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24.03.14 Si è concluso il 12 marzo il Congresso territoriale della Fillea Regionale Piemonte. Di seguito la relazione del segretario uscente Lucio Reggiori, riconfermato alla guida della struttura dal nuovo direttivo eletto al termine del congresso.
Il lavoro decide il futuro, in un nuovo modello di sviluppo del settore delle costruzioni senza ricatti ,con i diritti Buon giorno a tutte le compagne e a tutti i compagni delegati e agli invitati a questo congresso, un caloroso saluto anche ai nostri ospiti, che ci onorano della loro presenza, rimarcando così l’importanza di questo nostro appuntamento e le attenzioni alla FILLEA del Piemonte. Questo è il mio primo Congresso Regionale,sono onorato della possibilità e della vostra presenza . Non posso fare un bilancio di mandato, visto che ricopro la carica di segretario da meno di due anni, un tempo che mi ha permesso di imparare molto, assieme a voi e sono soddisfatto di questa esperienza, perché, nonostante la crisi e le difficoltà,la Fillea, tutta la struttura, i dirigenti, le lavoratrici e i lavoratori del settore, fanno una bella squadra e i risultati sono positivi e si trovano le giuste motivazioni per un rinnovato impegno . Sono anche contento che in questo poco tempo siamo riusciti ad avviare o realizzare alcuni dei punti programmatici che mi ero prefisso, per questo devo ringraziare gli altri, per primi i segretari provinciali. Evito, in questa mia relazione, l’analisi e le valutazioni del contesto Mondiale Europeo e Nazionale, sia politico che economico finanziario già in molti lo hanno fatto nei congressi di categoria provinciali e delle Camere del Lavoro e molti lo faranno anche nelle successive istanze congressuali. Faccio solo una riflessione : i movimenti e le forze che hanno determinato politiche legate in prevalenza al mercato ed al mondo economico finanziario, non hanno più la spinta e quella forza del passato , oggi ,segnali perchè si possa determinare un quadro di riferimento che pensi anche ai cittadini , alla solidarietà, all’uguaglianza, che determini politiche sociali e meno influenza del solo mercato, ci danno qualche speranza a partire dal congresso del Partito Socialista Europeo e dai movimenti di sinistra che si aggregano in Europa in vista delle elezioni Europee, vedremo gli sviluppi in Italia Ci sono comunque due argomenti sui quali voglio fare qualche accenno, il primo è la lotta all’evasione e all’elusione fiscale , i dati istat fanno presupporre cifre superiori ai 150 miliardi di tasse evase, di cui il 50 % legato alla criminalità e al malaffare. Non è una lotta ideologica , è una lotta di civiltà e di uguaglianza (parola in disuso), contro i furbi, chi vuol far pagare sempre i soliti, per abbassare le tasse a chi ne paga poche , ma soprattutto usare le risorse per tutte le politiche sociali e di aiuto, che il nostro paese, i lavoratori e i cittadini si attendono, in particolare per il finanziamento degli ammortizzatori sociali che oggi servono alla sopravivenza delle persone. L’altro punto riguarda tutte le situazioni di conflitto del mondo, che sono molte ma sulle quali cala il silenzio, se non ci sono interessi economici, allora si sorvola, a partire da noi, dalle nostre strutture, dobbiamo avere attenzione e ribadire la nostra contrarietà alle azioni di guerra o a tutte quelle che opprimo i popoli con la violenza e la forza,gli esempi di questi giorni dalla Crimea all’africa sono di esempio, contro il menefreghismo e la logica che porta a isolare le persone nel bel individualismo, così, anche su questi temi non si reagisce e non ci si mobilità. Non riprenderò le azioni indicate nel documento che ha ottenuto la maggioranza dei consensi , le do per acquisite, faranno parte del lavoro quotidiano per il mandato congressuale ,sono le azioni che la CGIL vuol fare e si impegnerà per concretizzarle. Farò una relazione in chiave Piemontese e di categoria, per contribuire comunque al progetto e al lavoro Confederale. Con questo nostro 4° congresso Regionale del Piemonte, si conclude il percorso in categoria, nel nostro ambito, con buoni risultati di partecipazione e dibattito, si apre anche una fase nuova così come previsto dalla modifica dello statuto della Fillea, si torna a celebrare il congresso regionale e la struttura stessa assume il ruolo politico ed organizzativo come le altre. I congressi in Piemonte sono andati bene , con un impegno e un lavoro notevole di tutti, si sono fatte 313 assemblee, si sono eletti 296 delegati ai congressi Provinciali, portando al voto 5607 persone con 5573 voti al documento Camuso e 22 voti al documento Cremaschi , è stata un’occasione importante , come ha detto un segretario provinciale “ la bellezza del Congresso si è vista negli occhi e nella voce dei lavoratori che ci hanno chiesto risposte alle loro domande”. Pur partendo dalle condizioni di oggi, la discussione a toccato i temi posti dei documenti nazionali della CGIL ma anche quelli che fanno arte del nostro logo e della nostra discussione, legalità, territorio, sostenibilità, case sicure , lavoro regolare e buona contrattazione a tutti i livelli. Per questo congresso sono stati eletti 100 delegati dai 7 congressi Provinciali, una partecipazione più ampia dell’ultimo congresso, per rimarcare l’importanza del coinvolgimento e iniziare questa fase nuova del Regionale . Da quando è iniziata la discussione preparatoria della fase congressuale ad oggi già si sono succeduti 3 presidenti del consiglio , è stato rieletto lo stesso presidente della Repubblica (perché tra gli altri problemi non si è riusciti a eleggerne un altro) , è stato eletto un nuovo Papa che in questo periodo ha modificato molto nella chiesa cattolica e nel mondo vi sono state molte rivolte popolari, questo per dire dei nostri tempi e delle nostre modalità, nel contesto di questa società e rispetto alle situazioni che richiedono tempi più rapidi, comunque non si possono affrontare i problemi o fare proposte solo con il web o i twitt. Non dobbiamo soffocare le discussioni ma neppure dilatarle oltre misura, forse dovremmo cambiare le regole per impedire che la fase preliminare duri così a lungo e poi la fase della discussione si concentri in soli due mesi, cosi come dovremmo rivedere le regole per governare meglio gli spazi di democrazia per esprimere le proprie opinioni nel percorso congressuale. In questo percorso, in alcuni limitati casi, si sono perse le staffe e si sono travalicati i limiti della discussione democratica scendendo ai litigi, alle offese personali ed alle aggressioni, è inaccettabile!! Occorrono correttivi per la tutela di quanti si sacrificano e stanno in trincea tutti i giorni a partire dai nostri delegati….. Non ho citato frasi famose e non cito frasi di intellettuali, scrittori o storici, voglio, se pur sinteticamente, citare alcune frasi o considerazioni di lavoratori o lavoratrici che hanno detto nei loro interventi ai nostri congressi : hanno riconosciuto una funzione anche di assistenza sociale nella nostra azione quotidiana, in tutte quelle situazioni di crisi e di perdita di posti, essendo gli unici soggetti che si occupano direttamente di dare assistenza e risposte, i lavoratori immigrati che hanno raggiunto in tutti i modi il nostro paese, anche a piedi da paesi lontani per un lavoro , un riscatto sociale e oggi non solo vedono il futuro nero, senza lavoro, ma ancor di più li preoccupa la prospettiva di un ritorno forzato per legge nei loro paesi, con tutti i drammi che ciò comporta; i lavoratori che oggi lavorano e si preoccupano dei propri colleghi, che, invece, non lavorano, con le loro famiglie, alle relative pessime condizioni economiche e cercano una soluzione per poterli aiutare…. Qualcuno ha fatto l’esempio dell’azienda dove lavorano, se si è fatta ricerca e innovazione, oggi possono lavorare ed avere un futuro. Le parole che ho sentito più di altre sono state: soldi, paghe, fine mese, lavoro, lavoro, lavoro, lavoro, drammi, equità, giustizia sociale, uguaglianza, comprensione, scelte, fare qualcosa , questo da il senso che comunque c’è interesse e c’è un legame diretto con la discussione congressuale. La situazione dei nostri settori in Piemonte La nostra discussione avviene nel quadro di una situazione e di una categoria che nei vari settori, ha perso migliaia di aziende e di occupati, si tratta di oltre 40000 lavoratori dal 2008 ad oggi, nei congressi territoriali sono stati dati i numeri della situazione e sono già noti a tutti, è però opportuno segnalare alcuni dati significativi certificati dalle Casse Edili, relativi ai soli edili ed agli ultimi due anni per contestualizzarli al meglio, il rapporto è tra il 2011 ed il 2013. In questo periodo hanno chiuso 1800 aziende su 8800, si sono persi 9000 posti di lavoro su 37000,vi è stato un calo delle ore lavorate di oltre 1.200.000, si è di conseguenza anche ridotta la massa salari di 11 milioni di euro, questo da le dimensioni dell’ulteriore peggioramento delle condizioni non solo dei lavoratori ma anche dell’economia. I dati dettagliati ed elaborati li avete nelle Pen Drive che abbiamo fornito. Per rendere però chiara la situazione è opportuno fare alcuni paragoni significativi, per il settore in provincia di Torino e come se in questi anni avesse chiuso la Fiat di Mirafiori o se a Cuneo avesse chiuso lo stabilimento Michelin oppure se ad Alessandria avessero chiuso Solvay e Michelin, in considerazione che è stato uno stillicidio continuo nei nostri settori per pochi numeri alla volta, non si è balzati agli onori della cronaca o alle attenzioni delle istituzioni che si hanno quando si chiudono attività industriali o altre che occupano centinaia o migliaia di lavoratori. In questo quadro il settore industriale dell’edilizia si è destrutturato e frantumato in Piemonte, le grandi aziende sono rimaste una decina, la media di occupati per azienda è scesa sotto i dieci addetti. Non voglio andare oltre per non tediarvi e ripetere ciò che sapete e vivete quotidianamente, ma per riflesso anche i settori del cemento dei manufatti e laterizi e dei lapidei hanno visto calare gli occupati e per molte realtà c’è stata la chiusura totale , così come nel settore del legno legato all’automotive , con riduzioni e chiusure e la non possibilità di ripresa. I dati di questa crisi e il quadro socio economico, le attività quotidiane di assistenza a situazioni particolari come chiusure e licenziamenti, a volte non ci permettono di soffermarci a sufficienza su due fenomeni molto preoccupanti, che richiedono una rinnovata attenzione ed interventi mirati, mi riferisco al lavoro nero o irregolare e agli infortuni sul lavoro. Per il primo punto, i dati dell’NPS e degli Ispettorati del lavoro confermano che in Piemonte sono migliaia i lavoratori che sono costretti a lavorare in nero o in condizioni di ricatto , le politiche di questi anni, hanno favorito questo fenomeno, abbassando i controlli e liberando le aziende da obblighi che cercavano di limitare l’abuso, ora per dimostrare i cambi di rotta la politica ed il governo devono invertire le scelte, riprendendo fissando un minimo di norme per la regolarizzazione del lavoro, anche riattivando un adeguato sistema sanzionatorio, oltre ad un sistema ispettivo degno di questo nome. Questa è una battaglia di giustizia sociale e di civiltà soprattutto oggi con la fame di lavoro che c’è e la spregiudicatezza per offrire il lavoro sotto ricatto, si recuperano risorse sul sociale e si recuperano entrate fiscali. Per il secondo punto, quello relativo alla sicurezza sul lavoro, i dati INAIL ci dicono che gli infortuni sono diminuiti in numero assoluto, falsando la realtà perché se è vero che diminuiscono è altrettanto vero che l’occupazione e degli infortuni sugli occupati, è aumentata in maniera significativa, allora, anche in questo caso, occorre intervenire. In primis il sistema della prevenzione e del rispetto della legalità, per quanto ci riguarda con una rinnovata e coordinata azione degli RLST altro che diminuirli o toglierli, questo soprattutto nell’interesse dei lavoratori e di tutte quelle aziende regolari che lavorano in sicurezza con tutte le precauzioni necessarie. La nostra Categoria in Piemonte Non può mancare, in questa occasione, una fotografia politico-organizzativa della nostra categoria, a livello Piemontese, a partire dalla presenza nei luoghi di lavoro, dal tesseramento e dalla contrattazione sviluppata. Per quanto attiene al tesseramento, pur essendo la seconda categoria per iscritti nelle casse edili ci attestiamo come prima categoria nel complesso dell’edilizia e chiudiamo il 2013 con oltre 19.000 iscritti in un quadro, dato dai numeri drammatici, abbiamo perso solo 1000 iscritti sul 2012, per noi è un risultato eccezionale, di questo va reso merito a tutti voi, ai segretari e funzionari ed ai servizi della CGIL , senza questo impegno comune non avremmo potuto ottenere questi risultati. Il tesseramento e l’adesione alla nostra organizzazione è la prova tangibile dell’impegno e del lavoro quotidiano di segretari, funzionari e delegati, per molti versi solo in questo modo si verifica il lavoro, la maggior parte del tesseramento è certificata perché passa attraverso le Casse Edili, le aziende e l’INPS. Per dare maggiore concretezza al nostro lavoro, per rendersi conto di chi siamo e cosa facciamo, per rendere conto, si è iniziato il percorso dei bilanci sociali , a cominciare da Alessandria nel 2012 ed arrivare lo scorso anno a presentare tre bilanci sociali, Alessandria, Cuneo e Torino, quindi oltre il 70 % del Piemonte, nel corso di quest’anno dovremmo completare il quadro facendolo anche come regionale. Siamo comunque coscienti e consapevoli che la struttura organizzativa, così come l’abbiamo conosciuta, negli ultimi anni, non potrà reggere ed è proprio da qui che bisogna iniziare, delineando nuove prospettive a partire dal documento sulla riorganizzazione approvato dal direttivo nazionale ed assunto da tutte le nostre Province Stiamo quindi ragionando da tempo su un modello organizzativo diverso, per far lavorare assieme territori vicini , per fare sinergie, per evitare doppioni e razionalizzare i costi, ottimizzando i risultati e tutelare al meglio i lavoratori. E’ meglio ribadirlo, non si può dire: dopo la crisi tutto non sarà più come prima ed invece, noi, illuderci di rimanere esattamente come prima, o , apportare solo qualche piccolo cambiamento che però non deve toccarci. Noi saremo più forti e pronti alle nuove sfide se i cambiamenti e le scelte le faremo noi liberamente, non perché si è costretti, ma per scelta, condividendoli e mettendoci il giusto impegno, questo continuerà ad essere un terreno di impegno e lavoro. Un ambito di tutela e di rappresentanza, riguarda i molti lavoratori immigrati, trovano nella nostra organizzazione le motivazioni e gli aiuti per dare le risposte anche alla loro particolare situazione, pensiamo ai sacrifici che hanno fatto molti, per dar corso ai propri sogni ed avere una speranza di futuro, naturalmente con un lavoro e che lavoro nei nostri settori…… sono stati i primi a pagare la crisi con la perdita del lavoro ed a doversi confrontare con la Bossi-Fini, una vergogna, una legge da cancellare, magari prima di altre, magari quelle riconoscono i diritti. Noi, siamo anche per un rinnovamento della nostra azione di tutela, già dalla fine del 2012 ci siamo posti obbiettivi di lavoro in comune con i servizi per accentuare l’attenzione e l’attività nella tutela invidiale e non solo quella riorganizzazione. L’attività sindacale E’ notevole il lavoro svolto sulla contrattazione di 2° livello, negli ultimi due anni, con il rinnovo dei contratti provinciali a Torino, Alessandria, Vercelli, Novara e nel Verbano Cusio Ossola , per scelte retrograde e conservatrici delle controparti, abbiamo saltato il giro dei rinnovi a Cuneo, Asti e Biella , in questi tre casi purtroppo l’obbiettivo è : non fare i contratti!! , pensando così di affrontare e risolvere i problemi , invece di ribadire le volontà delle parti di dare concretezza al loro ruolo, riconoscerselo, per essere assieme e più forti, per affrontare i temi della crisi , del lavoro, dei pagamenti dei lavori eseguiti e di progettare un futuro a partire dall’edilizia. Ciò non avviene e non si può far finta di nulla, ma come si può pensare di difendere il sistema edile Biellese, non solo impedendo il rinnovo del contratto provinciale, ma, disdire anche l’accordo che prevede l’accantonamento del TFR in Cassa Edile e magari ripetere la disdetta degli accordi per gli RLST, per quale futuro ? non possiamo però ignorare che in molte situazioni i regionali di FILLEA FILCA e FENEAL si sono impegnati per una azione di mediazione, non abbiamo visto azioni simili o anche solo di indirizzo delle controparti, sarebbe utile a tutti avere anche delle sedi Regionali di confronto, non solo su politiche generali, ma, anche su tematiche contrattuali. In quest’ultimi due anni si è fatta la contrattazione di anticipo per le opere come la Tav Torino Lione e il Terzo Valico, si sono rinnovati molti contratti aziendali e si sono fatte centinaia di trattative e accordi per crisi o chiusure di aziende, tutti giorni le nostre strutture provinciali sono impegnate per accordi su : casse integrazioni, mobilità, casse in deroga ecc.. questa è stata forse la maggiore occupazione o comunque ha richiesto notevole impegno , in questi ultimi anni e sta continuando drammaticamente anche in questo inizio di 2014, se queste sono le premesse anche l’attività dei prossimo mesi sarà caratterizzata da questi temi , toccando con mano quotidianamente i drammi delle persone e delle famiglie. Altro tema che dovrà vederci impegnati, sempre unitariamente, spero anche con le associazioni regionali, dovrà essere quello relativo al reale coordinamento degli enti bilaterali, dalle Casse Edili alle scuole, attraverso il Formedil ed ai CPT, non per un’idea di governo superiore ma, per un’idea vera di coordinamento e di aiuto e magari anche di accorpamenti. Con i numeri attuali di aziende e lavoratori,occupati in edilizia, molti enti entreranno in sofferenza e si avranno situazioni di crisi, i primi segnali gia ci sono. Non dobbiamo attendere gli eventi, anche in questo caso, bisogna intervenire prima, per governare o aiutare a governare i processi di cambiamento o di risposta alle situazioni di emergenza e strutturali, gli accorpamenti , le unioni degli enti, anche fra territori vicini sono scelte lungimiranti, per mantenere il sistema, le chiusure o le perdite degli enti sono una sconfitta per tutti, anche se qualcuno purtroppo pensa che siano risparmi, l’idea di mutualità e di solidarietà non possono essere accantonate, nei ragionamenti devono entrare anche le situazioni oggi tranquille e in sicurezza, per rendersi disponibili ad una logica di sistema, non di aiuto economico, ma, di appoggio di supporto o di lavoro comune. I contratti nazionali di lavoro Nell’ultimo anno e mezzo, abbiamo presentato unitariamente tutte le piattaforme per i rinnovi contrattuali nazionali ed a oggi li abbiamo rinnovati quasi tutti, ma non abbiamo rinnovato quello che interessa l’edilizia industria ANCE / Coop, dopo 14 mesi , uno sciopero generale e le manifestazioni pare che non ci sono le condizioni per arrivare ad una positiva conclusione. Il primo dato che lascia perplessi è quello relativo alle scusanti dovute alla crisi, ma il contratto si rinnova per chi lavora, purtroppo le “ Vittime “ della crisi che sono tante non potrebbero beneficiare di alcun miglioramento, come in tutti i contratti firmati i beneficiari sono quelli occupati. Le posizioni che continuano ad essere strumentali delle controparti su questioni fondamentali come il premio APE , sarebbe come se negli altri settori gli industriali dicessero riduciamo gli scatti di anzianità o no paghiamoli più se non si lavora almeno un tot fissato da loro o le questioni come la massima flessibilità nella gestione del mercato del lavoro, tanto per rendere un po’ più ricattabile il lavoratore o la miseria della proposta economica di aumento mensile, che supererebbe di poco il 50 % dei contratti sinora sottoscritti, occorre rimettere in moto le azioni necessarie per riprendere davvero la trattativa e dare una svolta per i lavoratori e le lavoratrici Noi, dobbiamo dare il nostro contributo, a partire dai territori, innanzitutto nella gestione degli enti, potremmo poi aprire confronti con le aziende maggiori per capire gli interessi veri, che giustifichino la non firma del contratto, mi auguro che non siano gli stessi di Biella o Asti come i risparmi sulla trasferta e mensa o come TFR e RLST , nel contempo dobbiamo valorizzare l’ottimo risultato ottenuto con la firma del contratto Nazionale degli Artigiani Edili. Per questo credo sia necessario aprire un confronto unitario con le associazioni artigiane Regionali e territoriali, riconoscendogli il ruolo e l’importanza, soprattutto in considerazione dei rimandi del contratto appena sottoscritto che conferma l’impianto del precedente. Visto il numero di aziende che rappresentano ed i lavoratori addetti, in alcuni casi superiori a quelli dell’industria, dobbiamo favorire in primis la contrattazione di secondo livello, o regionale o territoriale e, quindi, per la gestione delle contrattazioni, il relativo sistema bilaterale, per questo auspicare anche un loro ruolo guida, che ci porti ad alti livelli di confronto e di gestione, come lo è stato con l’industria edile per lunghi decenni. Nell’ambito dei rapporti con le associazioni artigiane Piemontesi,poi, si dovrebbe riprendere la trattativa unitaria per il rinnovo del contratto regionale legno e lapidei. Dopo 15 anni di mancanza di rinnovo e dopo l’interruzione delle trattative dello scorso anno, a causa delle modifiche legislative sulla tassazione dei premi e elementi variabili della retribuzione oltre alla strumentalità della partita delle flessibilità di ingresso al lavoro e nella gestione degli orari, parte fondamentale per le associazioni artigiane. Sarebbe il caso di provare a riprendere la trattativa, anche in questo caso sarebbe importantissimo fare un accordo, magari parziale e con poche risorse, darebbe comunque risposte ai lavoratori e alle aziende e legittimerebbe gli attori, per lo sviluppo delle relazioni sindacali anche relativamente ai possibili sistemi bilaterali ed alle applicazioni del contratto nazionale . L’attività unitaria Il bagaglio storico che mi porto da quasi quarant’anni, iniziato nella FLM ed il lavoro in una sede unitaria per quasi dieci anni, mi hanno sempre guidato e mi guidano ancor più oggi nel perseverare un’azione unitaria su tutti i fronti possibili. Posso tranquillamente dire che in questo anno e mezzo è cresciuta una buona attività unitaria a livello regionale, anche grazie ai buoni rapporti personali con i segretari di Filca e Feneal, ma questo non è sufficiente. Questo in parte compensa ciò che accade nei territori, dove in molti casi vige la regola della massima concorrenza , non unità competitiva, ma proprio massima concorrenza, anche sullo stesso bacino di lavoratori provocando quel fenomeno del cambio organizzazione che è problematico nella pratica unitaria, proprio a partire dai territori . Quando nell’ambito regionale ci sono molti cambi di sindacato nessuno po’ gioire!, in molti casi si dovrebbe reagire perché le situazioni sono particolari e possono creare danni e illusioni anche ai lavoratori. Per fortuna, non ci sono più le condizioni , promosse da forze politiche e da controparti, che favorivano i percorsi non unitari e l’esclusione della CGIL, anche se ancora qualche avversità la notiamo, gli effetti del passato si trascineranno ancora, chi perseguiva quei fini anche nelle organizzazioni sindacali ha fallito, però le scorie rimangono e i cocci ora sono di tutti……… Sarebbe necessario favorire l’emulazione delle Province nelle quali il fenomeno si tiene sotto controllo unitariamente, senza questa azione e una sempre maggiore azione unitaria, ordinaria, non otterremmo migliori risultati per le persone che rappresentiamo, anche se i risultati già ottenuti sono buoni. Nella attuale fase politico-sindacale-contrattuale, ci sarebbe la necessità di una condivisione di analisi , di proposta e di azione unitaria, a partire dai territori, che possa portare benefici ai lavoratori ed ai disoccupati del settore, un aumento degli occupati, un aumento del lavoro e una buona contrattazione, questo farebbe aumentare le adesioni alle organizzazioni sindacali. E’ comprensibile che tutte le sigle sindacali cerchino, anche noi naturalmente, di correre ai ripari contro la crisi ed il calo delle adesioni, per permettere alle strutture di sopravvivere, il cambio di strategia e di azione, forte, porterebbe più benefici a tutti come si vede nei territori dove si pratica. So che è un tema delicato, provate ad immaginare un silenzio su questo tema o una autocelebrazione in funzione anti unitaria, con le azioni conseguenti , molti contenti ma non sarebbe un buon servizio per il futuro della nostra organizzazione. Si inserisce, a questo punto, naturalmente la questione relativa agli accordi sulla rappresentanza e sulla rappresentatività ed il successivo testo unico con Confindustria, che attiene anche alla elezioni delle RSU. Credo che gli accordi siano stati un grandissimo risultato per la CGIL e quindi per noi tutti, sono d’accordo con il giudizio che ha espresso la Fillea ed il Direttivo della CGIL, potrei limitarmi a questo ma non lo faccio e vorrei aggiungere qualcosa. In primis per dare seguito alle decisioni assunte dalla cgil, la questione relativa alla consultazione, noi ci impegneremo nel farla al meglio, nella situazione data, perché pensiamo di abbreviare i tempi per dare applicazione pratica nei luoghi di lavoro. Bisognerà accelerare le procedure unitariamente, per dare, nella nostra categoria, le risposte ai bisogni dei lavoratori anche di rappresentanza a partire dai luoghi dove si devono rinnovare le RSU. Partendo da questo accordo dobbiamo trovare nuovi modelli di rappresentanza nei settori come l’edilizia che sono frantumati e dove nei cantieri e nelle aziende vi sono pochissimi lavoratori, anche questi hanno diritti e devono essere rappresentati. La situazione e la prospettiva per il Piemonte Nel nostro disastrato Piemonte , nell’ultimo anno, si sono avviati i lavori di scavo del cunicolo della Maddalena (Chiomonte), propedeutico all’inizio dei lavori per la TAV, e i lavori per il primo e secondo lotto del traforo dei Giovi la seconda TAV , al di la dei giudizi sulle opere, si potrebbe in questo caso ricevere qualche proiettile…., ci sono i presupposti e le necessità per la loro realizzazione , l’Italia e l’Europa hanno deciso la realizzazione, in coerenza con le scelte di ridurre l’utilizzo dei trasporti su gomma di persone e merci e di conseguentemente ridurre l’inquinamento prodotto dai mezzi di trasporto e ridurre i tempi di viaggio . L’esempio della vicina Svizzera è emblematico, sono coerenti con le scelte per la riduzione del traffico,per favorire i collegamenti e ridurre l’inquinamento , realizzando i due tunnel di base, il Lotchberg e il Gottardo ed ora per continuità, investiranno centinaia di milioni di euro in Italia, per adeguare le sagome delle gallerie e la linea che da Luino scende a Sesto Calende/Novara, ovviamente per il collegamento con Genova e quindi attraverso la linea del traforo dei Giovi, ma perché mai portano a saturazione il lotchberg nel 2015 e vogliono attivare il Gottardo nel 2016? . Al di la delle posizioni che vi sono, anche nella nostra organizzazione , come avevo accennato e come si è visto a Torino, noi abbiamo svolto e persevereremo nello svolgere il nostro ruolo di tutela, anche dei lavoratori impegnati nella realizzazione delle grandi opere, per un lavoro buono, in sicurezza, perché i lavori si facciano, ma si facciano bene, con il rispetto delle norme e dei protocolli, degli orari e dei contratti, con l’auspicio di poter far lavorare più persone invece di far lavorare di più un numero minore di lavoratori, per orari più lunghi, anche in questo caso, per dare coerenza alle nostre posizioni, alle posizioni della CGIL e guardate non è banale un segnale importante di uguaglianza e di concreto aiuto alla disoccupazione. E’ il nostro compito contrattare le condizioni dei lavoratori e questo noi lo facciamo, Tav e Terzo Valico in testa, in questo le strutture provinciali sono affiancate e supportate dalla Fillea Nazionale, sino al Segretario Generale Walter Schiavella che assieme al qua presente Compagno Enrico Piron, sono stati al cantiere di Chiomonte senza i clamori dei media, per discutere con i lavoratori, oltre a dimostrare in pratica, le attività di tutela a cui accennavo. La sfida e la scommessa che vogliamo lanciare a partire da questo congresso, non è sui numeri della crisi, su chi ci prende esattamente, sulle cause, su chi fa l’analisi migliore o chi fa la migliore fotografia dell’esistente o su chi riesce a salvare il suo orticello, bensì è, sull’elaborazione di proposte e percorsi , contrattuali e politici per costruire le possibilità di ripresa in un contesto nuovo e, per ridare una speranza e un lavoro alle migliaia di lavoratori dei nostri settori ed alle loro famiglie , attraverso questo far ripartire l’economia. Proprio in Piemonte, vi sono molte opere incompiute, altre che devono iniziare come il traforo del Col di Tenda, la tangenziale est di Torino, la Metropolitana 2 di Torino, altre che si devono terminare come la Metro 1 di Torino, la seconda canna del Frejus o la Asti Cuneo Altre che probabilmente non si faranno come la Pedemontana o tangenziale di Biella per mancanza di fondi del partner privato. Ci sono grandi progetti, nell’ambito del piano città nazionale: sono il piano di Settimo Torinese ed il piano di Torino per l’area Falchera, per i quali non ci sono ancora gli accordi di programma . cosi come sono fermi numerosi progetti in Torino. Sono fermi molti progetti e lavori , già cantierabili , dell’ANAS per l’ammodernamento e la messa in sicurezza delle strade. Il solo sblocco di questi lavori potrebbe generare molto lavoro, con centinaia di lavoratori, non solo nell’edilizia ma in tutti i nostri settori a partire dal cemento e dai laterizi, nessuno nelle istituzioni, si assume l’onere del coordinamento o di fare una cabina di regia , di volta in volta si fanno pressioni o si fanno richieste per questa o quell’opera, manca una sede di concertazione per stabilire le priorità o le urgenze, per governare le risorse in un percorso condiviso, c’è la necessità di avere un Piemonte che sappia fare fronte comune, che scelga le priorità, tenendo assieme le esigenze dei territori con quelle più generali. I settori come il Legno ed il Lapideo che vedono una presenza consistente nella nostra regione, hanno la necessità di avere una adeguata attenzione e le giuste politiche di sostegno . Anche l’ambizioso progetto della legge Regionale 4 non ha trovato applicazione, è rimasto un buon intendimento ma non ha esplicato le potenzialità tranne che il caso della Cementir legato ai lavori del Terzo Valico. Non si sono fatti tentativi concreti e non si fanno per dare applicazione alla legge. Anche altri settori in Piemonte possono fare da traino all’economia, come il turismo, l’enogastronomia, l’agricoltura , le attività sportive e culturali, ma la stabilità la danno la manifattura e l’edilizia. Per questi fini, per la ripresa del settore, unitariamente, con le controparti datoriali, siamo riusciti a far costituire presso la Regione Piemonte, la consulta dell’edilizia, nella quale abbiamo presentato le nostre proposte unitariamente, anche per questo, nella pen drive, trovate la documentazione. Il nostro primo obbiettivo deve essere quello di creare lavoro, lavoro, lavoro, non per creare i posti di lavoro o fare anche il superfluo, con il solo obbiettivo del far occupare persone , bisogna iniziare ad investire nel necessario. Per questo pensiamo che vada realizzato da subito il piano di messa in sicurezza di scuole ed edifici pubblici, mettere mano ad un patrimonio che in molti casi è fatiscente e in molti altri è pericoloso, per chi li frequenta quotidianamente, si farebbe anche opera di prevenzione per la sicurezza e di valorizzazione del patrimonio. Bisogna riprendere il piano casa, per investire in case popolari ,economiche, pubbliche, in grado di rispondere alla crescente domanda di abitazioni economiche, questo può avvenire sia con nuove costruzioni, sia recuperando il patrimonio pubblico abbandonato, sia utilizzando beni dello stato o con acquisizione dal privato o in sinergia con questi. Uno stato moderno attento al sociale ed ai bisogni dei cittadini così opera senza indugi con priorità. E necessario realizzare i progetti che hanno passato il vaglio del piano città, con destinazione di contributi a carico dello stato, in Piemonte, come accennavo prima, ve ne sono due uno a Settimo Torinese e l’altro a Torino nell’area Falchera, si tratta di lavori per centinaia di milioni di euro, così come altri grandi progetti di riconversione e di edilizia abitativa nelle città a partire da Torino, questi interventi oltre ad essere funzionali agli assetti economici, sociali e produttivi delle città, favoriscono la ripresa del settore edile. La manutenzione del grande patrimonio edilizio , le ristrutturazioni e le rigenerazioni urbane , sono interventi importanti, meglio se aiutati con la proroga dei benefici fiscali, così come devono essere previsti per : gli interventi per il contenimento dei consumi energetici a partire dalla coibentazione degli edifici e degli investimenti per favorire la produzione energetica da fonti rinnovabili almeno per i fabbisogni famigliari; all’applicazione nelle ristrutturazioni di nuovi materiali tecnologicamente avanzati sempre orientati all’efficientamento e alla riduzione dei costi. Bisogna incentivare i progetti come quello del Senatore Architetto Renzo Piano, per ricucire le periferie, l’idea non si limita agli interventi sulle strutture ma diventa anche sociale, con tutti gli aspetti che oggi hanno portato anche alla disgregazione sui territori Stiamo lavorando su questi argomenti con la CGIL Regionale, dobbiamo esercitare un ruolo maggiore, dare gambe alle nostre proposte, dovremmo partecipare a tutte le contrattazioni, dove vi sono altre categorie a partire dalla contrattazione sociale, oltre ad una azione comune con le rappresentanze del settore. Per fare questo lavoro, si comprende che dobbiamo procede anche sul versante organizzativo di pari passo con quello politico. Auspicando di aver dato qualche stimolo per i nostri lavori, vorrei chiudere augurando: buon lavoro a noi, ma,fare in modo che il nostro lavoro possa concretizzarsi in lavoro e in un buon lavoro per chi oggi non ce l’ha e per i nostri figli.

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