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12.11.14 "La crisi morde tutti e ci riporta indietro di 50 anni". Enzo Iacovino, segretario generale della Fillea Cgil, parla del caso del capannone lager a Germignaga (Varese) dove vivevano dodici operai di Francavilla, che facevano i frontalieri in Svizzera per un imprenditore, V P., 48 anni, anche lui di Francavilla, che aveva fittato il capannone trasformandolo in un piccolo ostello abusivo." E' quanto leggiamo sulla Gazzetta del Mezzogiorno.

«La crisi ha colpito più duramente il settore delle costruzioni - spiega il sindacalista - gli effetti determinano conseguenze negative sulle condizioni di vita e di lavoro degli operai portando le lancette dell'orologio a cinquanta anni indietro, come dimostra il caso di Germignaga. Se non ci fosse stata la crisi quei lavoratori non avrebbero mai accettato di vivere in condizioni così disumane». Per Iacovino «è ora di mettere mano agli investimenti più che alle leggi, in primis al sud e nel settore delle costruzioni che è il settore trainante dell'economia». Frattanto, sul fronte delle
indagini non ci sono, per ora, novità significative. L'imprenditore ha già rilasciato spontanee dichiarazioni sostenendo che gli operai, in tutto 17 (insieme ai 12 lucani c'erano anche tre romeni, un polacco e uno svizzero) erano tutti regolari. Sull'inchiesta c'è uno stretto riserbo da parte degli investigatori. Al momento V. P. non è indagato perché il "nero" e gli eventuali lavoratori irregolari
sono illeciti amministrativi. Ma la Guardia di finanza di Luino sta facendo ulteriori accertamenti su conti e bilanci della ditta (che ha sede ad Iragna in Svizzera e suc-cursale a Romentino nel novarese) e non si esclude che a breve possano esserci altri sviluppi. La scoperta della scandalosa situazione mercoledì scorso, in piena emergenza meteo, quando i vigili del fuoco sono intervenuti nel capannone scoprendo i 17 lavoratori, tra cui i 12 lucani. Il capannone era stato affittato a inizio anno da V P., con uno stabilimento in Svizzera. Ma nessuno in paese si era accorto che il capannone era stato trasformato in alloggi. Abusivo l'allaccio elettrico. Abu-sivi ovviamente i lavori per la trasformazione dell'area in abitazioni. Gli inquirenti stanno ancora accertando le documentazioni ma sembra che gli operai, almeno i lucani, avessero un regolare permesso per lavorare in Svizzera. È presumibile che facessero i pendolari tra Francavilla a Germignaga - 1.064 chilometri - e tra Germignaga e la Svizzera - il confine con il Canton Ticino dista 3 chilometri - ma nessuno in paese, che conta 3.800 abitanti, sembra aver notato nulla di quel che accadeva in via Alessandro Volta.

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

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