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Referendum

02.03.12 Non ce l'ha fatta il lavoratore di 26 anni precipitato ieri sera in un pozzo della profondità di 30 metri mentre effettuava il turno 14-22 presso il cantiere Metro C di via Casilina, a Roma, all'altezza di via dei Colombi. Estratto vivo ieri sera è stato trasportato in codice rosso al policlinico Casilino e poi trasferito all'Umberto Primo, dove questa mattina è sopraggiunta la morte cerebrale. I medici e il personale ospedaliero dell'Umberto Primo hanno dunque avviato le procedure sanitarie di accertamento della morte. Lo rendono noto le organizzazioni sindacali provinciali Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil di Roma, che in una nota esprimono "la più sentita vicinanza alla famiglia del giovane lavoratore, vittima di quello che appare un drammatico infortunio sul lavoro".
In stato di agitazione, gli oltre 120 lavoratori del cantiere Metro C presso cui si è verificato l'incidente si sono riuniti in assemblea già dalle 7.30 di questa mattina e hanno seguito con apprensione l'evolversi delle condizioni di salute del collega, fino ad apprendere la fatale notizia. Oggi i sindacati di categoria e i lavoratori rimarranno in presidio per otto ore, fino alle 16.30 e chiedono il blocco di tutte le attività lavorative in essere in tutta la tratta della linea metropolitana di Roma Metro C, "per esprimere la massima solidarietà per questo compagno di lavoro, concentrandosi presso il campo base di via dei Gordiani dalle prime ore del mattino" in un presidio.
Ed è di appena qualche giorno fa la denuncia-dossier della Fillea di Roma e Lazio che metteva in evidenza tutti gli stati di illegalità presenti nei cantieri della Metro C, iniziando dalla mancata applicazione dei più elementari sistemi di sicurezza (caschi, giubotti, ecc.), alla mancanza di formazione sulla sicurezza, a contratti impropri, lavoro nero, abuso della pratica dei distacchi, orari di lavoro massacranti anche di notte e durante i fine settimana.
"L`incidente di ieri sera è la triste risposta a quanti mettevano in dubbio la serietà e la gravità della nostra denuncia", commenta Roberto Cellini, segretario generale della Fillea Cgil di Roma e Lazio. "L`allarme è la preoccupazione rimangono alti, visto che nel Decreto sulle Liberalizzazioni è previsto che le società che vengono certificate possano evitare le ispezioni. Visto che non si rispettano le norme ora, cosa ci dobbiamo aspettare dopo? Quanti altri incidenti dovremo vedere prima che ci si decida a fare qualcosa? Stiamo parlando del più grande cantiere d`Europa, un`opera fondamentale per Roma Capitale, con condizioni di lavoro indegne di un Paese civile. Ancora una volta in Italia la giustizia e la legalità devono passare sopra ai morti nei cantieri?", conclude.

Fonte: TMNews

 

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