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01.10.14  “Oltre agli annunci, come quello degli investimenti per far ripartire il settore delle costruzioni, dal governo abbiamo avuto una serie di interventi sul mercato del lavoro in assoluta continuità  con i governi precedenti” è quanto ha affermato oggi Walter Schiavella al Maxxi di Roma, nel corso di una tavola rotonda promossa dal Formedil, l’ente bilaterale della formazione edile.

“Prima il decreto Poletti, che ha indebolito uno strumento efficace di contrasto all’irregolarità come il Durc, ora lo sblocca Italia, che riduce i diritti dei lavoratori e inserisce ulteriori deroghe al sistema degli appalti: tutto questo va chiamato con il suo nome: deregolamentazione” al punto che “sulle deroghe agli appalti, persino le Autorità garanti e Bankitalia si sono sentite in dovere di manifestare la preoccupazione che ciò favorisca la corruzione e limiti la concorrenza leale. Insomma, più che uno sblocca Italia temo che ancora una volta ci troviamo di fronte ad uno sblocca-regole.”

“Se il governo avesse studiato ed ascoltato le parti sociali anzichè demonizzarle, forse avrebbe capito qualcosa in più del suo paese e del mercato del lavoro” ad esempio avrebbe scoperto che “proprio il settore dell’edilizia è la prova provata di quanto le sue soluzioni siano inefficaci a ridurre la precarietà e creare lavoro. Un settore con il 90% delle imprese sotto i 15 dipendenti e dove si può licenziare per fine fase e fine cantiere, secondo l’idea del governo dovrebbe essere florido, con tanti investitori stranieri e lavoro per tutti. Invece abbiamo una emorragia di 400mila posti (il doppio se consideriamo intera filiera ed indotto), una proliferazione di contratti finti, lavoro nero, grigio e muratori – partite Iva, con ripercussioni drammatiche sulla sicurezza dei lavoratori, e gli unici investitori rimasti sono le banche della criminalità organizzata, che ricattano e cannibalizzano le imprese sane.”

Se poi il governo “leggesse il nostro ultimo contratto nazionale potrebbe trarne qualche insegnamento anche su come si possa innovare coniugando la crescita della produttività alla qualità del lavoro” ha proseguito Schiavella, che spiega “abbiamo mantenuto la responsabilità solidale negli appalti evitando lo scambio salari/diritti e, a proposito del mantra del ministro Poletti sugli ammortizzatori sociali finalizzati alla formazione e ricollocazione dei lavoratori, abbiamo previsto proprio la realizzazione di questo percorso con la Borsa Lavoro. Peccato che non può funzionare, perché mancano gli ammortizzatori sociali universali che lo dovrebbero rendere realizzabile!”

Infine, sulla rappresentanza “anche questo è tema per noi superato da 50 anni con la certificazione. Semmai, sarebbe il momento di affrontare il nodo della verifica sulla rappresentanza reale delle imprese, sempre più debole, incerta e contraddittoria” che per Schiavella “ è la prima causa della moltiplicazione dei contratti e non consente di affrontare il nodo, ormai maturo, di dare al nostro settore un contratto unico dell’edilizia.”


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