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16.04.14 "Dopo 16 mesi di trattative, scioperi e forti tensioni Ance, Legacoop e i sindacati (Fillea, Feneal e Filca) oggi quando si siederanno al tavolo dovranno decidere innanzitutto una cosa. E cioè se vogliono rinnovare il contratto. L`andamento del negoziato nei mesi scorsi ha fatto pensare di no, per le richieste troppo alte sia da un lato, sia dall`altro. Ma negli ultimi giorni ci sarebbe stata la svolta intorno a uno dei due punti più controversi, l`Ape (anzianità professionale edile)." Così apre lo zoom che il Sole 24 Ore dedica alla trattativa con Ance e Coop per il rinnovo del contratto nazionale dell'edilizia. Nell'articolo di Cristina Casadei il giudizio dei sindacati, per la Fillea parla Mauro Livi.
Sull`altro, il salario, invece la distanza è massima. Ance e Legacoop sono infatti passate da o a 60 euro per il parametro 100, ma questa offerta per i sindacati è insufficiente, soprattutto alla luce delle concessioni richieste in materia di flessibilità. Nella loro piattaforma la richiesta era stata di 130 euro sulla base di un calcolo che teneva conto dell`inflazione.
Dopo che il contratto degli artigiani edili è stato chiuso con un aumento di 84 euro, i sindacati dicono di non poter scendere al di sotto di quella cifra.
Mauro Livi (Fillea) dice che «le controparti devono decidere se lo vogliono rinnovare questo contratto. Il sindacato è disponibile a trovare le soluzioni ma Ance e Legacoop devono presentarsi molto unite al loro interno al tavolo sindacale. Finora ci sono state pesanti divisioni all`interno di Ance che hanno impedito di fare le scelte giuste». Per Emilio Correale (Feneal) «ci sono alcuni significativi passi in avanti, determinando sostanziali convergenze». Domenico Pesenti (Filca) spiega che già oggi «si dovrebbero creare le condizioni per firmare nella tornata successiva.Confidiamo nel senso di responsabilità dell`Ance».
Oggi si verificherà se l`intesa  raggiunta m commissione tecnica sull`Ape si potrà tradurre in intesa politica. L`Anzianità professionale edile per le imprese dovrebbe diventare una prestazione, da legare all`andamento del settore. Inaccettabile per il sindacato che la considera un diritto irrinunciabile. Il primo scatto dell`Ape secondo i ragionamenti delle parti avverrebbe dopo tre anni anziché 2, con un minor costo per le imprese e con un ritardo nel percepire il beneficio per gli addetti. Inoltre bisognerebbe individuare un fondo nazionale per il pagamento e la raccolta delle risorse dell`Ape, con aliquote definite a livello nazionale, al contrario di quel che accade oggi, quando ogni provincia individua la percentuale per garantire il diritto ai lavoratori. Infme verrebbe introdotta una penalizzazione che consiste in un versamento integrativo - per le imprese che denunciano meno ore lavorate rispetto alla media nazionale. Nel frattempo il negoziato prosegue con la riorganizzazione del sistema bilaterale, ossia di tutta la strumentazione della bilateralità contrattuale, dalla scuola edile, alla cassa edile, al comitato paritetico antinfortunistico. Si sta cercando di fare riorganizzazioni a livello territoriale per continuare a garantire questi strumenti che oggi subiscono i contraccolpi della crisi, essendoci meno imprese e meno lavoratori attivi. C`è invece massima chiusura da parte del sindacato su due capitoli della contropiattaforma di Ance e Legacoop. E cioè la richiesta di flessibilità con cui la parte datoriale vorrebbe introdurre il lavoro a chiamata che  per il sindacato sarebbe una ulteriore destrutturazione in un settore già preacario di suo. E poi l`abolizione dal contratto della responsabilità in solido.
 

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