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30.06.15 "Così non si può più andare avanti, la situazione del settore porfido è insostenibile: Maurizio Zabbeni , segretario provinciale di Fillea Cgil del Trentino ieri ha inviato una missiva all`assessore all`assessore all`industria Alessandro Olivi e ai sindaci dei Comuni di Albiano, Fornace, Baselga di Piné, Cembra e Lona Lases." E' il racconto del quotidiano L'Adige di oggi, che prosegue:

Una lettera per chiedere un incontro urgente. «La recente ispezione della Guardia di finanza, le precedenti vicende legate ad accertati inadempimenti contrattuali e normativi di talune aziende dell`area estrattiva, i sempre maggiori ritardi denunciati dai lavoratori del settore (lAdige di ieri, ndr), la recentissima vicenda del Monte Gorsa, l`ipotesi di modifica delle normative provinciali vigenti in materia» scrive Zabbeni «assieme ad una crisi che appare sempre più pesante a causa dell`incapacità del sistema di dotarsi delle necessarie risposte e sinergie, gettano pesanti ombre sulla situazione generale del settore ed impongono interventi cogenti ed immediati».

Il segretario di Fillea Cgil anticipa due elementi irrinunciabili: «Si tengano fermi i lotti inutilizzati in attesa di una complessiva revisione della legge, per promuovere il graduale accorpamento dei lotti medesimi, con l`obiettivo di arrivare ad un`unica area estrattiva» e, in secondo luogo, «si detti un odus operandi omogeneo nei Comuni interessati, con verifiche e sanzioní precise, affinché sfa perseguito un costante, mirato ed immediato controllo sulla regolarità complessiva delle imprese dell`area, sia concessionarie sia non concessionarie».

La lettera è firmata anche da Fabrizio Bignotti, segretario generale di Filca Cisl. «Non ha senso» argomenta Zabbeni «tenere in piedi un settore con ditte che nemmeno pagano i dipendenti. I Comuni possono vigilare facendosi inviare copia del bonifico delle retribuzioni. E a chi non è in regola, dopo la diffida, sia sospesa e revoca la concessione, come previsto dai disciplinari. Chi non rispetta le regole, non merita di continuare a gestire un bene pubblico».

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