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15.07.14 "L`Osservatorio di legalità e sicurezza ancora fermo ai box ed un contratto provinciale che non viene rinnovato dal 2007. Due aspetti che uniti alla crisi formerebbero un cocktail micidiale capace di mettere in ginocchio il comparto edile astigiano. Il j`accuse arriva dai segretari provinciali di categoria degli edili che senza indugi puntano l`indice contro le associazioni delle imprese locali." Così il racconto della Stampa edizione Asti nel servizio di Roberto Gonella, che prosegue..

"Dopo la presa di posizione dei costruttori, a prendere la parola sono Filippo Rubulotta (Fillea Cgil), Luigi Tona (Filca Cisl) e Calogero Palumbo (Feneal Uil).  Esordiscono confermando i dati della crisi. Le imprese iscritte alla Cassa edile sono scese in cinque anni da 782 a 455 e gli addetti da circa 2700 a 1500. «Oltre un migliaio di posti persi - sottolineano i sindacati - ma quei lavoratori sono rimasti nei cantieri, non hanno cambiato mestiere. Semplicemente, lo svolgono ma sotto altre forme». E con meno tutele a detta delle organizzazioni sindacali «Insomma, il lavoro irregolare nei cantieri astigiani è aumentato» sostengono.
«Il problema è in che modo la crisi viene affrontata nell`Astigiano - dicono - Ci sono
strumenti e cose che si sarebbero potute fare ma che invece non sono state fatte».  E citano un primo esempio. I rappresentanti dei costruttori si lamentano e fanno riferimento lla concorrenza sleale dicono i sindacati - perchè allora non si fa partire l`Osservatorio previsto cinque anni fa dal protocollo sottoscritto con la prefettura e le associazioni imprenditoriali che ha come obiettivo principale il rispetto
delle regole in edilizia e misure per contrastare l`illegalità».
«L`Osservatorio è pronto da tempo, consentirebbe di smascherare i furbi. Non comprendiamo le resistenze nel farlo partire» affermano. Ci sarebbe un problema di accesso ai dati. «Se è così, quale problema c`é a mostrarli a chi viene indicato dagli enti bilaterali?».
Altro punto di contrasto, il contratto di lavoro fermo a livello provinciale dal 2007: «Due contrattazioni con gli artigiani, l`80% del comparto, e una con gli industriali» sottolineano. «Abbiamo tentato di rinnovarlo a più riprese ma senza risultati - le parole dei sindacati - Anzi, come risposta sono state disdette alcune parti di relative a prestazioni mediche per i lavoratori, alla fornitura di materiale antinfortunistico e di risorse destinate ai rappresentanti della sicurezza. Insomma, si punta a risparmiare a spese dei lavoratori». Aspetti che Cgil, Cisl e Uil intendono analizzare in un incontro.

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