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16.04.10 E’ iniziato il conto alla rovescia per la partecipazione al Bando di accesso alla qualifica professionale di restauratore e di collaboratore restauratore di Beni Culturali indetto dal Ministero dei Beni Culturali che, in questi termini e con questa scadenza (30 aprile 2010), vedrà negare il diritto al riconoscimento professionale a migliaia di lavoratori del comparto mettendone seriamente a rischio la possibilità di mantenere il proprio posto di lavoro o addirittura di esserne estromessi definitivamente.


Tutto il mondo del lavoro, sindacati e mondo imprenditoriale, si è mosso per elaborare proposte precise su cui aprire un confronto ma, a poco meno di due settimane dalla scadenza del bando di selezione, le richieste di incontro presentate unitariamente dai sindacati FeNEAL-UIL FILCA-CISL FILLEA-CGIL e dalle Associazioni Imprenditoriali di settore sono ancora disattese, così come la corale richiesta di proroga alla scadenza dei termini di iscrizione, fondamentale per definire e correggere l’eccessiva distorsione delle procedure .

Infatti, a distanza di pochi giorni dallo stravolgimento epocale del mondo del restauro italiano e non solo, ancora non sono state aggiornate adeguatamente le procedure di accesso al bando, anche in considerazione delle ulteriori necessità istruttorie determinate dalle recenti modifiche introdotte dal cosiddetto Decreto Milleproroghe.

Stante le cose il Ministero – affermano i sindacati FeNEAL-UIL FILCA-CISL FILLEA-CGIL – penalizza altresì i lavoratori iscritti al bando a causa di una procedura ancora carente, contraddittoria ed in ritardo che compromette un'adeguata documentazione di tutti i requisiti di accesso o addirittura ne potrebbe inficiare la validità stessa per vizi formali che non sarebbero certo imputabili alla responsabilità degli aspiranti candidati.

Chiediamo quindi – continuano i sindacati – che il Ministro Bondi ci convochi quanto prima e proceda da subito ad una ulteriore proroga della scadenza del bando a fine anno, anche per confrontarsi con gli esiti delle azioni legali avanzate dai ricorsi pendenti dinanzi al TAR del Lazio.

Inoltre riteniamo – concludono le tre sigle sindacali di categoria - che un lasso di tempo ulteriore vada previsto necessariamente per rivedere in modo condiviso con noi, le associazioni imprenditoriali, le Regioni e le Università la normativa e le procedure, e che sia dato ampio spazio ad un confronto con le reali competenze formative e lavorative maturate fino ad oggi da chi si è occupato in tutti questi anni di tutelare il nostro patrimonio Culturale e che non merita questo trattamento frustrante, irrispettoso e soprattutto fortemente dannoso per loro e per l’intero Paese.

 

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