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19.10.13 Si consuma in pochi secondi l`ennesima morte sul lavoro. Accade  nel cantiere di via Sacchi 3, nella stazione di Porta Nuova. Sono da poco passate le 16 di ieri quando Francesco Esposito, 59 anni, originario di Cerignola ma da anni residente ad Arona, sposato e padre di  due figli, precipita dal tetto dell'ala della stazione di Porta Nuova che ospita gli uffici della Direzione delle Ferrovie. Per Dario Boni, Fillea Torino "se l'effetto crisi deve portare ad allentare i vincoli della regolarità e ad alleggerire la strumentazione in materia di sicurezza,  come nel decreto del fare, in un settore così destrutturato come quello delle costruzioni vuol dire aumentare le distorsioni e non ridurle come invece servirebbe"

L'ARTICOLO DI REPUBBLICA TORINO

 

Il compagno di lavoro ha sentito solo un urlo straziante seguito da un tonfo. E poi ha raccontato alla polizia ferroviaria: "Mi sono affacciato sulla tromba delle scale e ho visto Francesco lì in fondo che non si muoveva più". Si consuma in pochi secondi l`ennesima morte sul lavoro. Accade  nel cantiere di via Sacchi 3, nella stazione di Porta Nuova. Sono da poco passate le 16 di ieri quando Francesco Esposito, 59 anni, originario di Cerignola ma da anni residente ad Arona, sposato e padre di  due figli, precipita dal tetto dell'ala della stazione di Porta Nuova che costeggiava Sacchi e ospitagli uffici della Direzione delle Ferrovie. La caduta da più di 15 metri gli è fatale. La squadra di emergenza del 118 prova a rianimarlo per quasi un` ora poi si deve arrendere. Gli specialisti della polizia scientifica ricostruiscono l`accaduto. Accanto al corpo senza vita di Francesco Esposito, dipendente della Bra Italia, impresa edile di Arona che ha in subappalto i lavori di ristrutturazione di quella parte dell'edificio ferroviario decisi dalla Grandi Stazioni ci sono i frammenti di un lucernario. Su uno di essi gli investigatori trovano l`impronta della scarpa dell'operaio. E più tardi abbozzano una prima ricostruzione della tragedia.

Esposito stava lavorando sul tetto quando inavvertitamente ha appoggiato il piede sul lucernario che si è infranto facendo precipitare l`uomo nella tromba delle scale. Gli esperti dello Spresal dell`Asl di zona confermano che l`improvvisa rottura del lucernario è all'origine della caduta dell'operaio. «Le norme di sicurezza apparentemente sono state tutte rispettate. L`operaio indossava il casco che è stato ritrovato accanto al suo corpo e non doveva essere legato lavorando all'interno del tetto - spiegano al comando della Polfer - anche se naturalmente tutta l` area dove è avvenuto l`incidente è sotto sequestro e devono essere fatti ulteriori accertamenti per ricostruire quanto accaduto nel dettaglio».

Sulla vicenda in serata è intervenuto anche il segretario torinese della Fillea Cgil, Dario Boni: «Nell` esprimere la nostra vicinanza alla famiglia di Francesco Esposito attendiamo le indagini per capire se sono state rispettate le norme previste per un cantiere pubblico e soprattutto se la committenza aveva effettuato i controlli necessari per garantire la sicurezza».

 

 

IL COMUNICATO DI DARIO BONI, FILLEA TORINO

Un'altra morte nei cantieri torinesi, ancora in un lavoro pubblico. Dario Boni Segretario Generale Fillea Cgil Torino: "Se l'effetto crisi deve portare ad allentare i vincoli della regolarità e ad alleggerire la strumentazione in materia di sicurezza,  come nel decreto fare, con un indebolimento del Durc, in assenza di una organica e strutturata azione di contrasto all’irregolarità e di esigibilità delle sanzioni, il risultato e' vanificare il lavoro di prevenzione che le parti sociali e le istituzioni hanno fatto in questi anni. In un settore così destrutturato come quello delle costruzioni vuol dire aumentare le distorsioni e non ridurle come invece servirebbe. Nell'esprimere la nostra vicinanza alla famiglia di Francesco Esposito attendiamo le indagine per capire se sono state rispettate le norme previste per un cantiere pubblico, se il durc era regolare, se l'impresa aveva aperto la posizione presso la cassa edile e soprattutto se la committenza aveva effettuato i controlli necessari per garantire di lavorare in sicurezza."

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