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Referendum

02.03.12 Tanti i messaggi di solidarietà e di adesione alla manifestazione nazionale del settore delle costruzioni che porterà a Roma il 3 marzo migliaia di lavoratori con Fillea Filca Feneal. Forte la risposta delle categorie Cgil, che saranno presenti in piazza con i segretari generali e delegazioni. E mentre giungono ancora adesioni, pubblichiamo intanto i primi messaggi.
LE ADESIONI DI SPI, FILCTEM, FILCAMS, FP CGIL
Sarà presente con Carla Cantone lo Spi Cgil che condivide “l'ampia piattaforma con cui i sindacati edili di Cgil, Cisl e Uil ripropongono al governo il problema del rilancio del settore, della legalità, dell'occupazione e dell'accesso alla pensione per chi ha svolto un lavoro faticoso e usurante per tutta la vita'. ''Come sindacato dei pensionati - afferma Carla Cantone - guardiamo con molto interesse e preoccupazione a tutti questi temi e in particolare a quello che riguarda le politiche abitative per gli anziani. C'e', infatti, bisogno di una profonda opera di ristrutturazione e di riqualificazione delle abitazioni degli over 65, di programmi di edilizia sociale e di un fondo per quella residenziale pubblica e popolare. 'Investire su ognuno di questi fronti - ha concluso Cantone - non porterebbe solo benefici e vantaggi ai pensionati e agli anziani ma garantirebbe la creazione di nuovi posti di lavoro di cui il settore edile ha fortemente bisogno per arginare la devastante crisi occupazionale che lo ha travolto''.
Solidarietà e appoggio pieno arrivano anche dalla Filctem-Cgil (chimici, tessili, energia, manifatture) che - per bocca del suo segretario generale, Alberto Morselli - sottolinea l'importanza del settore che, se sostenuto, può innescare la ripresa dei consumi interni.
Adesione della segreteria della Filcams Nazionale “la battaglia per lo sviluppo e l'occupazione, contro la precarietà, per i diritti è anche la battaglia del mondo del terziario” afferma la segreteria in una nota “che rischia di subire un pericoloso arretramento delle condizioni, per effetto della crisi e delle insufficienti risposte del Governo, che tende ancora a separare l'azione di risanamento da quella per uno sviluppo di qualità del Paese. Non sono in discussione gli interventi rigorosi necessari per evitare il fallimento dell'Italia. Ma equità e solidarietà rappresentano gli unici criteri con i quali assicurare la necessaria coesione sociale nelle politiche di risanamento e di sviluppo.Il settore delle costruzioni, come quello del terziario, pur rappresentando mondi diversi, chiedono interventi analoghi per assicurare pensioni dignitose, un mercato del lavoro trasparente ed inclusivo, livelli di reddito all'altezza del contributo dato in termini di produzione della ricchezza nazionale.Al tempo stesso, dentro una crisi di proporzioni straordinarie, tanto il settore delle costruzioni, quanto quello del terziario, chiedono strumenti di tutela e di protezione sociale, che evitino un drammatico incremento della precarietà occupazionale e della disoccupazione. Per queste ragioni, La Filcams Cgil sarà presente con una propria delegazione alla manifestazione nazionale di sabato 3 marzo a Roma.”
Adesione della Fp Cgil “domani saremo in piazza a testimoniare la nostra vicinanza ai lavoratori del settore edile, uno dei più colpiti dalla crisi economica”, con queste parole Rossana Dettori, Segretaria Generale dell'Fp-Cgil Nazionale, annuncia la sua adesione alla manifestazione nazionale dei sindacati del settore indetta per domani a Roma.
“La crisi dei servizi pubblici è intimamente legata ai problemi di questi lavoratori. Nessun rilancio della nostra economia è infatti possibile senza una riforma del patto di stabilità che liberi risorse già esistenti ma inutilizzate. Bisogna ripensare al nostro modello di sviluppo anche in questo settore: investire nella messa in sicurezza e nella manutenzione del patrimonio pubblico - continua Dettori - è una necessità ma è soprattutto una grande opportunità per ridare fiato alle aziende, strozzate dai crediti contratti nei confronti della pubblica amministrazione. Modificare il patto di stabilità per permettere investimenti e sbloccare risorse per pagare i debiti dello Stato sono due modi per dare risposte al settore e contemporaneamente creare buona occupazione”.
“Quanto poi alla qualità del lavoro, per noi che ci occupiamo del sistema di controllo di legalità, c'è un'altra ragione di vicinanza. Le pubbliche amministrazioni sono in grande difficoltà, private di risorse, mezzi e uomini. Lo Stato deve tornare a combattere seriamente il lavoro nero e a investire nelle funzioni ispettive, aumentare i controlli nei luoghi di lavoro. Bisogna cioè rimettere al primo punto dell'agenda politica la legalità in tutte le sue forme, dal rispetto dei diritti dei lavoratori, passando per la sicurezza del loro lavoro, fino ad arrivare al sistema di appalti, una giungla che espone la spesa pubblica agli appetiti della criminalità organizzata. In un settore aggredito dalle mafie e che vede troppe morti avvenire nell'indifferenza generale - conclude la sindacalista - sicurezza e legalità sono un binomio inscindibile”.

 

I MESSAGGI DELLE ASSOCIAZIONI

 

Anche Ance Nazionale esprime il sostegno alla manifestazione "Stiamo denunciando da tempo la gravissima crisi nella quale ormai versa senza alcun segnale di ripresa uno dei settori più importanti dell'economia del Paese", sottolinea il Presidente dell'Ance Paolo Buzzetti che proprio ieri ha inviato al Presidente del Consiglio, Mario Monti, una lettera nella quale si chiede di determinare lo stato di crisi del settore e di avviare tutti gli interventi necessari per salvare centinaia di imprese dal rischio chiusura ed evitare la perdita di altre migliaia di posti di lavoro. In primo luogo i costruttori chiedono che si trovino soluzioni concrete per il grave problema dei ritardati pagamenti, per allentare la stretta creditizia e per liberare risorse già stanziate ma non ancora trasformate in cantieri. Per queste ragioni l'Ance condivide i motivi che hanno spinto Filca-Cisl, Fillea-Cgil e Feneal-Uil a indire una manifestazione di protesta", commenta Buzzetti, ricordando che un anno e mezzo fa gli stessi costruttori furono protagonisti insieme ai sindacati e alle altre sigle della filiera riunite sotto il simbolo degli Stati Generali delle Costruzioni di una importante e partecipata manifestazione di protesta organizzata di fronte al Parlamento per chiedere alla politica di rimettere al centro dell'agenda del Paese il settore dell'edilizia. "Da allora, nonostante l'attenzione e alcuni segnali incoraggianti avuti da parte del Governo e delle forze parlamentari, nulla o poco più è cambiato e il tempo a disposizione è ormai scaduto".
Messaggio di solidarietà da parte dei costruttori romani "vicini ai lavoratori che manifesteranno per rivendicare un mercato del lavoro più corretto e dignitoso. Molte delle loro proposte sono anche le nostre. La situazione è ormai diventata insostenibile per tutti, datori di lavoro e dipendenti " ha dichiarato il Presidente Ance Lazio Stefano Petrucci "siamo tutti stremati dalla crisi , negli ultimi mesi del 2011 più di 500 imprese hanno chiuso ogni attività e molte sono le aziende di costruzioni al limite del fallimento a causa dei ritardati pagamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni e della forte stretta creditizia. Questa situazione si riverbera sul mondo del lavoro tanto che in 6 mesi le Casse Edili hanno registrato l'uscita dal mercato di 3.000 operai". E ciò che preoccupa maggiormente è il crollo degli investimenti in costruzioni e la grande difficoltà che si riscontra nel trovare sostegni finanziari per l'avvio di nuovi progetti. L'augurio è che le banche facciano la loro parte. "È qui che si gioca il futuro dell'industria delle costruzioni e di migliaia di lavoratori .Per questo non possiamo non condividere le proposte delle organizzazioni sindacali di rendere strutturali gli incentivi per la riqualificazione del patrimonio abitativo in una logica di sostenibilità ambientale e di destinare ai comuni una quota più rilevante dell'Imu per recuperare e mettere in sicurezza il patrimonio edilizio pubblico."
Adesione dellaConfederazione Italiana Archeologi "da tempo ormai -afferma Giorgia Leoni, presidente dell'associazione- il lavoro degli archeologi è legato a doppio filo a quello degli altri lavorarori del settore: la crisi del settore edile, particolarmente grave e da cui non sembra possibile uscire a breve, colpisce anche gli archeologi che nei cantieri edili lavorano per assicurare la tutela riconosciuta dalla Costituzione ai beni archeologici che possono essere rinvenuti durante i lavori e per assicurare speditezza e velocità nel rispetto delle leggi a favore della collettività. La nostra categoria subisce die volte la crisi, da una parte perchè la mancanza di soldi e progettualità nel settore si ripercuote a cascata sulla nostra categoria, allungando i tempi di pagamento e allontanando la prospettiva di crescita economica e professionale; inoltre, si assomma alla mancanza di tutele professionali che impedisce la corretta applicazione dei contratti e delle sicurezze garantite, o che tali dovrebbero essere, per tutti i lavoratori. Per questo sabato saremo in piazza anche noi, per chiedere al Governo investimenti e chiarezza sulle tutele per la nostra professione e per tutto il comparto".

I MESSAGGI E LE ADESIONI DELLA POLITICA

Reazioni anche dal mondo della politica, in particolare da Idv, Sel e Pd Per l'Italia dei Valori è Maurizio Zipponi, responsabile lavoro e welfare, a dare l'adesione "saremo sarà in piazza a Roma con i lavoratori del settore edile, per protestare contro i tagli ai posti di lavoro e contro la drastica riduzione degli investimenti. Condividiamo le preoccupazioni sulle emergenze individuate dalla piattaforma unitaria, come l'esaurimento degli ammortizzatori sociali e le infiltrazioni criminali tra gli operatori economici del settore, su cui chiediamo un intervento urgente del Governo. Non è possibile continuare a ridurre le risorse destinate alle politiche di sostegno e al reddito, senza attivare nuovi investimenti per la crescita e per l'occupazione. Bisogna riposizionare il mondo dell'edilizia sul risparmio energetico e sulle filiere delle attività e delle produzioni sostenibili. Far partire alcune infrastrutture strategiche, a cominciare da quelle ferroviarie, e sostenere un piano straordinario di opere pubbliche già programmate dagli Enti Locali, ma bloccate dal Patto di stabilità. Chiediamo al Governo di rispondere concretamente al grido di allarme delle imprese e dei sindacati, e di rilanciare le politiche del settore dentro le scelte strategiche di sostenibilità, legalità e qualità del lavoro che costituiscono da oltre due anni un terreno d'iniziativa quotidiana da parte dell'Italia dei Valori."
Adesione alla manifestazione anche da Sinistra Ecologia libertà, secondo la quale "i vogliono scelte e politiche pubbliche che affrontino con decisione la distruzione di lavoro nel mondo delle costruzioni e contrastino senza ambiguità illegalità e irregolarità:per giustizia sociale e perché questa è la via obbligata per rilanciare un diverso modello di crescita,sostenibile per le persone e per l'ambiente . Lo si può fare investendo sul settore . Si può creare nuovo lavoro attraverso quelle scelte a cui drammi continui ci richiamano:la messa in sicurezza del territorio ,delle scuole , la riqualificazione del patrimonio abitativo,l'housing sociale , la valorizzazione dei beni culturali. Si può e si deve contrastare l'intreccio di affari e malaffari che rapina,di lavoro nero che uccide. Si può difendere il lavoro che c'è estendendo gli ammortizzatori sociali , riaprendo il capitolo sulle pensioni che penalizza tutti i lavoratori, ma soprattutto quelli del settore per la particolare gravosità del loro lavoro."Da Fassina e Gabaglio del PD il messaggio "'Condividiamo gli obiettivi al centro della manifestazione nazionale unitaria dei lavoratori edili indetta da Cgil, Cisl e Uil. Domani saremo presenti alla mobilitazione a Roma''. Lo annunciano Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro del Pd ed Emilio Gabaglio, presidente del Forum lavoro del Pd. ''Il settore edile - sottolineano Fassina e Gabaglio - e' stato tra i piu' colpiti dalla crisi, ma e' un settore decisivo per la ripresa. Con adeguati interventi puo' essere un volano per lo sviluppo sostenibile del Paese. Il governo e tutte le forze politiche - concludono - devono ascoltare le proposte dei sindacati e incominciare a dare prime risposte concrete''.

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