Il lungo reportage di Marco Patucchi di Repubblica a Catania:  circa 25 mila  edili esclusi dall`Ape sociale, le "teste grigie" dei cantieri senza pensione anticipata e sui ponteggi fino a 67 anni     


"Dalla sommità del capannone industriale in costruzione si vede l`Etna. La cima del vulcano è ancora velata da una neve che ha lo stesso colore, quasi trasparente, del fumo appeso sul cratere. Angelo si inerpica, lento, attraverso le impalcature. Sembra impacciato, ma non lo è, e piano piano raggiunge i venti metri di altezza dell`ultimo piano del ponteggio. Il fatto è che sono più di cinquanta anni di quel sali e scendi, di quella fatica: «Ho iniziato a lavorare quando avevo dodici anni e ora ne ho sessantaquattro. Sempre nei cantieri. Muratore, carpentiere, di tutto...». Guardarlo arrampicare afferrandosi ai tubi Innocenti ( con la maiuscola, perché li ha inventati negli anni Trenta proprio il creatore della Lambretta) è incongruente quanto la neve sulla vetta dell`Etna in questo giugno già torrido. «A una certa età bisognerebbe smettere, noi non stiamo in ufficio con l`aria condizionata d`estate e il riscaldamento d`inverno. Freddo, vento, solleone, siamo sempre qui». La storia di Angelo Arena che lavora in un cantiere a Giarre, tra il vulcano e il mare, è la stessa di altri ventitremila e più operai "over 63" iscritti alle casse edili italiane, che vorrebbero andare in pensione perché sarebbe giusto e dignitoso, ma invece sono costretti a prolungare quella fatica almeno fino a 67 anni, prigionieri di una gabbia assurda di leggi, norme, riforme e controriforme. Una enclave di "teste grigie dei cantieri", in un contesto già di per sé disastrato visto che a partire dal 2008 nell`edilizia c`è stato un calo del 45% dei posti di lavoro ( oggi sono poco meno di 600mila ), del 50% della massa salari, del 58% delle ore lavorate, del 44% delle imprese."... 

 

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