21.07.16 Di seguito la sintesi per stralci ed il testo completo della relazione programmatica di Alessandro Genovesi, eletto oggi alla guida della Fillea Cgil. Alessandro è il 13^ segretario generale, sostituisce Walter Schiavella, che andrà a guidare la Camera del Lavoro Metropolitana di Napoli. Un grande in bocca al lupo da tutto il popolo Fillea ad Alessandro ed un grazie altrettanto grande a Walter Schiavella.

 

SINTESI PER STRALCI DELLA RELAZIONE DI GENOVESI

RECUPERARE UN DESTINO COMUNE

Solidarietà e coesione: questo lo spirito do fondo che deve animare il sindacato, in una società sempre più lacerata e spaventata, in Italia, in Europa e nel Mondo. L’ Europa Unita era ed è la risposta possibile al disequilibrio geo politico venutosi a creare con la fine del mondo diviso in due. Oggi più che mai abbiamo bisogno di un sistema multipolare in grado di affrontare le grandi sfide del cambiamento climatico e dei flussi migratori. Abbiamo bisogno di costruttori di pace, di chi getta ponti. Abbiamo bisogno di un sistema di relazioni internazionali autorevole in grado di asciugare quel pantano che noi abbiamo creato, lì dove abbiamo preteso di esportare la democrazia, e con esse le nostre armi e le nostre multinazionali. Quante responsabilità abbiamo nel non aver sostenuto le primavere nel mediterraneo, nel non dialogare con l’islam moderato e le sue masse diseredate ...Tutti solo a tifare che la questione migratoria diventi il problema di un altro, lontano da casa nostra, dalle nostre villette a schiera, dai nostri villaggi vacanze. I lavoratori migranti sono nostri fratelli, non nostri nemici. I nostri nemici sono i signori della guerra, la fame, la paura e l’ignoranza. La CGIL deve essere in campo, nelle piazze, sui posti di lavoro per portare avanti questo messaggio. 

IL RUOLO DEL SINDACATO 

La lettera aperta del Segretario Generale della Cgil dopo i fatti di Nizza deve arrivare su tutti i posti di lavoro, dobbiamo metterci la faccia, parlare con i nostri iscritti e delegati, perché tutti sappiano dove sta la Cgil, da che parte stiamo. 

E’ dentro questo gorgo che vedo lo sforzo di praticare un nuovo sindacato confederale e di categoria: rimettere al centro la persona, in una sorta di nuovo umanesimo, la sua dignità, la sua volontà di contribuire ad una società migliore. 

Con la Carta dei Diritti nel nostro piccolo, stiamo provando a ricostruire questa dimensione sociale, stiamo nel solco giusto; con l’Accordo sulla rappresentanza, rimettiamo al centro i luoghi di lavoro, restituiamo potere al lavoratore, attuiamo quell’art. 39 della Costituzione che dà una funzione a chi è realmente rappresentativo e deve quindi – per contare – alimentare e rafforzare tutti i giorni il legame con il mondo del lavoro; con la proposta di nuovo modello contrattuale poniamo noi la sfida della produttività, degli investimenti, della partecipazione, come interesse prima di tutto dei lavoratori, per invertire la tendenza di fondo e spingere invece sulla parte alta della nuova divisione internazionale del lavoro. 

Ci deve essere un “pezzettino” di tutto questo, allora, in ogni piattaforma, in ogni trattativa, nello sperimentare forme e dimensioni nuove, in ogni rapporto con il mondo politico, imprenditoriale, sociale. 

COSTRUZIONI: LE NOSTRE RICHIESTE AL GOVERNO E ALLE CONTROPARTI 

  • CREARE OCCUPAZIONE NELL’IMMEDIATO 

Al Ministro Delrio diciamo: bene il superamento della Legge Obiettivo. Facciamo partire tutte le opere (grandi e piccoli) che possono dare lavoro. Abbiamo un tavolo aperto, noi chiediamo di garantite le risorse, la loro spendibilità e siamo pronti a definire linee guida per una contrattazione di anticipo, per rendere tutto più veloce, contribuendo anche con più turni di lavoro, una maggiore efficienza in cantiere, una migliore organizzazione della filiera. Perché i lavoratori edili sono i primi che vogliono fare la propria parte per la ripresa del Paese. 

Al Ministro Franceschini chiediamo di destinare subito risorse per quei comuni che si impegnino in Piani di 3-5 anni per la manutenzione del patrimonio culturale e architettonico. I soldi sono pochi, concentriamoli sui siti Unesco minori. Noi siamo pronti a mettere a disposizione le Scuole Edili per formare giovani tecnici della manutenzione, del controllo, del censimento. Quello che si spenderebbe oggi per avviare tale Piano darebbe lavoro a migliaia di giovani e costerebbe alla comunità molto meno rispetto ad interventi straordinari. Diamo lavoro a 40/50 mila giovani tecnici. 

All’ANAC di Cantone chiediamo che la fase transitoria connessa al nuovo Codice degli Appalti duri il meno possibile, che vengano emanate il prima possibile tutte le necessarie linee guida e che si agisca perché le clausole sociali siano sempre la regola e le gare al massimo ribasso un’eccezione motivata, contro le mille lobby che di giorno invocano qualità e trasparenza e la sera vogliono mantenere la giungla nei cantieri. 

  • POLITICHE DI SISTEMA PER LE COSTRUZIONI 4.0  

 

Al Governo, al sistema delle imprese e agli enti locali chiediamo una sistematizzazione delle politiche per i nostri settori, riconoscendo quanto di positivo è stato fatto: dagli appalti verdi al bonus per la riqualificazione energetica e la ristrutturazione, fino al bonus mobili.  Serve uno scatto sulla falsariga di quanto fatto in Germania o in Olanda, con una strutturalità degli interventi, una cabina di regia per aggregare la domanda di rigenerazione urbana, oltre il singolo appartamento o fabbrica, una accelerazione del Piano Periferie, per la lotta al dissesto idrogeologico, per le scuole sicure. Anche qui pronti a fare la nostra parte, ad essere stimolo e controllo sul territorio, nei confronti delle amministrazioni locali, oltre che centrali. 

Serve UN PIANO PER LE COSTRUZIONI 4.0, con processi partecipativi, progettazione avanzata, e la collaborazione di tutti i soggetti. Questa potrebbe essere anche una risposta seria e concrea al disagio delle periferie che rischiamo di condannare ad una perenne esclusione, una risposta ai bisogni di una popolazione che invecchia, alle nuove famiglie che hanno esigenze particolari. 

E se si dice che bisogna “qualificare” le nostre imprese, scommettere sull’innovazione, le conoscenze, sui giovani si devono risolvere contraddizioni evidenti: a partire dai VOUCHER in edilizia, da un DURC on line che oggi vale 6 mesi, da una RIGIDITA’ nel sistema pensionistico che condanna un’edile a stare fino a 70 anni sulle impalcature, da ancora TROPPE MORTI SUL LAVORO, TROPPO IMPUNITE. 

Un DURC che vede a rallentatore eventuali irregolarità o i voucher nel nostro settore sono la negazione di ogni forma di legalità e di qualità dell’impresa. 

L’idea che indipendentemente dal lavoro svolto, dal titolo di studio, dalle aspettative di vita, i lavoratori siano tutti uguali è la negazione del buon senso, condannando due generazioni: quella più anziana, che non ce la fa più a dare il proprio contributo e che dopo 40/45 anni di lavoro merita un po’ di riposo, e quella più giovane che non vede aprirsi spazi per dare invece, e quanto lo vorrebbe, il proprio contributo al Paese. Nel cantiere la sicurezza al 1° posto sempre, con il rafforzamento delle sanzioni: ritiro delle concessioni, patente a punti, obbligo di formazione per tutti indipendentemente dal contratto applicato e tipologia, ed introduzione sul penale dell’aggravante per omicidio sul lavoro. 

  • RINNOVARE I CONTRATTI NAZIONALI 

In questo momento siamo impegnati nel rinnovare i due contratti più importanti (quello del legno-arredo e quello dell’edilizia), dopo aver rinnovato con successo i contratti dei laterizi, del cemento e dei lapidei. 

Noi vogliamo sfidare FEDERLEGNO perché il CCNL garantisca aumenti salariali in grado di contribuire a far ripartire consumi interni, e per spingere le imprese a non scaricare l’esigenza di più produttività solo sul costo del lavoro, ma facendo investimenti su innovazioni di prodotto e processo, su maggiore occupazione e maggiore formazione. 

E’ per questo che il CCNL non può sostituire la contrattazione aziendale sull’organizzazione del lavoro, la riorganizzazione degli orari e delle flessibilità, la redistribuzione di carichi o avere mano libera sui contratti a termine. 

La migliore organizzazione del lavoro nella singola azienda si discute con le RSU ed i lavoratori di quella azienda, perché li si può veramente governare l’esigenza di flessibilità. E lì si può capire se ad un’intensificazione di lavoro, corrispondono anche nuovi investimenti, la stabilizzazione dei lavoratori a termine, nastri orari e turni diversi. 

 Insomma FEDERLEGNO non può pensare che il come si lavora sia tema solo dell’azienda. E’ una visione vecchia, ingiusta e soprattutto inefficiente. 

All’ANCE chiediamo di contribuire a fare pulizia veramente nel settore, a dar vita al contratto di cantiere che ricompone ciclo, figure e perimetri contrattuali, a partire dalla PREVENZIONE E SICUREZZA, a rafforzare gli strumenti per la regolarità e contro l’evasione contributiva. A mettere mano alle Partite IVA, sia quelle finte che quelle vere: con criteri chiari e responsabilità più forti in capo a chi organizza il cantiere, e con l’inclusione di questi lavoratori nel sistema delle tutele. Sapendo anche qui che dobbiamo recuperare un potere d’acquisto, anche rispetto all’ultimo CCNL, in linea con gli altri CCNL chiusi nei settori affini. 

INFINE, LA FILLEA. EFFICIENZA E CRESCITA DEI QUADRI 

Dobbiamo continuare con le scelte organizzative fatte, sapendo che dobbiamo allargare i nostri confini, portare a ricomposizione le filiere, ad includere figure nuove e soprattutto aggredire quel 40% di lavoratori edili ancora non sindacalizzati e quei 150 mila lavoratori degli impianti fissi in aziende tra i 7 e 20 addetti che abbiamo difficoltà a raggiungere. Da qui la scelta di un modello organizzativo e di una FILLEA NAZIONALE “server” dei territori, che scommette sulla formazione obbligatoria e il libretto formativo individuale, che punta a sistemi informatici sempre più precisi e open, per raggiungere il lavoratore, iscriverlo e rappresentarlo, che punta a concentrare le risorse sul territorio. 

Dobbiamo promuovere una nuova leva di quadri Fillea, partendo dai posti di lavoro, valorizzando competenze ed esperienze. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra circolarità dei quadri, apertura alle altre esperienze, confederali o di altre categorie e l’esigenza di mantenere una continuità nelle conoscenze, nelle pratiche di settore. Per questo dobbiamo dare continuità ai nostri quadri, pianificarne percorsi, pianificare investimenti sulle compagne e compagni più giovani, vivere la presenza di migranti tra i nostri iscritti non come un di più, ma come parte organica di un processo al termine del quale se è bravo o brava fanno i Segretari Generali. 

 

VAI AL TESTO COMPLETO DELLA RELAZIONE >>