione pre bolla immobiliare. Un dato questo che, se confrontato con il resto delle provincie toscane, potrebbe farci sperare ma se non ci fermiamo a questo e approfondiamo, vediamo che forte è la riduzione del monte salari, che cala del 15% cosi come calano le ore lavorate che diminuiscono del 17%, diminuzioni che sono effetto del massiccio uso di cassa integrazione, che è frutto di un intenso lavoro e strutturato sistema di relazioni sindacali. Questi numeri che ci descrivono una crisi profonda del settore un comparto che in Italia contribuisce al 10 per cento del PIL nazionale e che effettua per circa l'80 per cento acquisti di beni e servizi dagli altri settori, che ha fatto, negli ultimi cinque anni, un balzo indietro epocale con una forte perdita di posti di lavoro, circa 400000 su base nazionale, e numerose situazioni di crisi aperte. Ma nonostante le intense e strutturate volontà di tenuta non ci sono segnali confortanti, la situazione sembra evolvere in modo minaccioso. L'impatto che la crisi economica ha avuto su questo settore è impressionante e non è più rinviabile una strategia, esercitata ad ogni livello istituzionale, che permetta di arginare l'emorragia di imprese e occupazione. Una situazione come questa, pur con i tratti della drammaticità, può però rappresentare un'occasione per ripensare il modello che ha accompagnato il settore e dare altre priorità di sviluppo al paese. E' necessario anche per l'edilizia avviare un profondo processo d'innovazione, orientato verso le sfide ambientali che dovremmo inevitabilmente affrontare. Scommettere su un nuovo modello basato sulla sostenibilità ambientale e sociale rappresenta una scelta utile e necessaria, e può contribuire, attivando anche nuove sinergie tra settori, ad una ripresa produttiva. Per far questo è necessario e un confronto, e l'impegno di tutti gli attori coinvolti che abbia al centro della discussione i temi fondamentali della ricerca, la formazione, la green building, la riqualificazione degli edifici e la legalità. Ed è in tale direzione si sono già orientate le confederazioni regionali di CGIL, CISL, UIL e Regione Toscana che nel protocollo sottoscritto in luglio individuano il tema come tra i più rilevanti. Anche nel nostro territorio ci sono tutte le condizioni, sia generali che squisitamente locali, per le quali tale confronto non è più rinviabile. In tal senso abbiamo promosso, di concerto con gli imprenditori edili, la necessità di un Patto per le Costruzioni nella speranza che l'amministrazione comunale di Pistoia si facesse carico di promuoverlo verso tutte le istituzioni, che a vario titolo incidono sulla tenuta del settore, ma ancora oggi non abbiamo ricevuto risposte operative. La Fillea CGIL non si arrende nel tentativo e si rende nuovamente disponibile a portare il proprio contributo. Le cose non migliorano nel settore del mobile, dove i risultati del distretto di Quarrata sono tra i peggiori dei distretti industriali Toscani. Si chiude il 2013 con un ulteriore -10% di vendita su esportazione, dato anche peggiore di quello del distretto di Sinalunga. Aumentano le ore di cassa integrazione e l'uso massiccio di lavoro nero, italiano e non, e si affaccia con prepotenza la scellerata strategia di abbattimento del costo del lavoro adottata dalle imprese per contrastare la crisi. Sempre più numerose le esternalizzazioni verso imprese cinesi presenti sul territorio, dove l'assenza di diritti del lavoro, sicurezza e legalità è un' imperativo e verso i quali, come sindacato, siamo impotenti senza una forte unità dei lavoratori del distretto del mobile di Quarrata. Anche in questo caso non ci siamo limitati ad una gestione amministrativa della difesa dei posti di lavoro, ma abbiamo ripetutamente avanzato proposte agli imprenditori e alle istituzioni cercando di delineare un futuro industriale ad un territorio fortemente colpito dalla crisi, ed è in tale direzione che ribadiamo la necessità di uno scatto in avanti verso la qualità e la valorizzazione delle professionalità. Abbiamo proposto l'idea di costruire una filiera industriale che veda nella tecnologia dei materiali da costruzione innovativi e ecosostenibili il suo fulcro nel tentativo di riunificare settori tradizionalmente legati all'abitare, ma anche in questo caso il silenzio è assordante. Vorrei concludere leggendovi alcune parole scritte ormai alcuni anni or sono, che rappresentano un monito e anche un grido di speranza, che ho trovato straordinariamente attuali, “Ognuno è libero di suonare senza timore e senza esitazione la nostra campana. Essa ha voce soltanto per un mondo libero, materialmente più fascinoso e spiritualmente più elevato. Suona soltanto per la parte migliore di noi stessi, vibra ogni qualvolta è in gioco il diritto contro la violenza, il debole contro il potente, l'intelligenza contro la forza, il coraggio contro la rassegnazione, la povertà contro l'egoismo, la saggezza e la sapienza contro la fretta e l'improvvisazione, la verità contro l'errore, l'amore contro l'indifferenza.” Non sono le parole di un rivoluzionario ne di un missionario, ma bensì quelle di un imprenditore cattolico, che seppe consegnare al paese un idea di impresa che guardasse al futuro, sono le parole di Adriano Olivetti. Ho scelto di concludere la mia relazione cosi, forse in modo inusuale, per dimostrare che il sindacato, la CGIL in particolar modo, che sempre più spesso viene definito come appartenente ad un mondo ormai antiquato, è in grado di guardare sempre con attenzione e con interesse dove i diritti e il benessere dei lavoratori non vengono visti come un costo ma bensì come un valore. Grazie ancora a tutti e buon lavoro.

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