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11.05.14 La Fillea va all`attacco sulle truffe allo Stato, anche negli appalti pubblici. Piovesan: i dipendenti devono accettare il "nero": mancano i controlli. Il racconto di Renza Zanin per la Tribuna di Treviso

LAVORANO MA SONO IN CIG. LA DENUNCIA DELLA FILLEA CGIL
di Renza Zanin

Truffa allo Stato anche negli appalti pubblici: imprese edili chiedono e ottengono la cassa integrazione per i loro dipendenti che però sono regolarmente al lavoro nei cantieri. Il caso delle frodi alla casse dell`Inps e a quelle dello Stato sembra essere una situazione tutt`altro che inusuale. A suonare il campanello d`allarme è il responsabile della Fillea Cgil, Massimiliano Piovesan, che parla di un fenomeno in crescita anche nel Coneglianese e che interessa anche quei cantieri in cui il committente è lo Stato, o meglio gli enti locali.
La beffa, dunque, sarebbe doppia: per vincere gli appalti si abbassa il prezzo arrivando al massimo ribasso, ma poi i lavoratori li paga l`Inps, ovvero l`intera collettività. Ai circa 700 euro della cassa integrazione l`azienda poi aggiunge il resto in nero. Così viene meno anche il versamento delle tasse. Questo fenomeno si registra anche negli appalti pubblici», spiega Piovesan, «perché vengono a mancare i controlli da parte degli enti committenti».
Quello che serve, per i sindacati, è l`avvio di una rete pianificata di verifiche e una maggiore tempestività delle stesse. «E importantissimo che ci sia una rete capillare di controlli», afferma il sindacalista della Fillea Cgil, «e serve anche una riduzione ei tempi nell`avvio degli stessi. Dalle segnalazioni alle ispezioni è necessario che assi poco tempo». A risentirne per Piovesan è anche un altro aspetto: «Al di là della truffa all`Inps», spiega, «ci sono anche i mancati versamenti alla assa edile».
Il fenomeno è cosa nota, tanto che nelle scorse settimane il ministero del Lavoro ha dichiarato guerra alle aziende che attingono ai fondi per la cigs e, parallelamente, fanno lavorare in nero i propri dipendenti. Il ministero, infatti, aveva annunciato ispezioni a sorpresa nelle aziende per smascherare i furbetti. Oltre a garantire una corretta concorrenza tra imprese si mira anche a contenere gli esborsi in un momento di crisi in cui quei fondi sono invece indispensabili in altre realtà per contenere o evitare gli esuberi. La provincia di Treviso ha fatto un ricorso significativo alla cigs: oltre un quarto del monte ore erogato nel 2013 a ivello regionale (11,5 milioni di ore su un totale veneto di 44 milioni) riguarda la Marca, dove si stima che le aziende toccate dalla cassa integrazione guadagni straordinaria siano tra le 250 e le 300 l`anno. Nel 2013, secondo la Cisl, in provincia i Treviso sono state aperte 452 procedure di crisi aziendale con licenziamento ollettivo o cigs. Quello che si chiede è che si operino controlli capillari sulla situazione dei richiedenti.

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