10.03.15 "Il cantiere dell'A3 dove ha perso la vita il venticinquenne Adrian Miholca, gestito dal Contraente Generale Italsarc, è un cantiere dove ci siamo sforzati di mettere in campo tutti gli strumenti necessari volti a prevenire e rafforzare i controlli e le regole. I rappresentanti di Italsarc, in maniera netta al primo incontro ci dissero che senza protocollo di legalità non avrebbero iniziato l'opera". Lo affermano in una nota congiunta il segretario generale della Fillea Cgil della Calabria, Luigi Veraldi, ed il segretario generale della Fillea territoriale, Antonio Di Franco. "Così è stato e abbiamo sottoscritto - ricordano i due rappresentanti della Fillea - un Protocollo di legalità che oggi è la cornice principale che ci permette atutti di conoscere meglio tutto quello che avviene in cantiere.
Quello che noi abbiamo e vogliamo denunciare è il comportamento di alcuni affidatari che hanno posto in essere turni da dodici ore, che hanno iniziato a non rispettare il contratto di lavoro nazionale e quello provinciale, trattamenti economici inaccettabili, eccessivo ricorso di contratto a termine ed altro. Tutto ciò a danno dei lavoratori e delle imprese che stanno nelle regole". "Onestamente - concludono - la teoria che dovunque a comandare sia la mafia e che dovunque regni sovrano il malaffare non è accettabile e non rispettoso dei tanti lavoratori che stanno contribuendo allo sviluppo della propria terra costruendo una opera strategica per il Mezzogiorno e di tutti quelli, parti sociali, istituzioni ed imprese sane che hanno creduto e credono che è possibile operare diversamente. Sono anni che come sindacati poniamo problemi di sicurezza e di rispetto delle regole contrattuali sulle grandi opere e non solo, ci piacerebbe che le grandi stazioni appaltanti in Calabria (Anas, Rfi Snam ecc) aprissero un confronto ancora più stringente con le parti sociali su questi temi".

 

Fonte: Ansa