I lavoratori della Torino-Lione sono in sciopero a oltranza da martedì sera perché temono di restare senza lavoro. Nella programmazione del cantiere si è infatti creato un buco di alcuni mesi. L'articolo di Repubblica Torino.


Sciopero a oltranza al cantiere Tav "Rischiamo il posto" La commissione appalti di Telt ha respinto il piano di Virano 150 addetti non saranno impegnati a lastriscare la galleria
articolo di Stefano Parola

OGGI SONO circa 50 gli addetti impegnati negli scavi , per conto della Venaus Scarl ( un gruppo di aziende con a capo la ravennate Cmc). Il tunnel avrebbe dovuto arrivare a 7,5 chilometri circa, invece a febbraio ci si è fermati prima, perché il nuovo progetto della Torino-Lione non prevede più di realizzare il pozzetto di ventilazione Clarea. L`idea era di utilizzare i circa 5 milioni risparmiati per lastricare la galleria, creare alcune nicchie e fare altri piccoli interventi.
Questo insieme di attività avrebbe garantito lavoro fino a maggio 2018 e avrebbe dovuto essere affidato direttamente alla Venaus Scarl. Niente di anomalo per le regole italiane, ma il 6 luglio la commissione appalti si è riunita a Parigi è ha detto "no" chiedendo invece una nuova gara d`appalto. «Siamo inferociti, perché così i lavoratori rischiano di essere licenziati tra un mese e mezzo o due», dice Marco Bosio, segretario generale della Fillea-Cgil di Torino.

Il sindacato è su tutte le furie perché il personale nei mesi scorsi era già sceso da un centinaio di addetti agli attuali cinquanta circa: «Avevamo siglato un`intesa anche con la Regione in cui tutti si impegnavano a riassorbire i lavoratori lasciati a casa, invece ora rischiano il posto anche tutti gli altri», sottolinea Bosio. Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea Cgil chiedono garanzie per i lavoratori (in buona parte valsusini). Vogliono che siano sottoscritte le clausole di salvaguardia, che consentirebbero agli operai di essere riassunti nel caso in cui a vincere il prossimo bando fosse un consorzio diverso da quello attuale.

Da lunedì il presidente dell`Osservatorio sulla Torino-Lione Paolo Foietta e il prefetto di Torino Renato Saccone sono in contatto con gli uffi- ci del ministro ai Trasporti Graziano Delrio per risolvere la grana. «Da parte nostra c`è una forte attenzione per fare in modo che si trovi una soluzione», spiega Foietta. Che ha già scritto una lettera dura alla Telt, in cui chiede alla società di gestire l`impasse e di dare continuità ai lavori di Chiomonte.

Oggi il cantiere ha lavoro fino a ottobre o novembre, poi rischia di crearsi un vuoto fino a metà 2018, quando gli scavi della Torino-Lione entreranno nel vivo e impiegheranno centinaia di persone. La questione non è soltanto sindacale, ma anche di ordine pubblico. Se le attività dovessero fermarsi per alcuni mesi, sarebbe ancora giustificabile l`impiego delle forze dell`ordine per proteggere la zona? Ecco perché la questione dello sciopero di Chiomonte è più delicata di quanto non possa apparire. Stefano Esposito, senatore Pd che da anni lotta per la realizzazione della Torino-Lione, è sconsolato: «Lo dico da tempo che c`è una disattenzione generale sulla Tav.
Quando devi allestire un cantiere da 5,5 miliardi con una società binazionale deve esserci una coralità istituzionale che al momento in Italia non si vede». A fine mese è in programma un vertice Italia-Francia proprio sul tema delle infrastrutture, al quale parteciperà il ministro Delrio. Potrebbe es- sere il momento giusto per concordare con i transalpini una soluzione alla grana di Chiomonte. Nel frattempo, la protesta continua, come promette Bosio della Fillea: «Lo sciopero è a oltranza, andremo avanti fino a quando non otterremo impegni scritti». In una nota, Telt annuncia che le opere di finitura dello scavo «si completeranno in autunno e al termine dei lavori si avrà la laturale cessazione del contratto con il raggruppamento di imprese». La società dice comunque di volersi adoperare «nei limiti previsti dalla legge e dalle normative binazionali, affinché l`esperienza maturata dalle maestranze locali non vada dispersa».

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