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24.03.14 Si è concluso il 14 marzo 2014 il Congresso territoriale della Fillea Regionale Lombardia. Di seguito la relazione del segretario uscente Marco Di Girolamo, riconfermato alla guida della struttura dal nuovo direttivo eletto al termine del congresso.
Un grazie sincero a tutti i compagni e alle compagne (segretari, funzionari, delegati, attivisti) che hanno partecipato al percorso congressuale, assemblee di base e congressi territoriali. Un grazie sincero a tutti gli invitati che con i loro interventi porteranno un contributo ai nostri lavori, un grazie particolare a FILCA-CISL e FeNEAL-UIL Regionali con i quali abbiamo comunemente lavorato, su obbiettivi concreti , ottenendo risultati soddisfacenti. Ci siamo detti a partire dalla confederazione nazionale che il congresso doveva essere un occasione di ascolto, di rendicontazione di ciò che abbiamo fatto in questi quattro anni, e di elaborazione di nuove ipotesi di lavoro a partire dalle undici azioni e i relativi emendamenti. Gli indici di ascolto nelle assemblee non sono stati quelli attesi, i lavoratori che hanno partecipato non sempre si sono attenuti ai temi all’ordine del giorno, il tutto accentuato dalla crisi e dal fatto che i lavoratori (operai o impiegati) chiedono, a gran voce, concretezze sul proprio incerto futuro e del proprio nucleo famigliare . Per il futuro dobbiamo trovare il modo per rendere più fruibile la fase congressuale. In un’ora di assemblea illustrare una sintesi dei testi congressuali, ascoltare, rendicontare, votare e compilare il verbale è veramente complicato. Dal punto di vista comunicativo dobbiamo sperimentare altre modalità, che rendano più comprensibili i temi congressuali ai nostri iscritti e ai lavoratori. Ciò che vorremmo Quindi vorremmo un ascolto che derivi dall’ esperienza, dal vissuto dei nostri iscritti e dei lavoratori dentro e fuori i luoghi di lavoro, dobbiamo chiedere a loro cosa ritengano debba essere oggi il sindacato, se abbiamo l’ambizione di rappresentarli. Una rendicontazione che certifichi ciò che siamo riusciti a realizzare e ciò che non abbiamo realizzato in questi quattro anni. Un’occasione per formulare nuove ipotesi di lavoro, senza astrarre da ascolto e rendicontazione, dal contesto e dalla crisi dei settori merceologici di nostra competenza (edilizia, cemento, legno, laterizi e manufatti, lapidei). Il congresso nei luoghi di lavoro è terminato. Alla CGIL consegniamo il risultato della nostra iniziativa, con circa milleduecento assemblee realizzate in Lombardia ed il coinvolgimento di circa quarantamila lavoratori e lavoratrici. La relazione, frutto di un lavoro collettivo dei compagni e compagne che operano in FILLEA-CGIL regionale, ha proprio questo obbiettivo, rendicontare quello che abbiamo realizzato, e non, in questi quattro anni e tracciare insieme a voi gli ambiti di lavoro sui quali operare in stretto rapporto con i territori e con l’ambizione di incidere nel dibattito regionale confederale e nazionale categoriale. La CGIL (della Lombardia e dei comprensori) ci ha riconosciuto ruolo e competenze nelle politiche di governo del territorio, in tema di infrastrutture e di politiche dello sviluppo, mentre la FILLEA-CGIL Nazionale ci ha riconosciuto ruolo e competenze sulle materie contrattuali, il nostro obbiettivo è quello di approfondire e rafforzare gli ambiti di lavoro comuni. Veniamo da una stagione difficile, il congresso ha l’ambizione di presentare al Paese un progetto che rimetta al centro il lavoro (le proposte contenute nel piano del lavoro nelle sue articolazioni confederali e categoriali) e che dia dignità al fare, al sapere e alla laboriosità di questo Paese. Con imprenditori che investano in attività industriali, con occasioni di sviluppo e di occupazione, nell’interesse di quei lavoratori a cui vogliamo dare rappresentanza. In modo intollerabile il carico fiscale pesa prevalentemente sul lavoro dipendente e sui pensionati. Dei contribuenti totali, il 49% (20,1 milioni) sono lavoratori dipendenti mentre il 34% (14 milioni) sono pensionati. Solo il 5% (2,1milioni) dei contribuenti dichiara un reddito derivante da attività di impresa o di lavoro autonomo abituale. Di questi trentaquattro milioni (20,1+14) circa un terzo denuncia meno di ottocentotrentatre euro il mese. Il restante sono lavoratori autonomi con un reddito medio di 20.469 euro, per i pensionati la media sono 15.790 euro. Infine, ci sono i professionisti e i contribuenti minimi (lavoratori autonomi con meno di 30.000 euro di ricavi lordi - Finanziaria 2008). La difficoltà di lavoratori e pensionati ad arrivare a fine mese è chiara, occorre una forte azione per la riforma del fisco, con questi obiettivi: lotta all’evasione fiscale, riduzione delle aliquote, reintroduzione delle norme sulla tracciabilità, l’albo clienti fornitori e far pagare alle rendite finanziarie le stesse aliquote fiscali che si pagano in altri paesi europei. Consapevolezza della crisi I settori merceologici di nostra competenza (Legno, Cemento, Laterizi, Manufatti, Lapidei ed Edilizia) sono attraversati da una crisi che non ha precedenti. Il comparto del cemento nel 2013 ha registrato un calo della produzione di circa il 50% rispetto al 2006. Il comparto laterizi nel 2013 in termini produttivi ha registrato un calo del 65% rispetto al 2006. Il comparto dei manufatti in cemento in termini produttivi ha registrato nel 2012 un calo di metri cubi lavorati tra il -22% e il -30% rispetto al 2011. Il comparto del legno-arredo ha registrato un calo del fatturato nel 2013 del -3,2% rispetto al 2012 segnando però un +1% in export. Il comparto dei Lapidei invece nel 2013, ha recuperato i livelli produttivi pre-crisi, e si stima che abbia esportato circa 4.8 ml di pietre ornamentali con un +3.2% sui volumi e + un 7.2% in valore L’edilizia Dal 2008 ad oggi si è passati in Lombardia da 185.628 operai edili certificati a 120.056, circa 65.000 in meno, con l’indotto circa 90.000 in meno, come se la FIAT decidesse la chiusura di tutti gli stabilimenti italiani. Gli istituti di ricerca sostengono che la situazione per il settore edile nel 2013-2014, è peggiore di quella degli anni 93-94 (tangentopoli). Le ragioni sono note: a fine 2008 si succedono i segnali del crollo del mercato immobiliare e dei titoli “avvelenati”, quelli legati ai mutui, (l’indebitamento non è più sostenibile); il patto di stabilità ha prodotto effetti devastanti, ovvero, dei quindici miliardi di euro disponibili, solo 740 milioni sono effettivamente impiegabili; infine i committenti pubblici e privati non rispettano le scadenze contrattuali, detto più esplicitamente “non pagano” (12-18 mesi data). Le conseguenze sono evidenti: licenziamenti, cessazioni di attività, fallimenti, concordati in bianco, mancato pagamento delle retribuzioni e peggioramento delle condizioni di lavoro. (in Italia la flessione del settore edile ha registrato punte del 40 %).
Siamo consapevoli della crisi e del complesso contesto ambientale in cui operiamo in Lombardia, mi riferisco alla sempre più radicata presenza nel tessuto economico finanziario dell’ndrangheta ,in particolare nel settore edile. Il 22 gennaio 2010 l’allora Prefetto di Milano, nella relazione presentata alla Commissione Parlamentare Antimafia, ha sostenuto che a Milano e in Lombardia la mafia non esiste. La smentita è arrivata da più eventi:
• dalla relazione semestrale della DIA (Direzione Investigativa Antimafia), che parla di consolidata presenza delle mafie nella regione lombarda; penetrazione agevolata da una diffusa mancanza di liquidità;
• dall’inchiesta Infinito (dove abbiamo visto in diretta l’elezione per alzato di mano del capo della ’ndrangheta) e dalla relativa sentenza, dall’arresto per voto di scambio dell’assessore della Regione Lombardia Mimmo Zambetti, dalla scoperta della banca delle ’ndrine in Brianza (Seveso) 5 Marzo 2014.
La ’ndrangheta è radicata, anche nelle grandi opere (lungo l’elenco delle interdittive pervenute in Expo, Pedemontana, Brebemi, Teem ecc.) e mantiene una sorta di monopolio nel settore del movimento terra e dei sub affidatari. Con l’accentuarsi della crisi la vocazione imprenditoriale della ’ndrangheta si realizza col concorso di pezzi d’imprenditoria in difficoltà finanziaria e di esponenti delle istituzioni locali disponibili alla corruzione. I magistrati dell’antimafia Lombarda - Minale, Pomarici, Boccassini e Canepa - hanno giustamente sostenuto che per contrastare le mafie occorre potenziare le risorse per l’attività investigativa; la Polizia Giudiziaria è inadeguata alla numerose esigenze d’indagine.
Abbiamo costituito con la confederazione l’osservatorio sociale sulle mafie. Va ripensato a partire dalle visibili difficoltà in cui versa, prendendo spunti dall’esperienza della FILLEA-CGIL nazionale.  Sui temi della crisi e della legalità abbiamo presentato alla Regione Lombardia una piattaforma unitaria con FILCA-CISL e FeNEAL-UIL, sostenuta con un presidio sotto la Regione il 31 Maggio 2013; i contenuti della stessa sono così riassumibili: 1) Debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese (previsti 40 miliardi di euro in due anni); dare la precedenza alle imprese a più alta intensità di lavoro, favorendo le imprese che danno maggiori garanzie occupazionali. 2) Completare le grandi infrastrutture lombarde: chiediamo garanzie anche alla Regione Lombardia 3) Adozione di Linee guida per province e comuni in materia di Edilizia pubblica e privata, favorendo la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico. 4) Appalti e qualificazione d’impresa: far crescere in Lombardia un vero settore delle costruzioni. 5) Monitoraggio e regolarità 6) Il nostro settore manifatturiero: una politica industriale e del territorio della Regione Lombardia per affrontare nuove sfide che ci facciano uscire dalla crisi. E’ stato costituito un tavolo di confronto con la Regione Lombardia. Per fare in modo che questi obiettivi siano percorribili Il governo e la regione devono indirizzare risorse, non solo in investimenti di infrastrutture, ma soprattutto nella tutela del territorio. Frane, alluvioni, elevato rischio di terremoti sono all’ordine del giorno, scuole e ospedali, strutture pubbliche fatiscenti richiedono la realizzazione di opere piccole e medie, prioritarie per la nostra qualità della vita. Dobbiamo chiedere al governo e alla Regione Lombardia di incentivare l’edilizia sostenibile e un programma di edilizia economica e popolare. Un nuovo modo di edificare come previsto dalle norme europee sulla neutralità energetica degli edifici. Vanno incentivate le imprese che costruiscono in classe A+, e quelle che operano nel recupero degli edifici con modalità ecocompatibili e per il risparmio energetico, utilizzando materiali innovativi e di bioedilizia, quindi un immobile di questo tipo (di classe A+) si dovrebbe pagare di meno, in quanto consente di risparmiare tra il 20 e il 40 % delle spese elettriche e di riscaldamento e, soprattutto, le emissioni di anidride carbonica sono circa il 30% in meno. Infine va incentivato e potenziato l’intervento sul patrimonio ambientale, per una adeguata attività di prevenzione e per il risanamento idrogeologico. Regolarità e qualificazione d’impresa Con i committenti pubblici e privati dovremo dare continuità alla attività di contrattazione d’anticipo, anche tramite accordi pattizi; chiediamo ai committenti e al legislatore che le gare d’appalto siano fondate:
• sull’offerta economicamente più vantaggiosa (perché tiene conto della qualità dell’opera, delle migliori condizioni di sicurezza del personale, dei materiali impiegati, dei costi di manutenzione e di gestione),
• sulla qualificazione e selezione delle imprese che possono operare nel settore, definendo requisiti di accesso alla professione e di partecipazione agli appalti pubblici e privati, ne indichiamo alcuni (patrimonio minimo, numero di operai, mezzi propri di produzione, requisiti del responsabile legale dell’impresa). Infine prevedere l’esclusione delle imprese che non rispettano le regole, con la revoca immediata del contratto d’appalto. Diventa prioritario il rilascio del DURC per congruità (l’incidenza della manodopera sul valore dell’opera.) Il DURC per congruità diversamente, da oggi, non dovrebbe essere rilasciato alle aziende che non versano le ore contrattualmente previste in busta paga, tramite controlli su ore dichiarate e sul sotto inquadramento dei lavoratori. La messa in rete delle casse edili lombarde ci ha permesso di sperimentarlo, noi siamo pronti, evitando ulteriori rinvii della data di avvio del DURC per congruità, 1 ottobre 2014. Urge un controllo più adeguato su alcune tipologie lavorative: ”finto” lavoro autonomo, soci cooperatori, superando la concorrenza sleale delle cassa edili anomale (es. Cenai). Sicurezza e ambiente di lavoro e lavori usuranti Il legame tra regolarità, sicurezza e ambiente di lavoro è evidente, le modifiche al testo unico della legge 81 hanno peggiorato la situazione, dobbiamo implementare la cultura della prevenzione e della sicurezza, utilizzando al meglio gli strumenti che abbiamo a disposizione, valorizzando al meglio il ruolo degli RLS e degli RLST. Fare in modo che gli RLST, per poter rappresentare i lavoratori, abbiano la possibilità di relazionare con loro, bisogna avere procedure contrattualmente definite che permettano agli RLST di esercitare questo ruolo. In Lombardia stiamo sviluppando un’azione unitaria per rafforzare l’azione comune degli RLST, con la “messa in rete” sia informatica (con scambio diretto tra i 40 RLST della Lombardia, di una serie di informazioni rilevate durante le visite nei cantiere) che di rapporti personali, con un percorso di “formazione al ruolo” e un “forum” conclusivo per mettere in comune tutte le esperienze e le riflessioni maturate in questi anni di lavoro comune. Molti committenti pubblici e privati hanno due priorità: i costi dell’opera e i tempi di esecuzione della stessa (ovvero “il più rapidamente possibile”), con tutte le note conseguenze: incremento dell’intensità lavorativa a parità di ore lavorate, nessuna prevenzione nell’uso di sostanze e materiali con ovvie conseguenze: infortuni gravi e mortali e malattie professionali, la comunicazione del dottor Giovanni Mosconi ci permetterà di approfondire l’argomento ma soprattutto di sostanziare tecnicamente le nostre richieste in materia di pensioni e lavori usuranti. L’innalzamento dell’età pensionabile e dei periodi contributivi è inaccettabile, e ancor più in settore di lavoro faticoso quale quello dell’edilizia , che produce un progressivo indebolimento psicofisico del lavoratore, si deve riconoscere il principio che l’aspettativa di vita è legata alle mansioni svolte e alle condizioni ambientali in cui si opera, con l’obbiettivo per gli operai edili di una riduzione dei requisiti contributivi di accesso alla pensione, quantomeno per le mansioni più usuranti, che ci permetta di produrre un allargamento della platea oggi prevista dall’art.24 della legge n.214 del 2011. Lavoro sindacale nei cantieri Abbiamo un’ambizione, una vera e propria procedura per l’attività sindacale nei cantieri che, partendo dalle buone pratiche, si confronti con il vissuto sindacale e la quotidianità del nostro agire, con le caratteristiche del mercato del lavoro edile e con i lavoratori e i loro indici d’ascolto e di partecipazione e che coinvolga tutti i soggetti che operano nel cantiere. Per poi tradurre il lavoro sindacale, in vertenzialità collettiva ed individuale, ovvero consolidare il rapporto tra attività negoziale/contrattuale e attività vertenziale/legale. Su quest’argomento abbiamo chiesto al nostro avvocato di riferimento Alberto Ghidoni, e scusate l’ironia nostro futuro inquilino, di illustrarci dal suo punto di vista cosa dovrebbe essere il rapporto tra funzionario sindacale, frequentazione del cantiere e vertenzialità individuale e collettiva, cosa possiamo fare insieme per un più adeguato sviluppo della vertenzialità. Il rinnovo dei CCNL Abbiamo rinnovato quasi tutti i Contratti Nazionali di Lavoro con risultati più che apprezzabili in questa situazione di crisi, dall’assenza di deroghe economiche e dalla limitazione della precarietà sociale e dai risultati salariali in linea con le attese: CEMENTO 120 € a parametro 140, LAPIDEI 130 € a parametro 136,LATERIZI E MANUFATTI IN CEMENTO € 104 a parametro 136,LEGNO 115,24 € a parametro 134 ,Edili Artigiani 110 euro a parametro 130. Sul rinnovo CCNL edili ANCE, dopo la riuscitissima Manifestazione interregionale di Venerdì 13 dicembre, nell’ultimo incontro del 5 Marzo un nuovo tema sul tavolo di trattativa: la trasferta nazionale; irricevibile e con due effetti devastanti l’impresa può iscriversi dove meglio crede ovvero presso la cassa edile meno costosa e mettendo a rischio la contrattazione territoriale. Dopo quindici mesi di trattativa sui temi: APEO, aumento salariale, responsabilità in solido, flessibilità, riorganizzazione del sistema bilaterale le distanze sono preoccupanti. Sono stati datati tre incontri con Ance per i giorni 13/19/25 Marzo. Enti Bilaterali Sugli enti bilaterali ribadiamo innanzitutto che siamo in presenza di enti di emanazione contrattuale, (quindi i compiti e gli ambiti degli amministratori sono definiti dal CCNL e dagli integrativi provinciali), riaffermando quindi la loro missione e valorizzando il loro ruolo, quello di rendere esigibili gli istituti contrattuali (inoltre senza Cassa Edile gli edili non avrebbero alcuni istituti contrattuali, ad es. gli scatti di anzianità); dobbiamo spiegarlo a tutti coloro che in questi ultimi mesi hanno teso a demolire la loro funzione, definendoli inutili. Il che non vuol dire che non abbiamo problemi di riorganizzazione degli stessi, la riorganizzazione degli enti bilaterali è un obbligo, abbiamo enti bilaterali tecnicamente falliti, dipendenti in cigo. In Lombardia stiamo sperimentando alcuni percorsi A Bergamo si è concluso un accordo per l’accorpamento di cpt e scuola ance artigiani, un precedente di valore nazionale e prosegue la trattativa su accorpamento Cassa edile ance e artigiani. Stiamo sperimentando un tavolo di trattativa che coinvolge quattro territori Varese, Como, Lecco e Sondrio per un’ipotesi di sinergie tra gli enti bilaterali a partire dalle casse edili (con la presenza di tutte le parti sociali, artigiani compresi). Si è costituita una commissione tecnica che ha dato mandato per l’avvio di uno studio di fattibilità, chiedo ai compagni che fanno parte di questa commissione tecnica di essere più precisi di me sull’argomento nei loro interventi. Per gli altri territori lombardi abbiamo allo studio ipotesi di sinergie/accorpamenti fra Brescia, Mantova, Cremona e i territori della provincia di Milano e Pavia. Oltre al fondamentale ruolo delle Casse Edili, ricordiamo l’importanza dell’attività delle Scuole Edili per il miglioramento della professionalità e qualità del lavoro e della produzione di settore. Attraverso l’azione delle parti sociali, dobbiamo lavorare per estendere al maggior numero di lavoratori l’utilizzo dei corsi contrattualmente previsti [le sedici ore attinenti le basi professionali del lavoro in edilizia e la formazione alla sicurezza che il lavoratore frequenterà di norma prima dell’assunzione (art.91 CCNL), le otto ore annue di formazione continua (allegato 34 CCNL). Auspichiamo che le parti sociali nei territori provvedano ad una convergenza operativa di ente scuola e comitato paritetico territoriale, per armonizzare le politiche formative di settore su sicurezza e ambiente di lavoro. Sull’insieme degli enti bilaterali lombardi dobbiamo porci l’obiettivo nei prossimi quattro anni di una rendicontazione trasparente nell’uso delle risorse verso l’utente finale (lavoratori), ovvero di adottare il Bilancio Sociale in tutti gli enti bilaterali della Lombardia. La vertenzialità nei grandi gruppi e nelle aziende Lombarde, per ragioni di tempo non è possibile elencarle tutte, ne citerò alcune. Gruppo Italcementi registra la messa in cassa integrazione fino a un massimo 1.040 lavoratori; contro l’azienda che non rispettava gli accordi sottoscritti, lo sciopero di gruppo del 11 Ottobre 2013 con manifestazione davanti a Italcementi sede. Gruppo Holcim con la chiusura del forno di Merone e del centro distribuzione di Morano Po, il sito produttivo di Ternate è l’unico in Italia della multinazionale. Si registrano fino ad un massimo di 195 lavoratori in cassa integrazione. L’accordo sindacale gestisce il ridimensionamento del gruppo, ma lo vincola dal punto di vista degli investimenti nel nostro paese. Gruppo Vela (comparto laterizi e manufatti in cemento), un’azienda in fallimento, la Vela prefabbricati srl, e l’altra in concordato preventivo la Vela spa. La CIGS riguarda 250 lavoratori. Il nostro tentativo è quello di riprendere l’attività produttiva nei singoli stabilimenti interloquendo con tutti i soggetti (istituzioni, università, imprenditori, possibili acquirenti ecc)… e tante altre situazioni simili in Lombardia: dalla Novem di Bagnatica con 130 esuberi dichiarati che rendiconta le logiche degli spostamenti di produzione da una parte all’altra del mondo che le multinazionale praticano, alla cessazione di attività dell’azienda Reni spa di Volta Mantovana con 250 esuberi annunciati a marzo 2014, agli esuberi del gruppo Mauro Saviola negli stabilimenti di Sustinente e Viadana, al caso del fallimento della Matteo Grassi di Giussano con 75 lavoratori coinvolti, al caso dei 70 esuberi della FEG di Giussano e dei 40 esuberi della 3 Più sempre di Giussano, la Bellotti di Cermenate e tante altre situazioni simili nei settori merceologici di nostra competenza e, non da ultimo, il fallimento delle storiche cooperative edili Lavoranti e Muratori e Posatori Selciatori di Milano…… La mancanza di volontà delle aziende di adottare elementi nuovi e diversi dal tradizionale ricorso alla CIGS non ha reso possibile l’utilizzo di Contratti di Solidarietà Non solo ristrutturazioni o cessate attività o concordati in bianco, ma anche eventi rilevanti nei settori industriali di nostra pertinenza uno per tutti: il 1° gennaio 2014 si è concluso l'iter di integrazione societaria tra due delle principali imprese di costruzioni del nostro paese, con la fusione per incorporazione di SALINI S.p.A. in IMPREGILO S.p.A., con l'obiettivo dichiarato di dare vita al più grande gruppo nazionale, in grado di posizionarsi tra i primi operatori mondiali del settore delle grandi opere pubbliche e private. Con la dichiarata volontà della nuova SALINI IMPREGILO S.p.A. (con Sede a Milano e Roma) di impegnarsi nella gestione diretta delle grandi opere anche sul territorio nazionale (Linea 4 della metropolitana di Milano). Come FILLEA-CGIL regionale e come territori, abbiamo e avete sperimentato in questi quattro anni ambiti di lavoro che non hanno riscontrato adeguate attenzioni da parte dell’insieme dell’organizzazione. Migranti Le recenti tragedie di Lampedusa e Prato rappresentano le manifestazioni più estreme di due fenomeni che troppo spesso vengono impropriamente accostati: da una parte il fenomeno delle migrazioni forzate, determinate dalla fuga da guerre, persecuzioni, calamità, che ha come esito doveroso la protezione e il riconoscimento dello status di rifugiato da parte dei Paesi di accoglienza; dall’altra il fenomeno delle migrazioni economiche, determinato invece esclusivamente dalla ricerca di migliori opportunità di vita e di lavoro per sé e per i propri familiari. Un Paese lungimirante dovrebbe essere in grado di regolare l’una e l’altra situazione con normative differenti e, volte, a incoraggiare la massima regolarità e integrazione delle persone straniere che decidono (o vi sono costrette) di emigrarvi. La legislazione italiana continua a spingere ai margini della società, e nell’illegalità, un gran numero d’immigrati (il tutto aggravato dall’introduzione del reato di clandestinità), provocando una condizione che mette nelle mani della criminalità organizzata - e d’imprenditori senza scrupoli - manodopera senza diritti e tutele, utilizzata in condizioni disumane, con retribuzioni da fame, con una sostanziale violazione dei diritti generali, dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione, per i lavoratori non in regola e per i loro figli. La CGIL deve continuare ad adoperarsi per favorire l’integrazione e l’accoglienza degli oltre quattro milioni d’immigrati e dell’oltre un milione in attesa di regolarizzazione, riprendendo l’iter di una legge sulla cittadinanza. Un’effettiva integrazione deve riconoscere, come ricchezza per tutti, le differenze culturali, religiose e di tradizione, come contributo alla nascita di una società multietnica e multiculturale. Su queste tematiche la FILLEA-CGIL Regionale ha lavorato con la costituzione della Consulta lavoratori stranieri, allargandola ai delegati /attivisti e alle segreterie territoriali. E’ un ambito di lavoro che deve coinvolgere l’insieme della categoria. Da questo lavoro collettivo è scaturito un primo importante risultato: l’Accordo sul distacco comunitario fatto a livello regionale tra ANCE e FILLEA-CGIL FILCA-CISL FeNEAL-UIL, che non vede ancora la piena applicazione in tutte le casse edili lombarde e l’avvio del progetto Italia-Romania, con l’apertura dello sportello Inca e FILLEA-CGIL Nazionale a Bucarest. Abbiamo fatto passi in avanti, sul terreno del coinvolgimento dei lavoratori immigrati nei luoghi di lavoro, nei direttivi, tra i funzionari, ma c’è ancora molto da fare. Politiche di genere Pur consapevoli delle difficoltà oggettive, dettate dalla composizione di genere nei settori produttivi di nostra competenza, la categoria sta muovendo passi importanti sul tema della rappresentanza di genere, soprattutto grazie al lavoro fatto dalle compagne di Fille@donna Lombardia, con iniziative che sensibilizzano e danno conoscenze alla categoria sui temi dei diritti delle lavoratrici nei nostri settori, sui temi delle differenze salariali, delle opportunità professionali e del ricoprire ruoli di responsabilità in azienda. Nel 2012 abbiamo realizzato un seminario-spettacolo sui temi della salute e sicurezza delle donne che lavorano nei nostri settori, nel 2013 abbiamo realizzato un corso per funzionari sindacali ed RSU FILLEA-CGIL sul tema delle discriminazioni sul lavoro. Rispetto alla presenza di genere negli apparati FILLEA-CGIL della Lombardia, con il Congresso 2014 ci siamo impegnati, insieme ai Territori, con azioni concrete, ad avere la presenza di almeno una compagna in tutte le segreterie territoriali. Restauro Nel 2012 abbiamo cominciato ad occuparci sistematicamente del restauro. Ci siamo fatti conoscere da un centinaio di restauratori e restauratrici, attraverso una comunicazione periodica via mail e creando una specie di “sportello” sindacale loro dedicato. I temi cruciali per questi lavoratori sono quelli di avere un contratto dipendente, regolato dal CCNL dell’edilizia ed un giusto inquadramento (se non sono precari, sono inquadrati al 1° o 2° livello). Su quest’attività, si sono poi costruite azioni che oggi stanno cominciando a dare i loro frutti. A seguito della nostra azione con la FILLEA-CGIL Brianza, nel cantiere di Villa Reale a Monza, alcune restauratrici hanno rivendicato e ottenuto il 4°livello del CCNL edili. Con la FILLEA-CGIL di Legnano, abbiamo impostato la vertenza ad alcune lavoratrici che avevano lavorato al castello sforzesco per l’ottenimento del 4° livello e in alcuni casi anche il 5°. Infine, con la FILLEA-CGIL di Milano siamo intervenuti in sede di conciliazione per il riconoscimento del 4° livello di un lavoratore presso la Veneranda Fabbrica del Duomo; la conciliazione è in corso, può essere un interessante precedente. Proponiamo a FILCA-CISL e FeNEAL-UIL Regionale partendo dalle loro esperienze in materia, di delimitare delle linee guida con ANCE Regionale valide per tutta la regione Lombardia, con il coinvolgimento di tutti i territori. Formazione al servizio dei territori Per realizzare l’insieme di queste ipotesi di lavoro è necessario rafforzare l’attività di formazione a servizio dei territori com’è stato in questi ultimi anni grazie al lavoro della compagna Ada Lorandi. Innanzi tutto sviluppare la formazione di base con i delegati, fatta presso i territori, perché oltre a dare conoscenze utili, accresce il senso di appartenenza e di partecipazione alla vita della nostra organizzazione. Per i prossimi anni prevediamo di intervenire con la formazione per un rafforzamento delle competenze delle RSU e dei funzionari, anche in relazione al nuovo modello di rappresentanza. Dobbiamo inoltre potenziare la formazione dei funzionari, in materia di ammortizzatori sociali e gestione delle crisi aziendali, per affrontare al meglio la situazione dei nostri settori. In più, ribadiamo la necessità di una formazione specifica, per gli amministratori degli enti bilaterali (casse edili, scuole edili, comitati paritetici territoriali), soprattutto oggi, quando si cerca di coinvolgerli per finalità che non sono quelle contrattuali. Nel complesso, quindi, cercheremo di concretizzare ancor più l’obbiettivo della formazione continua, rivolta a tutti i nostri quadri, funzionari , delegati sindacali e attivisti. Rappresentatività e rappresentanza e la “competizione” tra le organizzazioni sindacali Il recente accordo testo unico sulla rappresentatività ha raccolto molti degli spunti e delle rivendicazione proprie della tradizione e della storia della CGIL e penso che cambierà radicalmente il nostro modo di operare. Non esisterà più l’autocertificazione del dato sul tesseramento ma il dato certificato, dove compariranno solo gli iscritti che hanno un rapporto di lavoro (compresi quelli in CIG) non quelli in disoccupazione, in mobilità o che usufruiscono dell’ASPI. Quindi la certificazione degli iscritti, non renderà possibili differenze tra dichiarato e certificato, e ridisegnerà i rapporti tra categorie nella nostra organizzazione, ovvero il peso specifico di ogni singola categoria. Per la misurazione della rappresentatività avremo due bacini con perimetri diversi: il primo quello degli iscritti con un peso ponderale del 50%, il secondo dei voti delle elezioni RSU più gli iscritti delle aziende al di sopra i quindici dipendenti senza RSU, con un peso ponderale del 50%. Nella fattispecie avendo tanti iscritti in edilizia circa 500mila sul territorio nazionale e pochissimi votanti RSU con pochissime aziende sopra i quindici dipendenti diventeranno rilevantissimi i voti RSU per il raggiungimento della rappresentanza del 5%, per potersi sedere al tavolo di trattativa del rinnovo del CCNL edili. Quindi un rischio evidentissimo, UGL,USB, sindacati autonomi che potrebbero concentrarsi sul rinnovo RSU nei cantieri e puntare all’ottenimento del 5% è una sfida che dobbiamo cogliere. Noi abbiamo già in categoria un ente certificatore, la cassa edile (al netto di lavoratori iscritti in più casse edili), quindi un misuratore della rappresentatività, nella stesura della convenzione con l’INPS sarebbe opportuno tenerne conto. L’accordo prevede inoltre che sull’elezione delle RSU, si adotta il proporzionale puro, liste d’organizzazione in tutti i luoghi di lavoro cantieri compresi, con la titolarità dell’RSU come soggetto negoziale e il divieto dell’RSU di cambiare organizzazione sindacale pena la decadenza. Sulla rappresentanza abbiamo seri problemi nei luoghi di lavoro. Negli impianti fissi, ma soprattutto nei cantieri, trovare la disponibilità di un lavoratore/lavoratrice ad assumere il ruolo di RSU è sempre più difficile, (soprattutto in una fase di crisi economica) per i cantieri diventa non rinviabile la figura del delegato di cantiere (a prescindere dal numero di aziende presenti nello stesso), estendendo il contenuto dell’accordo interconfederale del 1966. E infine l’importanza della consultazione certificata nel rinnovo dei CCNL, in categoria un piccolo precedente quello del CCNL legno industria e l’impossibilità delle nostre controparti di scegliersi l’organizzazione sindacale con cui firmare il CCNL. Sul regime sanzionatorio ci vuole grande attenzione; oggi non c’è alcuna sanzione ma un rimando ai CCNL. In alcuni territori la competizione tra organizzazioni sindacali ha raggiunto livelli esasperati, per limitare e regolare la competizione, occorre definire regole comuni. Unitariamente a livello regionale stiamo predisponendo un documento, da proporre ai territori, per l’estensione a tutta la Lombardia di buone pratiche e di regole comuni in tema di proselitismo consapevole e volontario, rispettosi della libertà associativa dei lavoratori, unitamente alla possibilità di verifica dei lavoratori. Due i temi principali: validazione e certificazione della delega e una prima sperimentazione della delega territoriale con valenza regionale. La struttura della FILLEA-CGIL Regionale e la politica delle risorse Su questo capitolo abbiamo poco da aggiungere, per tutti vale la conclusione dell’ultima Conferenza di organizzazione tenuta proprio in questa sede, struttura snella che privilegi la destinazione delle risorse ai territori, con la costituzione di una struttura intermedia, tra direttivo e segreteria, con funzioni esecutive (esecutivo regionale FILLEA-CGIL, che eleggeremo nel primo direttivo post congressuale),con una direzione collegiale della categoria a prescindere dalle dimensione dei singoli comprensori. La centralità del territorio comporta investimenti di risorse, umane, economiche, tecnologiche e formative, noi stiamo operando in questa direzione e alla CGIL chiediamo di proseguire insieme nella presentazione dei bilanci (di esercizio e patrimoniale), nella gestione del tesseramento, che rendano effettivo l’impegno alla rendicontazione sociale. La crisi ha inciso sulla politica delle risorse, con un decremento del monte salari delle casse edili confermato dai preconsuntivi del 2013, alcuni territori sono in serie difficoltà economiche, questo ci impone di valutare con i centri regolatori FILLEA-CGIL Nazionale e CGIL Regionale ipotesi riorganizzative a partire dal documento sulle politiche organizzative approvato dal direttivo nazionale FILLEA-CGIL nell’ottobre 2013. Facciamo nostro l’appello sull’esigenza di sobrietà, precisando che non vuole essere un giudizio morale, occorre portare a compimento l’impegno preso con l’ultima conferenza d’organizzazione . Conclusione Ci aspetta una fase difficile e complessa, una fase di forte competizione delle idee e organizzativa, che richiede un maggior senso di “appartenenza”, inteso come condivisione dei principi fondamentali, ma anche condivisione che i luoghi di lavoro e i lavoratori rappresentano la priorità del nostro agire e della nostra attività quotidiana. Dobbiamo definire insieme le priorità, il congresso ha anche questa funzione e dobbiamo avere l’ambizione di trasmetterle ai lavoratori migliorando la nostra capacità aggregativa, per farlo è fondamentale il merito sindacale ma anche il modo in cui ci rapportiamo ai lavoratori, agli attivisti e alle RSU, alimentando una rinnovata volontà di partecipazione. Non sarà facile in questo contesto raggiungere questo obbiettivo, dobbiamo provarci con la giusta determinazione e ritengo che ciò sarà possibile con l’aiuto di tutti voi. Grazie e buon congresso.

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