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07.11.13 "Sotto i riflettori del mondo intero, l’Italia continua a mostrare senza pudore la sua incapacità a gestire il progetto per il recupero e la messa in sicurezza dell’area archeologica di Pompei,  benché da tempo definito e  finanziato. Tutto questo mentre si verificano ancora gravi crolli" lo dichiara Ciro Nappo, segretario generale della Fillea di Napoli , che pure appena qualche mese fa aveva salutato con favore i primi passi "in proposito del nuovo Governo e del nuovo ministro, ma alla luce delle intollerabili inadempienze, oggi non possiamo che  denunciare con forza  la incapacità di tutti quelli che nella filiera di comando e di gestione degli interventi di recupero e messa in sicurezza, stanno rendendo ridicolmente insostenibile ed inqualificabile il degrado nella quale è precipitato il sito archeologico di Pompei."
Ciro Nappo ricorda poi che per il Grande Progetto Pompei "sono ad oggi partiti solo cinque progetti e per altri 34 si rischia di perdere irrimediabilmente i fondi stanziati dall’Unione Europea" per questo la Fillea si ritiene costretta "a dover investire delle proprie responsabilità anche la Corte dei Conti, visto che la incapacità dei nostri governanti e delle Autorità preposte sta producendo un danno erariale enorme che rischia di diventare ogni giorno sempre più grave."
Dalla Fillea la richiesta dunque alla Corte dei Conti di rilevare "le personali responsabilità erariali di chi non rende cantierabili le opere di recupero approvate e finanziate con 105 milioni di Euro tra fondi FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale) e nazionali, e per il quale le Organizzazioni Sindacali sono riuscite a far sottoscrivere dai  Ministri della Coesione, dei Beni e delle Attività Culturali, dell’Interno, dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ed addirittura già in data 20.1.2012  un protocollo di Intesa Interistituzionale di  Legalità e Sicurezza che avrebbe dovuto garantire al massimo la regolare gestione delle procedure."
Ed intanto le gare "continuano ad essere  aggiudicate con forti ribassi, assolutamente in danno della qualità dei lavori e della sicurezza dei cantieri e contro ogni principio a tutela della qualità" prosegue Nappo, ricordando che ancora non sono stati messi in calendario iu lavori per "la riduzione del rischio idrogeologico, e la messa in sicurezza dei terrapieni non scavati, per la messa in sicurezza delle insulae, per il consolidamento e restauro delle murature, per il consolidamento e restauro delle superfici decorate, per la protezione degli edifici dalle intemperie, e per l’aumento delle aree visitabili, per il potenziamento del sistema di videosorveglianza."
Ed ancora "nonostante i solleciti il tavolo di monitoraggio che avrebbe dovuto correggere le procedure in corso e regolare i tempi di attuazione, non è mai stato convocato."
Insomma "nuovi cantieri non vengono aperti e quelli in essere restano terra di nessuno" conclude l'esponente Fillea, chiedendo alle Autorità di lavorare all'adozione di tutti i provvedimenti di propeia competenza "utili a scongiurare il pericolo della perdita dei finanziamenti e soprattutto che la nostra Regione perda una occasione tra le più preziose per la salvaguardia del proprio patrimonio archeologico e per il rilancio delle attività produttive e della occupazione."

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