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30.01.14 Opere cantierabili bloccate, appalti fermi da anni, professionalità che si perdono. Gli edili di Catania aprono la vertenza edilizia, con una "marcia dei cappelli di carta", indetta da Fillea Filca Feneal e dalle confederazioni per il 31 gennaio alle ore 18. Oggi il quotidiano La Sicilia dedicadue pagine ad un forum con i sindacati, che presentano la lista delle opere incompiute, annunciano la mobilitazione e lanciano un appello al Prefetto "aprire un tavolo permanente per monitorare l`attività delle stazioni appaltanti locali, stipulare un protocollo di legalità, che metta insieme la Procura della Repubblica, l`Ispettorato Provinciale del Lavoro, l`Asp e le parti sociali."

LA MARCIA DEI "CAPPELLI DI CARTA" PER FAR RIPARTIRE L'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI
di Rossella Jannello

Non è solo perchè Catania è da sempre la «città della manicola». E` che, di fatto,  il settore edile e tutto ciò che gli ruota attorno è stata da sempre una spina portante dell`economia di questo territorio.  la sua crisi, la crisi dell`edilizia,come in un gioco di specchi, è quella che meglio rappresenta la crisi di una intera provincia.
Per questo, ricordando un simbolo,quel berretto indossato dai muratori che lo ricavavano dalla carta dei sacchi di cemento, i sindacati intendono aprire da domani una «vertenza edilizia» in questa città. Una vertenza dai numeri drammatici che raccontano però solo una parte del problema. Perchè non è solo una «vertenza edilizia», se si pensa che della filiera delle costruzioni fanno parte ben 80 settori produttivi.
Per ogni edile al lavoro, almeno altre cinque figure professionali sono impegnate. Una crisi che - sottolineano i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Angelo Villari, Rosaria Rotolo e Angelo Mattone e i segretari di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil Claudio Longo, Nunzio Turrisi e Francesco De Martino - parte comunque da lontano.
«Parte - spiega Angelo Mattone - da un gap infrastrutturale che ci separa di fatto dall`Italia, da un Pil simile a quello della Grecia. Su questa situazione si innesta quattro anni fa una crisi che poi diviene un ulteriore fermo per l`economia e l`edilizia. Opere finanziate e ferme, imprese fallite e mai sostituite, blocchi improvvisi e misteriosi nei cantieri pubblici. E in tutto questo non esiste un organismo preposto a monitorare la situazione, a sciogliere i "nodi" che impediscono a un`opera di andare in porto. Per questo domani al prefetto chiederemo di istituire un Tavolo permanente per il settore edilizia. Dove gli Enti appaltanti privati e pubblici possano rendicontare lo stato delle opere ma anche portare problemi e cercare soluzioni... ». «Il tempo è finito - Rosaria Rotolo è perentoria - non c`è più tempo da perdere. E ci sono anche le risorse europee già disponibili ed è anche tempo di programmare le risorse per gli anni a venire. I lavoratori sono esausti - aggiunge e non possono perdere questo treno, visto che anche gli ammortizzatori in deroga si stanno assottigliando. In questo senso vogliamo impegnare la prefettura, che ha un ruolo istituzionale, perchè tante piccole opere possono rapidamente essere messe in moto, riavviando il settore. Per questo diciamo: mettiamo le carte sui tavoli e rompiamo il blocco al quale ci hanno condannato precise responsabilità politiche».
«I dati, terribili (in quattro anni a Catania  c`è stata una perdita del 60% in edilizia, con un perdita di 77 milioni di euro) - afferma Angelo Villari - sono lo specchio reale della situazione. Ecco perchè è necessario un "colpo di reni". Sia chiaro: non vogliamo opere inutili, non vogliamo consumare territorio. Piuttosto chiediamo alcune cose precise come opere per il recupero dei centri storici e messa in sicurezza di edifici pubblici e anche privati anche come difesa, laddove esistente, del dissesto idrogeologico. Chiediamo anche che le opere cantierabili divengano finalmente cantieri e che le decisioni attuative non vengano remorate dai ritardi della burocrazia. per esempio, il Pua è ora a Palermo all`esame del Cm: quanto ci resterà?  infine, non ci stanchiamo di porre l`attenzione sul tema della legalità».
 
«Domani - ribadisce Claudio Longo non sarà una protesta episodica, ma l`inizio di una vera e propria vertenza. Il problema, infatti, è assai complesso. Basti pensare che siamo in assenza totale di progettazione da parte delle attuali amministrazioni. Le opere per la cui realizzazione ci battiamo sono tutte opere vecchie, anche se indispensabili come il raddoppio ferroviario che permetterebbe anche di mettere in sicurezza il litorale o la metropolitana. Ma non ci sono solo queste opere; decidendo di valorizzare il nostro patrimonio artistico, apriremmo le porte del lavoro per i nostri restauratori. E scegliendo la bioedilizia e la bioarchitettura per le opere a venire potremmo coniugare sviluppo, green economy e sicurezza. Per le opere del Pua, ad esempio che alcuni temono siano di impatto non sostenibile: una scelta in tal senso potrebbe mettere d`accordo tutti». «Sì - ragiona Francesco De Martino ma non parliamo solo di prospettive:intanto ci vogliono risposte immediate per chi non lavora da tre. quattro anni. Gli edili sono la vera classe operaia e in questo momento la classe operaia è schiantata da peso di una congiuntura che si riverbera su tante famiglie, sulla società intera. Soprattutto a fronte di un territorio che invece avrebbe tanto bisogno di interventi edili: basta pensare al rischio sismico e a una città edificata in gran parte prima che fosse posto il vincolo della costruzione con criteri antisismici».

«Il problema è complessivo - riassume Nunzio Turrisi - e non è rappresentato solo dai tanti disperati, una volta dignitosi lavoratori, come quelli che ogni giorno bussano alle porte del sindacato. Ma è anche che si stanno perdendo tante professionalità e anche la forma fisica necessaria per sostenere questo tipo di lavoro. Non parliamo poi del "normale" ricambio generazionale. Andiamo verso un impoverimento del settore, a una dispersione del patrimomio che renderebbe impossibile anche una ripresa massiccia dei cantieri.
«Per non parlare - continua - del dilagante lavoro nero che supera il 30% del totale. E dire che i provvedimenti governativi sull`emersione avevano dato alla vigilia della crisi, ottimi risultati. Ecco, ora siamo tornati indietro. E dove dilaga il lavoro nero non ci sono più regole e non si bada più alla sicurezza dei lavoratori. Calano le morti bianche e gli infortuni sul lavoro? Non c`è da rallegrarsi. Vuol dire soltanto che si lavora meno e che, purtroppo, molti incidenti, frutti del "nero" non vengono neanche denunciati». Su un punto tutti concordano. «Non possiamo lavorare a tentoni, sperare di venire a conoscenza di un problema, pregare per essere ricevuti da questo e quello. E` tempo che le istituzioni prendano in mano la situazione.Noi - concludono - ci saremo. Come sempre».


L`elenco delle incompiute

• METROPOLITANA: dopo il blocco per il concordato preventivo Sigenco e l`acquisizione dei cantieri dalla Tecnis, le fasi lavorative stanno riprendendo a piccoli passi. Tratta Piazza Giovanni XXIII - Stesicoro-Aeroporto: opera che dispone del 21,2% del finanziamento (90 milioni di euro) che avrebbe già consentito nel settembre 2011 l`avviso di gara. La gara d`appalto è stata espletata solo il 28 dicembre 2013. Bisogna reperire 335 milioni di euro (iva esclusa); tratta Borgo Nesima-Misterbianco: opera finanziata (192 milioni di euro) ma si registrano ritardi cronici. Gara d`appalto ancora da indire; Tratta Biancavilla-Adrano Fce: cantiere in fase di ultimazione.

NUOVO CENTRO HUMANITAS: opera privata prevista in territorio di Misterbianco, lavori non ancora avviati.

• CORSO MARTIRI DELLA LIBERTÀ: l`amministrazione Stancanelli (2008-2013) ha definito con i proprietari dell`area un contenzioso dopo decenni. Non ancora avviati i lavori.

VARIANTE DI CALTAGIRONE: primo stralcio funazionale, lavori in fase di ultimazione, consegna opera prevista per maggio 2014. Per il secondo stralcio funzionale, incertezza sui finanziamenti.

• AUTOSTRADA CATANIA-RAGUSA: a dicembre s`è tenuto un incontro a Roma con il Ministero delle Infrastrutture per accelerare i tempi di avvio dei cantieri e non perdere i fondi Ue, ma restano alcuni passaggi burocratici da definire. Avvio lavori previsto per fine anno.

• PUA (PIANO URBANO ATTUATIVO CT SUD): approvato dal Consiglio comunale a dicembre, attualmente al vaglio degli uffici dell`assessorato regionale Territorio e Ambiente. Con la successiva approvazione comunale delle singole concessioni edilizie, il progetto Stella Polare, che prevede strutture ricreative, sportive e ricettive darebbe lavoro circa 500 operai edili per oltre due anni.

• PIANO REGOLATORE GENERALE: il Consiglio comunale da decenni non riesce a definire il Piano regolatore. Ciò ha determinato un uso improprio delle "varianti". Ad avviso dei sindacati, resta particolarmente irrisolto il problema abitativo, specie per i ceti meno abbienti, le giovani coppie e gli anziani.

• RADDOPPIO FERROVIARIO ME-CT-SR: opera utile per rispondere alla "fame di infrastrutture" della Sicilia, ma progetto esecutivo e relativo finanziamento risalgono al 2003 (1 mld 970 milioni di euro) mentre i lavori non partono.

• "PALAZZO DI CEMENTO" DI LIBRINO: tre anni fa, fu finanziato con il "Piano Casa" del Ministero delle Infrastrutture un progetto da 13 milioni per il recupero dell`edificio (8 milioni 500 mila euro, 96 alloggi popolari da realizzare) e la costruzione della cosiddetta spina verde al viale Moncada. Manca. Il 13 febbraio si terrà una conferenza di servizi, entro aprile potrebbe essere bandita la gara.

• VILLA FAZIO A LIBRINO: il Comune dispone di finanziamenti per 1 milione 440 mila euro. Tutto bloccato per problemi burocratici, legati al capitolo di bilancio in cui sono stati imputati quei fondi. La struttura dovrebbe essere destinata a ospitare la Casa comunale del Volontariato.

• PATRIMONIO ARTISTICO-CULTURALE: malgrado le straordinarie potenzialità del nostro territorio, la Regione siciliana destina appena lo 0.30 % del proprio bilancio per il recupero dei beni culturali. Troppo poco per un patrimonio come il nostro, lamentano i sindacati. Un`opportunità negata anche per centinaia di operatori del restauro e giovani precari.

• GREEN ECONOMY E BIOEDILIZIA: la Sicilia è in ritardo rispetto alla grande scommessa rappresentata, tra l`altro, da bioedilizia e bioarchitettura per abbattere costi energetici e di costruzione, oltre che l`impatto ambientale.

• ADEGUAMENTO ANTISISMICO EDIFICI: interventi necessari, in una zona ad alto rischio come quella di Catania e della sua provincia, sia per gli edifici pubblici che per quelli privati. Sul punto esistono già proposte delle Associazioni costruttori di Catania e dell`Università, dipartimento Ingegneria Urbanistica. Utilizzando il bonus fiscale del 65% per le abitazioni private, si potrebbe prevedere un investimento di ampio raggio per tutte le costruzioni della città edificate fra il dopoguerra e il 1965 (solo nel 1965 Catania è stata classificata "a rischio sismico"!). Secondo studi accreditati il costo di intervento e adeguamento si aggira intorno a 300 euro al mq per appartamento.
 

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