Agenda FilleaFlickr FilleaTube twitter 34x34 facebook 34x34 newsletter mail 34x34 busta paga 40x40Calcola
la tua busta paga

sindacato nuovo1200x333

Sindacato Nuovo, Aprile 2023. Protagoniste di una nuova storia, l’Assemblea nazionale delle donne Cgil. Di Giulia Bartoli, Segretaria nazionale Fillea Cgil

Il 3 marzo si è svolta, presso il Teatro Ambra Jovinelli, l’Assemblea Nazionale delle donne della CGIL. è stata l’occasione per presentare la piattaforma di genere ‘BELLE CIAO’ con l’obiettivo di migliorare la condizione di vita e di lavoro delle donne attraverso la contrattazione. Uno strumento elaborato e costruito con il lavoro di tante compagne della CGIL, dalle categorie alle Confederazioni a cui anche la Fillea ha dato il suo contributo, partendo dalla propria esperienza e dagli importanti avanzamenti raggiunti nei contratti nazionali.

Con l’Assemblea la Piattaforma diventa patrimonio di tutti, sarà resa digitale e implementabile continuamente da nuovi accordi e contratti affinché sia possibile estendere i risultati raggiunti e di riferimento per le ipotesi di piattaforma contrattuale.

La nostra società, ancora legata a culture patriarcali e sessiste, scarica sulla donna il ‘peso’ del lavoro di cura, mal distribuito (vedi la lotta per i congedi di paternità obbligatori) e a cui lo Stato non riesce a far fronte e questo lo si evidenzia nei numeri, essendo le donne quelle che maggiormente fanno ricorso al part-time, nella possibilità di carriera, essendo spesso impossibilitate a garantire flessibilità e disponibilità aggiuntive al normale orario di lavoro, nel divario salariale e nel dato sulle inoccupate (chi non ha e non cerca lavoro).

Eige, european istitute for gender equality, da anni calcola il gender equality index che misura il divario di genere nei paesi membri dell’Ue, comprendendo sia l’accesso al mercato del lavoro che al sistema sanitario, all’istruzione e alle posizioni di potere. L’Italia è al quattordicesimo posto, sotto la media europea, soprattutto a causa della scarsa partecipazione delle donne al mondo del lavoro. La CGIL deve farne una sua battaglia, con i propri strumenti, in ogni tavolo contrattuale, per cambiare questa amara realtà.

L’Assemblea è stata l’occasione per dare voce a studentesse, delegate e funzionarie sindacali che hanno portato il loro contributo, la loro esperienza, la loro voce critica. Hanno evidenziato le difficoltà che trovano sul posto di lavoro, la scarsa presenza di supporti pubblici che di fatto ne limitano l’autonomia e l’indipendenza anche economica, i ricatti o le domande ‘imbarazzanti’ al momento dell’assunzione, il tema delle dimissioni. Per combattere gli stereotipi radicati nella nostra società si deve partire dalle scuole, dai giovani, dai ragazzi, consapevoli che anche la nostra organizzazione non ne è immune.

Emerge a gran voce la piaga delle molestie e delle violenze sui luoghi di lavoro, fisiche, verbali, psicologiche, spesso sottovalutate o banalizzate; mentre in Italia il problema è serio, sono un milione 404 mila le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno dichiarato di aver subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro. La nostra organizzazione deve prendere in carico questo tema anche considerando che le molestie sul posto di lavoro rappresentano un fenomeno sommerso ancor di più delle violenze domestiche.

Una delegata nel suo intervento chiede ‘la Rivoluzione’ e non esagera per niente, se veramente vogliamo cambiare lo stato delle cose, se veramente vogliamo combattere ogni forma di discriminazione non dobbiamo essere timidi ma agire, avere il coraggio di stravolgere cultura e stereotipi di genere, insomma la nostra società.

Società in cui la libertà delle donne non è garantita a pieno, quando non riesci a denunciare molestie perché non ti senti protetta, quando devi scegliere fra lavoro e figli, fra carriera e famiglia, quando non ti è garantita la IVG prevista dalla 194 perché in Italia il 70% dei medici è obiettore di coscienza, quando sei vista come l’angelo del focolare mentre 1 donna viene uccisa ogni 3 giorni.

Libertà che potrebbe essere ulteriormente ridotta se va in porto la modifica dell’art 1 del Codice civile e l’intenzione di dare personalità giuridica al feto, mettendo di fatto in discussione l’aborto e la stessa libertà di autodeterminazione della donna.

L’Assemblea, infine, ha sostenuto le battaglie di tutte quelle donne che combattono per la difesa dei diritti fondamentali, dalla rivoluzione iraniana alle donne curde e a tutte coloro che lottano per la dignità. 

Vai al pdf - pagina  18 >

 

facebook youtube twitter flickr
agenda busta paga mail newsletter