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Referendum

26.11.14 Formazione professionale, riqualificazione e manutenzione dell'enorme patrimonio edilizio italiano sono le parole d'ordine per vincere la sfida dell'occupazione e dello sviluppo nell'edilizia. Sono infatti 700mila i nuovi posti di lavoro a regime, che possono arrivare a 1 milione considerando tutto l'indotto della filiera delle costruzioni, investendo in qualità, trasparenza, formazione e innovazione. Ecco in sintesi il risultato dell'indagine 'Costruire il futuro 2014', terzo rapporto a cura dell'Osservatorio innovazione e sostenibilità nel settore edilizio (Oise) di Legambiente, Fillea Cgil, Feneal Uil, Filca Cisl, presentata ieri a Roma. Schiavella: disattenzione governo alle ns proposte è colpevole e costante".

L'unico comparto delle costruzioni in crescita è quello della riqualificazione (+20% dal 2008 al 2014 secondo Ance), e la riqualificazione edilizia ha raggiunto quota +65% del mercato.  Secondo il rapporto, però, "lo sviluppo e l'innovazione richiedono un mercato trasparente e regolare, con livelli standard qualitativi elevati sia nei materiali che nelle tecnologie, nelle procedure e nella scelta dei fornitori, nell'attenzione alla sostenibilità ambientale". "Occorre spingere - si sostiene - per una riqualificazione complessiva del settore che escluda le imprese irregolari, il lavoro nero, il ribasso estremo dei costi a favore di una maggior innovazione, investimenti mirati, personale più qualificato, maggior specializzazione professionale".
Il Rapporto Oise nasce proprio "con l'obiettivo di aiutare la prospettiva di sviluppo e crescita del settore indicando strade concretamente percorribili attraverso l'innovazione e la formazione professionale, la scelta dei materiali e delle tecnologie, l'adeguamento normativo con l'adesione alle direttive europee".
"Quel che manca realmente -hanno dichiarato il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, e i segretari generali di Feneal, Filca e Fillea, Vito Panzarella, Domenico Pesenti e Walter Schiavella- è una spinta innovativa in grado di incrociare e tenere insieme le esigenze di miglior vivibilità e risparmio col tema della sostenibilità ambientale e diffusione delle fonti energetiche, col problema dell'accessibilità alla casa per le famiglie in difficoltà e la domanda di nuovi e più adeguati spazi col tema della sicurezza sismica e idrogeologica".
Per Legambiente e sindacati, "occorre una cabina di regia unica in grado di guidare il settore verso i nuovi obiettivi sfruttando tutte le opportunità offerte dall'Europa e dalle nuove tecnologie, per non rischiare di perdere, come già avvenuto precedentemente, anche i fondi strutturali 2014-2020".
"Occorre soprattutto fare chiarezza e semplificare le procedure per l'accesso alle detrazioni fiscali per i condomini, per esempio, e rivedere i meccanismi dell'ecobonus per gli interventi di efficienza energetica, che pur avendo garantito risultati positivi in termini di cantieri aperti, occupazione e diminuzione dei costi in bolletta, possono essere modificati in meglio'', concludono.

SCHIAVELLA: DISATTENZIONE GOVERNO ALLE NOSTRE PROPOSTE
"Rilevo importanti presenze a questa iniziativa, ma anche la significativa assenza dei rappresentanti del governo. La disattenzione alle proposte di merito come queste costruite dal sindacato unitario edili e da Legambiente è colpevole e costante". Lo ha detto Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, intervenendo al convegno.
Secondo Schiavella, "se ci fosse più rispetto per le proposte di merito che emergono dalle forze sociali, si potrebbe costatare che per favorire la riconversione green dell'edilizia serve più regolarità e qualità del lavoro e dell'impresa, altro che voucher o art. 18....". Per il segretario generale della Fillea Cgil, "la strada dell'ecobonus  quella giusta, ma occorre dare ad essi strutturalità per avviare davvero un processo di riconversione del settore in direzione della qualità del lavoro e dell'impresa". "Se così deve essere occorre favorire domanda aggregata, regole di certificazione uniformi e controlli efficaci. Ma in primo luogo occorre garantire che il lavoro prodotto sia regolare; per ottenere tale obiettivo serve evitare la "vaporizzazione" del Durc avviata da Poletti e legare la corresponsione di incentivi a verifiche di congruità del lavoro impiegato", conclude.

 

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