15.10.14 "La trasferta romana della vertenza Natuzzi è sostanzialmente fallita. Nessun accordo tra l`azienda e i sindacati per quanto riguarda il contratto di solidarietà di operaie impiegati che stanno lavorando; e nessun accordo sulla seconda proroga della cassa integrazione straordinaria, che scade oggi, per chi è già fuori dal ciclo produttivo: vale a dire che da domani 1.550 persone resteranno senza un euro perché l`azienda non ha accettato di anticipare le risorse che, con le lunghe procedure burocratiche, saranno disponibili solo fra 6-8 mesi." Così apre il racconto di Rosanna Lampugnani per il Corriere del Mezzogiorno
Dalle 10 fino alle 18 di ieri pomeriggio, tra il ministero per lo Sviluppo economico e il ministero del Lavoro, si è consumato l`ennesimo capitolo di una vicenda annosa che vede l`azienda murgiana in affanno rispetto alle sfide del mercato internazionale, al punto che ha deciso di far produrre negli stabilimenti italiani di Santeramo, Matera e Laterza i divani che gli impianti cinesi non riescono a realizzare, perché sarebbe sostanzialmente saltato il metodo della lavorazione in linea che ha sostituito quello a isola (è ciò che raccontano i sindacati). Il primo round, dunque, ieri si è volto al Mise, dove le controparti hanno affrontato la proposta di Natuzzi i riaggiornare l`accordo sottoscritto a Roma i110 ottobre del 2013 e che prevede, grazie al rientro di produzioni fatte all`estero - scrive l`azienda in una nota - la possibilità di ridurre gli esuberi, quantificati all`epoca in 1.726 unità. Nel rattempo, però, la cifra iniziale si è ridotta anche perché 450 unità hanno scelto l`esodo incentivato. Ma per coloro che restano in produzione è stato proposto non solo il contratto di solidarietà, che prevede la giornata lavorativa di 5 ore, con conseguente riduzione di salario; ma anche un ridimensionamento dei livelli contrattuali per gli operai, con un`ulteriore perdita salariale che varia tra i 00 e i 45o euro mensili. Quanto agli impiegati, Natuzzi ha proposto di trasformare i loro contratti: da dipendenti del settore commercio e servizi, a dipendenti del settore legno.
Proposte inaccettabili, per i sindacati, come quella della richiesta di proroga di un anno della cassa integrazione straordinaria a zero ore per 1.550 dipendenti.
Silvano Penna, segretario regionale della Fillea Cgil, spiega che la richiesta di Natuzzi è irricevibile, perché non solo l`azienda non ha accolto la proposta sindacale di una turnazione della cassa integrazione, ma nemmeno quella di anticipare le risorse della cigs da distribuire tra i dipendenti. La posizione della Natuzzi è inaccettabile - aggiunge Salvatore Bevilacqua, egretario pugliese della Feneal Uil - non possiamo correre il rischio di lasciare 1.500 lavoratori a zero ore e senza soldi dai sei agli otto mesi. A questo punto è bene che l`azienda si assuma le proprie responsabilità di fronte alle istituzioni, al sindacato e soprattutto di fronte ai lavoratori. È la prima volta che capita di non trovare un accordo di questo tipo, ma di fronte abbiamo trovato un muro invalicabile».
Dal canto suo Natuzzi, ripercorrendo sinteticamente i vari passaggi della trattativa, ricorda che nel verbale sottoscritto al Mise si è preso atto che «le parti non sono addivenute ancora a un accordo, in particolare, sulla riduzione del costo del avoro». Quindi aggiunge che «alla luce dell`impegno profuso e degli investimenti messi in campo dall`azienda nell`ultimo anno, Natuzzi fa appello al senso di responsabilità di tutti i partecipanti alla cabina di regia affinché si raggiunga un`intesa sull`evoluzione dell`Accordo nel più breve tempo possibile, nel rispetto delle linee guida sottoscritte nell`accordo del 10 ottobre 2013. Nello specifico le arti si erano impegnate in quella data a raggiungere i seguenti obiettivi: recupero produttività e sensibile riduzione del costo del lavoro». La risposta sindacale è invece un`altra: assemblee negli stabilimenti, per decidere eventuali forme di otta e coinvolgere i livelli politici dei ministeri: ieri, ai tavoli della trattativa erano presenti solo i tecnici dei dicasteri.