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EVASIONE FISCALE E CONTRIBUTIVA. ARRESTATO IMPRENDITORE A PADOVA

L'INDAGINE DELLA GUARDIA DI FINANZA PARTITA DA UNA DENUNCIA FILLEA



11.06.10 "Quanto denunciato nel 2009 al Prefetto di Padova da parte della FILLEA di Padova, è stato confermato dalla chiusura dell’importante indagine della Guardia di Finanza...

EVASIONE FISCALE E CONTRIBUTIVA. ARRESTATO IMPRENDITORE A PADOVA

L'INDAGINE DELLA GUARDIA DI FINANZA PARTITA DA UNA DENUNCIA FILLEA



11.06.10 "Quanto denunciato nel 2009 al Prefetto di Padova da parte della FILLEA di Padova, è stato confermato dalla chiusura dell’importante indagine della Guardia di Finanza che ha fatto emergere un sistema di gestione della manodopera in edilizia basato su una ingente evasione fiscale e contributiva." E' quanto afferma Marco Benati, segretario generale della Fillea Padova in occasione della conferenza stampa svoltasi al termine di una complessa operazione di indagine che ha portato all'arresto di un imprenditore - caporale da parte della Guardia di Finanza "che vogliamo ringraziare per la puntuale e per l'ottima indagine svolta che ha portato all’emersione di questo sistema di illegalità nell’edilizia padovana. Riteniamo questo risultato un forte positivo segnale per la promozione della legalità - prosegue Benati - e ci auguriamo che venga interrotto finalmente il sistema di gestione illegale dei lavoratori edili specializzati dell’Europa dell’Est che per oltre sei anni sono stati "utilizzati" da importanti imprese di costruzione del triveneto."

L'arresto dell'imprenditore è il punto di arrivo di "un lungo percorso che ci ha portato a raccogliere informazioni e collaborare con gli enti di controllo, e che ha esposto i nostri compagni ed i lavoratori anche a minacce ed intimidazioni."

Occorre impedire la "nascita di imprese che gestiscono solamente la manodopera e organizzano in modo sistematico l’evasione e l’elusione fiscale e contributiva, con gravi costi per la collettività. In tal senso vanno posti limiti al ricorso al subappalto e vanno rafforzate le verifiche dell’ispettorato del lavoro nei cantieri e l'attività ispettiva "che nel nostro territorio sta invece diminuendo" affiancandola con una "vasta azione di controllo sulle vendite degli immobili, essendo queste la fonte principale delle risorse in nero che poi vengono utilizzate per pagare le imprese che impiegano le maestranze irregolarmente."

Benati poi sottolinea come l'imprenditore edile arrestato abbia sempre "lavorato per imprese di costruzioni primarie. E’ quindi evidente che da parte delle imprese committenti i controlli sulla regolarità della manodopera non sono stati sufficienti. Questo conferma che i controlli della regolarità della manodopera in subappalto vengono svolti da parte delle imprese appaltatrici riducendosi alla sola formalità della documentazione presentata" mentre è necessario "l’avvio della verifica della congruità, cioè il rapporto tra ore lavorate e ore denunciate, come previsto dal nuovo CCNL dell’edilizia ed il rafforzamento della responsabilità in solido delle imprese appaltatrici in modo da non scaricare i costi dell’evasione e dell’irregolarità della manodopera sulla collettività."

Ciò che emerge anche dall'inchiesta di Padova non fa che confermare come "l'azione del Governo, con la proposta di totale deregolamentazione del sistema di apertura delle attività imprenditoriali e con quella dell'abrogazione del principio costituzionale di responsabilità sociale dell’impresa, non farebbe altro che moltiplicare il rischio che nell'edilizia si affermi definitivamente un sistema basato su irregolarità e illegalità."

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