Dall’inizio dell’anno, secondo i dati Fillea - che il sindacato precisa essere dati parziali, basati sul monitoraggio della stampa territoriale - in edilizia sono morti 11 lavoratori, molti per caduta dall’alto. E’ di pochi giorni fa l’allarme lanciato proprio dal sindacato di Via Morgagni sull’andamento infortunistico. Lo stesso Schiavella aveva commentato le dichiarazioni Inail, definendole “preoccupanti, segnate da un ottimismo che sembra essere utile solo a dare sostegno statistico alla volontà del governo di costituire una Agenzia unica ispettiva con un organico ridotto all’osso.”
Dal monitoraggio Fillea, che incrocia i numeri degli infortuni con quelli della riduzione della manodopera e delle ore lavorate “dal 2008 al 2013 sugli infortuni mortali in edilizia si è verificata una crescita di oltre il 10% per frequenza oraria, ed oltre il 6% per numero addetti. Per non parlare delle malattie professionali, che hanno avuto un incremento, in rapporto al numero di addetti, del 50%” prosegue Schiavella, secondo il quale “anche il dato Inail della forte riduzione degli incidenti denunciati nasconde qualcosa, cioè la crescente tendenza a non denunciare gli infortuni sul lavoro di bassa e media entità. Il lavoratore viene invitato a prendere giorni di ferie o mettersi in malattia, magari in cambio di un compenso fuori busta. In tal modo l’impresa evita possibili controlli o segnalazioni, e soprattutto non si alza il premio assicurativo. ”
Per il leader Fillea sugli infortuni "occorre un drastico intervento sul settore, rafforzando il sistema delle regole e dei controlli, destinando maggiori risorse ed organici all’attività ispettiva, rafforzando il Durc e non depotenziandolo come ha fatto il governo con il decreto Poletti, superando il sistema degli appalti al ribasso. Gli infortuni e le morti sul lavoro sono il risultato di un sistema che non ha più regole, da lì occorre ripartire.”