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Referendum

Promosse dalla Fillea Cgil, si svolgono il 31 marzo e 1 aprile -  presso il Centro Congressi Frentani di Roma - due giornate di approfondimento sul tema della contrattazione ai tempi del JobsAct. I lavori iniziano alle 12.30 del 31 marzo, con la relazione dal segretario generale degli edili Cgil Walter Schiavella, terminano il 1 aprile intorno alle ore 13, con le conclusioni di Susanna Camusso, segretario generale Cgil. Nel corso della mattinata del 1 aprile sono previsti gli interventi dei segretari generali di Filcams, Filctem, Filt, Nidil.

Diretta streaming del 1 aprile, a partire dalle 9.30 su RadioArticolo1.it

 IL PROGRAMMA >>

SINTESI RELAZIONE DI WALTER SCHIAVELLA, SEGRETARIO GENERALE FILLEA

“Dobbiamo cambiare radicalmente le politiche economiche e sociali di questo governo, dobbiamo recuperare voce e peso alla rappresentanza delle ragioni del lavoro.  Su questo siamo tutti uniti. Abbiamo punti di vista diversi sul come farlo. E’ qui che occorre sciogliere le ambiguità che finora hanno pesato nella nostra discussione interna, provando rispondere a due interrogativi: chi interpreta la confederalità? Con quali strumenti agisce la relazione politica? ” Così esordisce Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, aprendo il seminario dal titolo “Contrattare” in corso di svolgimento al Centro Congressi Frentani, che vedrà il gruppo dirigente degli edili a confronto con altre categorie, Filt, Filctem, Filcams, Nidil, e la confederazione, rappresentata dal segretario generale Susanna Camusso, il cui intervento è previsto per le ore 13 di domani.

Per Schiavella occorre una “politica di alleanze sociali, ma esse non possono dar luogo a pericolose evoluzioni che,  al di la dei giochi di parole e sofismi, trasformerebbe il sindacato in soggetto politico organizzato a se stante, trascinandolo su un terreno che non è il suo. Su quali strategie e quali strumenti  usare è invece  ora che ci sia una discussione vera tra noi, rispettosa delle opzioni in campo, che paiono chiaramente alternative fra loro. Su questo occorre misurarci: fra chi ritiene prioritaria la strada del movimentismo e delle alleanze sociali a tutto tondo e chi pensa invece che esse vadano costruite partendo dalla centralità del lavoro e, quindi, della contrattazione. Noi, come noto, siamo perché dal lavoro e dalla contrattazione si debba partire.”

Come contrattare dunque ai tempi del JobsAct?
Per Schiavella occorre ripartire dalle priorità che il Congresso Cgil del 2014 aveva indicato “declinandole alla luce delle novità intervenute sul piano economico, normativo, della rappresentanza e contrattuale, con l’obiettivo della costruzione di una strategia contrattuale inclusiva.”

1. Come è cambiato il cantiere
Per fare questo, occorre capire come è cambiato il lavoro “lavoro precario, migliaia di lavoratori occupati in piccole imprese, lavori discontinui come i lavoratori edili la cui media di occupati per impresa è tra i 3 e i 5 dipendenti. Nei luoghi di lavoro e' presente una nuova complessità  derivante sia dalle tante tipologie di impiego, sia dalla presenza di lavoratori esterni all'impresa - tecnici ambientali, montatori specializzati, ecc. -  cui sono applicati differenti CCNL  - anche se i lavori sono assimilabili - e dai lavoratori edili.
Questo è oggi il cantiere “ecco perché dobbiamo riunificare la frammentazione e il lavoro. Ciò implica saper interpretare i cambiamenti, i nuovi processi produttivi e organizzativi e tradurli in un sistema di rappresentanza  che sia in grado di costruire  modalità  contrattuali nuove, coraggiose e coerenti, senza annullare le diversità.  Ecco perché è necessario costruire pratiche comuni sul fronte della rappresentanza ma anche su quella della  regolarità. Il DURC dovrebbe essere chiesto a tutte le imprese che operano in un cantiere.”

2. Il numero 15
In tema di rappresentanza,viste le dimensioni medie delle imprese in edilizia e negli atri settori  “il numero utile per la Fillea è il 15. E’ questo l'ostacolo al di sotto del quale non è possibile eleggere la rappresentanza sindacale, ecco perché dobbiamo lavorare sul versante contrattuale per abbassare questa soglia o per introdurre la figura del delegato di cantiere, in rappresentanza dell’insieme dei lavoratori dipendenti delle tante piccole aziende presenti sul sito produttivo. In ogni caso i CCNL dovranno prevedere forme di informazione e di confronto nelle quali, intorno all’impresa principale e/o appaltante, si riunifichi la rappresentanza del lavoro come presupposto per l’effettivo esercizio della contrattazione di sito.”
La contrattazione di sito dunque “in cantiere come in fabbrica, deve trovare ancoraggio concreto nella strumentazione contrattuale e diventare pratica corrente nella contrattazione di secondo livello. In proposito dobbiamo trarre utili spunti di riflessione e avanzamento dalla positiva conclusione del progetto europeo al quale come Fillea abbiamo partecipato insieme alla Filcams e Agenquadri.”
Ma soprattutto quello dei diritti sindacali nel lavoro frammentato,disperso e diffuso “deve essere uno dei cardini del Nuovo statuto dei Lavoratori perché, già oggi, è in quella tipologia di impresa e di lavoro che si concentra la maggioranza dei lavoratori. Il testo unico del 10 gennaio 2014, tanto più alla luce della convenzione recentemente firmata con l’INPS, rende necessario definire accordi attuativi per adeguarlo alle specificità dell'edilizia a partire dalla definizione del ruolo delle Casse Edili nella certificazione degli iscritti, dal riproporzionamento annuale in dodicesimi dei lavoratori iscritti alle Organizzazioni Sindacali e dall'adeguamento del peso ponderale del voto per le RSU nel calcolo complessivo della rappresentanza. Con l'occasione la FILLEA dovrà continuare ad operare per  una campagna generalizzata di rinnovo ed estensione delle RSU, ma, contestualmente, dobbiamo affrontare il problema di come far votare i lavoratori in quell'85% dei casi in cui in edilizia non possono votare RSU.”
In proposito “occorre valutare possibili soluzioni anche in rapporto a un necessario aumento della partecipazione dei lavoratori nella governance degli enti. Ad esempio il voto di tutti i lavoratori per eleggere comitati di sorveglianza delle casse edili.
Ma oltre ai temi della rappresentanza, anche in chiave organizzativa nonché in previsione di quel Nuovo Statuto dei Lavoratori che ci siamo dati come obiettivo con il cd CGIL del 18 febbraio u.s., è necessaria una riflessione più ampia della Cgil  sulle forme di democrazia praticabili efficacemente nel lavoro disperso e diffuso, nel contesto della quale rivalutare forme esigibili di democrazia di mandato.

3. La riforma del Lavoro
Le leggi intervenute negli ultimi 20 anni “hanno teso a frammentare, precarizzare e disarticolare il mercato del lavoro, introducendo una miriade di tipologie di impiego. La crisi ha ampliato tutto ciò, in particolare in edilizia, ove sono presenti migliaia di finti lavoratori autonomi, che di autonomo non hanno niente poiché in maggioranza sono manovali, spesso migranti, costretti ad aprire la partita IVA.  Il Jobs Act ha ulteriormente indebolito i diritti con un mix perverso di privazione di tutele (modifiche all’art.18), di creazione di nuove precarietà (contratto a tutele crescenti) e forme incentivanti distorsive.  Tutto ciò aggraverà notevolmente la situazione dei nostri settori con effetti devastanti soprattutto in edilizia dove finirà presto per sostituire altre forme di impiego senza nessuna reale occupazione aggiuntiva.
In termini generali l’impatto del Jobs Act produrrà un aumentato bisogno di tutele individuali alle quali saremo però chiamati a dare risposte anche in termini di tutele collettive per via contrattuale. Per farlo efficacemente  dovremo però affrontare la sfida di tutelare per via contrattuale tutti i lavoratori prodotti da queste trasformazioni legislative e produttive, indipendentemente dalle forme che tali lavori hanno assunto e assumeranno. Lo sforzo di cambiare le norme del Jobs Act che deve passare per la costruzione del Nuovo Statuto dei Lavoratori non deve farci perdere di vista la necessità di fare i conti con la realtà che quelle norme intanto producono. Non possiamo certo fare l’errore, in attesa di cambiare la legge, di non fare i conti con la realtà e, se serve, di sporcarci le mani con essa.”
Per farlo occorre definire ambiti e strumenti, che Schiavella indica in “governo contrattato del mercato del lavoro, mutualità e bilateralismo, legalità del mercato e regolarità del lavoro” strumenti che possono limitare per via contrattuale l’impatto e gli effetti dell’introduzione del Jobs Act. Ad esempio:

  • continuando ad escludere i voucher e limitando  il ricorso ai tempi determinati, contrastando l’uso distorto del lavoro autonomo,  ma anche definendo la piena rappresentanza contrattuale delle partite Iva, di concerto con il Nidil. Le partite IVA edili,  non hanno i diritti del lavoro subordinato ma soprattutto non hanno organizzazioni di rappresentanza che ne difendono gli interessi. Nasce da qui la proposta di tentare di ridare rappresentanza a questa parte del nostro mondo con uno sforzo congiunto della Fillea e di Nidil.  Affrontare l’inclusione significa ragionare a 360 gradi. Posto il tentativo di includerli cercando di regolare attraverso la contrattazione compensi, elementi distintivi, ecc. è necessario che a questi lavoratori il sindacato fornisca anche servizi esattamente come ha fatto con quelli subordinati. Ciò implica la rivisitazione del nostro sistema servizi.
  •  riformando ed adeguando il sistema bilaterale edile alle esigenze poste da questa nuova situazione ed estendere e consolidare la strumentazione di welfare contrattuale, che assume ancor maggiore importanza in una ottica di inclusività e risposte contrattuali possibili ai bisogni indotti dall’attuale quadro legislativo. Fermo restando che le risorse ad esso destinate nei rinnovi dei Ccnl non dovranno in alcun modo essere alternative a quelle destinate al salario, dovremo porci l’obiettivo di estendere e consolidare la strumentazione esistente a partire dalla rivendicazione che gli obblighi contrattuali definiti in materia abbiano valenza per tutte le tipologie di impiego presenti. Dobbiamo assumere una decisione, coraggiosa ma necessaria, di rivendicare l’iscrizione alle Casse Edili delle Partite Iva e affermare l’obbligo formativo in materia di sicurezza. L’altro aspetto, collegato al tema del welfare contrattuale, riguarda le pensioni. Anche qui, la situazione è quella data, cioè la riforma Fornero, e non possiamo non prescindere da ciò. Quindi, oltre a rivendicare una riforma della Fornero, su cui gli edili intendono porsi in prima fila nel rilancio della vertenza unitaria in direzione del riconoscimento del lavoro gravoso, dal fronte negoziale dobbiamo cercare forme contrattuali capaci di concorrere a dare risposte all’esigenza di tutela previdenziale del lavoro precario e discontinuo, estendendo anche forme di adesione contrattuale collettive e generalizzate, come quella sperimentata nel rinnovo dell’edilizia Ance/Coop.
  • determinando, anche attraverso i contratti di lavoro, le condizioni affinché la prevenzione dell’illegalità diventi una concreta realtà in tutti i cantieri e impianti fissi. Dunque, la nostra azione negoziale non può che partire dalla necessità di presidiare, rafforzare ed estendere  i protocolli di legalità e la contrattazione d’anticipo come strumenti integrati fra loro ed estesi alla complessità del sito produttivo. Per questo la difesa e la evoluzione del DURC per congruità e il rafforzamento della responsabilità in solido dell’appaltatore sono essenziali per garantire legalità e trasparenza agli appalti, diritti e certezze al lavoro e parte fondamentale dell’iniziativa della CGIL per garantire una nuova Legge sulla disciplina degli Appalti.
La nuova stagione contrattuale, la crisi ed il salari
Gli anni che abbiamo di fronte “sono segnati dal rischio deflazione al punto da provocare un  intervento senza precedenti della BCE per conseguire l’obiettivo di una inflazione stimata pari a zero nel 2015, al 1,5% nel 2016, al 1,8% nel 2017 e al 2% nel 2018. Nonostante ciò, gli andamenti tendenziali del settore delle costruzioni hanno segnato un ulteriore -7% tendenziale su base annua; per il 2015 si prevede un consolidamento sui livelli dell’anno precedente, mentre solo per il 2016  si prevedono i primi deboli segnali di ripresa” ha ricordato il segretario Fillea, sottolineando come “dovremo necessariamente tenere in mente il complesso di questi fattori, ma occorre porci l’obiettivo fondamentale di garantire restituzione di ricchezza al lavoro e di mantenere in capo al CCNL il ruolo di autorità salariale inderogabile” ruolo che oggi “è messo in discussione dalla azione a tenaglia sui Ccnl operata da una sempre possibile applicazione dell’art 8 di sacconiana memoria e del salario minimo in versione Jobs Act.”
L’altro obiettivo della Fillea per la nuova stagione contrattuale è quello della riduzione del numero dei contratti “non sarà semplice poiché anche le associazioni datoriali attraversano una grave crisi di rappresentanza che le induce sempre più a frammentarsi. L'obiettivo della Fillea è giungere a due CCNL: edilizia e impianti fissi.”
Ma, in una fase di crisi e di deflazione “che ruolo debbono avere i CCNL per essere inclusivi e arginare effetti Jobs Act? Debbono avere certamente questo compito, ma con quale rapporti di forza pensiamo di affermare questi nostri obiettivi? Realisticamente si può porre una sola strada tanto più in presenza deflazione: aumenti salariali contenuti, ma comunque in grado di restituire ricchezza reale al lavoro, in cambio di tutele, regolarità e stabilità del lavoro. Inclusione delle partite Iva in una strategia di contrasto agli abusi, ma anche di rappresentanza e tutela. Più attenzione alle professioni e agli impiegati. Utilizzo più esteso e inclusivo della bilateralità in edilizia ma non solo.”
La struttura della contrattazione deve salvaguardare due livelli esigibili, ma per Schiavella “i contratti nazionali dovranno forse essere più leggeri ma più cogenti ed esigibili, con un processo di deleghe sempre maggiori al secondo livello, sopratutto su organizzazione del lavoro, inquadramento e redistribuzione produttività, se vogliamo essere coerenti con il ruolo assegnato alle Rsu dalle nuove regole sulla rappresentanza, ma va governato dentro regole certe ed esigibili dal contratto nazionale” mentre i luoghi della contrattazione, come deciso dal congresso del 2014 “sono la fabbrica, il sito/cantiere/distretto, il territorio individuando l'ambito regionale come quello ottimale su cui attestare la contrattazione territoriale edile.”
Di fronte ad un quadro di tale portata, per il numero uno della Fillea è sbagliato prendere “scorciatoie, come quella di dare una evoluzione partitica alle istanze sindacali, o quella di assegnare al sindacato un ruolo generico ed indistinto di aggregatore di variegate formazioni sindacali” ma occorre rafforzare “il radicamento del sindacato laddove sono le nostre radici, cioè il lavoro, con lo strumento giusto, cioè la contrattazione. E rafforzare il lavoro non può prescindere dalla necessità di consolidare l’unità tra Cgil Cisl Uil, una scelta che per noi è strategica per poter avviare e concludere la prossima stagione contrattuale.”
 

 

I MATERIALI

 

 

- RELAZIONE DARIO BONI

 

- RELAZIONE ERMIRA BEHRI

 

- RELAZIONE SALVATORE LO BALBO

 

- RELAZIONE MARINELLA MESCHIERI

 

 

 AUDIO / VIDEO

 

- INTERVISTA A SCHIAVELLA SU RADIO ARTICOLO 1 

 

- TUTTO IL DIBATTITO SU RADIO ARTICOLO 1

 

La sintesi di Rassegna.it 

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