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LAVORO NERO E IMMIGRAZIONE

SCHIAVELLA, FILLEA CGIL: UNA STRATEGIA A TUTTO CAMPO PER RIPRISTINARE LA LEGALITA'



14.06.10 “Il quadro che emerge dal documento della Commissione parlamentare è quello che più volte abbiamo denunciato in questi due anni. Ora occorre agire: sottrarre i migranti al ricatto dei capo...

LAVORO NERO E IMMIGRAZIONE

SCHIAVELLA, FILLEA CGIL: UNA STRATEGIA A TUTTO CAMPO PER RIPRISTINARE LA LEGALITA'



14.06.10 “Il quadro che emerge dal documento della Commissione parlamentare è quello che più volte abbiamo denunciato in questi due anni. Ora occorre agire: sottrarre i migranti al ricatto dei caporali, sottrarre il lavoro al ricatto di un mercato distorto” è quanto chiede Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, commentando la presentazione avvenuta alla Camera dei Deputati del documento sui fenomeni distorsivi del mercato del lavoro “attraverso una azione articolata sui vari livelli, legislativo, dei controlli, delle regole del mercato e dell'impresa.”

Il settore dell'edilizia sta rispondendo alla crisi con un “aumento di illegalità, che va dall'evasione contributiva, all'utilizzo improprio dell'apprendistato, al sottoinquadramento, fino all'utilizzo dei muratori-partita Iva ed al ricorso al lavoro nero. Stimiamo che siano 400 mila i lavoratori irregolari solo nel nostro settore” prosegue il leader Fillea “e sempre più questo rappresenta un affare per la malavita organizzata, i cui caporali si moltiplicano in tutto il territorio nazionale. Per questo occorre intervenire sul piano legislativo, introducendo il reato di caporalato ed equiparandolo a quello di traffico di esseri umani. Contestualmente occorre rivedere la norma sull'immigrazione, perché quando si sancisce che i migranti sono cittadini con minor diritti, automaticamente si riducono i loro diritti anche come lavoratori.”

Occorre poi “agire sul fronte dei controlli e delle sanzioni, rafforzando tutto il sistema ispettivo in materia di irregolarità contributiva e di sicurezza nei luoghi di lavoro” ed anche sulle “condizioni che regolano il mercato e le imprese” prosegue Schiavella “ agendo sul versante della legalità, della trasparenza della qualità del lavoro e dell'impresa. Questo vuol dire, ad esempio, affermare regole certe sugli appalti, superare le gare al massimo ribasso, il rafforzamento del Documento Unico di Regolarità Contributiva integrandolo con la congruità, un sistema premiale per le imprese virtuose, garantire diritti, tutele, sicurezza e dignità a chi lavora nei cantieri.”

Il Governo, al contrario, troppo spesso ha “preso la strada opposta non ostacolando, anzi favorendo, una ulteriore deregolamentazione del mercato, come dimostra la manovra correttiva che, anziché rafforzare il sistema dei controlli ispettivi, taglia sugli organici con il congelamento del turn over e nega agli ispettori l'utilizzo dei propri mezzi per le ispezioni” e come dimostra la proposta di modificare l'articolo 41 della Costituzione “mentre al contrario servirebbe approvare la proposta di legge che introduce nell'accesso alla professione di imprenditore edile regole di trasparenza e criteri di selezione nel mercato. E' possibile che in un settore vitale come l'edilizia ci sia una impresa ogni 28 famiglie e risultino 720.000 lavoratori autonomi senza dipendenti?” si domanda Schiavella “questa estrema frammentazioni rappresenta uno dei principali ostacoli per rafforzare la qualità delle imprese ed una delle condizioni più favorevoli per l'infiltrazione della criminalità organizzata ed il dumping verso le imprese sane e regolari.”



IL TESTO COMPLETO DELL'INDAGINE PARLAMENTARE

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